Perfettamente sbagliato

di Rohhh
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Ciao a tutte carissime lettrici.

Non riesco a crederci nemmeno io che sono riuscita ad aggiornare questa storia che amo tantissimo ma che purtroppo era rimasta in stand by per un tempo lunghissimo per vari motivi tra cui mancanza di tempo e anche di ispirazione.

Mi scuso con tutte coloro che seguivano e che spero abbiano ancora interesse a continuare la lettura. 

Mi impegnerò per aggiornare più rapidamente e nel frattempo vi lascio al nuovo capitolo.

Un abbraccio!

 

CAPITOLO 48 - RINASCITA

 

"Coraggio, a tavola! È pronto il pranzo!" 

La voce insolitamente squillante e risoluta di Melissa rimbombò tra le pareti scarne di quel piccolo monolocale.

La risposta all' invito non tardò ad arrivare ma assomigliò più a un mugugno che a una frase pronunciata da un essere umano.

"Non mi va di mangiare" 

Melissa riuscì per miracolo a decifrare quel suono soffocato che sembrava provenire da sottoterra, aggrottò le sopracciglia e sospirò pesantemente.

No, così non andava per niente bene.

Si slacciò con un gesto rapido il grembiule a fiori che aveva usato per cucinare e con passo deciso si avviò oltre il muro bianco della cucina, collegato alla stanza accanto semplicemente da un'apertura ad arco coperta solo da una tendina scorrevole.

Ashley giaceva seduta sul letto, rannicchiata attorno alle sue ginocchia proprio come l'aveva lasciata poco prima, avvolta da una pesante coperta che lasciava scoperto solo il viso, pallido e spento, su cui si potevano facilmente notare le labbra secche e screpolate e gli occhi ancora gonfi e arrossati, segno inconfondibile di infiniti pianti.

Melissa si piazzò davanti a lei, con le mani poggiate sui fianchi, cercando di sembrare autorevole nonostante il suo metro e sessanta scarso la facesse apparire poco credibile.

"Spero di aver capito male. Non avere fame non è contemplato nel programma di oggi - le intimò con tono fermo ma affettuoso, come avrebbe fatto qualunque madre premurosa - e adesso togliti di dosso questa cosa che ti fa sembrare una mummia egizia e sgranchisciti un po'! Più stai ferma e più sentirai freddo" continuò, strappandole via la coperta dalle spalle.

Ashley si strinse nelle braccia di riflesso, e strofinò le maniche della sua felpa grigia.

La stufa era più che sufficiente a riscaldare quel minuscolo appartamento, ma lei, curva su se stessa come volesse scomparire, sentiva il gelo nelle ossa e soprattutto nel cuore.

"Sul serio, Melissa…non mi va" provò a insistere ma la sua amica non aveva la benché minima intenzione di cedere.

"Ah, non ci provare! E adesso sbrigati o si fredda la minestra!" ribadì con fermezza, sorridendole prima di voltarsi e raggiungere la cucina.

Ashley capì che non l'avrebbe spuntata con lei.

La osservò mentre di spalle armeggiava con la pentola bollente e i piatti e finalmente qualcosa di simile a un sorriso increspò le sue labbra.

Quella ragazza di solito timidissima e insicura appariva così forte quel giorno che quasi stentava a riconoscerla.

Era felice di quel cambiamento positivo nella sua amica, Melissa stava tirando fuori il meglio di sé da quel periodo difficile, a differenza sua.

Sospirò e lentamente si portò in avanti per poi mettersi in piedi. Le gambe erano intorpidite e le ci volle un po' prima di riuscire a camminare.

Si sentiva debole e completamente fuori dal mondo.

In quei giorni non aveva messo piede fuori casa se non una volta per comprare qualcosa da mettere nel frigo.

Fece capolino in cucina, Melissa percepì la sua presenza e si girò subito.

"Oh, eccoti! - esclamò felice, poi si avvicinò a lei, le sistemò qualche ciocca di capelli e la guardò soddisfatta - bene, temevo che avresti voluto passare l'intera giornata immobile a letto a rimuginare" 

"L'idea era proprio quella, in realtà" non si vergognò di confermare Ashley, con lo sguardo pensieroso.

Melissa le lanciò un'occhiataccia.

"Non dirlo neanche per scherzo! Vuoi farmi credere che hai passato così questi ultimi quattro giorni?" chiese sconvolta e molto preoccupata.

"Più o meno" rispose vaga la rossa, prima di accomodarsi mollemente su una sedia a tavola.

Da quando aveva abbandonato Matt in quella maniera orrenda erano passati appena quattro giorni e lei non aveva fatto altro che piangere e ripensare a lui.

Il dolore era troppo grande ma in fondo quella di andarsene era stata una sua scelta, anche se sofferta.

E poi c'era quel suo "ti amo" che continuava a ronzarle in testa, dolce e doloroso allo stesso tempo.

