Battleground - Cronache del Multiverso

di evil 65
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Come promesso, eccovi un nuovissimo capitolo! E come al solito, vi auguriamo una buona lettura ;)




Capitolo 35 – La Battaglia dell’Arena: Parte 1

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“Fight until you
die by the blade of the one you hate
End of reason, end of the game
Die by the blade
Of the one you love to hate
With all your heart…”
Beast in Black Die By The Blade
 

Asgard - Regno sotto controllo Imperiale


Auth poggiò entrambi i palmi delle mani al suolo, cercando di ignorare il dolore agli arti. Il sudore gelido le scorreva addosso mentre tentava di raccogliere le energie rimaste, tendendo i muscoli delle braccia e del busto, sforzandosi di riordinare i suoi pensieri.
Avevano previsto che Loki, dopo il loro allegro spettacolino, si sarebbe ulteriormente divertito con loro… ma non avevano previsto a quali lunghezze sarebbe ricorso per liberarsi del loro spirito combattivo. Ovvero, facendoli affrontare ogni singolo gladiatore rinchiuso nell’arena… e allo stesso tempo.
Il corpo della donna venne avvolto da una torrente di luce dorata, e subito alcuni degli avversari si sollevarono in aria, prima di essere scaraventati al suolo in un trionfo di ossa spezzate.
<< Thor… non so per quanto ancora riuscirò a combattere. Tuo fratello se la starà spassando alla grande >> commentò con un ghigno esausto, un rivolo di sangue che le colava dalla narice sinistra a causa dello sforzo.
Da parte loro, Thor e Accelerator avevano continuato a combattere come leoni, riuscendo a guadagnare terreno con i loro avversari.
L’Ase non poteva più evocare tuoni e fulmini, ma aveva ancora la sua leggendaria forza fisica, nonché l’esperienza di millenni di battaglie. Tuttavia, la stanchezza cominciava a farsi sentire perfino per un guerriero come lui, e in parte a causa dall’aiuto che stava offrendo all’albino.
Per quanto si sforzasse, Accelerator non era abituato a combattere senza la sua manipolazione vettoriale… e anche se era ammantato della cotta di maglia asgardiana, e armato con spada e scudo, era difficile per lui affrontare più lottatori.
Thor fece del suo meglio per difendere sé stesso e il suo compagno d’armi, ma la situazione stava diventando davvero ingestibile.
<< Dobbiamo resistere il più possibile >> disse, offrendo alla dea un cenno d’intesa << Loki non ci lascerà morire, non oggi. Abbiamo la folla dalla nostra parte, pertanto non permetterà mai che perdano il loro intrattenimento. Ma continuando di questo passo, finirà che perderemo un arto o due. Uniamoci in formazione, dobbiamo combattere compatti. Sapete come eseguire un muro di scudi? >>
Marie balzò accanto a loro e la sua spada dai riflessi scarlatti balenò in un arco discendente, tranciando di netto la testa di un lottatore armato con una pesante ascia bipenne.
<< La tua idea ha alcuni meriti, dio del tuono >> disse, con un’espressione corrucciata << ma un muro di scudi di sole quattro persone potrebbe non reggere. Tuttavia, se riusciamo a distruggere parte dell'arena, forse potremmo guadagnare un po’ di tempo... creando un collo di bottiglia nel quale far fluire i gladiatori. >>
L’Ase scosse la testa.
<< Con i nostri poteri così limitati, dubito che riusciremo a causare un danno considerevole. Però possiamo provare a spingerli in un angolo >> aggiunse.
<< Se non fosse per questo dannato collare, mi basterebbero pochi secondi per ucciderli tutti >> ringhiò Accelerator << Ma ho ancora abbastanza potere per innalzare una nuvola di sabbia e costringerli ad indietreggiare. >>
<< Ragazzino >> disse all’improvviso Auth, poggiandogli una mano sulla spalle << Riusciresti a creare un vortice di sabbia attorno a noi? La sabbia può condurre giusto? Se Thor riuscisse a generare anche solo una minuscola scintilla… beh, potremmo quanto meno fulminarne la maggior parte degli avversari. >>
Accelerator assottigliò lo sguardo.
<< Creare un vortice richiederebbe dei calcoli abbastanza complessi… ma potrei creare una piccola ondata di sabbia, sufficiente per ricoprirli da testa a piedi e permettere a Thor di fulminarli con una piccola scarica. >>
<< Credo che sia il massimo che possiamo fare >> annuì Marie leccandosi i canini. Sentiva le braccia tremare per lo sforzo, e a causa del collare le sue ferite stavano guarendo molto lentamente. Presto avrebbe perso conoscenza, ormai ne era più che sicura.
Nel mentre, Auth si morse il labbro inferiore e passò lo sguardo da Thor ai gladiatori che li circondavano. Non si era mai sentita così vulnerabile… ma non poteva lasciarsi dominare dall’incertezza.
<< Allora fallo >> disse, riassumendo una posizione pronta al combattimento.
Senza esitazione, Accelerator conficcò le mani nella sabbia.
A causa del collare, il calcolo non sarebbe stato istantaneo, aveva bisogno di qualche secondo in più. Il tempo necessario che poteva dargli il dio del tuono mentre faceva mulinare l'ascia.
Quando tutto fu pronto, l'esper poté rilasciare una piccola onda di sabbia; questa investì i gladiatori con prepotenza… e fu allora che Thor agì: esattamente come aveva fatto contro Auth, generò una piccola saetta dalle mani.
La sabbia era un conduttore molto efficace, e quella piccola scarica si propagò in un vero e proprio lampo, facendo crollare molti dei nemici.
<< Vittoria! >> esclamò il tonante << Loki sta esaurendo gli assi nella manica. Continuiamo così! >>
Marie cadde sulle ginocchia, ansante, con un sorriso sul volto pallido, e si passò una mano tra i capelli corvini.
<< Thor...cosa credi che succederà quando Loki si annoierà di noi? >> chiese Auth, notando lo sguardo assolutamente furioso che l’ingannatore stava rivolgendo loro. Se gli scontri avessero continuato a susseguirsi con un simile ritmo... lei non sapeva quanto tempo ancora sarebbe riuscita a restare in piedi.
Quando quel pensiero la raggiunse, accadde qualcosa di decisamente inaspettato.
Vi fu un improvviso bagliore verdastro, a cui seguì un lampo che attirò l’attenzione di ogni singola persona o creatura presente nell’arena. Che fossero gladiatori o spettatori, i loro occhi puntarono tutti nella medesima direzione, presto imitati da Loki.
Thor e Accelerator non riuscirono a trattenere un sussulto, mentre un totale di sei figure MOLTO familiari si materializzava al di sopra degli spalti. Al loro arrivo, seguì un silenzio di tomba, come se neppure lo stesso sovrano di Asgard potesse credere che qualcuno avesse davvero cercato di interrompere lo spettacolo che aveva minuziosamente organizzato.
<< Qualcuno ha in mente qualche bella frase ad effetto? >> chiese Yang, scrocchiando le nocche.
Accanto a lei, Angel sorrise e sollevò la sua fidata lancia.
<< Che ne dite di… boom? >>
Nel momento in cui pronunciò quell’unica parola, un fulmine del colore del cielo si abbattè con violenza sull’arena, sprigionando una potente esplosione.

