Caccia al tesoro

di Missmilkie
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CACCIA AL TESORO

 Capitolo unico

  
Questa fanfiction partecipa al contest La paura fa 90 ½! indetto dal gruppo “N di Nibunnoichi” su Facebook.
 
 
“Welcome to my home.
Enter freely of your own will, and leave some of the happiness you bring.”
 
“Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po’ della felicità che recate.”
 
Dracula di Bram Stoker
 
 
Terrazza del liceo Furinkan ore 19.00
 
Due fiammelle blu e una filastrocca inquietante anticipano il mio arrivo. O forse dovrei dire il mio ritorno nel mondo dei vivi. D’un tratto ho quasi l’impressione che il mio corpo inesistente sia scosso da un formicolio, nel momento in cui rimetto piede sulla terra ma – ahimè – so che è soltanto un’impressione.
 
Mi basta uno sguardo per capire dove mi trovo: la terrazza del liceo Furinkan, la mia vecchia scuola. Chiudo gli occhi e faccio il gesto di inspirare profondamente, mentre una brezza leggera smuove i rami degli alberi del cortile e tenta, invano, di scompigliare i miei capelli lunghi. Riapro gli occhi e abbasso lo sguardo su una ciocca, che mi sembra cresciuta rispetto a qualche tempo fa, anche se so bene che è del tutto impossibile.
 
Davanti a me, le luci delle case di Nerima iniziano ad accendersi, sanno di famiglie che si mettono a tavola, di adulti che rientrano da lavoro, di bambini che finiscono di fare il bagno per correre a cena. Fa decisamente uno strano effetto osservare la sera che cala da quassù, non ricordo di essere mai stata sulla terrazza della scuola a quest’ora.
 
Senza timore salgo sulla balaustra e mi mantengo in bilico, grazie all’imprudenza che ormai posso permettermi. Nel cortile c’è una calca di studenti che si sta riversando verso il campo di atletica. È alquanto bizzarro vedere la scuola popolata di sera, ai miei tempi le lezioni terminavano nel pomeriggio.
 
Poveri sventurati, che orrore dover studiare così tanto!
 
Ma l’accenno di pena che provo per loro è subito soppiantato da un’ondata di invidia pungente. Che cosa non darei per provare ancora l’emozione di una chiacchierata tra amiche nello spogliatoio, o delle corse al bar della scuola il giorno che dimenticavi di portare il pranzo, o il brivido di un’interrogazione a sorpresa o, ancora, il lamentarsi con i compagni quando toccava a noi fare le pulizie della classe. Tutte cose che un tempo davo per scontate e che spesso ritenevo pure una noia mortale.
 
Ops, aggettivo sbagliato a quell’epoca eheheh…
 
Scivolo giù verso il punto in cui i ragazzi e le ragazze si stanno radunando, mantenendomi invisibile ai loro occhi. Meglio evitare di manifestarmi per il momento: ho imparato che gli esseri umani si spaventano di brutto alla vista di un fantasma.
 
E dire che io sono così carina... ve li farei vedere come sono fatti i fantasmi brutti!
 
Mentre mi muovo tra i presenti in uno slalom del tutto superfluo, noto che la maggior parte di loro indossa dei costumi. Devo essere capitata qui in occasione di un qualche evento straordinario.
 
Tra il brusio di voci animate e confuse riesco finalmente a coglierne una familiare.
 
“Che strazio dover stare a scuola anche di sera!” si sta lamentando un bel ragazzo con gli occhi blu e i capelli intrecciati in un codino.
 
Ma io ti conosco, sei Ranma Saotome!
 
Qualche giovane più in là riconosco anche Akane Tendo. Dopo tutto quello che hanno fatto per me quei cari ragazzi, devo assolutamente andare a salutarli. Saranno felici di rivedermi, o almeno spero. Quando vieni dal mondo dei morti non è così scontato fare questo effetto alla gente.
 
Ranma è esattamente come lo ricordavo, nei suoi soliti abiti di fattura cinese questa volta neri. Sulle spalle ha un mantello dello stesso colore che continua a spostarsi impacciato da un lato del corpo all’altro, senza sapere bene come portarlo, come se non avesse scelto lui cosa indossare quella sera. Nel complesso ha un’aria piuttosto tenebrosa, non esattamente quello che ci si aspetterebbe di trovare in questo mondo.
 
Il contrasto con Akane non potrebbe essere più netto: la pelle nivea di lei sembra quasi risplendere a contrasto coi capelli scuri impreziositi da un fermaglio e l’elegante vestito cremisi in stile vittoriano. È bella da togliere il fiato… per chi ancora lo ha!
 
“Ranma, per una volta, potevi anche fare uno sforzo e mettere i canini appuntiti per entrare meglio nel personaggio.” gli sta dicendo mentre lo aiuta a sistemare il mantello.
 
“Fai coppia con Ryoga la prossima volta allora.” ribatte lui dispettoso.
 
“Ehi Mina, sei un vero schianto, il conte non ti merita.” le grida un ragazzo vestito da mummia indugiando con lo sguardo sull’ampio scollo del corpetto.
 
Tsè, uomini…
 
“Sei sempre troppo gentile Hiroshi…” risponde Akane agitando una mano imbarazzata davanti a lei “…comunque sappiate che io volevo vestirmi da Giovanna d’Arco, questi stupidi costumi di coppia sono stati un’idea di mia sorella che, non so come, li ha racimolati gratis!” prosegue alzando la voce per farsi sentire da quante più persone.
 
Non mi sfugge lo sguardo infastidito che Ranma riserva all’amico-mummia, sembra avere una gran voglia di menarlo. O forse dovrei dire morderlo?
 
Arrivo a paio di metri da loro ma, un attimo prima di materializzarmi, gli altoparlanti fissati in alto iniziano a fischiare costringendo tutti i presenti a tapparsi le orecchie. Una voce squillante e fastidiosa, che a quanto pare non conosce bene la nostra lingua, si diffonde nell’aria zittendo gli studenti.
 
“Buonasera, my dear students! Qui è il vostro beloved preside che parla per darvi una exciting news: da questo year ho deciso che la nostra high school renderà omaggio alla traditional party americana: la festa di Halloween!”
 
Oh che bello, una festa! Ma che fortuna, non potevo capitare in un giorno migliore!
 
Noto però che, stranamente, gli studenti non sembrano troppo entusiasti. Mi chiedo se sia per via di questo strano signore che sta parlando.
 
“Quindi, tonight festeggeremo con una fantastic dinner e, a seguire, una scavenger hunt!” prosegue la voce.
 
Purtroppo non riesco ad afferrare alcune parole, ma non sono l’unica confusa, infatti vedo che anche i ragazzi e le ragazze si lanciano sguardi perplessi.
 
“Cos’è che ha in mente il pazzo?” domanda Ranma scettico.
 
“Ci ha organizzato una caccia al tesoro…” risponde Akane preoccupata portandosi una mano alla fronte con espressione rassegnata.
 
Ok, tutto questo è fantastico considerato che io vado matta per questo gioco. Quanto vorrei partecipare anch’io, sarebbe un po’ come essere di nuovo a scuola, un po’ come essere una di loro.
 
“Gareggerete in two squadre ma solo i winners riceveranno crediti scolastici extra! Dopo cena la teacher Hinako Ninomiya vi spiegherà le rules. Good luck!”
 
Un ultimo fischio molesto chiude la comunicazione.
 
Avendoci capito poco o nulla, cerco risposte sulle facce degli studenti, ma questi sembrano più interessanti alla cena già allestita. Ed eccoli fiondarsi sull’abbondante buffet con la grazia di un affamato che non vede un tozzo di pane da giorni. Sono tentata dall’andare a vedere da vicino le pietanze che vengono servite, cercando di ricordare sapori lontani, ma voglio prima capirne di più sulla serata in cui sono capitata.
 
