LA GUERRA DEI BARBARI

di The Lone Soldier
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Arnobio, ora senatore, rimase in Gallia a combattere al fianco del Rex Romanorum Siagrio e, una volta che l’ultimo generale venne sconfitto e l’ultimo baluardo romano conquistato, egli venne portato a Ravenna come prigioniero e Odoacre lo graziò, vedendo in lui un possibile alleato, nominandolo senatore.
Sulla via dei cinquant’anni e con un corpo robusto e segnato dalle cicatrici, i capelli grigi ma ben curati, occhi ambrati, Arnobio stava viaggiando a cavallo verso la dimora, situata nella campagna di Ravenna, del Generale Suxessus, il quale fu tra gli ultimi a restare fedele a Giulio Nepote dopo la sua deposizione e lì vi rimase fino al suo omicidio, avvenuto per mano del suo Generale Ovida nel 480 d.C.
 
Era mattina e la nebbia si stava alzando dai campi e Arnobio si coprì il più possibile per sopportare al meglio il freddo e cavalcava il suo stallone verso la dimora del Generale e per farlo prese strade non battute: gli Unni rimasti in Italia avrebbero potuto attaccarlo.
Dopo diverse ore la vide e tirò le briglie, raggiungendola a passo lento e osservando ciòche c’era attorno: campi, alberi e pozzanghere qua e là.
Arrivò dinanzi al portone d’ingresso in legno e bussò.
La risposta non arrivò e guardò le mura bianche su un perimetro quadrato.
Ad un certo punto qualcuno decise di aprire e si mostrò una donna sulla sessantina, capelli grigi, occhi verdi, con abiti regali di colore viola.
-Sei qui per il mio sposo? Entra pure, ti stava aspettando. –
La donna fece entrare Arnobio e si trovò in un cortile dove c’erano diverse galline e polli che vagavano qua e là.
Poco più avanti l’abitazione a pianta rettangolare, il cui ingresso era caratterizzato da una tendone rosso e da lì si scorse il Generale, stempiato e con un abito bianco usurato.
L’uomo si fece avanti con decisione e una volta arrivato al capezzale del senatore, disse:
-Arnobio, soldato romano che seguì Siagrio in Gallia! Quale evento ti porta a bussare alla mia umile dimora? –
- Odoacre mi ha incaricato … -
Suxessus fermò il suo interlocutore.
-Non ti permettere di nominare quella persona in questa dimora. Sai io sono rimasto fedele fino all’ultimo a Nepote e ho creduto potesse tornare sul trono. Mi ha permesso di vivere qui ma non lo riconosco. E nemmeno tu dovresti farlo! Perché lo fai? –
Arnobio rimase attonito, incapace di rispondere.
All’improvviso il portone in legno venne sfondato e dall’altra parte si palesarono dieci energumeni vestiti con pelli, scudi e capelli scuri.
Due di loro si avvicinarono alla moglie di Suxessus.
Costui tornò in casa e velocemente ne uscì, armato di spada.
-Provate solo a toglierle un capello e finirete malamente! –
Arnobio fece altrettanto e si mise accanto al suo interlocutore, pronto a combattere.
Suxessus, improvvisamente, cadde in avanti senza vita, colpito da una freccia nella schiena.
Il senatore si voltò e vide un soldato romano con un elmo coperto, e intuì si trattasse di un Cavaliere Imperiale.
Urlò per la disperazione e sembrò che stesse per andare incontro all’arciere ma si bloccò: la moglie di Suxessus urlò prima di essere uccisa dagli Unni.
A quel punto per Arnobio fu chiaro che da lì dovesse fuggire e raggiunse la parete alla sua sinistra, la scavalcò uscendo dalla casa.
Con un fischio chiamò il suo destriero, che arrivò di corsa e ci salì, fuggendo dalla villa.
Si guardò indietro e vide alzarsi il fumo.
-Devo avvisare Odoacre! –




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