                                                                                               * * *

Nelle viscere dell’arena, stanze e corridoi vennero scosse dalla potenza dell’attacco, facendo crepare i soffitti e riversando torrenti di sabbia e terriccio sui pavimenti sporchi.
In una sala di controllo situata sotto il centro della struttura, le persone raccolte attorno ad un macchinario sollevarono le teste all’unisono, presto imitate dalle guardie che presedevano le entrate.
<< Che cos’è stato, in nome del Maestro? >> borbottò uno degli Asgardiani, tenendo alta la lancia.
<< Sembra che lo spettacolo di oggi sia molto più movimentato del solito >> commentò un altro << Non mi sorprende. Dopotutto, stanno facendo combattere il figlio di Odino in persona… >>
<< Non pronunciare quel nome! >> sibilò il compagno << Vuoi forse perdere la testa o diventare l’ultima attrazione dei giochi? >>
L’altro sollevò una mano in modo conciliante. << Non era mia intenzione. Sto solo dicendo che… >>
Prima che l’Asgardiano potesse terminare la frase, un portale di luce verde illuminò la stanza. Ne fuoriuscì una bella donna dalla folta capigliatura dorata, presto seguita da un uomo anziano, uno ben vestito, un gruppetto di giovani mortali dall’aspetto bizzarro… e un piccolo barbagianni.
Tutte le guardie e i lavoratori presenti si drizzarono di colpo.
<< Non ci aspettavamo una vostra visita, mia signora >> disse un Asgardiano << In che modo possiamo assisterla? >>
Amora gli sorrise dolcemente.
<< Che ne diresti di… dormire per me? >> disse con voce calma e rassicurante. E prima che l’uomo potesse anche solo chiederle cosa intendesse, ecco che l’Incantatrice agitò una mano e mise ogni persona della stanza sotto un incantesimo del sonno, facendoli crollare a terra.
Fatto questo, si rivolse ai Time Warriors.
<< Questo macchinario controlla l’afflusso di energia dei collari >> spiegò << Ora sta a voi trovare un modo per arginarlo, Sir Dottore. Vi auguro buona fortuna. >>
<< Non rimarrai con noi? >> chiese James, visibilmente sospettoso << Il tuo aiuto potrebbe farci comodo. >>
La donna scosse la testa. << Sono già stata via per troppo tempo e Loki non è certo uno stolto. Si aspetta che accorra in difesa dell’Arena, e io non lo deluderò. Non ho intenzione di farmi uccidere per voi. >>
<< Allora cercheremo di cavarcela da soli >> disse Logan, offrendole un cenno cortese << Non dimenticheremo l’aiuto che ci hai fornito oggi. >>
<< Lo spero bene. L’aiuto di una dea non va preso alla leggera >> ribattè Amora, per poi scomparire in un turbinio di luce verde.
Una volta soli, il Dottore si lanciò rapidamente verso il controller più vicino e cominciò a scrutare attentamente il macchinario.
Blake camminò accanto a lui, facendo altrettanto.
<< Credi di poter disattivare il meccanismo che controlla i collari? >>
<< C’è solo un modo per scoprirlo >> disse il Signore del Tempo, mentre cominciava ad armeggiare coi pulsanti  << Ma se anche questa tecnologia si basa sulle scoperte taumaturgiche dei Signori del Tempo, mi basteranno meno di dieci minuti per disabilitarlo. >>
E così, per quel successivo lasso di tempo, l’anziano leader della Ribellione continuò ad armeggiarci sopra, fino a quando un sonoro brusio cominciò a risuonare dalle pareti della stanza, come un velivolo sul punto di decollare.
<< Ecco fatto! >> esclamò, visibilmente soddisfatto di se stesso << Il segnale sarà interrotto entro cinque minuti al massimo, giusto per dare al sistema il tempo di calibrare i nuovi parametri. Ora non dobbiamo fare altro che recuperare i nostri… >>
<< Salute, piccoli ribelli. >>
Fire e Logan trasalirono, e Rowlet si schierò sulla sua spalla roteando il capo anche dietro la schiena. Blake e James si girarono ciascuno da un lato diverso, mentre il Dottore non poté fare a meno di borbottare: << E ti pareva. >>
Lord Shen Feng comparve sulla scena, affiancato dai soldati in armatura di vibranio rossa, le stesse presenti durante l’attacco dell’Indominus Rex, e che Fire aveva scoperto essere note come Guardie Pretoriane d’Élite.
<< Tu!? >> esclamò, fissando incredulo negli occhi la sua nemesi << Che ci fai qui!? >>
<< Oh, prendo una boccata d’aria >> rispose il governatore, beffardo << mi schiarisco le idee. Adoro osservare gli spettacoli bellici qui nella splendida Asgard, e il mio Signore aveva bisogno di qualcuno che presenziasse in sua vece per osservare i nuovi campioni di Loki. Ma, non so se l’hai saputo, Baelfire, ora la preziosa arena dei gladiatori è stata violata! In qualità di rappresentante del Maestro, devo fare una bella disinfestazione. >>
Troppo tardi i cinque e il volatile si resero conto che le guardie pretoriane li avevano circondati.
<< La farò molto semplice >> riprese Shen << Sono qui per uccidervi. Per il Dottore, di norma, si richiede sia vivo, sebbene non incolume. Se si consegnerà spontaneamente, qui e adesso, vi mostrerò clemenza. >>
<< È una proposta allettante >> commentò il Dottore, con un sorriso alquanto tirato << ma temo che per questa volta passerò, governatore. >>
L’albino sospirò, come se in realtà si aspettasse una simile risposta. << Non avete neppure intenzione di consegnarlo voi mocciosi, vero? >>
Anche in quel caso, il suo tono era quello di chi fa quella domanda solo per convenzione.
<< È evidente che non ci hai mai avuto a che fare >> osservò Blake, gelida << Anche se volessimo, non riusciremo a toccare il Dottore nemmeno con un dito. >>
<< E comunque >> intervenne James, piccato << potete scordarvi di riuscire a farci abbassare al vostro infimo livello. >>
<< Infimo? >> ripeté l’uomo, ostentando perplessità << Vi ho solo proposto la soluzione meno dolorosa, soldato Heller. Ma, come al solito, voi ribelli sembrate quasi divertirvi un mondo a patire sofferenze. Non è così, passerotto? >>
<< Non dirai più queste stronzate, dopo che ti avrò bruciato il sorriso dalla faccia >> sputò Fire con profondo disprezzo, accendendo i suoi pugni d’energia verde << Doc, vai. Qui ci pensiamo noi tre. Rowlet, accompagnalo. >>
<< Pensi davvero che vi permetterò di… >>
Shen non poté finire la frase, perché i Cacciatori e il Vigilante partirono all’attacco contro i pretoriani, aprendo la strada al Signore del Tempo, che scattò via più veloce che poteva, seguito a ruota dal rapace.
 
