<< Edward!! >> sento mia madre
nell'altoparlante. Avere la stanza al terzo piano di questa
enorme villa è comodo: non sento nessuno, o se capita faccio finta di
non sentire, invece...
Schiaccio il tasto sopra il mio letto per attivare la risposta.
<< Che c'è? >> è mai possibile
che mi debba dare fastidio alle... mi giro verso la radio
sveglia sul comodino: 21:31. Ma che diavolo vuole?
<< Ho dimenticato il latte, andresti a
prenderlo? >> mi domanda con un tono dolce per
convincermi.
<< Ma perché non ci mandi papà?
>> chiedo sbuffando. E' mai possibile che non
posso starmene tranquillo nella mia stanza a sentire musica
e leggere?
<< Amore, papà è a lavoro, ha il turno di
notte. Poi se domani non vuoi il latte a colazione, fai tu!
>> conclude senza lasciarmi via di uscita. Sa benissimo
che se non mangio latte e caffè al mattina, non vado da nessuna parte.
Uffa!
Schiaccio di nuovo il tasto con la speranza di romperlo
stavolta.
<< Vado, vado! Ma dove? A quest'ora non c'è un
buco a Forks aperto!! >> mi lamento. Perarltro,
il fatto che l'abbia ricordato a quest'ora fa discutere.
<< E lo so Edward, dovresti andare a Port
Angeles >> sembra si senta in colpa.
Speriamo, altrimenti questa è la volta buona che le regalo un
aggeggio per stilare questa benedetta lista della spesa. Ha una certa
età oramai, non può pretendere di ricordarsi tutto. Ma cazzo: il latte
dovrebbe essere la prima cosa! Anzi noo, lo bevo solo io. Uffa!
<< Scendo! >>
Mi alzo dal letto. Ho un jeans e una camicia chiara; se non
fosse sgualcita, avrei lasciato questa. Cerco nel cassettone una
maglia, tanto devo andare in un super mercato. Ne trovo subito
una: la mia preferita, nera, e avanti a caratteri bianchi c'è
scritto: FERMATE IL MONDO, VOGLIO SCENDERE!
Mai frase più azzeccata in questo momento. Scendo le scale, non guardo
neanche mamma quando le passo davanti, afferro le chiavi della macchina
che tiene in mano sospese a mezz'aria. Uso la porta sul retro
per entrare nel box e prendere la mia macchina, una favolosa
volvo argentata che mi è stata regalata ai miei
sedici anni per la patente. Bè, papà mi voleva regalare un
rottame. Mamma invece un suv. Si sono messi d'accordo e alla
fine l'ho scelta da solo con un badget di dieci mila dollari.
Niente male, eh?
Ci salgo e quando chiudo la porta il silenzio assoluto regna sovrano.
Quasi quasi mi ci chiudo dentro e al diavolo il latte, vado a
fare colazione al bar domattina...
Sì, ma se inzuppo il muffin nella tazza mi ucciderebbero solo
a guardarmi. Che palle!
Mi tiro su, infilo le chiavi e avvio il motore. Il suono è
piacevole, ma il silenzio lo era di più, decisamente di più.
Aspetto che la grata si alzi ed esco. Percorro la
strada principale di Forks con la vaga speranza che sia culo
rotto e trovi qualcosa, anche un bar del cazzo aperto. Non mi
importa se spendo cinque dollari invece di due. Niente, neanche
un'insegna. Schiaccio l'acceleratore e mi avvio sulla statale per Port
Angeles, maledicendo Forks e la sua gente scansa
fatiche. Arrivo verso le dieci, ma a quest'ora Port Angeles è
viva al contrario di Forks - che non è morta, ma va a letto
troppo presto per i miei gusti.
Individuo quasi subito il supermarket, ma per trovare
parcheggio sono costretto a fare il giro del palazzo. Dato che
la sfiga non viene mai sola, lo trovo lontano: ovvero devo fare un
chilometro a piedi. Dio mi vuole proprio male stasera.
Scendo dall'auto, la chiudo e attraverso un vicolo largo sì e
no due metri per arrivare al market.
<< Buona sera! >> saluto entrando. Non mi
calcola nessuno, non sono l'unico cliente, anche altri fanno
la spesa dell'ultimo minuto.
Trovo la spalliera e prendo due bottiglie di latte, almeno
mamma non rompe domani. Arrivo alla cassa, al mio turno la cassiera è
impegnata a cambiare il rullo per lo scontrino. Proprio quando
tocca a me, vabbè!
"Fermate il mondo, voglio scendere!" mai frase più azzeccata,
l'ho già detto? Tanto vale ribadirlo.
Dopo non so quanto (mi sembrava di aver messo radici), sono
riuscito a pagare e uscire.