Melissa la fissò con uno sguardo molto preoccupato, poi le mise davanti un piatto fumante che emanava un buon profumo.

"Sú mangia…è una ricetta di mia mamma, ti assicuro che questa minestra è buonissima, soprattutto d'inverno, con questo freddo pazzesco ti riscalda che è un piacere! Ti rimetterà in sesto, vedrai!" La incoraggiò la bruna, per poi accomodarsi di fronte a lei.

Ashley si lasciò coccolare dal calore che emanava il piatto e in effetti un po' di appetito riaffiorò nel suo stomaco.

In quei giorni aveva mangiato poco e male, aveva il viso scavato e poche forze.

"Ti ringrazio ma non c'era bisogno che faticassi ai fornelli per me…un panino sarebbe andato più che bene" disse, girando distrattamente il cucchiaio nella minestra calda.

"Ma che dici? Mi ha fatto piacere! E poi devi nutrirti in maniera sana e adeguata, le difese immunitarie si abbassano molto quando attraversiamo un momento di forte stress e un'alimentazione equilibrata e ricca è fondamentale" ribadì sicura, facendosi forte dei suoi studi.

Ashley sorrise.

"Dimenticavo che la mia amica è un futuro medico" scherzò, prima di cominciare finalmente a mangiare di gusto.

Rimasero in silenzio alcuni minuti durante i quali l'unico rumore fu il ticchettio dei cucchiai sulla ceramica dei piatti, un tempo che sembrò interminabile, entrambe coi volti bassi, senza sapere da dove cominciare.

Ashley aveva trascorso da sola quei primi giorni dopo essersi trasferita ma presto si era resa conto di avere bisogno di una presenza amica e fidata al suo fianco per riuscire a venire fuori dall' enorme vortice di tristezza e depressione in cui stava precipitando.

Aveva mandato un messaggio a Melissa, dicendole soltanto che era andata via, e a lei erano bastate quelle poche parole per farla catapultare in quel piccolo monolocale.

Aveva trovato Ashley in condizioni pietose, irriconoscibile.

Sembrava l'ombra di se stessa, senza voglia di reagire o lottare, chiusa nella sua sofferenza e molto diversa dalla ragazza combattiva che conosceva.

Aveva deciso che non glielo avrebbe permesso, le avrebbe dato una scrollata per il suo bene, per non far sì che avere sacrificato il suo amore non fosse servito a nulla.

Avevano parlato davvero poco, si erano abbracciate ed Ashley era scoppiata a piangere, singhiozzando.

Quando si era calmata Melissa aveva pensato che innanzitutto dovesse prendersi cura del suo corpo e non c'era niente di meglio che iniziare da un bel pasto decente.

"Non so come ringraziarti, Melissa. Sei l'amica migliore che potessi trovare" disse flebilmente Ashley, ad un certo punto.

"Oh, ma non devi ringraziarmi! Ashley, ero così preoccupata per te quando mi hai scritto! Le amiche si aiutano proprio nel momento del bisogno, no?" la tranquillizzò prendendole una mano tra le sue, tiepide.

"Già." Disse soltanto Ashley, per poi abbassare nuovamente lo sguardo.

Melissa la osservò con aria affranta.

Non voleva obbligarla a parlare di qualcosa che la faceva soffrire ma era ben consapevole che la sua amica non poteva continuare con quell'atteggiamento remissivo.

Roteò gli occhi, posò lo sguardo distrattamente sulle pareti spoglie di quel piccolo appartamento ancora così anonimo, poi intrecciò le mani e si schiarì la voce.

"E così lo hai lasciato" 

Ashley spalancò gli occhi, una fitta al cuore la riportò crudelmente a quel momento che avrebbe voluto cancellare per sempre.

"Mi ha detto che mi ama, Melissa - ribattè d'improvviso, lasciando l'amica a bocca aperta - è stato assurdo perché ho provato la più grande gioia e il dolore più forte, il tutto contemporaneamente. Non so neanche com'è stato possibile.  Me ne sono andata senza dire niente, senza riuscire a dirgli cosa provo dopo tutti questi mesi...come un'idiota." confessò di getto, con la voce tremante e le mani sul viso.

Melissa rimase senza parole, poteva solo immaginare quale battaglia si stava combattendo nell'animo della sua cara amica e quanto male dovesse fare.

Deglutì, poi dischiuse le labbra.

"Lo hai fatto per una buona causa. Per te stessa e per poter chiudere definitivamente questo capitolo della tua vita" cercò di incoraggiarla, provando a riportare la sua attenzione all'obiettivo che si era prefissata.

"Lo so, e non lo rinnego…avrei solo voluto essere più coraggiosa e mi dispiace di non essere riuscita a trovare un modo per non ferirlo. Ho ancora in mente i suoi occhi, la sua voce che lasciava trasparire tutta la delusione…mi manca da morire" disse, aprendosi con sincerità e riuscendo a buttare fuori tutti quei pensieri opprimenti.