                                                                                                         * * *

Robert Tomlin – amichevolmente soprannominato Jet Boy - era stato l'asso della flotta stellare di Dreamland e della sua Ribellione da che avesse memoria… il che significava dalla nascita di Battleground. E considerando quanti incredibili piloti popolassero la galassia, il suo non era certo un titolo di poco conto.
Negli ultimi anni si era limitato per lo più a sorvegliare rotte commerciali o a scortare altre astronavi, assicurandosi che l’Impero non venisse mai a conoscenza delle reti di contrabbando che la Resistenza era riuscita a creare in tutta Battlehround.
Per certi versi bramava con ansia il giorno in cui si sarebbe svolta la battaglia finale tra il Dottore e il Maestro, per parteciparvi e primeggiare un'ultima volta prima di ritirarsi con dignità e dedicare gli anni della pensione al suo principale hobby: recensire film di ogni genere ed epoca.
Il veicolo che pilotava al momento era un X- Wing nero e blu scuro con un mitragliatore sul muso e una coppia di lanciamissili incastonati tra le ali. Si trattava di un prototipo dotato di un nuovo tipo di motore, talmente potente da poter sfuggire a un buco nero anche senza utilizzare la velocità iperluce.
Il tutto usando la metà del carburante dei motori attuali, anche se al momento aveva problemi di manovrabilità.
Gli sviluppatori gli avevano chiesto di testarlo in operazioni di routine per risolvere la cosa. Un incarico abbastanza sottotono rispetto a ciò a cui era abituato, ma in quanto pilota era suo preciso dovere occuparsi anche di simili piccolezze. 
Nell’ultima ora, lui e il resto della sua squadra si erano dilettati con piccole manovre, volando spensierati nello spazio aereo appena sopra l'atmosfera del pianeta.
Come di consueto, quella sera sarebbero andati al loro bar preferito a bere e guardarsi una partita di pappaball, scherzando sugli errori dei novellini… ma quella prospettiva fu rapidamente spazzata sotto il pavimento nell’istante in cui un sonoro bip! cominciò ad illuminare il radar dei velivoli, anticipando l’arrivo di astronavi non autorizzate.
<< Chi diavolo sono quelli ?! >> domandò uno dei piloti, andando loro incontro per intimarne la fermata.
<< Stanno cercando di infiltrarsi >> disse un altro  << Potrebbero essere pirati... >>
Venne purtroppo contraddetto dall'apparizione di un immenso Star Destroyer, uscito istantaneamente dal viaggio iperluce assieme a un nugolo di altre navicelle identiche a quelle già apparse.
Il cuore di Jet Boy mancò un battito. La comparsa di una di quelle mostruosità in modo così improvviso poteva significare solo una cosa.
<< No, è un attacco in piena regola >> disse, pallido in volto << Chiamate il resto della flotta! >>
E, detto questo, fece una rapida virata per portarsi di fronte al gruppo di astronavi.
<< Qui è il Grand’Ammiraglio Eesdeath >> disse una voce femminile dalla radio di bordo << A tutti i membri della flotta, vi viene richiesto di arrendervi immediatamente e affidarvi alla nostra custodia. Eseguite e non vi verrà fatto alcun male. Siamo interessati solo alle vostre autorità, colpevoli di aver collaborato con la Ribellione. >>
Jet Boy deglutì a fatica.
E lui che si era immaginato più volte il giorno in cui avrebbe finalmente combattuto contro i tiranni di Battleground! Ma la donna che aveva appena minacciato il suo regno non era certo una persona da poco.
Conosceva assai bene il Grand’Ammiraglio Esdeath, protetta di Darth Vader in persona, e colei che aveva portato alla sottomissione di numerose sacche di resistenza in tutta la Galassia, spesso sotto ordine dell’Esecutore dell’Impero in persona.
Se davvero si trovava lì… allora era assai probabile che presto si sarebbero trovati ad affrontare anche Lord Vader stesso. Tuttavia, Jet Boy non si sarebbe lasciato intimidire, non quando così tanti abitanti di Dreamland contavano sulla sua protezione.
<< Grand'ammiraglio >> disse, con la voce più ferma che riuscì a trovare << Perdonate l'ardire, ma non possiamo permetterle di atterrare. Sarebbe un'eterna macchia sulla flotta. >>
<< In questa caso, spero che periate di una bella morte >> disse Esdeath, e Jet Boy potè immaginare le sue labbra arricciate in un sorriso predatorio  << Uccideteli tutti. >>
E subito, i caccia della flotta imperiale sciamarono a tutta velocità verso le forze di Dreamland.
Al contempo, Jetboy lanciò un missile dritto contro lo Star Destroyer, ma l’impatto non fu sufficiente a produrre danni considerevoli sulla fiancata.
<< Sembra che dovrò prima occuparmi dei pesci piccoli >> borbottò, mentre evitava una raffica di laser e si tuffava in picchiata su una squadriglia di caccia nemici.
Sul ponte della nave più grande, Esdeath osservò l’inizio della battaglia con occhi affilati e calcolatori.
“ Tanto coraggiosi quanto stupidi... spero che almeno mi offrirete una battaglia degna di essere chiamata tale” pensò il Grand’Ammiraglio, leggermente impressionata dal coraggio di questi nemici. Per lo meno, avrebbero reso l’invasione piuttosto divertente.
All’improvviso, migliaia di Caccia e X- Wing dalle rispettive fazioni riempirono i cieli, dando inizio a una tempesta di fiamme e luci che abbagliò molti di coloro che osarono guardarla da terra.

