NEON

di MarFu
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Quando la scienza scoprì tutto quello che c’era da scoprire sui sogni, l’umanità cominciò a sognare davvero. Grazie a D.R.E.A.M., un’interfaccia neurale che permetteva a chiunque di diventare padrone dei propri sogni.

Con D.R.E.A.M. chiunque poteva diventare un sognatore lucido, poteva cioè interagire con il sogno a proprio piacimento: creare paesaggi e scenari, popolarli, modificarli, poteva addirittura piegare le leggi della fisica, creandone di nuove. Le possibilità erano letteralmente infinite.

Inizialmente D.R.E.A.M. attraversò una lungo fase sperimentale. I primi utilizzatori furono proprio i membri di quella comunità scientifica che l’avevano inventato. Grazie a D.R.E.A.M. e alla sua interfaccia gli scienziati erano in grado di sognare, letteralmente, i teoremi e le invenzioni del futuro, avendo a disposizione un laboratorio di ricerca onirico infinitamente adattabile e a costo ridotto. Grazie a D.R.E.A.M. la comunità scientifica fece passi da gigante nel campo delle energie rinnovabili, della coltivazione intensiva, dei mezzi per l’esplorazione spaziale.

Ma i costi di sviluppo di D.R.E.A.M. andavano ammortizzati in qualche modo ed è così che sul mercato arrivò DreamLite, una macchina neurale D.R.E.A.M. per il mercato casalingo. Certo, il prezzo non era alla portata di tutti, ma se i soldi non erano un problema potevi ordinare il tuo personalissimo device per il sogno lucido che ti veniva recapitato comodamente a casa. Ma l’impressione generale che se ne aveva è che si trattasse di un divertimento per ricchi.

Subito dopo l’immissione sul mercato di DreamLite si registrò un brusco arresto della crescita economica globale. Le grandi aziende dell’Hi-Tech smisero di innovare, di ricercare nuove tecnologie: smisero di sognare. In un mondo ormai intrinsecamente legato alla tecnologia, questo causò un declino totale dell’economia. Milioni di persone in tutto il mondo persero il posto di lavoro. I governi arginarono la crisi introducendo un reddito universale, possibile grazie alle grandi innovazioni scientifiche introdotte dalla prima generazione di scienziati con D.R.E.A.M.

Ma proprio mentre sulle strade cominciavano ad arrivare le prime DreamHouse, locali perlopiù illegali in cui si poteva usare delle macchine D.R.E.A.M. di contrabbando, gli scienziati che per primi avevano usato la macchina dei sogni cominciarono ad accusare strani sintomi: insonnia, mal di testa, epistassi improvvise, ma anche attacchi di ansia, paranoia, allucinazioni.

La comunità scientifica cercò di avvisare i governi della pericolosità di D.R.E.A.M. e della sua interfaccia neurale, ma in una società che ancora sperava in una ripresa dell’Hi-Tech a sua volta ancora incapace di ripartire, propria a causa di DreamLite, nessuno li ascoltò.

DreamLite e le DreamHouse cominciarono a chiedere il loro tributo. Nel giro di pochi mesi tutti i grandi CEO del mondo della tecnologia uscirono matti, furono arrestati perché in preda a una furia distruttiva o si suicidarono. Per strada la gente, annoiata e senza uno scopo, fece uso massiccio delle DreamHouse che divennero la nuova droga, supportata anche dai governi nella speranza che tenesse a bada una classe lavoratrice che non trovava lavoro. Ma pian piano anche chi frequentava le DreamHouse si ritrovò a non dormire, a vedere cose che non esistevano. Assassinii, rapine e suicidi, tutti commessi in preda ad allucinazioni indotte dai sogni, erano in salita vertiginosa.

L’umanità aveva smesso di sognare a occhi aperti, preferendo al sogno improbabile di un futuro migliore, il sogno manipolabile, un sogno che rispondesse a ogni loro comando, una via d’uscita dalla triste realtà. E quando smise di sognare, smise di vivere.





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