Muovendomi tra la folla carpisco informazioni su questa festa e, finalmente, comprendo il motivo dei travestimenti. Ma il mio obiettivo adesso è trovare questa professoressa Ninomiya per capire se può gentilmente includermi in una delle squadre.
 
Come se mi stessero leggendo nella mente, le voci dei presenti mi guidano verso una bambina vestita da zucca cha sta facendo una scenata con un inserviente.
 
“Lo mangio dopo il pesce, io voglio iniziare dal gelato!” piagnucola la bambina.
 
Devo aver capito male, quella non può essere una professoressa!
 
Il saluto che le rivolge una studentessa conferma però che si tratta davvero di lei. Mi costringo a mettere da parte la sorpresa, che ormai non credevo di poter più provare dopo tutto ciò che ho visto nell’altro mondo, e mi avvicino alla zucca.
 
Facendo attenzione a non dare troppo nell’occhio, mi paleso a lei lisciandomi la gonna della divisa scolastica.
 
“Buonasera professoressa, il mio nome è Kogane e sono una ex studentess…” ma non riesco a portare a termine la mia presentazione né a completare l’inchino che avevo appena accennato, che la bambina si mette a urlare come una matta.
 
“Uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!! Un fantasma, un fantasma aiuto un fantasmaaaaaaaa!!!
 
Come fosse un riflesso condizionato, il mio corpo reagisce scomparendo di nuovo mentre osservo la professoressa correre via menando le braccia per aria. Come temevo l’ho spaventata, ma per fortuna nessuno sembra dare peso alle sue parole. Evidentemente la gente è abituata a non prenderla troppo sul serio.
 
Nel punto in cui fino a un secondo fa c’era la zucca, un foglio ripiegato compie un paio di volteggi in aria prima di poggiarsi sull’erba. Mi accingo curiosa a raccoglierlo e maledico la mia condizione, mentre afferro il vuoto per diverse volte prima di riuscirci.
 
Accidenti non ricordavo fosse così complicato!
 
Lo spiego con cura e realizzo che si tratta delle regole di questa caccia al tesoro. Scorro il testo contrariata senza capire: si parla di noci di cocco esplosive e punizioni che prevedono di rasarsi i capelli a zero. Non vedo alcun indovinello in rima né alcun riferimento al celebrare la memoria dei morti.
 
Sposto lo sguardo dal foglio ai ragazzi e le ragazze che mangiano felici e inconsapevoli. Ed è allora che realizzo di aver per le mani una cosa più interessante del partecipare al gioco.
 
Io voglio dirigerlo!
 
In fondo, è proprio con una caccia al tesoro che è iniziata la mia avventura in questo mondo!
 
 
Cortile del liceo Furinkan
 
“Che cosa? Maschi contro femmine?” domanda contrariata una ragazza vestita da Coco Chanel mentre riapplica il rossetto scoloritosi durante la cena.
 
“Ma dove siamo, nel medioevo?” le fa eco uno zombie che si è appena macchiato il costume con del gelato.
 
“Non potevano suddividerci per anno come sempre?” continua una Anna Bolena mezza nascosta dal colletto inamidato.
 
“Hanno detto esattamente quanti crediti extra ci sono in palio?”
 
“Conoscendo il preside, io ho paura di quello che accadrà alla squadra perdente…”
 
Mi accomodo sul ramo più basso di un albero nei paraggi, per osservare gli studenti e farmi un’idea dei possibili vincitori. A differenza loro, io apprezzo la divisione delle squadre.
 
Quanto vorrei battere i maschi della mia vecchia classe!
 
“Ranma, tu in quale squadra giochi stasera? Ahahah!” gli domanda la mummia, prontamente messa a posto da una gomitata nello stomaco da parte dell’amico interpellato.
 
“Ehi, era solo una battuta!” si lamenta portandosi una mano sulla pancia.
 
Dall’espressione sulla faccia di Ranma si direbbe che quella gomitata non fosse solo per quest’ultima uscita. Qualcosa mi dice che c’entra quello che è successo prima con…
 
“Akane da questa parte! Iniziamo!” grida una compagna.
 
“Ci vediamo dopo Ranma e che vinca il migliore!” sento augurare Akane al fidanzato con la sua solita gentilezza.
 
“Vuoi dire il sottoscritto?” replica lui ammiccando e indicandosi col pollice.
 
Lei alza gli occhi al cielo poi, afferrata la lunga gonna del vestito con entrambe le mani, si dirige verso il punto di raccolta della sua squadra.
 
Cari Ranma e Akane devo molto a entrambi, ma stasera solo uno di voi potrà vincere. Che lo spettacolo abbia inizio!
 
 
Angolo della squadra delle ragazze
 
“Ok gente, sto per aprire la busta col primo indizio, vediamo di giocare in modo organizzato: se useremo la testa, battere i ragazzi sarà un gioco da… ragazze!” Nabiki Tendo si è già erta a capitana del gruppo e tutte le compagne pendono dalle sue labbra. I suoi fianchi sinuosi sono fasciati da un tailleur sobrio che, tuttavia, addosso a lei sembra il capo più provocante della serata.
 
“Allora, il biglietto dice: se quello che cerchi vuoi riuscire a trovare, cerca nell’unico posto in cui Romeo e Giulietta si possono incontrare.” recita serissima ravvivandosi di tanto in tanto il caschetto perfetto e cotonato per l’occasione.
 
La ascolto gongolando per la rima che ho scritto.
 
“Romeo e Giulietta!?” iniziano a domandarsi ad alta voce le ragazze.
 
Mi sembra quasi di sentire gli ingranaggi nelle menti delle studentesse che iniziano a lavorare alla soluzione.
 
“Ragazze, dev’essere la biblioteca! Se non sbaglio abbiamo una copia dell’opera di Shakespeare in lingua originale!” conclude velocemente una giovane Marie Curie.
 
“Potrebbe essere anche il palco dell’auditorium. È dove abbiamo fatto l’ultima recita che, per l’appunto, era proprio Romeo e Giulietta!” replica una regina Elisabetta II con ancora i capelli scuri.
 
“Molto bene, ci divideremo: un gruppo di voi andrà in biblioteca e l’altro in auditorium.” sentenzia Nabiki sistemandosi su una sedia con un bicchiere di succo di frutta in mano.
 
“Scusi primo ministro, ma lei non viene?” le chiede una ragazza contrariata.
 
“Io devo rimanere qui a pensare alla strategia, d’altronde si sa: se vuoi che qualcosa venga fatto devi chiedere a una donna. Fate in fretta, non facciamoci battere sul tempo dai ragazzi. Tutto bene Akane?”
 
“Io… sì è che questo indovinello mi suona familiare, solo che non riesco a ricordare dove l’ho sentito” le risponde pensierosa la mia amica mentre si porta l’indice alle labbra.
 
Ma certo Akane, era il mio indovinello! Non dirmi che ti sei già dimenticata della nostra avventura!?
 
“Akane, sbrigati!” le urla Coco Chanel sistemandosi il cappellino sulla testa.
 
“Arrivo Yuka!” le fa eco Akane seguendola.
 
 
Angolo della squadra dei ragazzi
 
“Mmh… dov’è che Romeo e Giulietta si incontravano?” domanda uno studente avvolto in un lenzuolo.
 
Tesoro, se pensi che quello sia un travestimento da fantasma non hai visto niente.
 
Levito sopra il gruppetto osservandoli divertita brancolare nel buio. Voglio farmi due risate prima di raggiungere le ragazze a cui – lo ammetto – va tutto il mio supporto.
 
“Se non ricordo male era un posto da qualche parte in Italia… Venezia?” tenta Frankenstein.
 
“Era l’incantevole città di Verona, branco di capre ignoranti!” urla un ragazzo alto e piazzato brandendo una spada.
 
