tokurei

di StagTree
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  1. futuro

 

Gli porge la mano,

Non se ne capacita, non ancora. Seduto su un letto di ospedale, si sveglia da un lungo sogno, e si tiene i capelli tra le mani. Lo sta guardando – qualcuno, o chi, chi? Non capisce, fuori c’è il sole.

E una pila di libri sul piccolo comodino, con un peluche di un orsacchiotto, e un fiocco rosso, legato al collo, una voce – Nagito? – che gli ricorda il sangue. Si stringe la gola con le mani.

“Ma simo sicuri che sta bene?”

“Kazuichi, smettila.”

“No, Sonia! Mi spiace! Non intendevo essere offensivo, giuro.”

“Chiudi la bocca, demonio.”

“Cristo, Gundham, sei imbarazzante.”

“Potete smetterla tutti, per favore?”, e una voce, di fronte a tutti – sopra a tutte, si eregge come un principe, e mette a fuoco – Nagito?, mastica il suo nome dolcemente, morbida panna – e la luce li evidenzia dalle anonime pareti dell’ospedale.

“Ragazzi?”

E sorridono. Hajime si stringe nelle spalle e gli porge la mano, qualcuno lo spinge in avanti. E’ un gioco; le ombre sul suo viso lo differenziano dal miraggio nei suoi incubi. Lunghi capelli, occhi del coniglio bianco – Hajime gli porge una mano, e tra le dita, un mazzo di margherite bianche, ed è come non fosse mai successo niente.

“Ben tornato,” gli dice, e tutti gioiscono. Il verde gli dona, Nagito pensa; e con i fiori tra le mani, allunga le braccia come può, e i sorrisi di tutti lo sciolgono il lacrime. E’ come se non fosse mai successo.





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