<< Che serata di merda! >>
sussurro al nulla. Imbocco la viuzza di due metri di larghezza
che avevo percorso prima, ma stavolta vicino alla parete vedo
appoggiata una ragazza. Ha un vestito bianco e le braccia
dietro la schiena, con i palmi appoggiati al muro. Non voglio
essere disturbato io, figurati se mi va di importunare una
ragazza. Le passo davanti, ma un particolare mi porta a
fissarle le gambe: è scalza. Strano. Continuo comunque ad ignorarla.
<< Ehi! >> una voce melodiosa e
bellissima mi fa voltare verso quella figura, che a primo
impatto non mi sono reso conto fosse così graziosa.
<< Serve aiuto?! >> è la prima
cosa che ho pensato visto la sua calzatura, praticamente
assente.
Mi fermo e faccio un passo verso di lei, si raddriza e mi è
subito vicina. Cavolo, o mi sono perso tre secondi o
lei ci ha messo meno di un battito di ciglio ad essermi di
fronte. Sono sorpreso, ma per niente impaurito. Mi afferra per la
maglia e mi sbatte contro il muro, normale, mi è già
capitato. Si alza sulle punte, mi afferra i capelli e mi
sposta la testa per avere libero accesso sul mio
collo. Ma si ferma, e quasi ne sono triste: essere
mordicchiato il collo credo sia la cosa più eccitante del mondo. Però
lei si è fermata, ed ora mi guarda in volto. Cavolo, ha gli
occhi di uno strano rosso. Rubino, direi. Le stanno divinamente sul
viso pallido.
<< Non hai paura? >> mi chiede
sorpresa.
<< Perché dovrei? >> quello che
mi stavi per fare è il mio sogno proibito: una ragazza, io e
un vicolo, che voglio di più dalla vita? A sì, che non ti
fermi per chiedermi stupidaggini.
<< Ma così non c'è gusto >> si
allontana infastidita. Torna qui! Vuoi che abbia paura?, grido come una
donnetta, ma torna qui!!
Solo che mi guarda con un broncio meraviglioso che mi fa -
quasi - passare l'eccitazione del momento, e le sorrido
intenerito.
<< Sei carina, lo sai? >> le dico, ma mi
rendo conto che è una cazzata perché non è solo carina ... è
stupenda.
Si allontana di un passo. << Ti piaccio? >>
si prende la gonna con le mani e l'allarga girando su se
stessa per mostrarsi tutta. Poi continua, <<
Non è facile avere questo corpo, lo sai? >> dice
guardandosi. Sembra triste, ma il doppio senso della frase mi
fa sputare quelle parole senza che me ne renda conto...
<< Mi piacerebbe "possederlo" un corpo così
>> Lei probabilmente coglie il senso della frase
e mi guarda con malizia.
<< A si? E che ci faresti sentiamo
>> si avvicina molto lentamente.
Io non oso pronunciarmi, ma la guardo dall'alto al basso con
una cosa sola in mente: quel corpo nudo sotto il mio, che
spettacolo dev'essere!
Si avvicina, mi da un bacio sotto la mascella. Il contatto è
freddo, ma estremamente piacevole.
<< Magari un'altra volta >> mi
guarda intensamente, e io quasi rimango incantato, ma quando
gli occhi mi si seccao sono costretto a sbattere le palpebre.
Proprio in questo preciso istante lei scompare. Dio, se ho
sognato mi do una botta in testa per sognarla ancora!
Mi guardo in torno, ma niente. Il telefono squilla nei
pantaloni, lo tiro fuori scocciato.
<< Che c'è? >> mi sembra di
ringhiare.
<< Ehi! Calmino, signorino! Volevo capire
perché ci mettessi tanto? >> mi rimprovera mamma.
<< Niente, sto arrivando, sono stato trattenuto
>> ma purtroppo non più..
<< E da chi? >> mi chiede curiosa.
<< Eh! Bella domanda! Arrivo! >>
chiudo il telefono e mi dirigo alla volvo. Continuo a
guardarmi intorno, ma niente: possibile che abbia sognato sul
serio?
"Fermate il mondo, voglio risalire!"
Salgo in auto ancora scoccato. Non è possibile sparire in
quella maniera. Inserisco la chiave, ma un brivido luogo la
schiena mi blocca. Non un brivido, una sensazione. Apro la
portiera e scendo rimanendo con le mani appoggiate una sul
tettino, l'altra sulla portella. Il mio sguardo va subito al
terrazzo di uno dei palazzi ... ed eccola, non era un sogno,
il vento le muove la veste e i capelli mogano. Mai creatura mi
è sembrata così bella.
Alza un braccio portandosi una ciocca di capelli dietro
l'orecchio. Poi con la stessa mano mi saluta, e un "a presto"
portato dal vento mi arriva alle orecchie un attimo prima di
vederla sparire ancora. Risalgo in auto con il fiato corto.
<< A presto >> soffio al nulla.
Sono completamente affascinato da quella ragazza.
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