Oddio, lo riconosco: è quel fanatico che si era fissato col tesoro dei mitici ragazzi del Furinkan! Che ingenuo era stato a farsi raggirare da quella vecchia volpe del signor Toramasa…
 
Dal cappello bicorno e la giubba capisco che ha scelto come travestimento proprio il Napoleone Bonaparte dei racconti del nostro rivenditore di quaderni di fiducia.
 
Tralasciando per un attimo il gioco, non posso fare a meno di constatare quanto le ragazze si siano impegnate di più nella scelta dei costumi. L’unico che salvo alla fine è Kuno. Per il resto, tutti questi personaggi dell’oltretomba sono tremendamente noiosi, oltre che decisamente poco accurati.
 
“Suvvia, stiamo veramente dicendo che per trovare il prossimo indizio dobbiamo prendere un aereo!?” domanda Ranma annoiato mentre se ne sta in disparte a braccia conserte. Non si capisce se sia più infastidito dalla caccia al tesoro o dalla scarsa arguzia dei suoi compagni.
 
Una cosa è certa: se continuano così, le ragazze non li batteranno solo sui travestimenti.
 
“Sì, infatti è impossibile, dev’essere per forza qualcosa nella scuola.” lo spalleggia lo zombie.
 
“Un balcone! La scena più famosa di Romeo e Giulietta è quella dove lei è affacciata al balcone!”
 
“Ma non ci sono balconi a scuola eccetto…”
 
“…la terrazza! È sicuramente la terrazza, andiamo!”
 
Certo, come no.
 
Guardo sconsolata i ragazzi che, appoggiando con entusiasmo l’ultima proposta, si dirigono correndo scomposti verso le scale dell’edificio. E dire che ho deciso di non modificare la prima tappa pensando di rendergli la vita più facile, voglio proprio vedere come se la caveranno con quelle successive.
 
“Aspettate! Un balcone invece c’è, eccome: quello della scenografia della scorsa recita!” esclama all’ultimo una studentessa coi capelli raccolti in una coda bassa.
 
Però… bella e brava, chi sarà mai questa ragazza?
 
Non capisco perché abbia una paletta sulla schiena, che stona con l’elegante giacca da soldato francese dell’epoca di Versailles, ma mi pare l’unica qui con delle buone idee.
 
“U-chan che ci fai nella squadra dei ragazzi?” le chiede Ranma sorpreso.
 
“Questa suddivisione di genere è ridicola e, comunque, quante volte mi hai vista indossare una gonna? Peraltro, vorrei ricordarti che da piccoli credevi che io fossi un maschio…” pronuncia quest’ultima frase con una nota di stizza e le mani sui fianchi.
 
Addirittura? Un po’ lento il nostro super artista marziale…
 
“Ehm ok, quindi andiamo nell’auditorium dove facemmo lo spettacolo?” cerca di recuperare Ranma.
 
“Dubito che le scene siano ancora là, dobbiamo andare nel magazzino del teatro” dice lei con i pugni serrati e un luccichio negli occhi.
 
Il gioco sta prendendo un’inaspettata piega interessante. Prevedo un incontro ravvicinato tra le due squadre, meglio che io li preceda là.
 
 
Auditorium del liceo Furinkan
 
Trapasso senza sforzo le pareti della grande sala, arrivando appena in tempo per controllare come se la stanno cavando le ragazze. L’aula è ancora più maestosa di come la ricordassi. L’ultima volta che mi sono seduta sulle sedie riservate al pubblico era stato in occasione della cerimonia dei diplomi. Non mi riferisco – ahimè – alla mia di cerimonia: avevo accompagnato un’amica che al tempo aveva una cotta assurda per uno dei diplomandi dell’ultimo anno.
 
Già, chissà com’è andata a finire tra loro…
 
“Chiaramente le scene sono state smontate, però a terra si vedono ancora i segni e il balcone… vediamo un po’… doveva essere all’incirca qui!” sta dicendo Marie Curie studiando il palco di legno.
 
Scorgo Akane salire le scale a sua volta in silenzio, sembra assorta nei suoi pensieri come se quel posto le ricordasse un momento di vita vissuta.
 
“Sì Sayuri, era proprio qui…” sussurra all’amica.
 
“Che giornata fu quella, non è vero Akane? Il bacio nella scena finale passerà alla storia come il bacio più spettacolare tra tutti quelli mai dati al Furinkan.” commenta l’amica con sguardo sognante poggiando una guancia sulle mani giunte.
 
“Già, tu e Ranma eravate perfetti nei panni di Romeo e Giulietta!” continua un’altra.
 
“E comunque, Akane, non hai più menzionato quella scena, non pensi sia arrivato il momento di raccontarci qualcosa?” la incita Coco Chanel giocherellando con la collana di perle “Tipo che effetto fa essere baciate dal ragazzo più affascinante, più forte e più desiderato della scuola?”
 
Hai capito Ranma Saotome…
 
Dimentico il motivo per cui siamo tutte lì e mi metto comoda in prima fila. Mi mancano questi momenti tra ragazze e ora sono troppo curiosa di saperne di più sui miei amici.
 
“Cos’è successo dopo che si è chiuso il sipario? Avete continuato nei camerini?” la stuzzica un’altra del gruppo.
 
“Ragazze, ma dico, siete impazzite!? E comunque non si è trattato nemmeno di un vero bacio…” cerca di rispondere Akane con le guance in fiamme.
 
Non capisco, vi siete baciati o no?
 
Dal modo in cui la vedo osservare le assi del pavimento, deduco che le amiche l’hanno messa in imbarazzo. Peccato, questa storia era interessante oltre che super romantica. Dev’essere bello recitare insieme al proprio fidanzato nei panni della coppia più famosa di sempre!
 
“Ragazze qui non c’è niente a meno che non controlliamo le botole di scena.”
 
Dal walkie-talkie legato al vestito di Akane arrivano notizie dal gruppo della biblioteca: come da piani hanno fatto un buco nell’acqua.
 
Nel frattempo le presenti si affrettano a scendere al piano inferiore.
 
“Sappiamo a che punto sono i ragazzi?” domanda alle altre Elisabetta II.
 
“Li hanno visti salire le scale tutti insieme diretti chissà dove, avranno sicuramente preso un granchio, ahaha!”
 
 
Magazzino del teatro
 
“U-chan sicura che sia questo il posto?” domanda Ranma all’amica guardandosi intorno.
 
Scendo al piano di sotto come se fossi in un ascensore invisibile tornando nel luogo in cui, solo un’ora prima, ho sostituito il secondo indizio. La stanza è talmente stipata di oggetti, accatastati alla rinfusa gli uni sugli altri, che si fa fatica a camminare.
 
“Ma certo Ran-chan, iniziamo a cercare. Aiutami a spostare quest’asse!” gli risponde sicura di sé.
 
Non so se sia una mia impressione, ma mi pare che la voce della ragazza con la paletta si sia fatta improvvisamente più suadente. E il modo in cui tenta di avvicinarsi a Ranma non mi piace per niente, ma è quando finge di scivolare solo per aggrapparsi al braccio di lui che ho l’illuminazione:
 
Questa ragazza è chiaramente interessata a lui!
 
Sento di dover fare qualcosa, non posso permetterle di rubare il ragazzo alla cara Akane. Senza pensarci due volte, inizio a spingere uno scatolone che sporge da un armadio, nella speranza di interrompere qualsiasi cosa stia per succedere tra quei due. Allo stesso tempo, spero di richiamare l’attenzione del gruppo delle ragazze che si trova nella stanza adiacente. Raccolgo le forze per riuscire a toccare l’oggetto, ma i risolini acuti della bella soldatessa mi distraggono più volte.
 
Quando finalmente lo scatolone si muove, questo innesca un indesiderato effetto domino con una serie di altre cianfrusaglie, che decidono di rovinare addosso a Ranma e questa U-chan.
 
Ops, giuro che volevo solo spaventarvi non schiacciarvi!
 
“Che cos’è questo baccano!?” domanda una voce familiare attraverso la parete.
 