Melissa batté debolmente il pugno sul tavolo, lo fece quasi con delicatezza ma quel gesto insolito attirò comunque l'attenzione di Ashley.

La rossa fissò lo sguardo corrucciato dell'amica con stupore.

"Beh, però non te la prendere per quello che sto per dirti e scusa se sembro dura ma…continuando a comportarti così, a piangerti addosso e a passare i giorni ripensando a Matt non farai altro che vanificare le tue scelte, compresa quella di abbandonarlo. - dichiarò schietta, le guance arrossate che rivelavano quanto fosse difficile per lei parlare alla sua amica in quella maniera poco gentile - scusami ma…quello che voglio dire è che…so che stai soffrendo e che stai malissimo al pensiero di quello che hai fatto a Matt ma adesso devi spostare l'attenzione da lui a te stessa e devi farlo anche per voi, per quello che rappresenta il vostro amore. Solo così troverai la soluzione a tutto e chissà, forse potrai ritrovarlo e finalmente essere felici insieme" 

Ashley rimase immobile, la sua fronte si contrasse appena alle parole dell'amica.

Melissa era così saggia e così razionale in quel momento, molto più di lei che aveva ragionato talmente tanto in quei giorni, aveva pianificato ogni azione, ogni riflessione, ogni tattica per venirne fuori e adesso si era praticamente persa in mezzo alle sue stesse congetture.

"Hai ragione, io…mi sono lasciata trasportare dai sentimenti e dalle emozioni ma…ho perso di vista il vero motivo per cui sono qui..ed è vero…non è giusto neanche nei confronti di Matt. Me ne rendo conto adesso e…voglio recuperare, giuro che ce la metterò tutta" le promise in uno slancio di entusiasmo, facendo tornare il sorriso sulle labbra di Melissa.

"Così ti voglio! I tuoi consigli mi hanno sempre aiutata e se adesso ho il coraggio di stare con Luke lo devo anche a te…quando ti ho vista così arrendevole e fiacca oggi non potevo rimanere indifferente. Sono con te amica mia, senpre. E poi sono sicura che Matt saprà aspettarti" la confortò, sperando di infonderle coraggio ma Ashley si rabbuiò.

"Non gli ho chiesto di aspettarmi. Egoisticamente vorrei tanto che possa farlo ma non potevo chiederglielo, lui deve vivere la sua vita e non può dipendere dai miei tempi e da quando riuscirò a rimettere le cose a posto. Almeno questo glielo dovevo, la sua libertà."  Le spiegò, le sue parole lasciavano un sapore amaro ma rispecchiavano la verità.

"Io sono un'inguaribile romantica…e sono sicura che tutto andrà bene, deve farlo" ribatté però Melissa, riportando una nota di positività nella conversazione.

Ashley sorrise.

Avrebbe tanto voluto crederle.

Passarono il pomeriggio insieme a chiacchierare del più e del meno.

Quando Ashley salutò la sua amica e si richiuse la porta alle spalle si ritrovò di nuovo da sola.

Ma stavolta non aveva più paura.

Prese un lungo respiro, frugò da uno dei pacchi con dentro le sue cose che non aveva avuto voglia di sistemare e tirò fuori un piccolo quaderno ancora immacolato.

Impugnò una penna e si mise alla scrivania, illuminata solo da una lampada da tavolo.

Scrivere era sempre stata la sua valvola di sfogo nei momenti peggiori della sua vita.

L'aveva aiutata con la morte di suo padre e poi con l'abbandono di sua madre.

L'avrebbe fatto ancora adesso, ne era sicura.

Segnò la data di quel giorno come inizio e la sottolineò.

Quella sarebbe stata la sua ripartenza, il giorno zero.

Cominciò a buttare giù un fiume di parole, stati d'animo, obiettivi, sogni e anche cose più materiali, come la lista delle cose da comprare per rendere più accogliente quel posto.

La sua nuova casa era un simbolo, il luogo in cui ritrovarsi dopo essersi smarrita e doveva renderla familiare, personale, doveva fare in modo che la facesse sentire bene e al sicuro.

Avrebbe cominciato già l'indomani stesso.

Quando chiuse il quaderno erano già le due di notte.

Sorrise, lo ripose nel cassetto e per la prima volta dopo giorni, dormí di un sonno sereno e ristoratore senza incubi.

 

"Ok, questo era l'ultimo" disse Ashley mentre sistemava un libro sullo scaffale di una libreria colore avorio.

"Beh, direi che il risultato non è niente male" commentò Melissa, stiracchiandosi le braccia e raddrizzando la schiena.

Aveva aiutato Ashley a montare una libreria nuova dove poter conservare in ordine tutti i suoi amati libri.

"Già, mi piace proprio" 

La rossa si guardò attorno soddisfatta.

Erano passate due settimane dalla conversazione avuta con Melissa e molte cose erano cambiate in lei.

Era tornata ad essere la ragazza combattiva di prima, decisa e concentrata.