                                                                                                                 * * *
 
Track: https://www.youtube.com/watch?v=zPh8oy3sKew

Shen si era portato nelle retrovie. Il suo scopo era raggiungere il Dottore, ma non poteva farlo senza osservare il campo di battaglia, per essere sicuro di scovare una via d’uscita: Blake, James, Logan e Fire combattevano agguerriti e senza esclusione di colpi.
Inevitabilmente, la sua attenzione venne attirata dal ragazzo dai capelli verdi, il quale sembrava assai molto diverso dall’ultima volta in cui si erano incontrati. Non indossava più la maschera, si limitava ad avere il suo costume scuro senza calare il cappuccio: aveva dunque smesso di nascondersi e di tentare di erigere una barriera intorno alla propria anima?
Poteva vedere come fosse molto più sicuro e agguerrito, e per certi versi, anche più spietato: l’aveva già visto arrabbiato molte volte, come molte volte si era sentito rivolgere i suoi insulti e minacce… ma in quella ricevuta pochi istanti fa, aveva percepito un odio molto più veemente e acceso del solito, non da lui. E come combatteva! Era evidente che aveva ottenuto una consapevolezza e un controllo maggiore sui suoi poteri: si serviva dell’energia per falciare e abbattere i soldati con potenti raggi di energia che in circostanze diverse l’avrebbero stancato, e adesso invece li scagliava ripetutamente, ad una e a due mani; inoltre… stava forse usando poteri telecinetici?
Di quando in quando plasmava armi bianche per difendersi e infilzare – dimostrando che anche la potenza del suo “laser” era migliorata abbastanza da contrastare il vibranio – oppure infondeva l’energia nei pugni, vibrando devastanti colpi.
L’occhio allenato e pieno d’esperienza del governatore sapeva di stare osservando un ragazzino che per anni aveva avuto una visione limitata del suo potere, e, pertanto, come tale l’aveva usato. Ma ora, in qualche modo… quei limiti erano svaniti, e adesso testava le sue larghe vedute utilizzando i pretoriani come cavie: i suoi movimenti difatti non erano precisi, ma inconsci e impulsivi, dettati dall’istinto.
E l’istinto ora parlava anche a Shen. Qualunque cosa fosse successa al ragazzo, adesso era molto più simile a suo padre, più affine alle sue diaboliche capacità. Si chiese se, in effetti, Vader non ci avesse messo lo zampino in qualche modo: dopotutto, aveva saputo del loro incontro, quindi il moccioso doveva aver scoperto la verità… e forse anche di più.
Scontrarsi con lui non sarebbe stato saggio. Non subito, non ora. Doveva scovare il Dottore, o il Maestro non glielo avrebbe mai perdonato. Quindi estrasse la lancia, si aprì un varco e si allontanò.
Ma non andò lontano. Avvertì un sibilo alle proprie spalle, e riuscì appena in tempo a scartare di lato per evitare un lampo di luce scagliato dritto verso di lui.
<< SHEN! >>
Si voltò solo per trovarsi faccia a faccia con Baelfire, che lo afferrò per il colletto, l’espressione di odio genuina moltiplicata per cento. Era alquanto impressionante: i suoi occhi, normalmente rossi, erano fortemente screziati di oro attorno alla pupilla, simili a piccole fiammelle.
<< Dove credi di scappare, codardo!? >>
<< Mio caro >> esordì l’albino << ho questioni più importanti da sbrigare, e che non riguardano te personalmente, quindi, se gentilmente mettessi giù le mani, io potrei… >>
<< Col cazzo! >> gli sibilò addosso il ragazzo << Tu non vai da nessuna parte. Non dopo avermi aperto in due come un maiale, spedito addosso un’altra delle tue diavolerie preistoriche e avermi perseguitato per due anni, figlio di puttana! Per non parlare di ogni tua merdata che ho dovuto fermare! >>
<< Un’altra diavoleria preistorica? >>
L’affermazione aveva incuriosito Shen. Anche se aveva fatto intendere di voler chiudere la conversazione, in realtà voleva portarla avanti, per scoprire di più su cos’era successo al moccioso, e dunque elaborare un piano per metterlo fuori gioco sull’istante. Era abituato a mantenere il controllo in situazioni scomode, e sempre pronto a trovare il modo di risolverle. Sapeva che doveva giocare d’astuzia, non di forza, contro il suo avversario.
Quando sei debole, mostrati forte, diceva Sun Tzu.
<< Non so di cosa stai parlando, ragazzo. Nüwa è la sola che io ti abbia… >>
<< Non prendermi per il culo! >> Fire lo scosse con notevole veemenza << Ce n’era un altro, e lo sai benissimo! Quel cazzo di Indoraptor! L’hai mandato ad uccidermi! >>
L’uomo socchiuse le palpebre, elaborando rapidamente le informazioni, prima di mettere su un’espressione di realizzazione. << E così hai fatto la conoscenza di Kai Lung. >>
<< Adesso pure quella cosa aveva un nome!? Ma che problemi hai!? >>
<< Mi dispiace deluderti, ragazzo, ma lui non è mio. Non sono stato io a scatenarlo contro di te. >>
Il tono di puro rammarico rancoroso del suo carnefice, sinonimo di “Avrei tanto voluto farlo”, non fece che imbestialire Fire ancora di più. << Allora chi è stato!? >>
<< Il mio Signore, naturalmente. Appartiene a lui. Diciamo che è stato un mio dono di fedeltà. E mi stupisce che ne parli al passato, è sempre stato migliore e più potente della mia Indominus Rex. Non saresti mai sopravvissuto da solo nelle tue attuali condizioni. Come diavolo hai fatto!? >>
<< Sei deluso, governatore? Davvero? >> Fire si concesse un sorriso strafottente. << Pensavi che uccidermi sarebbe stato così facile? Se così fosse, avresti terminato il lavoro molto tempo fa! >>
<< Smargiasso >> sibilò l’albino, oltremodo irritato << Bene, dato che troppe volte sono stato costretto ad uccidere lo stesso, schifoso passerotto… è il momento di rimediare! >>
Fire riuscì appena in tempo a mollare la presa ma non poté evitare il colpo di artigli diretto al volto, che gli spaccò il labbro in uno spruzzo di sangue e lo costrinse a retrocedere. Barcollò, ma mantenne l’equilibrio stringendo i pugni, per poi portarli in avanti: due potenti raggi verdi - dall’aspetto vagamente simile a propulsori - scaturirono a rotta di collo verso il governatore.
Questi, con una manovra agilissima, si piegò all’indietro con le ginocchia, ma la puzza di bruciato lo investì ugualmente: evidentemente, qualche piuma, brandello dell’abito o ciocca di capelli non era stato risparmiato, ma almeno lui personalmente non era stato incenerito.
Attaccò con un grido di sfida e una veemenza inaudita, sfoderando la lancia dalla larga manica dell’abito. La abbatté contro il giovane, che schivò: allora lo tempestò con un secondo colpo, poi un terzo, un quarto e molti altri, costringendo il ragazzo a chiudersi in difesa infondendo energia nelle mani, per proteggersi e deviare i colpi.
A un certo punto, con le ginocchia tremolanti, si bloccò e si piegò sotto il peso della lama della lancia, con Shen che spingeva forte, cercando di forzare le sue difese e trafiggerlo: il contatto fra laser e vibranio generava scintille ovunque.
Qualcosa non quadrava. Dopo avergli visto fare quelle cose, sembrava troppo facile riuscire a metterlo nell’angolo in quel modo; aveva appena fatto in tempo ad articolare quel pensiero, che il suo campo visivo registrò l’odioso sorriso dell’adolescente. Con una piccola aggiunta: gli si erano accesi gli occhi di verde fosforescente.
Allontanò una mano da sotto la lancia, e le dita sotto il metallo irradiarono l’energia in tutta l’arma: il governatore la sentì diventare incandescente. Cercò immediatamente di ritrarsi, ma così diede all’avversario il vantaggio che attendeva: con l’altra mano, gli sferrò da sotto il mento un pugno intriso di luce che lo spazzò all’indietro e gli fece cadere l’arma di mano.
Proprio mentre l’uomo cercava di rialzarsi, Fire prese a bersagliarlo ripetutamente con potenti fasci di luce verde, e a quel punto toccò a lui spostarsi in difesa. Sprovvisto della lancia, sguainò rapidissimo un’altra arma: dei ventagli color argento, in puro flessibile vibranio e dagli speroni ricurvi. Con essi si protesse, deviando e dissolvendo faticosamente i colpi inesorabili che gli arrivavano addosso.
D’improvviso, un fascio lo prese in pien… e si tramutò in un’aura verde che lo avvolse da capo a piedi, lo bloccò e lo sollevò in aria, in risposta al braccio alzato dell’adolescente, i cui palmi erano intrisi della stessa energia. Mosse l’altro braccio e così lo scaraventò a terra, poi contro le pareti, incrinandone molte, e poi venne gettato a terra lontano di qualche metro, con un impatto altrettanto possente.
Il ragazzo lo raggiunse con un’ampia falcata, sovrastandolo mentre lo osservava tossire e sollevarsi su un fianco.
<< Ma che bravo… >> ansimò Shen, evidentemente provato, sporco di polvere e scarmigliato, mentre si rialzava in piedi a fatica << Per aver passato così poco tempo insieme, papino Sith ti ha insegnato un sacco di fastidiosi trucchetti da setta indemoniata! >>
<< Maledetto! Allora dicevi il vero! >> Fire strinse i pugni, i quali si accesero di energia << Tu hai sempre saputo la verità su di me… e me l’hai tenuta nascosta! >>
<< Pensavi che sarei rimasto con le mani in mano, dopo tutto quello che hai fatto per ostacolarmi? >> domandò l’albino, sprezzante << Pensavi di potermi nascondere per sempre le tue vere origini, o dei tuoi anni passati in quella piccola topaia di orfanotrofio!? >>
<< Tu… Tu sai di quel posto!? >>
<< Sì. Sì, io lo so! Sono andato lì, sì, ho guardato dove i tuoi genitori ti hanno abbandonato, è una cosa terribile! Credo che sia andata più o meno… così! >>
L’adolescente udì un clic provenire dalle spalle dell’avversario – una delle sue mani era nascosta dietro la schiena – e subito l’istinto ebbe la meglio. Fece un salto in alto, in tempo per evitare una roteante cosa tagliente che altrimenti gli avrebbe mozzato i piedi, poi si slanciò all’indietro, ma non poté evitare di finire colpito di striscio, procurandosi dei tagli al viso e al petto.
