L’eroe col cuore di latta
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Quando ancora gli Avengers non erano che un progetto fallito sulla scrivania di Nick Fury, in molti gli avevano spiegato che a Tony Stark era rimasto giusto quel poco di cuore per amare solo se stesso.
Tutto il resto era ferraglia, parte dell’arma che faceva di lui un superuomo.
“È un egocentrico,” aveva asserito Natasha, quando l’aveva beccato a fissarlo storto a bordo dell’Hovercraft, “ma non è senza cuore.”
Steve non le aveva creduto: “So riconoscere un bullo quando lo vedo.”
Ma poi l’abisso s’era spalancato sui cieli della Terra, vomitando i suoi leviatani, e Tony non aveva esitato a gettarsi fra le loro fauci, dimostrandogli il contrario.
Sotto l’armatura, un cuore umano batteva ancora.
Steve non ne avrebbe più dubitato.
FINE
N/A: questa storia è un breve omaggio a Msp17 per l’iniziativa “Cento di queste Challenge” indetta sul forum Ferisce la penna.
È un piccolo spaccato sentimentale/introspettivo ambientato durante il primo film degli Avengers, e visto che fra le preferenze di Msp17 c’erano Tony e Steve, mi sono concentrata sul loro rapporto conflittuale dell’inizio, che si risolve solo alla fine della pellicola, quando Tony prova al Capitano di essere degno di essere definito anche lui eroe.
La questione del “cuore di latta” strizza un po' l’occhio al fatto che, nel momento in cui Loki prova ad assoggettare Tony con il suo scettro, il suo potere non si attiva.
C’è anche un lieve (ma non così tanto) riferimento all’Uomo di Latta del Mago di Oz, così come il titolo è una mia versione alternativa della canzone di Irama intitolata, per l’appunto, “La ragazza col cuore di latta”.
Spero che questa no-più-drabble vi sia piaciuta!
Alla prossima,
BellaLuna |