Aveva completamente rimodernato la casa, comprato suppellettili, piante, candele e quant'altro potesse farla sentire a suo agio.

Aveva persino ridipinto le pareti con il gentile aiuto di Melissa che si era offerta di sua spontanea volontà, nonostante Ashley si fosse sentita tanto in colpa a vederla faticare per lei.

"Ti va di fare merenda adesso? Ho troppa fame e poi devo sdebitarmi per il tuo aiuto. Ieri per rilassarmi dopo il lavoro ho fatto una torta alle mele ma vivo da sola perciò è praticamente quasi intatta."  disse mentre metteva a posto gli attrezzi che avevano usato per montare il mobile.

"Non devi sdebitarti però la torta la accetto volentieri " rispose Melissa.

"Andiamo di là"

Melissa si accomodò al tavolo mentre la sua amica prendeva la torta e ne tagliava delle fette.

Il suo viso divenne d'improvviso incerto, come se non sapesse cosa fare ed Ashley se ne accorse.

"Qualcosa non va?" Chiese preoccupata.

"Ieri Luke è uscito con Matt" disse subito l'amica, trovando un briciolo di coraggio.

La mano di Ashley esitò nel continuare a tagliare il dolce, si fermò un attimo e il suo viso sbiancò.

Poi lentamente riprese.

"Come sta?" Domandò con un filo di voce cercando di restare indifferente e tranquilla mentre tentava invano di calmare il suo cuore impazzito al solo sentire il nome del ragazzo.

"Mi ha detto che sta meglio adesso ma non ha aggiunto troppi particolari. Sai, quando si tratta del suo migliore amico ha la bocca cucita anche con me. Hanno passato una serata piacevole, a quanto pare. C'era anche Jessica con loro" le raccontò, sperando di non aver sbagliato a introdurre quel discorso.

"Chissà quanto mi odia quella" commentò bruscamente Ashley, passando una fetta di torta a Melissa.

Ricordava i modi poco carini di Jessica e quanto si stessero reciprocamente antipatiche e di sicuro, avendo saputo del suo abbandono nei confronti di Matt, il disprezzo era certamente aumentato.

"Nessuno può giudicare le tue scelte. Non pensare agli altri, pensa a te, non dimenticarlo" le ricordò Melissa.

"Comunque sono contenta che stia meglio. Anzi, spero che sia già riuscito a dimenticarmi" aggiunse Ashley amaramente, con un forte nodo alla gola.

Le faceva male dire quelle cose ma era giusto così.

"Non deve andare per forza in questo modo" provò a ribattere timidamente Melissa, ma la rossa sembrava irremovibile.

"E come altro potrebbe? L'ho ferito e non sono sicura che abbia compreso appieno il perché delle mie azioni. Che cosa dovrei fare secondo te?" chiese rassegnata e anche un po' disperata, senza aspettarsi alcuna risposta di incoraggiamento.

Melissa abbassò lo sguardo e strinse i pugni delle sue mani.

Ci pensò per un attimo, poi sollevò la testa e incontrò lo sguardo spaesato di Ashley.

"Io non so dirti cosa dovresti fare però…so che non si dovrebbero mai lasciare situazioni irrisolte e non credo proprio che la vostra storia sia arrivata all'ultimo atto, non in quella maniera. Le cose a volte trovano il loro corso da sole, con calma" dichiarò sicura, terminando la frase con un luminoso sorriso e uno sguardo così dolce e rassicurante che diede una flebile speranza alla sua amica.

"Vorrei tanto che tu avessi ragione" sussurrò pensierosa Ashley, lasciando che mille domande affollassero la sua mente.

 

Ashley era fermamente convinta che quando qualcosa si frantumava in pezzi era impossibile farla tornare esattamente allo stato originario.

Succedeva con gli oggetti e anche con le persone.

Eppure era altrettanto sicura di un'altra verità.

Un vaso rotto non sarebbe mai ritornato perfetto come quando uscito dalla fabbrica ma incollare per bene i pezzi, uno per uno, avrebbe permesso di dargli una seconda vita senza bisogno di gettarlo via per sempre.

Certo, le crepe e i punti di giuntura tra i pezzi si sarebbero notati lo stesso da vicino e a un occhio attento, ma l'avrebbero reso anche più particolare, diverso e con una storia da raccontare.

In quelle settimane passate quasi del tutto in solitaria, se si escludeva qualche visita sporadica di Melissa, aveva avuto modo di riflettere indisturbata e senza condizionamenti, proprio come aveva programmato.

Ed era arrivata alla conclusione che, per rimettere insieme i cocci della sua vita e dei rapporti con le persone a cui teneva, doveva partire da zero senza tralasciare niente e nessuno.

Se ogni pezzo, anche il più piccolo, fosse andato a posto allora anche lei sarebbe tornata in piedi, con le cicatrici a ricordarle gli errori in cui non doveva più ricadere.