Gettò le braccia dietro la schiena e fece scaturire dai palmi due raggi propaganti verso il terreno, grazie alla cui forza motrice evitò di cadere sulla schiena; con uno slancio, si raddrizzò e poi li scagliò contro il governatore.
Ma Shen non mostrò alcuna paura o esitazione di fronte a quell'attacco. Invece, arricciò le labbra in un sorriso estasiato e compì una brusca rotazione del corpo, rivelando l'oggetto alle sue spalle. Dapprima solo un groviglio di piume argentate, ecco che cominciò a protrarsi verso l'esterno, fino a diventare una ruota metallica di almeno un paio di metri di diametro, non dissimile da quella di un vero e proprio pavone.
Le scaglie argentate risplendeva sotto la debole luce delle torce, proiettando bagliori sulle pareti. Poi si piegarono e avvolsero il governatore come in una coperta, e quando i raggi avversari impattarono su di essa, esplosero in un turbinio di scintille.
<< Tutto qui, passerotto? >> lo schernì, beffardo << Mi deludi. E pensare che gli scarafaggi di Gongmen hanno tanta stima di te! >>
Il ragazzo rimase senza parole. Doveva ammetterlo, non si aspettava una simile mossa, men che meno che l’uomo sarebbe riuscito a creare qualcosa del genere con il vibranio, realizzando una tale unione di bellezza estetica ed efficienza. L’avrebbe apprezzata, se non fosse stato qualcosa di potenzialmente letale per lui, partorita dalla mente di uno psicolabile.
<< Cosa c’è, sei geloso? È per questo che hai creato quell’affare, per compensare? E dicevi a me che mi vestivo da carnevale! >>
<< Prendere tempo non ti salverà, non questa volta! >>
<< Perché tanta fretta, vecchio mio? Neanche il tempo di scambiare due parole? >>
<< E sentiamo, che tipo di parole vorresti scambiare con me? Spero non poco lusinghiere, o potrei ritenermi offeso! >> sibilò l'uomo, con un sogghigno.
<< Tranquillo, le parole poco lusinghiere le conservo per quando scriverò il tuo necrologio! >> ringhiò Fire, squadrandolo con odio << No, voglio parlare di quello che mi hai detto. L’hai ammesso tu stesso, sei una maledetta miniera di informazioni! Su di me, sul governo e sul Maestro! Perciò ora mi dirai tutto quello che sai! >>
Shen rimase in silenzio diversi istantanei. Dapprima parve sorprendersi, ma poi le labbra si curvarono in un sogghigno e ne scivolò fuori una risatina sommessa, che crebbe gradualmente di intensità fino a diventare un latrato che rimbombò spettrale e accapponante sulle pareti della cripta.
<< Sei pronto a morire pur di trovare la verità!? >>
<< No, sono pronto a farti a pezzi pur di costringerti a parlare! >>
Dal momento che non poteva colpirlo direttamente, concentrò i pugni di energia direttamente nel terreno, facendo propagare l’energia sotto i piedi dell’avversario. Ci mise tutta la concentrazione che poteva, tanto che la forza telecinetica incrinò il terreno, e alla fine finì per spaccarlo in due proprio sotto i piedi dell’altro.
Questi ci sprofondò completamente, minacciando di precipitare nel vuoto…  ma subito la coda alle sue spalle si aprì come un gigantesco ventaglio, facendolo planare proprio alle spalle del ragazzo. Menò un rapido fendente con la lancia... ma ecco che l’arma si scontrò con una spada di pura energia verdognola, sprigionando scintille.
Poi Fire tese l'altra mano ed evocò rapidissimo anche un pugnale di energia, calandolo dritto sulla spalla. Non ebbe alcuno scrupolo, infilzò attraversò la veste e trapassò la pelle, schizzando sangue e generando un'ustione.
Shen si trattenne dall'urlare, mentre faceva qualche passo indietro. I suoi occhi sembrarono risplendere nella penombra, un paio di tizzoni ardenti che ricordarono al giovane le pupille rosso sangue di Accelerator.
<< Miserabile figlio di Lada! >>
Si slanciò e menò un altro fendente della lancia, mentre l’adolescente rispondeva a tono. Le armi dei due avversari si scontrarono più volte, sprigionando una sinfonia di clangori e scintille. E quando la coda metallica del governatore provava ad infilzarlo, ecco che il Time Warrior faceva rapido uso della Forza per frenare i colpi più forti. Ma quando fu in procinto di menare l'ennesimo colpo di lancia, l’albino allungò una gamba e lo investì con un repentino calcio allo stomaco, poi gli fu addosso e affondò gli artigli metallici nel ventre, lasciandosi dietro strisce di sangue.
Fire vomitò sangue, emettendo un urlo e un verso strozzato, mentre gli afferrava i polsi e si contorceva in un puro doloroso spasmo.
Shen si lasciò andare in una risata agghiacciante. << Lo senti questo dolore, passerotto? È questo ciò che hai provato quella sera? Lascia che te lo ricordi. Questa volta non lo scorderai. Se non fosse stato per quell’insulso di Branwen, di certo avremmo avuto modo di divertirci ancora un po’! >> Sorrise malevolo. << Ma la visione del suo corpo smembrato è stata comunque piuttosto piacevole. Un altro morto per salvarti! Non lo trovi alquanto ironico? >>
Contro ogni previsione, il ragazzo gli restituì un ghigno attraverso il sangue.
<< Non amo l’umorismo macabro. Mi piacciono di più le battute... scottanti. >>
Tra i polsi serrati e le fitte lancinanti, evocò il laser. Si accese gradualmente dai suoi palmi, irradiandosi nel metallo conduttore fino a riscaldarlo.
<< Parla o brucia, pezzo di merda! >> gli sibilò in faccia, mentre il calore minacciava di fondere il metallo.
Questa volta, Shen non riuscì a trattenere un urlo al limite tra l'agonizzante e il collerico, mentre sentiva la carne bruciargli sotto la protezione in metallo.
<< Tu, piccolo stronzetto! >> sbraitò, ritraendosi mentre faceva volteggiare la coda di pavone verso il Time Warrior.
Quest’ultimo fu costretto a mollare la presa e a scartare di lato per schivarla, ma non poté impedirsi nemmeno questa volta di trovarsi con un graffio alla spalla e alla guancia: quell'affare maledetto era veloce, degno del suo costruttore. Ciononostante, si rimise in piedi, sebbene tremolasse un po’.
<< Questo era per le torture >> ringhiò, mentre sollevava di nuovo i palmi << E questo è per Qrow! >>
I raggi di energia che scaturirono si indirizzarono verso il soffitto, facendone crollare una catasta di detriti dritta sulla testa dell'albino. Shen rotolò di lato per evitare i massi, poi lanciò un totale di tre pugnali in direzione dell'avversario, il volto contratto da una smorfia assolutamente furiosa.
Di nuovo si ritrovò a dover osservare l'odioso sorriso del ragazzo, gli occhi illuminati di luce. Tese la mano altrettanto splendente, e così i suoi kunai, irradiati, si bloccarono a mezz'aria, e poi schizzarono nella direzione da cui erano stati lanciati, conficcandosi alla parete e mancando il loro proprietario per un pelo.
<< Non puoi più giocare alla fenice e al passerotto >> dichiarò il ragazzo, perentorio << Fine della corsa, Shen! >>
<< A quanto pare >> sogghignò il governatore, assumendo una posizione più custodita mentre si sorreggeva in piedi alla parete.
I pugni del giovane si illuminarono di energia e proiettarono minacciosamente la luce sul suo volto. << Ora, risposte! >>
Contro ogni previsione, l’uomo scoppiò a ridere. Una risata secca di puro scherno e perverso divertimento.
<< Che hai da ridere!? >>
<< Per quella cosa che né tu né i tuoi stupidi amichetti chiaramente non riuscite a comprendere, né accettare! Non potete sconfiggere il Maestro. Siete solo polvere nel vento... granelli di sabbia al cospetto di un gigante. Pensi davvero che quello che fate cambierà qualcosa? Ah! Non sai NIENTE! Non sai niente del mio Signore, niente dei miserabili cani che servi! Non sai niente di tuo padre e soprattutto non sai niente di tua madre, o non sosterresti la Ribellione in questo modo! >>
<< Ma tu ovviamente stai per illuminarmi sulla verità, come avevi caritatevolmente intenzione di fare quel giorno se ti avessi venduto i miei compagni, non è così!? >> ribatté l’adolescente, in tono di sfida << Come se non avessi altra intenzione di torturarmi fino alla pazzia! >>
<< NON PRESUMERE DI SAPERE! >> tuonò Feng, in uno scatto di rabbia << Io sono l’unico che ti abbia mai detto la verità in questi fottutissimi anni! Vuoi davvero sapere di tua madre!? Lei era nella cerchia del Maestro! La regina e la voivoda di Valacchia… finché un giorno non è stata presa prigioniera in un insediamento ribelle! L’hanno torturata e uccisa, quei cani miserabili rognosi con cui ti sei schierato e per cui adesso stai facendo il lavoro sporco! >>
Fire abbassò le braccia, sentendo il conflitto ammantarlo: già una volta il Dottore gli aveva nascosto qualcosa, ma era davvero possibile avesse mentito anche su questo!? Non era stato solo lui a parlargli di Lada, ma anche Thor. E le loro versioni coincidevano. Avrebbe dovuto credere si fossero messi d’accordo per ingannarlo? Avrebbe dovuto pensare che la foto del Dottore fosse stata realizzata artificialmente? Era da completi paranoici. Soprattutto perché la persona che gli stava presentando quella versione era decisamente molto poco attendibile, visti gli anni in cui aveva imparato a conoscerlo: per lui mentire era come respirare.
E poi c’era qualcos’altro. Il suo istinto, forse i suoi nuovi poteri, gli dicevano che quello non era il solito tono manipolatorio di Shen: in qualche modo stava dicendo la verità. O, magari... quella che credeva essere la verità.
Un lampo di comprensione gli passò nella mente, e assottigliò lo sguardo.
<< Dimmi una cosa, governatore… l’hai visto con i tuoi occhi? O è stato il Maestro a raccontarvi una cosa del genere? >>
L’albino ringhiò, per nascondere lo sconcerto di fronte alla sicurezza del giovane: aveva sperato di farlo vacillare. Doveva vacillare, maledizione! Non gli importava della maledetta sorte capitata alla sua mammina!?