Dall’angolo della stanza in cui rimango nascosta, posso constatare soddisfatta che la mia azione ha raggiunto anche il secondo scopo. Akane infatti sta spalancando la porta del magazzino seguita a ruota dalle compagne.
 
La polvere che inizia a disperdersi rivela le ultime cose rotolare a terra ma, soprattutto, un ragazzo praticamente spalmato sull’amica.
 
“U-chan stai bene?” chiede Ranma scrutando quest’ultima con una sincera preoccupazione negli occhi.
 
“Oh, Ranma, mi hai protetta col tuo corpo, sei il mio eroe!” commenta quella avvinghiandosi ancora di più a lui che fatica a rialzarsi.
 
Sarà, ma me sembra che questa ragazza stia esagerando: mi pare tutto fuorché una che si spaventa facilmente. E dal modo in cui gli occhi di Akane a momenti le fuoriescono dalle orbite, deduco che nemmeno lei ha apprezzato la scena.
 
“Ranmaaa! Che diavolo stai facendo!? Invece di pensare alla gara ti apparti con Ukyo!?”
 
“Cosa!? No, non è come sembra, guarda che noi stavamo solo cercando il secondo indizio!” farfuglia Ranma staccandosi all’istante dall’amica, come se questa fosse diventata improvvisamente incandescente.
 
“Te lo do io l’indizio!” grida Akane mentre lo afferra per la casacca impedendogli la ritirata.
 
Non vorrei essere nei panni di Ranma visto il pugno micidiale che Akane sta caricando.
 
“TROVATO!”
 
Il grido di Marie Curie fa voltare tutti di scatto, mentre questa riemerge da una cassa di legno decorata con dei fiori finti. La vedo agitare trionfante la busta bianca che ha appena estratto dal giaciglio che aveva fatto da capezzale per Giulietta.
 
“Ma certo… il punto in cui Romeo e Giulietta si sono incontrati è il punto in cui si sono baciati! Bravissima Sayuri!” spiega ad alta voce Coco Chanel.
 
“Andiamo subito da Nabiki!” grida un’altra compagna.
 
In men che non si dica le ragazze hanno già lasciato la stanza, inclusa l’adescatrice con la paletta che ha pensato bene di darsela a gambe prima di rimanere colpita dalla furia di Akane.
 
Sono tentata di seguirle ma, ora che siamo solo noi tre, non voglio perdere l’occasione per mostrarmi ai miei amici viventi.
 
“Beh, noi non li abbiamo propriamente fatti incontrare Romeo e Giulietta…” commenta Ranma a bassa voce.
 
“Che vuoi dire?” chiede Akane abbassando il pugno ma senza mollare la presa su di lui. Si vede che cerca di fare la voce arrabbiata ma, ora che sono rimasti – apparentemente – da soli, tutta quella vicinanza sembra metterla a disagio.
 
Si è creata una strana tensione nell’aria, che pure io riesco a percepire e che mi suggerisce di non intromettermi.
 
“Voglio dire che…” Ranma smette di dimenarsi e si avvicina a lei.
 
Akane per tutta risposta deglutisce e spalanca ancora di più gli occhi evidentemente presa in contropiede.
 
“…che per colpa tua e del tuo stupido scotch non ho potuto darti un bacio vero. Purtroppo.” conclude lui.
 
L’avverbio finale sembra turbare particolarmente la mia amica, che ora schiude leggermente le labbra sorpresa. L’aria si fa talmente densa che, a malincuore, mi impongo di lasciar loro un po’ di privacy levando le tend…
 
“Akane, ma dove sei?” si sente gracchiare dalle pieghe del suo vestito.
 
Oh no, stupido walkie-talkie!
 
Come cavie di un mago che allo schiocco delle dita si risvegliano dall’ipnosi, i miei amici si riscuotono distogliendo lo sguardo altrove.
 
Mentre Akane con mani tremanti recupera quell’aggeggio impiccione, Ranma riesce a sgattaiolare via e, facendo scivolare un braccio nella cassa di legno, riscatta la seconda busta contenente l’indizio successivo.
 
“Ehi, maschiaccio, non dirmi che ci speravi davvero!” la prende in giro lui facendole la linguaccia.
 
“Tu, brutto…” ma Akane reagisce troppo tardi, quando Ranma sta già correndo via in direzione del cortile ridendo sguaiato.
 
“E comunque ti ricordo che sono stata IO a baciarti, codardo!” gli urla dietro lei.
 
Ma l’unica spettatrice del suo sfogo resto io.
 
 
Angolo della squadra delle ragazze
 
“Cerchi un quaderno? Ne sei a corto? Se non passi di qui, mi fai un torto.” legge per la terza volta Nabiki concentrata.
 
Mi complimento con me stessa per come mi è uscito questo indovinello, mentre prendo posto alle spalle della capitana. Con uno scatto questa gira la testa nella mia direzione assottigliando gli occhi, come se in qualche modo avesse percepito la mia presenza.
 
Ok che sei in gamba, ma non dirmi che riesci pure a vedere i fantasmi!
 
“La nostra scuola è piena di quaderni, si possono trovare praticamente in tutte le aule…” commentano sconsolate delle studentesse.
 
“Sì, ma se li termini dov’è che vai a prenderne di nuovi?”
 
“In cancelleria, ovvio!” esclama Coco Chanel che, senza indugio, si accinge a guidare la squadra in una nuova spedizione.
 
Oh no, ragazze, siete fuori strada!
 
“Aspetta Akane,” la ferma sua sorella “è troppo semplice, non può essere la cancelleria”
 
Per fortuna qualcuno qui ha deciso di accendere il cervello.
 
“Stavo pensando la stessa cosa Nabiki, peraltro, mi è appena tornato in mente dove ho sentito l’indovinello di prima. Aspettami qui, torno subito!”
 
Osservo Nabiki rimettersi comoda. Dubito che le fosse mai balenata l’idea di seguire la sorella.
 
Finalmente Akane ti sei ricordata!
 
 
Spaccio del signor Toramasa
 
Non avere un corpo è una gran seccatura ma alle volte anche un bel vantaggio, che in questo caso mi permettere di giungere per prima nei sotterranei della scuola.
 
Entro nella stanza dove il vecchio Toramasa continua a mandare avanti uno spaccio di cancelleria più o meno legale. Anche se non riesco a percepire gli odori, ricordo perfettamente quello che aveva questo posto. Ci andavo spesso anch’io quando ero una studentessa in carne e ossa, soprattutto da quando con ogni acquisto c’era in omaggio un peluche.
 
Dei passi nel corridoio mi riportano al presente, ricordandomi che Akane sta arrivando. E, infatti, eccola varcare la soglia, aprire cassetti e spostare oggetti fino a che non trova due quaderni identici. Li apre e vede che sono completamente bianchi, ma non si scompone e inizia a guardarsi intorno determinata alla ricerca di una cosa ben precisa. Lei sa, ricorda il trucco.
 
“Cercavi forse questa?”
 
Una voce profonda e calma ci fa sussultare entrambe.
 
Il drappo di mantello nero che svolazza rivela Ranma appoggiato allo stipite della porta. Stampato sul volto, uno sguardo che è un mix perfetto tra il divertito e il minaccioso. Quello stesso mantello, che poco prima sembrava tanto ridicolo addosso a lui, di colpo gli dona perfettamente. Tutta la nostra attenzione è catturata dalla bottiglietta di acqua che penzola dalla mano di Ranma.
 
Complimenti ragazzo, sei riuscito a spaventare anche la sottoscritta, oltre che a ricordare lo stratagemma!
 
Gli occhi di Akane tradiscono la sua preoccupazione. Non solo non si aspettava di trovarselo lì, ma ora ha capito che anche lui sa, che anche lui ricorda di come le pagine del mio vecchio quaderno, una volta bagnate, iniziassero a parlare.
 