Sembrava un piano molto efficace, bisognava solo attuarlo e decidere da chi cominciare.

Ashley poggiò il mento sul palmo della mano e guardo fuori dalla finestra della sua camera da letto.

Dopo quei ragionamenti estremamente razionali, adesso doveva essere il suo cuore a guidarla.

Aggrottò lievemente le sopracciglia, poi non ebbe più dubbi.

Prese il telefono e le sue dita scorsero fino a un nome.

"Terence" 

Avrebbe cominciato da lui, dalla prima persona che l'aveva salvata quando era giunta in città e quella che le era stata amica fino alla fine, nonostante i sentimenti non ricambiati.

Gliela doveva una spiegazione e, anche se era terrorizzata di rivederlo dopo il casino che aveva combinato, non c'erano altre soluzioni.

Con le mani gelide e che le tremavano, scrisse velocemente un messaggio, sembrava quasi che, se non avesse fatto in fretta, forse non ne avrebbe avuto più il coraggio.

'Ciao, ci vediamo uno di questi giorni? Devo parlarti…se ti va' 

Poche e semplici parole.

'Non mi risponderà mai, probabilmente' pensò sconsolata dopo aver atteso invano dieci minuti con l'ansia nel cuore.

Andò in bagno e si mise il pigiama, spense la luce, rimanendo in penombra con soltanto la piccola lampadina del comodino a illuminare debolmente la stanza.

Si sedette sul letto e poi si buttò sul cuscino, sospirando.

Fissò il soffitto qualche secondo, poi si girò di fianco e si allungò per spegnere la luce quando una vibrazione la distolse dal farlo.

Sbarrò gli occhi e col cuore in subbuglio, afferrò il cellulare.

Un messaggio di Terence.

Lo aprí rapida come una scheggia, preparandosi a leggere insulti o inviti ad andare a quel paese, invece la risposta la spiazzò.

"Domani va bene?" 

Pochissime parole, un po' fredde ma ci stava vista la situazione.

"Si, finisco di lavorare alle 18" rispose, cercando di digitare correttamente le lettere.

"Ok, ci vediamo al nostro solito bar" 

Ashley posò il telefono e chiuse finalmente gli occhi, con un sorriso di speranza sul viso.

Ci sarebbe voluta tanta colla per rimettere a posto quel pezzo ma ci avrebbe provato con tutta se stessa.

 

Il bar era stracolmo a quell'orario pomeridiano in pieno inverno.

La gente cercava posti confortevoli in cui rifugiarsi e scambiare quattro chiacchiere con amici, fidanzati, conoscenti, sorseggiando qualcosa di caldo.

Lei sedeva ancora sola al tavolo.

Era arrivata in anticipo, impaziente per quell'incontro cruciale, quello da cui prendeva il via il suo tentativo di rinascita.

D'un tratto vide sbucare all'ingresso Terence.

Non era cambiato, i soliti capelli castani ordinati e una lieve barba sulle guance.

Il ragazzo si guardò intorno, poi si voltò nella sua direzione ed Ashley gli fece un piccolo cenno per farsi notare.

Gli occhi di Terence cambiarono espressione quando la videro e man mano che si avvicinava Ashley poté leggerci dentro.

La guardava in modo molto diverso da quello solare e gioioso a cui era abituata, non c'era traccia della spensieratezza e nemmeno dell'amore che aveva provato per lei.

C'era solo una seria consapevolezza, la certezza di chi adesso sa del tradimento, delle bugie, dei sotterfugi.

La delusione di chi guarda negli occhi la ragazza di cui era innamorato e se le immagina a letto col suo peggior nemico, come in un incubo.

"Ciao Terence" provò a rompere il ghiaccio lei.

"Ciao, è tanto che aspetti?" rispose lui, gelido e distante, la sua freddezza le fece male, soprattutto perché cozzava irrimediabilmente coi ricordi dei suoi momenti con Terence.

Lui con la battuta sempre pronta e il sorriso sul volto.

"No, tranquillo. Ero venuta in anticipo perché…non vedevo l'ora di vederti, in realtà" rivelò sinceramente, facendolo sussultare.

Terence deviò lo sguardo, sembrava a disagio ma poi si inumidí le labbra per parlare.

"Sai, ieri quando ho letto il messaggio ho pensato davvero di non risponderti. Mi sono detto, perché devo vederla? Che altro avrà da dirmi che possa migliorare ciò che ha fatto? Però sai, in questo periodo stanno cambiando tante cose e…persone - disse, pensando anche alla conversazione avuta con sua sorella poco tempo prima - e allora ho ricordato che forse in passato non ti ho mai fatto parlare abbastanza, non ti ho permesso di raccontarti, tutto preso dalla mia cotta per te e dalla mia carriera e…ho sbagliato. Quindi sono qui e stavolta ascolterò tutto, persino le verità più scomode" 

Ashley rimase ferma a osservarlo.

Sembrava più maturo e le parole che aveva appena pronunciato lo confermavano.

