Darkest dungeon- echi del passato

di Vincentpoe
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Una piccola casa nelle campagne, una donna dai capelli color rame e un bambino prossimo che gioca con le galline; sono l'ultimo ricordo nitido che ho della mia vecchia vita, di quando ero solo Raynold il contadino, sposato con Irin e padre di Rob...

Ricordo invece bene il giorno in cui la Santa Chiesa della Luce mi chiamo in servizio per combattere nelle crociate; un uomo comune chiamato per eseguire il volere di Dio nostro salvatore; ricordo il peso della spada che fu appartenuta a mio padre nella scorsa crociata, di quando la staccavo dal muro sulla quale era stata per anni appesa, dell'ultimo saluto alla mia famiglia, con la promessa che quando sarei tornato avrei insegnato a mio figlio a maneggiare una spada; poi il paesaggio cambia, e mi ritrovo a marciare per giorni in deserti desolati e montagne brulle, un granello in una distesa di cuoio borchiato, acciaio e sangue. Il giorno della mia prima battaglia ebbi paura, e questa tento di travolgermi quando caricammo contro le distese di infedeli dalla pelle d'ebano e le spade ricurve, e nel fragore delle spade, e le urla strazianti di dolore la sentì sulla mia pelle: la Luce, il volere di Dio che mi ordinava di scatenare la sua ira su questi pagani. Da quel momento quegli anni divennero una cascata cacofonica di battaglie, schermaglie e assedi, e il mio unico faro era portare il calore della Luce, la stessa Luce che proteggeva la mia famiglia, che le dava calore e conforto in quella piccola casa nella campagna. Nel corso degli anni scalai i ranghi, da semplice fante nullatenente divenni soldato scelto, poi capitano, e infine entrai nell'ordine dei cavalieri della Luce: la mattina portavo il giudizio della Luce sugli infedeli, la notte pregavo con devozione la stessa Luce di tenermi lontano dalle tentazioni della carne, le pregavo di non scomparire nel momento del bisogno, fustigandomi fino a denudare la carne viva e seguendo rigorosi digiuni. Le battaglie si susseguivano, e il mio zelo conquistò i cuori degli uomini timorati da Dio, e divenne prima il loro paladino, per portarli trionfanti dentro la capitale del regno pagano, lì piantai lo stendardo con il sacro simbolo di Dio dentro il tempio degli infedeli, raso al suolo e con il pavimento cremisi per il sangue.

La crociata era finita.

E il crociato doveva tornare a casa.

Nel giardino della piccola capanna tra le campagne c'erano una donna, la cui vecchiaia aveva iniziato a sfiorare il dolce volto, e un ragazzo prossimo a diventare uomo... prossimo a diventare come me...

...chi sono questi due volti sconosciuti?

...Chi è l'estraneo che si avvia alla loro soglia?

Ecco l'ultimo ricordo che ho di Raynolds, il semplice contadino che portava sulle spalle il piccolo Rob, fingendosi un cavallo che portava in sella un cavaliere trionfante.

Li abbandonai; girai il cavallo e tornai sulla strada, voltai le spalle a quella famiglia ormai mi era estranea

io li dimenticherò, il rimpianto è peccato, e un templare deve vivere libero da qualsiasi forma di peccato.

Mi diressi verso la santa sede dell'Ordine, pronto ad offrire un'altra volta il mio corpo e la mia anima alla Luce, l'arcivescovo in persona mi disse che era da poco arrivata una lettera dall'ultimo erede di un'antica casata nobiliare: veniva richiesto un contingente della Chiesa per debellare un orribile empietà che si era impossessata dell'antica magione del nobile. Ora sono in viaggio verso quelle terre, e non sono solo, mi è stato affidato un compagno: è la caricatura di uomo, uno sporco fuorilegge, a cui è stata offerta la salvezza dal cappio se mi aiuterà nella mia sacra missione; è un uomo debole, schiavo dei suoi vizi, ma io lo forgerò, o lo spezzerò, e farò in modo che la luce bruci le blasfemie di questo luogo.

Una nuova crociata è iniziata, e io sono il templare che la guiderà! Per la Luce!





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