La vedo afferrare al volo entrambi i quaderni e stringerseli al petto, assicurandosi così una situazione di stallo. Adesso nessuno dei due può andare avanti senza l’aiuto dell’altro.
 
I fidanzati si studiano per qualche secondo, sembrano indecisi se battersi per portare la propria squadra alla vittoria o se battersi per qualcosa di più profondo, più importante, che forse c’entra con il discorso lasciato a metà nel magazzino.
 
“Beh, perché non mi passi quella bottiglia? Bagnerò entrambi i quaderni e poi ti lascerò qui il tuo.” lo sprona Akane picchiettando una mano sul tavolo.
 
“E chi mi dice che non scapperai con entrambi?” prende tempo lui sospettoso.
 
“Che c’è, non ti fidi della tua fidanzata?” ribatte dispettosa lei.
 
Ranma non sembra convinto ma, in barba a qualsiasi strategia, stupisce tutti quanti – lui compreso – lanciando la bottiglietta in direzione di Akane. Lei l’afferra all’ultimo, un attimo prima che questa cada sul pavimento. Si vede che non si aspettava di vederlo capitolare così facilmente.
 
“Visto? Io non sono un codardo.” commenta lui arrossendo e distogliendo lo sguardo verso un angolo della stanza. Nella mia direzione, per essere più precisi, anche se lui non può saperlo.
 
O almeno credo, stasera mi sento presa di mira!
 
Le guance di Akane lo imitano all’istante, deve aver capito che lui ha sentito la frecciatina coraggiosa che lei credeva di aver gridato al vento. Sui suoi occhi vedo passare però un velo di delusione, come se il lancio della bottiglia non fosse la prova di coraggio che desiderava.
 
Nel frattempo i poveri quaderni, che tanto mi sono ingegnata a preparare, passano dall’essere la cosa più importante del mondo al giacere sul tavolo dimenticati.
 
L’aria si è nuovamente fatta così carica, che inizio a sentirmi di troppo pur non avendo un corpo.
 
“Quindi quella volta… tu mi avresti baciata anche senza lo scotch?” domanda lei con un filo di voce.
 
“No.”
 
Cosa? Ma come!?
 
Il dolore che passa sul volto Akane per poco non riesce a trafiggere anche me. Sono pronta a scommettere che se lui le avesse dato un pugno con tutta la sua famosa forza, le avrebbe fatto meno male.
 
Aspettate un momento, ma chi è stato a parlare!?
 
Dopo un attimo di smarrimento, ci voltiamo tutti e tre verso una spada brandita a due mani.
 
“No, no e poi no, Ranma Saotome, tu non oserai violare questo candido fiore con le tue luride labbra! Allontanati dalla dolce Akane Tendo. Adesso!”
 
Oh no, di nuovo tu Tatewaki Kuno, ma che ci fai qui?
 
Ma certo, era presente anche lui la volta del mio primo ritorno sulla terra in questa stessa stanza col signor Toramasa, ricordo subito dopo.
 
Il ragazzo non perde tempo e abbatte la sua furia cieca su Ranma che, tuttavia, sembra tenergli testa senza troppa fatica. Questa stanza è così piccola, che se non fossi immateriale mi avrebbero già colpita!
 
Qualche scaffale tagliato in due più tardi, Kuno giace a terra sconfitto. Ed ecco Ranma cercare prontamente Akane con lo sguardo.
 
Ma lei è già scappata, lasciando sul tavolo una bottiglia mezza sversata e un quaderno zuppo.
 
 
Angolo della squadra dei ragazzi
 
“Ranma sei il migliore, non mi sarebbe mai venuto in mente di cercare in quel posto!” lo celebra Frankenstein.
 
“Io neanche sapevo che ci fosse uno spaccio di cancelleria! Ahahah!” commenta la mummia.
 
“Non festeggiamo troppo, le ragazze hanno recuperato l’indizio prima di noi.” aggiunge Ranma mentre la soldatessa gli sfila di mano il quaderno ancora sgocciolante.
 
“Allora, orecchie ben aperte, vi leggo la prossima prova: se fino a qui sei giunto, ti manca solo un passo per mettere un punto. La cima di ricchezze è tempestata, ma solo quella che vi condurrà da me è quella predestinata.”
 
“Condurre dove?” domanda lo zombie.
 
“Vuol dire che vince chi arriva primo nell’ufficio del preside.” commenta la mummia sicura di sé.
 
“Sì, ma servirà una sorta di chiave o parola d’ordine, no?”
 
“La cima sarà per forza un posto in alto.”
 
“Allora stavolta è davvero la terrazza!”
 
“Ma ci siamo stati prima e non c’era niente, che sia cambiato qualcosa nel frattempo?”
 
“L’unico modo per scoprirlo è andarci subito.” conclude Ranma già in cammino.
 
E bravi ragazzi, stavolta rischiate di arrivare prima delle vostre temibili rivali.
 
A tal proposito, è il caso che io mi avvii a vedere com’è la situazione lassù.
 
 
Terrazza del liceo Furinkan
 
Sono super soddisfatta della mia opera d’arte. Il pavimento della terrazza è completamente ricoperto di palloncini e, sparse qua e là, delle fiammelle blu donano una luce fioca aggiungendo quel pizzico di aldilà a me caro.
 
Mi posiziono al centro godendomi l’arrivo degli studenti, con il gruppo delle ragazze che precede di poco i ragazzi mantenendo il vantaggio guadagnato.
 
L’espressione che compare sulle facce che varcano la porta è impagabile. È qualcosa a metà tra lo stupore e l’ammirazione, credo.
 
“Wow, ma è bellissimo qui!”
 
Grazie Frankenstein lo penso anch’io!
 
“Io piuttosto avrei detto inquietante, ma come fanno a stare accese queste fiamme?”
 
“E perché sono blu?”
 
Suvvia quante domande, concentratevi sulla gara!
 
“L’indizio dev’essere nascosto in uno dei palloncini, dobbiamo iniziare a scoppiarli prima che lo trovino le ragazze!” esclama Ranma determinato più che mai.
 
Sono sorpresa dalla sua intelligenza. Tanto sveglio in queste occasioni, quanto lento negli affari cuore…
 
Mentre i ragazzi sono intenti a schiacciare i palloncini coi piedi, Marie Curie estrae delle forcine dalla sua acconciatura raccolta e le distribuisce alle compagne per ottimizzare i tempi di ricerca. La squadra delle ragazze procede metodica riuscendo a scoppiarli con precisione al primo colpo.
 
Sorrido compiaciuta alla scena che si staglia di fronte a me: i palloncini sono talmente tanti che, ad ogni passo compiuto dagli studenti, questi in parte svolazzano e in parte vanno ad accatastarsi sugli altri.
 
“Di questo passo finiremo domattina!” esclama il signor sono-un-fantasma-solo-perché-ho-un-lenzuolo-in-testa.
 
Eh no, dopo tutto l’impegno che ci ho messo non accetto che qualcuno trovi questo gioco noioso!
 
Penso che sia arrivato il momento di movimentare la situazione e dare a questi ragazzi una dimostrazione concreta di come appaiono i VERI fantasmi.
 
Impiego pochi secondi a richiamare i miei amici dall’aldilà, che non aspettavano altro di poter fare una vacanza – come le chiamiamo noi – sulla terra dei vivi.
 
Ed ecco allora che dalle fiammelle iniziano a prendere forma antichi samurai, meravigliose geishe e altri personaggi di un tempo che fu. Vedere i due mondi mescolarsi davanti ai miei occhi è un’emozione incredibile, soprattutto per la felicità dipinta sui volti semitrasparenti di chi da troppo tempo è rimasto nell’ombra.
 
Sono invece alquanto contrariata dalla scarsa inclusività dei giovani viventi. Capisco che la vista di un fantasma possa destabilizzare se non si è abituati, ma che bisogno c’è di urlare e fare quei versi? I miei colleghi vogliono solo socializzare un po’.
 