<< Cosa staresti insinuando? >>
<< Che lui ha mentito a te, a Vader e probabilmente a tutta la cerchia, se è vero che Lada era con voi. Ma è evidente che non vi ha detto che mia madre ha anche combattuto nella Ribellione, al fianco di Thor e del Dottore! Ed è molto facile intuirne il motivo… si è accorta quanto me della corruzione del vostro governo, e così ha cambiato strada! >>
Shen scoppiò in una risata isterica. << Oh miei dèi… non posso crederci! Hai creduto davvero a queste menzogne!? Veramente sono bastate idiozie del genere per manipolarti!? È questa la fantasia che vuoi inventarti per sentirti meglio nei suoi riguardi!? Sei uno stolto bambino ingenuo! >>
<< Forse. O forse lo sei tu. O forse lo siamo entrambi, chi può dirlo davvero? Il Dottore mi ha nascosto la verità su Vader, eppure eccolo lì ad assumersi la piena responsabilità di questo, e a rispondere ad altre mie domande. Io sono pronto a scommettere che ci sono tante cose che non mi ha detto, e altrettanto scommetto che mi risponderebbe sinceramente se lo chiedessi. Tu sei pronto a scommettere che il tuo Signore non ti mentirebbe mai, Shen? Non sei forse anche tu qualcuno che usa gli stessi metodi per ottenere quello che vuole? Se vi ha mentito su una cosa come la sorte di una vostra ex compagna, su cos’altro ha mentito? E quanto ci vorrà perché vi faccia fare la stessa fine, se osate anche solo mettervi a dubitare di lui? >>
<< Sta’ zitto. >>
<< Non è piacevole essere messi a nudo quando ti trovi dall’altro lato, non è così? Ammettilo! Tu sei vulnerabile quanto me, Shen! E sarai sempre peggio di me! Un patetico animale travestito da umano, preda dei suoi istinti di gioco perversi, incapace di vedere oltre, insaziabile all’idea di infliggere dolore e di giocare con la sua preda invece di ucciderla come dovrebbe! >>
Shen respirava pesantemente, per lo sforzo di controllare la rabbia: l’ultima cosa che avrebbe permesso era fornire vantaggio al suo avversario, soprattutto se tentava di abbatterlo con la sua stessa medicina. Doveva ancora venire, il giorno in cui quel lattante ci sarebbe riuscito!
<< Concordo. >>
Gli sorrise, assumendo un’aria di superiorità. << Ma questo non ti rende affatto migliore di me, ragazzino. Tu non hai mai avuto il coraggio di uccidermi, nonostante la tua avversione verso di me. Tanto desiderio di protezione per i tuoi preziosi cittadini, quando la tua debolezza è sempre stata più forte. >>
<< Non abbassarsi al tuo livello sarebbe debolezza!? Tu sei malato! Sei un sadico figlio di puttana! Dovresti essere tu quello a cui dovrebbe importare dei suoi cittadini! Ma sei sempre e solo concentrato su te stesso e sul compiacere l’uomo peggiore dell’universo! >>
<< Dèi… solo sentirti parlare mi fa venire voglia di vomitare >> sputò Shen, esasperato; qualcosa sembrò scattare nel suo cervello, perché all’improvviso cominciò a sbraitare << Non ne posso più delle tue stronzate! Ti credi un adulto, a parlare con tanta sicurezza e fermezza di una cosa simile… invece sei solo un ipocrita e un bambino, a pensare che il mondo sia in bianco e nero, che la linea sia così facile da definire! Per te non sono nient’altro che un mostro, è così!? Il malvagio oppressore fronteggiato dall’eroico paladino! Ma certo! Perché mai dovrei possedere dei sentimenti!? Sei un arrogante infame esattamente come la donna che ti ha sputato al mondo! Cos’altro credi di sapere di lei, eh!? Tu pensi seriamente che lei sia la pura e redenta fanciulla campionessa della Ribellione? Folle idiota! Io l’ho conosciuta bene, da molto prima di te! Ooh, le cose atroci che ha fatto, al fianco di tuo padre! Ma non dovrei stupirmi se cerchi così tanto di coprirli entrambi! Tu stesso sei un abominio, figlio di due abomini che si sono sempre creduti perfetti e incorruttibili, e ti hanno passato la loro malattia! Soprattutto lei! Lei ti ha abbandonato! Perché è questo quello che fa con le persone che sostiene di amare! Le sfrutta e poi le getta via quando non ne ha più bisogno! È sempre stata sin dall’inizio un mostro, ed io ero troppo cieco per vederlo!  >>
Fire si sentì rabbrividire dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli. L’albino sembrava impazzito, completamente in preda al delirio. Aveva assistito ogni tanto a certi suoi scatti di rabbia, ma quello andava oltre; si sentiva confuso e spiazzato.
<< Perché la odi tanto? >> domandò, incredulo.
<< Tu pensi che io la odi… >>
Un sorriso forzato, carico di disprezzo, piegava le labbra del governatore, apparentemente ammansito. Tuttavia, il suo sguardo era illuminato di una luce selvaggia, folle. Eppure… sembrava esserci un’ombra in essa, una profonda ombra di dolore.
Scosse la testa e una secca risata simile ad un singhiozzo gli sfuggì dalla bocca.
<< Non hai idea… di quanto io l’abbia amata >> sussurrò fra i denti << nonostante quello che è diventata, nonostante tutto quello che mi ha fatto. Sì... >> ansimò, barcollando verso il giovane << avrei dovuto ucciderti molto tempo fa. Avrei voluto. Nonostante ci fossero impedimenti, ho desiderato farlo più di ogni altra cosa. Ma c’è sempre stato anche altro. L’idea di ucciderti non mi ha mai dato sufficiente soddisfazione. Doveva avvenire lentamente, e nella maniera per te più dolorosa possibile. >>
<< Perché!? >>
<< Perché ti odio >> rispose l’uomo, con voce insolitamente pacata, quando furono l’uno di fronte all’altro.
<< Che accidenti ti ho mai fatto per farmi odiare così tanto!? >>
<< Sei venuto al mondo. Ecco che cosa mi hai fatto. La tua sola esistenza mi disgusta, sei un ibrido abominevole che non sarebbe mai dovuto nascere. E nonostante questo sentimento abbia bruciato dentro di me sin da quando ho scoperto chi eri davvero… è vero, ho avuto la mia dose di esitazione. >>
Gli sollevò il mento, scrutando il suo volto come se volesse imprimerlo a fuoco nella propria mente.
<< Perché amavo tua madre. E nei tuoi occhi, nei tuoi lineamenti… potevo scorgere tutto ciò che mi era rimasto di lei. >>
Lo shock di fronte a quella rivelazione, inevitabile, scosse Fire fino alle fondamenta della propria anima. Era impietrito: non riuscì a ritrarsi di un millimetro.
<< Sei un tributo vivente al mio amore perduto. Sei ciò che mi è sempre stato negato. Saresti stato mio, se lei avesse sposato me, se io non fossi difettoso. Tu le somigli… >> La voce accorata di Shen lo riscosse dal torpore, così come il freddo del metallo sulla pelle delle guance << Le somigli così tanto… >>
<< Non toccarmi! >>
Orripilato da quel discorso, l’adolescente schiaffeggiò la sua mano. << Io non sono lei! E non sono tuo figlio! >>
<< Risparmia queste scenate. Lo so benissimo >> sbuffò Feng, schifato almeno quanto lui << L’ho sempre saputo… nonostante la mia debolezza, ti ho sempre visto per quello che sei realmente. Ho solo ritardato, almeno in parte, il mio desiderio di ucciderti! >>
<< Ma perché!? >> Fire era talmente intontito da tutte quelle informazioni da avere difficoltà a vedere il quadro completo. << Hai appena ammesso di aver amato mia madre! >>
<< Non comprendi ancora, vero? >> L’albino assottigliò le palpebre, fissandolo disgustato, per poi contorcere la propria espressione in una smorfia rabbiosa. << Non è tutto bianco e nero come la metti tu! Io l’amo… e l’odio. Forse mi chiedi come sia possibile, ma questa è la mia croce! Perché l’unica persona che io abbia MAI amato… è anche stata capace di tradirmi. Tu… sei l’ultimo insulto vivente alla mia persona da parte di quella donna meschina. Io amavo Lada. Sì. Era il mio unico amore! Avrebbe potuto avere tanto… avrebbe dovuto amarmi! E invece… mi ha abbandonato per il potere, per diventare un mostro, e come se non bastasse, ha avuto te con quel miserabile cane di Vader! Tu sei suo! Tu sei progenie di lei quanto di quel verme, e io questo non potrò mai tollerarlo, mai! Tu sei la mia amata quanto sei il suo tradimento! E sei lui… la stessa maschera di crudele innocenza mascherata da ingenuità, la progenie maledetta dell’uomo che odio di più al mondo! >>
<< Tu mi hai torturato… e quasi portato via la vita… solamente perché odiavi mio padre!? Perché ti avrebbe fregato la ragazza!? Sei avverso a mia madre per questo!? Dio santo, parli come un celibe frustrato! >>
Il disgusto e lo sconvolgimento di Fire si trasformarono nel sarcasmo più pungente che avesse mai sfoderato prima d’ora. A riflettere a menta lucida, quella storia sembrava veramente troppo assurda per poterci credere seriamente. Al confronto, essere il figlio di Darth Vader non sembrava più un’assurdità inaccettabile.
<< Mi stai prendendo in giro. Sì, dev’essere per forza così. Non sei solo un sociopatico, sei un mentecatto scriteriato e delirante. Sei talmente pieno del tuo odio che ti sei dovuto inventare la più becera e clamorosa delle cazzate per giustificare il tuo orgoglio ferito! >>
<< TU NON CAPISCI NIENTE, RAGAZZINO ARROGANTE E SUPPONENTE! >>
Feng si mosse in maniera talmente tanto repentina da non permettergli di vederlo arrivare. Sentì le forti dita dell’uomo serrargli la gola, le punte degli artigli bucargli la pelle e la vista sul punto di annebbiarsi per l’assenza d’aria: poteva a malapena distinguere gli occhi scarlatti, intrisi di sangue, che lo fissavano, trasudando puro, bestiale, desiderio omicida.
Fire cercò di reagire, di fargli perdere la presa, afferrandogli un polso con una mano e il viso con l’altra. All’improvviso, sentì un familiare strattone ai lati della testa e un calore in tutto il corpo. I suoi occhi si illuminarono di verde, e lo stesso accadde a quelli dell’albino.
Percepì l’equivalente di una porta contro cui involontariamente sbatteva, finendo per sfondarla… entrando a forza nella stanza che era la mente di Shen. E i ricordi e i pensieri lo investirono come un fiume in piena, vagando incontrollati.