Si arrotolò nervosamente una ciocca di capelli, stringendosi nelle spalle.

"Terence io…non so da dove altro cominciare se non dicendo la cosa più ovvia e scontata. Non ho mai voluto farvi del male…né a te, né a Michelle. Quello che è successo con Matt è stato un fulmine a ciel sereno e il motivo per cui l'ho tenuto nascosto è che nemmeno io sapevo dove stavo andando con lui - cominciò incerta, con una marea di pensieri in testa che si spintonavano per uscire - di una cosa però mi pento e mi scuso. Non avrei dovuto nascondervi per niente al mondo la mia relazione con lui. Anche a costo di perdervi. Quello è stato un errore, lo ammetto, ma voi non mi avete certo reso semplici le cose, avevate costruito un clima di odio assurdo e inspiegabile che in fondo non sono mai riuscita a fare mio. Non ho mai odiato Matt, anche se ci ho provato solo per farvi felici, sbagliando"

Lo sguardo di Terence si fece assorto, ripensò ai motivi per cui lui e sua sorella avevano troncato i rapporti con Matt, quelli veri e non quelli dietro cui si nascondevano, e a quanto adesso sembrassero stupidi e insensati, soprattutto vedendo quanto dolore e incomprensioni avevano generato.

"Hai ragione, non avremmo dovuto costringervi ad odiare quel gruppo e mi dispiace che questo ti abbia causato tanta sofferenza. È solo che avrei voluto saperlo da te e non da mia sorella o da altri. Avrei voluto che fossi stata tu a dirmi che stavi con lui, che ci andavi a letto o qualsiasi altra cosa ci sia fra voi." Le spiegò Terence, la sua voce tremava, era insicura e agitata.

Ashley gli prese una mano, con gli occhi lucidi.

"Mi dispiace per come sono andate le cose. Il fatto è che, pensavo che la prima bugia sarebbe stata anche l'ultima perché non avevo idea di dove mi avrebbe portato quello strano rapporto con Matt e mi ripromettevo di troncarlo ogni santa volta. E poi non ci riuscivo e così…Ero convinta che ogni bugia sarebbe stata l'ultima e invece io e lui finivamo per trovarci di nuovo  insieme, non potevamo farne a meno e così…le bugie sono diventate troppe e impossibili da gestire. Potevo solo continuare a dirne di nuove, senza pensare alle conseguenze. Mi hanno travolto alla fine, tutto qui" provò a spiegarsi, Terence la guardò negli occhi e sospirò, massaggiandosi le tempie come se avesse un gran mal di testa..

"Si, credo di poter capire. Quando Michelle mi ha detto la verità è stato come se un grattacielo mi fosse piovuto in testa. Non potevo pensare a te insieme a lui, soprattutto per via dei miei sentimenti. Ho sbagliato a non analizzare tutto lucidamente e a non chiederti spiegazioni"

"Probabilmente abbiamo sbagliato tutti in questa storia. Tutti abbiamo la nostra parte di colpa ma…era giusto parlarne e chiarire se possibile." concluse mentre Terence annuì, dandole ragione.

La nebbia pian piano si diradava e i raggi del sole facevano capolino.

Per entrambi fu come scrollarsi di dosso dei macigni insopportabili.

"Lui ti piace davvero?" domandò poi Terence a bruciapelo.

"Io lo amo. - ammise Ashley senza incertezze, sorridendo amaramente perché era capace di dirlo a tutti tranne che al diretto interessato - non da subito ma…non so di preciso quando sia successo esattamente perché per tanto tempo ho cercato di negarlo persino a me stessa. Matt riesce a portare fuori angoli di me  che neanche io conosco davvero, mi comprende come nessun altro fino ad ora ha mai fatto, è un amore immenso che mi ha travolto senza che potessi evitarlo" gli confessò con le lacrime agli occhi e una stretta al petto troppo dolorosa da sopportare.

Terence strinse la sua mano.

Non osò domandarle se stavano insieme o altro, semplicemente rimase ad ascoltarla proprio come aveva promesso all'inizio.

"Beh, mi ha sconfitto anche in questo quello stronzo" commentò, ma stavolta non c'era odio nelle sue parole, soltanto una vena ironica e un sorriso sornione che non aveva potuto trattenere e che Ashley scorse con piacere.

Terence non odiava Matt, lei lo aveva intuito già da tempo.

"Il giorno della tua laurea, quando sono scappata…beh, è da lui che sono andata. Quella è stata la prima volta che abbiamo fatto sesso insieme, lo cercai disperatamente come se non avessi alternative. Avevo sofferto tanto quel giorno perché avevo visto la tua famiglia felice e unità mentre io…non ho più nessuno. Tu hai sempre sottovalutato questo aspetto della mia vita ma io sono davvero sola al mondo, tradita da chi doveva amarmi, e solo Matt è stato capace di capirmi e aiutarmi. Lui ha vissuto una situazione molto simile e tu dovresti saperlo - gli raccontò senza remore, visto che si era raccomandata di essere sincera anche se avesse significato dire cose molto scomode - Terence, Matt mi ha raccontato la sua versione dei fatti e…io gli credo. La sofferenza che traspare quando ne parla non può essere falsa. E sono sicura che nel profondo del tuo cuore anche tu lo sai." Disse infine, lasciandolo interdetto e senza parole.