Sulla terrazza si sta infatti generando il caos più totale: la maggior parte degli studenti fugge terrorizzata riprendendo la porta da cui era entrata. Mister lenzuolo incluso.
 
Un ragazzo, che ha tutta l’aria di essere svenuto, viene trascinato via per i piedi da una compagna.
 
“Non fuggite, folli, non lo vedete che sono solo fantasmi!?” urla Kuno cimentandosi nella prova impossibile di colpirci con la sua stupida spada.
 
Non è l’unico che riesce a mantenere il sangue freddo. Tra i giocatori rimasti in gara, tremendamente decimati, Akane e Ranma continuano a scoppiare più palloncini che possono, lanciandosi ogni tanto delle occhiate per controllare il rispettivo vantaggio. È chiaro che nessuno dei due ha intenzione di perdere.
 
Adesso che posso mescolarmi con gli altri fantasmi, decido che è finalmente arrivato il momento di manifestarmi a loro e, avanzando senza peso, inizio a materializzarmi.
 
“Kogane, sei davvero tu?” sento giungere dietro di me.
 
Se avessi ancora un cuore che batte, questo si sarebbe fermato all’istante di fronte a quella voce così meravigliosamente acuta e fioca, incerta e speranzosa. E poi avrebbe iniziato a battere all’impazzata nel momento in cui il mio sguardo si è posato su quel corpo longilineo, fin troppo magro, su quelle guance un po’ scavate, su quelle occhiaie pronunciate e quel colorito così ingrigito da farlo quasi sembrare uno di noi.
 
“Hikaru…” sussurro finalmente.
 
Il sorriso tirato di Hikaru Gosunkugi riesce nell’impresa impossibile di scaldare il mio corpo.
 
Altro che Romeo, questo è l’aspetto di un vero uomo!
 
Non avrei mai sospettato di poterlo rivedere qui: la volta in cui ci siamo conosciuti era estate, non c’erano le lezioni e lui si era intrufolato in casa di Akane per compiere uno dei suoi buffi incantesimi contro Ranma. Ma, adesso che ci penso, in effetti era molto probabile che fossero compagni di scuola…
 
Siamo così intenti a perderci l’una negli occhi dell’altro che, di colpo, non mi interessa più niente di quella gara. Così come a lui sembra non interessare il fatto che io non sia altro che un fantasma. Del resto non gli è mai importato, anche se questo significa non poter stare insieme.
 
Non do peso a Nabiki Tendo che è scesa in campo con le compagne e, come sulla passerella di una sfilata di moda, si dirige con passo sicuro fino al palloncino più pesante di tutti, l’unico che per tutto quel tempo non si era mosso da terra perché il peso della chiave di metallo che conteneva non gli permetteva di svolazzare libero come gli altri. Né mi scompongo quando, col tacco a spillo, lo buca e recupera furtiva l’oggetto prezioso e la mappa in cui è incartato.
 
“E spostati Gosunkugi! Non lo vedi che sei nel mezzo?!” sbotta la mummia maleducata all’amore della mia non-vita.
 
“È inutile che ti affanni a cercare, tanto le ragazze hanno già trovato la chiave eheheh…” commenta strizzandomi l’occhio.
 
Non ti sfugge proprio niente, mio cavaliere!
 
Ecco allora che la mummia dà l’allarme, gridando ai compagni di inseguire le ragazze nel frattempo radunatesi in cerchio.
 
“Diteci chi di voi ha la chiave!” sbraita Frankenstein in direzione delle studentesse.
 
Queste si guardano mantenendo la calma poi, scambiandosi cenni di intesa, mettono in pratica il piano appena preparato dalla loro capitana.
 
“Ce l’ho io la chiave!” alza la mano Coco Chanel prendendo la porta.
 
I ragazzi fanno per andare verso di lei ma si bloccano un attimo dopo, confusi dal commento di un’altra del gruppo.
 
“No, ce l’ho io!” le fa eco infatti Marie Curie.
 
“O forse ce l’ho io?” si accoda Anna Bolena.
 
Con un’ultima risatina eccole disperdersi tutte scappando via, mentre i ragazzi le inseguono alla rinfusa seguiti, a loro volta, dai miei compari fantasmi ancora decisi a stringere amicizie terrene.
 
“Aspettate, non possiamo inseguirle a caso, potrebbe avercela chiunque la chiave,” li ferma Ranma cercando di elaborare una strategia “ma solo una di loro ce l’ha davvero, il tempo è poco e dobbiamo andare a colpo sicuro prima che arrivino dal preside. Adesso riflettiamo insieme: se fossimo in loro a chi affideremmo la chiave?”
 
“Io la darei in mano alla più scaltra.” afferma sicuro lo zombie.
 
“Nabiki Tendo…” recitano tutti in coro col tono chi afferma un’ovvietà.
 
“Impossibile, quella donna non è il tipo da sporcarsi le mani.” commenta Kuno tornato in sé.
 
Ma allora anche tu hai un cervello quando vuoi!
 
“Io la affiderei a quella che corre più veloce!” tenta Frankenstein.
 
“Sì e alla più caparbia!”
 
“Che sia anche la più forte!”
 
“E la più motivata a battere i maschi!” aggiunge il fantasma da lontano.
 
Sposto lo sguardo su Ranma, che non ha bisogno di ascoltare altro. Senza dire una parola, si fa spazio tra i compagni e si dirige verso la balaustra della terrazza. Vi poggia una mano sopra e, con la tranquillità di chi scende uno scalino di pochi centimetri, salta giù nel vuoto.
 
 
Cortile del liceo Furinkan
 
“Corri Akane, corri più veloce che puoi!” grido dall’alto della terrazza unendomi al coro delle compagne. La mia amica, forte del vantaggio dato dal diversivo creato dalle ragazze, ha già raggiunto il cortile. Ma non sa che è stata scoperta, dal suo fidanzato per di più!
 
Scorgo la sagoma di Ranma che, come un predatore che attacca, atterra con agilità davanti alla fidanzata bloccandole la strada.
 
Anche da quassù riesco a mettere a fuoco la faccia preoccupata di Akane. Lei sa che lui sa. E sa di non avere scampo contro Ranma.
 
“Hikaru, aspettami qui, torno subito!” il tempo di salutare il mio principe e scompaio di nuovo per planare nel cortile.
 
“Avanti, Akane, risparmiamocelo…” la incoraggia lui porgendole una mano.
 
Lei resta immobile, limitandosi a spostare lo sguardo dalla mano alla faccia di Ranma che – anche se non paragonabile a quella del mio Hikaru – riconosco non essere niente male.
 
“Cosa vuoi da me Ranma?” prende tempo mentre con la coda dell’occhio valuta le vie di fuga a sua disposizione. Sembra sapere che, davanti a lui, queste sono molto poche.
 
“Oh, lo sai bene cosa voglio…” la incita lui guardandola con aria di sfida.
 
“Ranma, sei il solito pervertito!” gli gridano dalla terrazza la mummia e Frankenstein lanciandogli fischi.
 
“Cosa!?” esclama lui accorgendosi all'improvviso di tutti gli spettatori affacciati sul cortile.
 
La sicurezza di Ranma è sconfitta in un attimo dal suo imbarazzo, che lo porta ad agitarsi per cercare di placare i compagni e le compagne che lo stanno fissando e, molto probabilmente, giudicando.
 
Scappa Akane, adesso!
 
“Akane, se non gliela dai tu gliela do io!” commenta una ragazza travestita da Cleopatra sporgendosi dalla finestra di una classe più in basso.
 
Akane arrossisce, sconvolta dai commenti, e si copre la faccia con le mani.
 
“Ok che siete fidanzati, ma potreste anche dirvele in privato certe cose.” aggiunge un’altra dalla finestra di fianco con aria di disapprovazione.
 