Royal Noir è a terra, in una pozza di sangue, le palpebre semichiuse, pallido. Sta morendo. Basta un ultimo colpo e per lui è finita.
<< Così è questa la fine del Vigilante Mascherato >> commenta Shen, soppesandolo, la punta della lancia sanguinante sollevata << Patetico. Ma adesso... >>
Non finisce la frase. Il ragazzo apre gli occhi di scatto. Sembra in trance. Si risolleva di scatto come se niente fosse. È sporco di sangue, ma le ferite che l’imperatore gli ha inferto stanno letteralmente scomparendo. È impossibile, ma è così, stanno rapidamente guarendo. Sferra con un pugno e spedisce il suo avversario a terra. Dopodiché, spicca il volo e sparisce nella notte, traendosi in salvo. Eppure… non ha attivato le ali del costume nel farlo.
E il giorno dopo si sveglia, non ricordando assolutamente niente di quella notte. Nulla se non che il suo anello bruciava terribilmente sul petto.
Ma quello è un suo ricordo, non di Shen. Un ricordo seppellito, che si mescola col punto di vista della sua vittima che rivive impotente quell’avvenimento.
Solo ora ricorda che quella era la notte in cui era uscito a stento vivo da un combattimento con Shen. Due settimane prima della festa, l’inizio del mese.
Ma come ha potuto dimenticarlo? Come ha potuto fare quello che ha fatto?
Adesso è chiaro, era da allora che Shen ha saputo. Ma come ha fatto?
Altri ricordi. Non sono suoi, ma del governatore. La lama della lancia. Il sangue. Il laboratorio alchemico. L’analisi del DNA.
Shen rompe tutto quello che riesce a trovare davanti. La rabbia lo investe. Non osa crederci. È orribile. Sono quei due i genitori del ragazzo. Ma com’è possibile!?
L’orfanotrofio. La signora Cole. È sotto minaccia. Demolirà l’orfanotrofio alle fondamenta se non gli dirà subito di Royston e del bambino Baelfire. La vecchia confessa.
Ci sono solo due parole, nel cuore dell’uomo, dopo queste scoperte.
Ti odio, Baelfire. Ti odio così tanto. Odio lui, odio lei. Odio loro. Odio tutti!
Altri ricordi lo investono, trasportati dall’odio incontrollato. Sono queste le fiamme d’inferno che l’hanno forgiato. È così che è nata la Fenice Bianca.
È il passato di Shen. Ma anche il passato del Drago e la Fenice. Un doloroso, travagliato, soffocante, amaro passato. Pieno di odio, di sangue, di uccisione, di tradimento.
 
