A
passo rapido, Nick uscì dalla stanza e si avviò verso la palestra.
Il
cuore martellava le sue costole e il suo battito rimbombava nelle sue
orecchie, come la detonazione di un cannone. Non poteva più
attendere.
Aveva
bisogno di aprire il suo cuore a Ringo e rivelargli la verità sui
suoi sentimenti.
Ti
amo., pensò. Era stato attirato dall'indole energica e
volitiva del suo compagno.
Non
aveva paura di correre rischi, pur di difendere le sue idee.
Si
irrigidì, poi rilasciò un sospiro. Quella vitalità era diminuita,
a causa di una prova dolorosa.
Suo
padre, da lui creduto morto, era in stato vegetativo permanente.
E
i militari avevano scaricato su di lui il peso di una scelta
straziante.
Sei
meraviglioso., si
disse. Avrebbe potuto costringerlo ad una vita puramente biologica,
pur di non soffrire.
Invece,
aveva scelto di staccare la spina e di permettergli di morire in
pace.
Quanti
avrebbero sopportato un tale gravame con il suo triste stoicismo?
L'angoscia
divampò nel suo petto e il giovane strinse il pugno. Per cinque,
lunghi mesi si era chiuso nel dolore.
Sopportava
un senso di colpa incomprensibile e tale pena lo aveva condotto sul
filo di un abisso privo di luce.
Ricordava
bene il suo senso di angoscia, mentre stringeva tra le sue braccia il
suo corpo privo di sensi.
Tante
domande, in quel momento, erano sorte nella sua mente e, per poco,
non era crollato, straziato dal rimorso. Cosa lo aveva spinto al
suicidio?
Perché
non si erano accorti della sua disperazione?
Avrebbe
dovuto andare oltre la sua maschera di fierezza e, invece, si era
lasciato annebbiare dall'egoismo.
Per
fortuna, erano riusciti a strapparlo alla morte.
Il
tempo e le cure gli avevano permesso di riprendersi da quella
tragedia devastante.
Il
sorriso, a poco a poco, aveva ripreso a illuminare il suo
Si
fermò davanti alla porta della camera di Ringo e premette il
pulsante centrale del quadrante d'ingresso.
Un
lungo trillo si diffuse e, poco dopo, la porta si aprì, rivelando
l'alta figura di Richard, vestita d'una maglia bianca, jeans e scarpe
da ginnastica
Nick,
per alcuni istanti, lo fissò, poi un leggero sorriso sollevò le sue
labbra. Gli occhi cerulei di Ringo risplendevano, come due gemme.
La
sua indole energica, prima sfibrata dall'angoscia e dal rimorso,
riverberava nel suo sguardo magnifico.
E
il suo corpo splendido aveva ripreso vigore.
– Che
cosa c'è, Nick? Hai bisogno di qualcosa? – domandò il giovane
pilota.
L'ex
Teknoman, per alcuni istanti, esitò. In quell'istante, la sua
fermezza era svanita e gli pareva di avere la testa leggera.
Sotto
lo sguardo penetrante di Richard, si sentiva nudo, indifeso.
– Ho
bisogno di parlarti. E' possibile? –
chiese.
Richard
lo squadrò e accennò ad un sorriso.
–
Certo,
entra. –
Attraversò
la stanza e, di tanto in tanto, lanciò sguardi a destra e a
sinistra.
La
stanza, di dimensioni piuttosto ampie, era di forma rettangolare e,
alla parete lunga di destra, era appoggiato un letto piuttosto lungo.
Una
scrivania quadrata di quercia era appoggiata alla parete opposta e, a
poca distanza da questa, c'era una libreria lignea, ingombra di
libri.
Il
pavimento era d'un intenso blu, mentre al soffitto bianco era appesa
una lampada a neon.
Ai
piedi del letto, erano una chitarra e un sacco da pugilato logoro e
sopra vi era un portatile.
Nick
sospirò. Finalmente, era giunto il momento della confessione.
Ma
cosa avrebbe detto Ringo?
Di
scatto, allungò le mani e strinse quelle di Ringo. Non poteva
impantanarsi in inutili congetture.
Il
pilota, a quel tocco, sussultò e rimase fermo, come fosse stato
congelato. Mai il suo compagno era stato tanto espansivo con lui.
E
i suoi occhi verdi, di solito calmi e imperscrutabili, sembravano
riverberare d'una luce insolita.