Ranma continua ad arrancare giustificazioni incomprensibili, mentre con una mano si gratta la nuca.
 
Akane muoviti!
 
“Guardate che Ran-chan voleva solo quella stupida chiave, che cosa avete capito!?” sbraita preoccupata la ragazza con la paletta, per poi aggiungere in direzione di Ranma “Cosa aspetti a recuperarla e farci vincere?”
 
Quest’ultima frase riscuote finalmente Ranma ma il suo obiettivo, per la seconda volta in quella sera, gli è appena scappato da sotto il naso.
 
 
Classe 1 - F
 
Qualche parete più in là, trovo Akane nascosta nella sua classe. Approfittando della confusione è riuscita, per il momento, a sfuggire al suo fidanzato e adesso sta aspettando istruzioni dalle compagne alle quali è andato il compito di decifrare la mappa.
 
La semi oscurità in cui è avvolta la stanza non è un problema per la mia vista. Mi concedo qualche istante per passare in rassegna la lavagna e i banchi ordinati. Quelli in prima fila erano i miei preferiti, d’altronde sono sempre stata una studentessa modello: “Sua figlia accederà alle migliori università” aveva detto il professore di scienze una volta ai miei genitori.
 
Previsione sbagliata professore…
 
Prima di farmi prendere dalla nostalgia, torno a concentrarmi su Akane che controlla scrupolosa il corridoio. Le sembra libero e fa per uscire, quando un’ombra dietro di lei l’afferra per un polso.
 
“Bu!”
 
“Aaaaahhh! Ranma sei uno stupido, mi hai fatto venire un colpo!” urla la mia amica terrorizzata. Da esperta in questa disciplina, posso garantire che si è spaventata per davvero.
 
“Ahahah! Scusami, ma che artista marziale sarei se non fossi in grado di arrivare alle spalle del mio avversario?” le risponde lui con un sorriso trionfante.
 
Un grande artista marziale per aver colto di sorpresa pure me!
 
Lo vedo poi assumere un tono accondiscendente che non mi piace per niente “Dai Akane, non costringermi a usare la forza con te, dammi quella maledetta chiave e facciamola finita.”
 
Ed è allora che sulle labbra di lei spunta un sorrisino dispettoso. Akane sa bene che, qualsiasi cosa possa succedere, lui non alzerebbe mai un dito contro di lei. E ha deciso di approfittarsene.
 
“Perché non te la prendi da solo? La chiave è addosso a me.” replica mostrando i palmi vuoti con la tranquillità di chi ha di fronte un cucciolo di cane invece del ragazzo più forte del paese.
 
“C-cosa?” Ranma boccheggia rivelando che non si aspettava quella mossa.
 
“Akane, abbiamo trovato il vero ufficio del preside: è nella dependance in stile hawaiano dietro la palestra!” si sente gracchiare dal walkie-talkie che lei subito si affretta a zittire.
 
Ma è troppo tardi. La preziosa scoperta è già stata servita alla squadra rivale su un piatto d’argento.
 
“Interessante…” commenta Ranma con un sorriso soddisfatto prima di estrarre a sua volta un walkie-talkie che teneva nascosto in una tasca “Ragazzi, ringraziate le nostre compagne che hanno trovato l’ufficio del pres…”
 
“Ehi! Ti ricordo che voi non avete la chiave!” urla Akane mentre si scaglia verso di lui per interrompere la pericolosa comunicazione.
 
E accade tutto in attimo.
 
Ranma aspetta che lei si sbilanci in avanti per abbassarsi, con la tecnica rodata di chi schiva un attacco, per poi rialzarsi al volo caricandosi la fidanzata sulla spalla a mo’ di sacco di patate. Nel frattempo, con la facilità di chi sostiene una piuma e non una ragazza fatta e finita con un vestito ingombrante, col braccio libero ripristina la comunicazione.
 
“Ragazzi tutti alla casetta hawaiana dietro la palestra, sto arrivando con la chiave.”
 
 
Corridoio della scuola
 
“Ranma, mettimi immediatamente giù!” Akane si dimena come un’anguilla “Lasciami!”
 
“Non posso. Siamo promessi sposi, ricordi?” la deride lui spregioso mentre continua a correre per i corridoi.
 
Akane smette di prenderlo a pugni sulla schiena e, con un sospiro, si arrende alla superiorità dei muscoli del fidanzato accomodandosi alla meno peggio su di lui.
 
Ranma se ne accorge e, di colpo, tutta la sua spavalderia sembra andare a farsi benedire. Quei due sono proprio una coppia improbabile, paradossalmente appaiono più a loro agio quando bisticciano, penso mentre li seguo.
 
“Hai già smesso di lottare?” le domanda come a voler riempire i silenzi imbarazzanti con cui nessuno dei due sembra andare troppo d’accordo.
 
“Beh, se la butti sulla forza non vale…” risponde lei appollaiata impacciata su di lui.
 
Voglio approfittare delle acque momentaneamente calme per salutarli. Fluttuando nell’aria, mi posiziono di fronte alla rampa di scale che dovranno necessariamente imboccare per scendere, ma i due mi sorprendono cambiando strada all’ultimo.
 
Ma dove diavolo andate!?
 
Mi volto a rallentatore e, come se in qualche modo me lo sentissi, sgrano gli occhi nel momento in cui Ranma poggia un piede sul davanzale di una finestra che dà sul lato della palestra. Non una finestra qualsiasi, QUELLA maledetta finestra di quel maledetto giorno in cui, stupidamente, decisi di sporgermi un po’ troppo.
 
Non chiedetemi come, ma stavolta sento davvero il sudore freddo sul mio corpo, la pelle d’oca sulle braccia, i peli che si drizzano e i capelli farsi elettrici.
 
E allora urlo. Urlo come fecero i miei compagni e il professore di scienze quando videro la vecchia me sbilanciarsi per cadere giù nel cortile, mentre mi fiondo sui miei amici come a voler cercare di salvare almeno loro.
 
E per un attimo mi sembra anche di riuscirci, quando li vedo voltarsi verso di me scioccati. Ma subito mi rendo conto che, al contrario, non ho fatto altro che distrarre Ranma e farlo esitare nel portare a termine un salto già di per sé impossibile.
 
 
Ufficio “non ufficiale” del preside
 
Ricorderò per sempre questo momento come quello in cui ho quasi ucciso i miei amici. Volevo salvarli e invece li ho involontariamente invitati a trascorrere l’eternità con me.
 
Atterro sul tetto della casetta posizionata di fianco della palestra, fluttuando sulla polvere alzata dai calcinacci staccatisi nella caduta rovinosa.
 
Ranma giace schiena a terra dolorante mentre Akane, semiavvolta nel suo mantello, è accoccolata sopra di lui con gli occhi ancora chiusi e le mani che stringono disperatamente la casacca di Ranma.
 
“O kami! Ragazzi state bene? Perdonatemi, è stata tutta colpa mia, io non sarei dovuta neanche tornare, figuriamoci intromettermi nella vostra festa e manomettere la caccia al tesoro, per non parlare dell’urlo che ho cacciato prima, ma sembrava tutto così reale, era come tornare lì in quel maledetto momento dove… io, io non volevo davvero…”
 
“Kogane!? Ma che ci fai tu qui?” esclamano entrambi interrompendo il mio disperato flusso di coscienza.
 
Simulo un sospiro di sollievo nel rendermi conto che non ho anticipato il trapasso di nessuno.
 
“Ecco io… ci tenevo tanto a trascorrere del tempo con voi.” aggiungo mortificata.
 
“Ma perché hai urlato in quel modo?” mi domanda Akane puntandomi addosso i suoi occhi grandi.
 
Sono quasi tentata di vomitare addosso a loro la mia triste storia, ma non voglio rivivere di nuovo quel momento orribile. Mi è bastata la scena di poco fa.
 