<< No! Non farmi ricordare cose simili! Non disseppellire quello che infine ero riuscito a dimenticare! Io non voglio più questi orrendi ricordi! >>
Era cominciata come una nenia straziante, la voce di un bambino tormentato e vessato da quelli che avrebbero dovuto essere la sua famiglia, poi la rabbia e il rancore di un adolescente in crescita, e infine… la voce secca e aspra di un adulto per sempre segnato a vita dalla violenza e dalla perversione.
Senza alcun ritorno.
<< BASTA! ADESSO BASTA! SMETTILA! >>
Alla fine, quella voce imperiosa lo riportò dolorosamente alla realtà. Fu come ricevere uno strattone e uno spintone violentissimi. Fire si rese conto di essere caduto in ginocchio solo quando sentì i palmi toccare il pavimento, e lo sconvolgimento attanagliargli l’animo.
Respirava nuovamente, si sentiva confuso e intontito da quanto aveva visto: tante, troppe cose tutte insieme, eppure chiare come le avesse vissute in prima persona, ma quando tutto finì non riuscì a registrare completamente tutto nello stesso istante. La testa ronzava come se il cervello tentasse di elaborare.
Era destabilizzante anche il come tutto questo fosse avvenuto. La Forza gli aveva parlato, perché lui oramai era aperto ad essa, e gli aveva mandato una visione senza che lui potesse opporsi, e così aveva ghermito i ricordi di Shen, involontariamente, e comunque a spese di quest’ultimo.
Ormai l’aveva compreso: il legame psichico con Vader gli permetteva di attingere alle sue conoscenze sulla Forza, di conseguenza l’istinto interveniva e sceglieva per lui la mossa migliore da fare per reagire, permettendogli di eseguirla anche se non l’aveva mai fatto prima. Usare i suoi nuovi poteri sfiancava la sua mente, perché attingeva ad una riserva non completamente sua, e soprattutto non era abituato a quello che faceva, anzi, a volte neppure ne era cosciente: non ricordava completamente come avesse sconfitto l’Indoraptor. L’abbattimento dei pretoriani sembravano vagamente i ricordi di qualcun altro.
Tutto questo era puro istinto, non razionalità, non coscienza. E poteva essergli fatale, se non avesse fatto attenzione.
Per questo motivo, l’impatto del pugno fu registrato dal cervello in ritardo, così come il dolore e il sangue schizzante dalla bocca. Si percepì mentre ne sputava un po’ e crollava sdraiato sul fianco sinistro, per poi ricevere un calcio dritto allo stomaco e poi alla schiena.
<< Come. Hai. OSATO!? >>
Fire cercò di reagire sollevandosi, ma il manrovescio di Feng lo costrinse nuovamente sul pavimento, e così la serie di colpi a mani nude ripetutamente inferti e sottolineati dalle peggiori ingiurie.
L’adolescente gridò, e un’onda d’energia verde si sprigionò, allontanando l’uomo da lui e mandandolo a scontrarsi contro una parete che gli crollò addosso.
<< No… >> Fire si ritrasse, sollevandosi su un fianco << no, no, no… >>
Eccola di nuovo, la fase della completa negazione. Ma stavolta sapeva di illudersi completamente. L’aveva letteralmente visto con i propri occhi, non era un trucco di nessuna sorta. Aveva visto sua madre e Shen. Aveva visto in quale gabbia dorata quest’ultimo avesse vissuto, che terribile condizione l’aveva fatto diventare uno psicopatico senza speranza.
Era bastato un istante per sentire addosso un altro, terribile peso a premere sulle spalle e che minacciava di schiacciarlo. Tutto in quelle dichiarazioni era l’ennesima pugnalata in ogni angolo del suo corpo. Tuttavia, in cuor suo, era rassegnato. Rassegnato all’idea che l’ennesima, orribile rivelazione fosse vera. A un certo punto, era stanco perfino di scioccarsi e di negare. Ormai stava facendo la collezione di assurdità e di orrori, e ne era completamente esasperato tanto da voler passare subito all’accettazione.
Questo alleggerì il peso in parte. Non sapeva cosa facesse più male: sapere di sua madre e la sua nemesi... o il non poter fare a meno di provare compassione per Shen? L’aveva odiato per così tanto tempo, e nemmeno per un istante aveva pensato potesse essere più di un uomo malvagio. Nulla giustificava gli atti orribili da lui compiuti, ma la vita era davvero troppo complicata per usare etichette banali. Si era comportato quasi come con Accelerator, e la cosa gli fece salire i brividi dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli.
La risata infernale dell’albino lo riscosse definitivamente dal torpore. Sembrava completamente uscito di senno, non che normalmente fosse sano, ma non era mai sembrato  tanto folle come in quel momento: la sua era una risata nervosa, disperata, a tratti isterica. Probabilmente, aveva usato la coda per proteggersi dall’impatto altrimenti fatale.
Quando smise di ridere, il ragazzo si alzò in piedi e lo guardò dritto negli occhi. Nella sua espressione c’era una luce diversa, una nuova consapevolezza: disgusto, pietà, rammarico. Osava mostrarsi sinceramente toccato nei riguardi del suo nemico, coinvolto da quanto aveva visto.
<< Maledetto moccioso sentimentale! >> sputò Shen, di nuovo in collera << Non guardarmi così! Non osare trattarmi come una vittima! Non ti permettere di umiliarmi! Non me ne faccio niente della tua pietà! Vuoi farmi soffrire!? Vuoi farmela pagare!? Finisci quello che hai iniziato! Abbi le palle di andare avanti fino in fondo, codardo! >>
<< Perché dovrei? >> sibilò Fire, sentendo il veleno salirgli in gola << Non ho fatto niente. Non volevo farlo. Non ho mai avuto niente contro di te, ma tu hai sempre fatto del tuo meglio per farti odiare. Ho sprecato tempo a farlo senza neppure conoscerti davvero, e solo per scoprire che sei un bambino traumatizzato, un povero pazzo che piagnucola colpevolizzando gli altri delle sue disgrazie. Tutte le cattiverie che hai fatto, a me e a Gongmen, sono nate in virtù delle dimensioni ingigantite del tuo ego! L’ho visto chiaramente! Tutta questa storia del sapere del mio passato è sempre stata una stronzata per fare sentire meglio te e menomare me! Pensi che me ne freghi del fatto che ti scopavi mia madre in gioventù!? Pensi che me ne freghi qualcosa di torturarti con quello che so? Non vali un’oncia del mio tempo, Shen, non più! >>
L’albino osservò il ragazzo alzare le mani e accenderle di energia, illuminando il suo volto. Probabilmente, voleva metterlo fuori gioco semplicemente stordendolo con la luce: tipica sua mossa, tipico di lui.
<< Dimmi una cosa, Baelfire… è tanto messo male, Logan? Il tuo amato papino di riserva conserva ancora arti e legamenti, o è ridotto ad un vegetale umano? >>
Il giovane si bloccò di colpo, e la luce sui palmi si spense. Sentì una sorda rabbia montargli in petto, scatenata dall’involontaria ma istintiva paura che quelle parole avevano provocato.
<< Che diavolo vai farfugliando? >>
<< Oh, nulla di particolare >> sorrise Shen mellifluo, con falsa noncuranza << Stavo pensando che  sarebbe davvero una disgrazia se la gelosia di Vader per te dovesse renderlo indisponente nei confronti del tuo altro papino, non credi? Sembrava così intenzionato a fargli visita, dopo aver saputo da una fenice che era il tuo complice più fidato… >>
Non ebbe modo di aggiungere altro. In un battito di palpebre, si ritrovò Fire addosso, a stringerlo per il colletto, strattonarlo e schiacciarlo con violenza contro un’altra parete, sorpassando quella che aveva appena sfondato…





Dum, dum, duuuuuuum!
I nostri eroi sono certamente in una posizione difficile, e Fire più degli altri. Riuscirà ad avere la meglio sul suo odiato rivale? Oppure gli andrà anche peggio dell
’ultima volta in cui si sono scontrati? Lo scoprirete nella prossima parte!
Per chi fosse curioso, Jet Boy è un personaggio della saga letteraria “Wild Cards” di George R. R Martin.

 




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