It was all a Dream

di Nuage_Rose
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» Prompt: It was all a dream 
» N° parole: 585

 

It was all a Dream

 

Haymitch mi fissa, evidentemente sorpreso dalla mia presenza davanti alla porta di casa sua. Sorride appena e si scosta una ciocca di capelli biondi dalla fronte, guardandomi meglio: “A che devo il piacere, Peeta?”
Mi limito ad indicargli il bicchiere di scotch ghiacciato che ha in mano: “Me ne offriresti uno?”
Ridacchia, scostandosi per farmi entrare: “Non credevo che me lo avresti chiesto. Sei sempre così… morigerato. Solitamente è Katniss che mi chiede queste cose.”
Sospiro, sedendomi su una sedia della cucina: “Lo so. Anche se lei non me lo ha mai detto. So che viene da te quando… mi capita. Quando faccio brutti sogni.”
Mi passo una mano sulla testa, tentando di scacciare quella sensazione fastidiosa che mi prende alla bocca dello stomaco. Non è colpa tua. Me lo ripeto sempre, da mesi. Non è colpa tua. Haymitch non dice nulla, va solo a prendere un altro bicchiere e ci mette quattro cubetti di ghiaccio. Versa lo scotch, fissandomi preoccupato.
Mi viene quasi da sorridere, è divertente vedere come si è affezionato ormai a me e a Katniss nel corso degli anni: e dire che ci aveva dato per spacciati la prima volta che ci ha conosciuti. Anche se ovviamente Katniss era la sua preferita.
Mi passa il bicchiere e si siede accanto a me, su una sedia libera. La sua posizione è, come al solito, stravaccata e questa volta guarda il soffitto, massaggiandosi la testa: “Voi bambini mi farete diventare matto. E dire che tra qualche anno sarò vecchio, dovrete essere voi a prendervi cura di me.”
Stringo il bicchiere, indeciso se bere o meno: allevierà davvero il mio dolore? Forse vale la pena provare. Ne bevo qualche sorso, il sapore forte e il calore dell’alcool quasi mi brucia la gola.
Haymitch ride per la mia reazione: “Lo sai, non penso che sia adatta a te questa roba. Non passerà solo con qualche bicchiere, nemmeno la droga o qualche anestetico potrà farlo. Dovrai essere tu a perdonarti, dandoti il tempo per farlo.”
Abbasso lo sguardo: “Non sono solo i sensi di colpa a prendermi. Sono spaventato… i miei incubi sono terribili. Mi sveglio di soprassalto, sudato… a volte sto solo prendendo Katniss per la gola e altre volte sogno di ferirla con un pugnale o con una freccia. E se… e se lo facessi davvero?”
La cosa mi terrorizza. Ancora non capisco perché Katniss continui a vivere con me, ad amarmi. Quando mi capitano questi episodi, vedo il suo sguardo terrorizzato. Per me, non per sé stessa. Quella notte… l’ho quasi strangolata nel delirio del mio sogno. Quando mi passeranno questi incubi? Mi toglierei la vita se dovessi mai farle del male davvero, non potrei mai sopportare di aver fatto un simile orrore.
Capitol City e il presidente Snow ci hanno tolto molto, a me hanno tolto la sanità mentale. Anche se solo in parte. Di giorno è più facile restare lucidi e dividere il sogno dalla realtà.
Haymitch mi mette una mano sulla spalla, tornado al ruolo da mentore: “Ragazzo, è solo un sogno. Sei più forte di lui. Hai combattuto fino ad ora, non mollare tutto. Meriti di essere felice, lo meritate entrambi. E sappiamo benissimo che non resisteresti nemmeno un giorno lontano da lei.”
Mi canzona, ma in fondo ha ragione: Katniss è la donna che amo, non voglio rinunciare a lei, specie dopo tutto quello che insieme abbiamo fatto e superato. Non sarà certo un sogno a fermarci.
Era tutto un sogno.





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