“Beh io, io… sono un fantasma e ovviamente volevo farvi paura! Ahahah!” me ne esco miseramente sfoderando la mia voce più spaventosa.
 
“Ok, ma la prossima volta fai attenzione, un altro senza i miei riflessi avrebbe potuto farsi male sul serio.” conclude Ranma con la sua solita sfrontatezza.
 
“Lo so, perdonatemi.” sussurro mesta riabbassando la testa nell’ennesimo inchino “Comunque Ranma sei un vero cavaliere, non c’è che dire!” aggiungo strizzando un occhio nella sua direzione per sdrammatizzare.
 
Sembra che i due si siano ricordati solo in quel momento di essere ancora abbracciati a terra.
 
Akane fa quindi per sollevarsi subito, poggiando entrambe le mani sul petto di lui. Ranma guarda prima lei, poi i suoi occhi si abbassano inesorabili sullo scollo in bella vista a pochi centimetri dal suo viso. Ed è lì che Ranma si accende, mentre ammira emozionato l’oggetto dei suoi desideri che quasi sembra luccicargli davanti.
 
Akane segue il suo sguardo inorridita e io so già come andrà a finire.
 
“Brutto maniaco, pervertito, sei sempre il solito! E io che credevo ti preoccupassi per me!”
 
Con uno scatto si stacca da lui e fa per colpirlo. Lui sembra non vederli nemmeno i pugni e i calci di Akane, che tuttavia riesce a schivare facilmente, dal modo in cui mantiene gli occhi incollati al suo seno.
 
Fino a quando non succede qualcosa, che nella confusione della loro lotta non riesco a cogliere, e lo vedo saltare giù dal tetto per raggiunge la folla di amici che li attendono.
 
“Ragazzi, ci sono, ho recuperato la chia…”
 
SPLASH!
 
Un secchio di acqua gelida colpisce Ranma in pieno. Vedo il suo corpo farsi più minuto e formoso e i suoi capelli tingersi di un bel rosso vivo.
 
Già! Mi ero quasi dimenticata della tua curiosa capacità!
 
“Ran-chan non posso credere che tu sia stato da solo con Akane per tutto questo tempo!” lo accusa la soldatessa con la paletta mentre lascia cadere a terra il secchio vuoto. Poi gira i tacchi offesa e se ne va, senza fare in tempo a vedere la bella vampira inciampare in un lembo del mantello, divenuto troppo ingombrante per lei.
 
“Mia dolce ragazza col codino, non ti sei ferita vero?” si lancia letteralmente su di lei quello svitato di Kuno.
 
Mi domando stranita se lui sappia che la ragazza che sta stringendo a sé è in realtà un maschio.
 
Ma, dopotutto, che importanza ha?
 
“Togliti di torno, Kuno!” tenta di spingerlo via Akane che nel frattempo lo ha raggiunto e adesso si è messa a tastare l’erba intorno a Ranma.
 
“Akane Tendo, ho capito, non devi aggiungere altro. Voglio rassicurarti che nel mio cuore c’è posto per entrambe!” continua il suo pretendente serissimo includendola in un indesiderato abbraccio di gruppo.
 
Stendo un braccio verso i miei amici ma lo lascio a metà senza sapere bene come aiutarli.
 
Le fiammelle blu che svaniscono intorno a me portandosi via i miei colleghi fantasmi, mi ricordano che il mio tempo nel mondo dei vivi sta per finire. E io voglio farne tesoro di quel poco che mi rimane, penso mentre vado a cercare il mio bel principe dalle occhiaie blu.
 
E quando lo trovo, come per magia, tutta la confusione intorno a noi scompare di nuovo. Siamo solo io e lui. Nessun gruppo di ragazze che chiede con insistenza ad Akane dove sia finita la loro chiave, nessuna squadra dei ragazzi che pone la stessa domanda a Ranma precisando che si tratta della LORO chiave.
 
 
Ingresso del liceo Furinkan
 
È notte fonda quando gli studenti iniziano a lasciare la scuola più o meno soddisfatti. Come avevo previsto sin dall’inizio, le ragazze hanno vinto. Quello che non avevo previsto è stato il contributo decisivo di Nabiki Tendo che, col suo approccio imperturbabile, alla fine ha recuperato la chiave aprendo la porta dell’ufficio del preside e, soprattutto, dei crediti scolastici extra.
 
Mi congedo con i miei amici con cui alla fine sono riuscita a scambiare due parole e mi sollevo in aria pronta a tornare a casa mia.
 
Mentre inizio a dissolvermi lentamente, osservo Ranma tornato nelle sue sembianze maschili. Si dondola sui talloni tenendo le mani in tasca indeciso su cosa dire alla sua fidanzata.
 
“Beh, cos’è quella faccia, non sei contenta? Voi ragazze ci avete battuto.” le butta lì.
 
“Ranma, prima ti eri accorto che avevo nascosto la chiave nel bustino vero? È per quello che mi stavi fissando incantato… beh sì insomma… lì?” chiede lei con lo sguardo fisso sulla balza del vestito.
 
“Certo che me ne ero accorto, per quale altro motivo avrei dovuto fissarti lo scollo, scusa?” le risponde aggrottando la fronte dubbioso.
 
Lei sembra pensarci un attimo per poi sbottare “Ranma, sei uno stupido!”
 
“Eh? Ma perché dici così? Possibile che non ne faccia mai una giusta?” urla impotente alla fidanzata già sulla via di casa.
 
“Ranma, sei proprio un idiota.” gli passa accanto Nabiki Tendo.
 
Ho giusto il tempo di sorridere e scuotere la testa e poi…
 
…è tutto buio.
 
 
 
 Appendice
 
Le pagine del mio vecchio quaderno frullano solleticate dall’aria che entra dalla finestra. È stato recuperato dalla libreria, dov’era gelosamente custodito, per essere risfogliato dopo la festa. Akane lo conserva da quella volta in cui, dopo non poche peripezie, lei e Ranma avevano ritrovato il mio prezioso orsetto di peluche. Così come lei conserva tante sciocchezze che le ricordano le varie avventure vissute con lui. Sta finendo di riporre nella custodia l’elegante abito indossato quella sera. Adesso ha messo il suo improbabile pigiama giallo coi gatti abbottonato fino al collo. Un pezzo di carta avvolto intorno a un sasso piomba sul pavimento della camera, rotolandole fino ai piedi nudi. Lo spiega, riconosce al volo la brutta grafia e un sorriso di pura gioia le compare sulla faccia.
 
“Comunque eri carina stasera”
 
 
 
 FINE


 
Un grazie di cuore a chi è arrivato in fondo a questa one shot e un ringraziamento speciale alla meravigliosa Giorgi_b che ha letto in anteprima e Ran_neechan per la fanart super bella <3 Ringrazio naturalmente anche gli ideatori del contest per avermi spinta ad ingegnarmi per farmi venire in mente un’idea che rispettasse le loro rigide regole XD
 
Chi ha visto l’anime, ricorderà gli episodi 135 e 153 da cui prende spunto questa storia. Personalmente confesso di non averli amati troppo ma, tra i vari fantasmi/spiriti, quello di Kogane è l’unico che mi ha fatto accendere una lampadina.
 
Avrete sicuramente colto le associazioni dei costumi ai personaggi, che volutamente non sempre ho esplicitato, ma che a questo punto posso condividere:
 
Ranma Saotome – conte Dracula
Akane Tendo – Mina Murray/Harker, il cui costume è ispirato all’omonimo personaggio nella versione del film “Dracula di Bram Stoker”
Nabiki Tendo – Margaret Thatcher, una delle prime battute della mezzana è la parafrasi di una celebre frase dell’ex primo ministro inglese
Tatewaki Kuno – Napoleone Bonaparte
Ukyo Kuonji – Lady Oscar
Yuka – Coco Chanel
Sayuri – Marie Curie
Hiroshi – mummia
Daysuke – Frankenstein
Hinako Ninomiya – zucca
 




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