In quei giorni aveva ripensato spesso agli anni della sua adolescenza e alle vicende che avevano portato alla rottura della sua amicizia con Matt.

Adesso era più adulto e col peso della sua carriera lavorativa addosso le aspettative dei suoi erano cresciute, facendolo sentire spesso inadeguato.

In quel periodo si sentiva molto più vicino emotivamente al Matt di quegli anni, solo e soffocato da responsabilità che non voleva, e forse gli veniva più semplice comprenderlo.

Aveva cominciato a vedere le cose in modo diverso e anche le parole di Ashley sembravano andare in quella direzione.

I loro occhi si incrociarono e anche senza parlare Ashley capì cosa frullava nella testa di Terence.

Sorrise.

"Michelle come sta?" chiese poi, a disagio e nervosa.

Lei era decisamente il pezzo più difficile da mettere a posto, soprattutto perché non riusciva a trovare un solo valido motivo per cui avrebbe voluto perdonarla e averci ancora a che fare dopo il modo esageratamente crudele con cui l'aveva trattata.

Avrebbe dovuto lavorarci più a lungo, decisamente.

"So che faticherai a crederci, ma Michelle e' molto cambiata. Non è più la ragazza egocentrica e viziata di prima. È riflessiva, ammette le sue colpe. Ashley, io credo che sia molto pentita per quello che ti ha fatto ma deve solo trovare il modo giusto per tirarlo fuori e accettarlo" le rispose.

"Come tutti noi" ribatté Ashley, strappandogli un sorriso.

"Già "

Chissá se forse in fondo si poteva cavare davvero qualcosa di buono per tutti da quell'enorme caos?

Intanto i primi pezzetti del puzzle andavano lentamente a posto, quasi inaspettatamente, avrebbe giurato.

 

Ashley non aveva mai percorso una strada tanto nervosamente.

La riappacificazione con Terence le aveva dato uno slancio di positività inaspettato e per giorni aveva pensato e ripensato a quanto accaduto, arrivando a una conclusione netta.

Doveva rivedere Matt.

Anche se la sua opera era ancora all'inizio lui meritava delle scuse, sempre se avesse avuto ancora voglia di parlarle, cosa che Ashley non dava per nulla scontata.

Anzi.

Era certa che di lei non avrebbe più voluto sentire nemmeno il nome e che magari adesso si stesse già consolando con un'altra.

In fondo era passato quasi un mese.

Con le gambe intirizzite dal freddo e tese per l'ansia imboccò la traversa che la conduceva allo studio di Matt.

Quante volte aveva percorso quella strada, con un'ansia diversa in corpo, quella di essere scoperta, e con i sensi di colpa che la divoravano e che facevano a botte con l'attrazione che provava e con la voglia di baciare le sue labbra ancora e ancora.

Col fiatone si fermò davanti alla porta e scorse da una finestra socchiusa la luce all'interno.

Lui c'era e quel pensiero le fece perdere alcuni battiti.

Ci mancava poco che svenisse.

Respirò profondamente, come se qualcuno le rubasse costantemente via l'ossigeno dai polmoni, poi bussò.

L'attesa duro qualche secondo ma fu insopportabile.

Poi finalmente lo vide, bello come ricordava, coi suoi soliti capelli biondi e fluenti che gli ricadevano dietro la nuca e gli occhi azzurri, pungenti e gelidi, che si spalancarono quando incontrarono i suoi.

Fu un attimo e il suo sguardo si fece di nuovo serio mentre i lineamenti del viso si irrigidirono, tradendo una certa agitazione.

Lei non gli era ancora indifferente e la cosa sembro rassicurarla in un certo senso.

"Che ci fai qui?" disse lui, poggiando una spalla allo stipite della porta, la sua voce risuonò fredda ma carica di tensione.

Lei si perse a guardarlo, incredula di averlo ancora davanti agli occhi dopo quei lunghi giorni di astinenza.

Come diavolo aveva fatto a privarsi della sua vista per così tanto tempo?

Lui, il suo rifugio, l'amore della sua vita.

"Se vuoi sbattermi la porta in faccia lo capirei quindi fallo pure se ti va" esordì lei, con un sorriso nervoso sulle labbra, mentre una serie di brividi gelidi la scuotevano.

Non sapeva se Matt avesse già un'altra ragazza o se semplicemente non volesse più sentirne parlare di lei.

Stava rischiando e ne era consapevole.

