A&A: Strane Indagini – “IN MORTE DI EDITH MAYER”

di Orso Scrive
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Prologo

 

 

Settembre 1903

 

 

«Edith…»

Il suono del suo nome, sulle labbra di Marta, era dolce come un balsamo. La ragazza si protese verso quella bocca meravigliosa per poter suggere quel suono, per smarrirsi nell’incanto di quel momento che il tempo avrebbe cristallizzato per sempre.

L’estate volgeva al termine. Le foglie sugli alberi cominciavano ad arrugginire, e stormivano adagio nel sussurro del vento ancora tiepido, profumato dalle acque del lago. Il prato era un drappo variopinto di quei fiori azzurri, rossi e gialli che si schiudevano ai sospiri dell’ultimo calore trattenuto dall’aria, quasi in segno di benvenuto per l’autunno venuta a bussare alle porte. Le stelle gettavano la loro malia su tutto il creato. La pallida luce della Luna trasmutava tutte le cose con un velo intriso di magia.

Quel prato che tante volte era stato il silenzioso e discreto testimone di quell’amore che sfuggiva a tutte le convenzioni, che si sottraeva alle catene in cui avrebbe voluto rinchiuderlo e annichilirlo il mondo intero. Non c’era altro, non c’era nulla, all’infuri di quel prato e di loro due, di Marta e di Edith, insieme nell’amore.

«Baciami ancora, Edith…»

Baci, carezze, sorrisi segreti. E sguardi. Perché c’era una forza irresistibile negli occhi di Marta, la stessa energia che Marta trovava in quelli di Edith. Occhi grigi che si abbeveravano in quelli nocciola, pietre preziose che sfolgoravano nel riverbero della pallida signora della notte, la loro complice, la favoreggiatrice dei loro amori di cui nessuno sapeva nulla.

Edith Mayer accarezzò il corpo caldo di Marta. Ne percepì la vita sotto i polpastrelli, sulla punta della lingua, nel contatto tra le loro pelli. Vi scivolò sopra, piano, amandone il misterioso segreto. Quel segreto che sarebbe stato solo suo, per l’eternità.

E fu il più bello e prezioso di tutti i boccioli di rosa, quello che le fiorì davanti agli occhi.

«Ti amo, Edith…» mormorò Marta.

«E io amo te, e ti amerò per sempre…» promise Edith, guardando i suoi occhi magici.

La sua voce era carica di una serietà adulta, di una consapevolezza che contrastava con le immagini ancora acerbe dei loro giovani corpi.

«Ti amerò in vita… e ti amerò in morte…»

 




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