Tale
bagliore, non poteva negarlo, non lo lasciava indifferente.
–
Questi
lunghi mesi sono stati fortemente dolorosi per me. Ho creduto di
averti perso per sempre. E' stato terribile trovarti immobile,
immerso in un sonno artificiale. – cominciò.
L'altro
sospirò e scosse la testa. Aveva imparato a convivere coi ricordi,
ma l'ombra dell'imbarazzo non lo abbandonava mai, quando ricordava
quell'evento.
Come
ho potuto commettere un simile errore?, pensò.
Non voleva fare preoccupare nessuno, ma aveva fallito.
I
suoi compagni non avevano potuto festeggiare la rinascita dell'ex
coraggioso Teknoman.
Nick,
a stento, frenò un'imprecazione contro se stesso. Si era accorto
dell'ombra della mortificazione negli occhi cerulei di Ringo.
Doveva
allontanare un simile pensiero dalla sua mente, perché non lo
meritava.
–
Non
sono arrabbiato con te, perché tu non hai nessuna colpa. Hanno
scaricato sulle tue spalle il peso di una scelta terribile, che un
figlio non dovrebbe mai provare. Tu, Ringo, sei stato un eroe e,
quando ho saputo la verità, accanto al dispiacere, ho provato
ammirazione per te. – continuò,
pacato. Il suo corpo, in realtà, fremeva di desiderio.
Voleva
stringere Richard tra le sue braccia e riversare su di lui la sua
passione.
L'altro,
sentendo l'ultima frase, scoppiò in una risata malinconica.
–
Non
ti sembra di esagerare? Non ho fatto niente di così straordinario. –
replicò.
–
No.
Tu avresti potuto tenere tuo padre con te, ma non lo hai fatto. Hai
rispettato le sue scelte e i suoi desideri. Hai un animo generoso e,
per questo, ti ammiro. Ma il mio sentimento per te non è limitato a
questo. – ribatté
l'ex Teknoman.
Ringo
tacque, turbato, e non allontanò lo sguardo dalle iridi smeraldine
del compagno. Perché il suo cuore palpitava con una forza così
dolorosa?
Ansioso,
attendeva una conferma al suo pensiero, eppure temeva le parole di
Nick.
All'espressione
dubbiosa di Ringo, il sorriso dell'ex Teknoman si accentuò e la
stretta delle sue mani aumentò.
–
Sì.
Mi sono innamorato di te. Tu sai che io e Star ci siamo lasciati. E
la ragione sei tu. –
Ringo
sbarrò gli occhi e aprì la bocca, emettendo un gemito sorpreso. In
quel momento, gli sembrava di vivere in un sogno.
–
La
mia relazione con lei è rimasta di amicizia fraterna. Ma io non
potevo continuare a mentirle. Il mio recupero mi ha permesso di
vedere le cose da un punto di vista differente. –
Si
interruppe e cercò di scrutare il viso di Ringo. Aveva mantenuto
un'espressione impenetrabile, quasi statuaria.
E
tale serietà lo turbava.
Era
disgustato? Lo stupore gli impediva di pensare?
Però,
non si era allontanato da lui e la forza non gli mancava.
Era
il segnale di una speranza?
–
Ho
potuto ammirare la tua grinta. E ho sofferto, quando ti ho visto
spegnerti, senza capire il perché. So la ragione della tua scelta
e ti ringrazio per la premura, ma avrei preferito sapere la ragione
della tua angoscia. E, anche se per motivi diversi, credo lo abbiano
pensato anche gli altri. –
Ringo,
per ulteriori, lunghi istanti, rimase silenzioso, gli occhi lucidi di
lacrime. La confessione di quel sentimento riscaldava il suo cuore.
In
quei lunghi anni, aveva compreso di amare lo schivo e coraggioso
Teknoman.
Ma
non gli aveva rivelato nulla, dilaniato dal rimorso e dalla paura.
–
Grazie...
Sono felice di... di ricambiarti, Nick... –
confessò, la voce incrinata. La gioia, in quel momento, fluiva nel
suo cuore e i suoi battiti acceleravano, martellandogli le costole.
Nick
sorrise, poi gli cinse le spalle e lo baciò sulle labbra. Lo aveva
sentito ricambiare il suo bacio, senza alcuna esitazione.
E
tale consenso, così sincero, era per lui fonte di gioia.
Finalmente,
si erano ritrovati.
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