"Vorrei tanto poterlo fare, credimi. Ma non ce la faccio… perché per me niente è cambiato - le disse senza giri di parole, schietto come sempre, lasciandola senza fiato-  Quindi dimmi perché sei qui" continuò, cercando di contenere le emozioni che si erano scatenate in lui non appena l'aveva rivista in quel pomeriggio.

Inaspettata e devastante come una bomba.

Dopo settimane trascorse a cercare di togliersela dalla testa e dal cuore lei si ripresentava lì per confonderlo ancora.

Sperò che almeno stavolta avesse delle buone motivazioni.

"Non sono stati giorni facili, Matt. Ti ho ferito, forse irrimediabilmente, però una cosa volevo dirtela. Mi dispiace per tutto, per non essere stata capace di fare in altro modo, per essere scappata via senza nemmeno rivolgerti un'ultima parola. - iniziò, lottando contro il bisogno di stringerlo a sé e sentire ancora il suo profumo e il calore delle sue braccia che conosceva così bene - volevo che almeno questo lo sapessi, per quanto possa servire - aggiunse per poi affrettarsi a frugare nella tasca del cappotto ed estrarne un biglietto - questo è l'indirizzo di casa mia. Non te l'avevo mai dato" concluse, porgendoglielo.

Matt contrasse la fronte, guardò il pezzetto di carta senza comprendere bene il senso di quel gesto, poi posò di nuovo lo sguardo su Ashley, facendola rabbrividire.

"Cosa significa?" le domandò a fatica, vedere i suoi occhi tristi in quel viso che amava così tanto gli spezzavano il cuore ma stavolta aveva bisogno di spiegazioni e di potersi fidare di nuovo.

"Avevo deciso di tenerti lontano da me perchè insieme a te il mio mondo era così perfetto che non avrei trovato la motivazione giusta a risolvere le questioni in sospeso che ci circondano. E tutto ciò che rimane irrisolto prima o poi ci trova e ci presenta il conto. O almeno, io la vedo così - si giustificò, poi abbassò lo sguardo - in parte è stato vero perché da sola mi sono concentrata su me stessa e su quello che volevo aggiustare. I tasselli del puzzle cominciano lentamente ad andare a posto e qualche progresso c'è stato - continuò, pensando all'incontro con Terence si qualche giorno prima - ma…mi sono resa conto che escluderti del tutto è un'ingiustizia che non meritavi, non in maniera così drastica. E fa male. Perciò…volevo solo lasciarti il mio indirizzo, aprirti la mia porta. Se non te ne importerà niente ti capirò, ne avresti ogni ragione ma…in caso contrario, mi troverai lì, se e quando vorrai. Non ti chiedo altro…e sappi che anche per me non è cambiato nulla, per quello che può valere" ribadì Ashley, col cuore in gola e la mano tremolante ancora tesa verso di lui, mentre gli occhi annegavano in quelli di Matt in attesa di una qualche reAzione da parte sua.

Matt non rispose, rimase fermo a guardarla, combattuto tra la voglia di riaverla di nuovo con sé e la paura di rimanere scottato per l'ennesima volta.

Ashley resse il suo sguardo carico di timori e amore allo stesso tempo, ma lui continuò a non muoversi.

Si convinse che quella fosse la sua risposta, negativa ovviamente, così con la morte nel cuore fece per ritrarre la mano e sparire definitivamente dalla sua vita.

Le girava la testa e sentì quasi mancarle la terra sotto i piedi.

Fu in quel momento che avvertì la presa sicura della mano di Matt stringere delicatamente il suo polso.

Dischiuse le labbra per lo stupore mentre le sembrò di rinascere dalle macerie.

Gli occhi gelidi di Matt si sciolsero, divennero più dolci, rassegnati a soccombere sotto quell'amore che non si era mai spento.

Lentamente le sfiorò la mano, si intrufolò tra le sue dita, riaccendendo con quel tocco lieve e sensuale delle sensazioni mai sopite in lei.

La sua pelle contro quella di lui, come tante volte era successo in centinaia di modi e occasioni diverse, così come doveva essere.

Matt afferrò il biglietto e lo tolse dalla sua mano, per poi metterselo in tasca.

Non disse nient'altro ma quei pochi secondi in cui si erano riavvicinati anche solo con poche leggere carezze avevano parlato più di mille parole.

Ashley sorrise, ancora incredula, poi accennò un saluto e gli voltò le spalle, leggera come una piuma sollevata dal vento caldo dell'estate.

Sentí la porta dello studio di Matt chiudersi e tirò un profondo sospiro di sollievo.

Era andata!

Non poteva dire con certezza se Matt sarebbe mai venuto a bussare alla sua porta, se l'avrebbe di nuovo accolta nella sua vita, ma in quel momento voleva solo concentrarsi sulle sensazioni positive.

Matt non l'aveva respinta e lei avrebbe aspettato e nel frattempo sarebbe andata avanti con i suoi programmi.

Forse le cose dovevano davvero fare il loro corso, senza fretta, senza paure.





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