NEON

di MarFu
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Avere un'impresa di pompe funebri in un mondo che ha sconfitto la morte è una bella merda.

Nessuno muore più. Almeno, non quanto prima. Tutta colpa di quei nanobot che hanno iniettato nel corpo di tutti. Sistema sanitario globale, l'hanno chiamato. I nostri corpi sono sempre connessi, sempre monitorati. Il nostro medico personale sa che stiamo per stare male prima che noi stessi ci sentiamo male. Sono in grado di regolare l'afflusso di sangue, l'assorbimento di nutrienti, la secrezione di ormoni. Quindi niente più ipertensione, obesità o depressione. E sono in grado di prevedere l'insorgenza di tumori con mesi di anticipo.

Ecco perché, come proprietario di un'impresa di pompe funebri, vivo sostanzialmente di sussidi statali. Non fraintendetemi, la gente muore, muore eccome. Ma molto meno e molto più tardi di prima. Certo, i funerali sono di conseguenza diventati un grande affare, anche piuttosto remunerativo, ma possono passare mesi tra un funerale e l'altro.

Ma, come si dice, gli incidenti accadono. È per disperazione e, lo ammetto, un po' per noia che ho creato D3.mon. È stata una bella sfida ma in una vita precedente, prima di ereditare l'attività di famiglia, ero un ingegnere informatico piuttosto capace. D3.mon è un virus, non rilevabile con la normale diagnostica dei nanobot, che, per farla breve, stimola il cervello a compiere scelte rischiose. Il semaforo è rosso? Attraversa, la strada è libera. Hai sbagliato binario? Passa davanti al treno, che vuoi che succeda? Hai controllato bene il paracadute? Ma certo che sì, non è la prima volta che ti lanci.

Non ne abuso, voglio che sia chiaro. Non sono un omicida, sono solo un imprenditore che cerca di restare a galla e di non chiudere bottega. In fondo, gli incidenti capitano, no?





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