Uno pari
L'ora del coprifuoco era scattata da pochi minuti. Il cielo nero era
punteggiato da opalescenti stelle che rilucevano fulgide sotto la luce
dorata dei lampioni. Appoggiati contro la balconata dell'area del
coprifuoco,Squall Leonheart e Quistis Trepe osservavano il Garden che
si ergeva maestoso sulla pianura di Balamb come una stilistica nave
colorata attraccata ad un porto solitario. Quella era stata una
giornata lunga e faticosa per entrambi. Il neo SeeD aveva lottato
contro Seifer Almasy procurandosi una cicatrice che gli aveva sfregiato
irrimediabilmente il viso e che lo aveva spedito in infermeria,sfidato
e vinto il Dio delle fiamme e del fuoco perenne,sostenuto l'esame
d'ammissione a Dollet- luogo dal quale si era intrufolato nella torre
di trasmissione-,rischiato di morire stritolato nella morsa assassina
di un ragno meccanico,ballato pietosamente il walzer sotto la luna con
una sconosciuta e affascinante ragazza chiaramente interessata a lui,e
sfidato i mostri del Centro d'Addestramento,per poi ritrovarsi ad
osservare il panorama in compagnia della sua giovane insegnante.
Quest'ultima,pur avendo vissuto esperienze meno emozionanti rispetto al
ragazzo-se così si potevano definire-,si era ritrovata a
soccorrere il suo pupillo ferito in infermeria allo spuntare del sole.
Dopo di che aveva svolto la sua regolare lezione in classe,scortato
Squall alla Caverna di Fuoco e combattuto con lui,preparato i documenti
e le formazioni delle squadre dei Cadetti in missione,ispezionato una
città devastata dalle corsie nemiche e distrutto un ragno
robotico che stava tentando di uccidere tre dei suoi studenti.
Insomma,si poteva dire che si erano annoiati...O forse non
proprio...Anzi,la cosa non si poteva pensare nemmeno remotamente. Ma
d'altronde si sapeva che la vita dei mercenari fosse faticosa...
-Che ore sono?-
La giovane insegnante si stupì nell'udire la sua stessa voce
articolare dei suoni,l'aria fredda della notte l'aveva fatta
sprofondare in un gelido torpore sia fisico che mentale. In quella
circostanza le parve di essersi appena destata da un brusco risveglio.
Il Seed, interrotto durante la sua riflessione,ci mise un po' a
controllare l'orologio e a risponderle. -E' mezzanotte passata.-
Quistis si lasciò sfuggire un debole sospiro di stanchezza e
si appoggiò con le braccia alla fredda balconata di marmo.
Avrebbe voluto addormentarsi lì per interrompere il flusso
di pensieri angoscianti che continuavano ad affluirle alla testa.
Squall dal canto suo teneva lo sguardo fisso davanti a se in un
perfetto stato di apatia. La sua invisibile,ma allo stesso tempo
invalicabile barriera aveva da sempre impedito a tutti di capire il
tipo di persona che si nascondeva dietro quelle mura. E Quistis non
faceva l'eccezione:nonostante l'insegnante si fosse da sempre mostrata
determinata a capirlo e a conoscerlo meglio,in tutti quegli anni non
era riuscita a conquistare la sua fiducia. Il ragazzo non faceva nulla
per aiutarla nel suo intento,sperava che lei prima o poi si arrendesse
e rinunciasse a cercare di entrare nella sua mente,come avevano fatto
tutti da tempo. Sapeva bene quanto Quistis faticasse ad intraprendere
una conversazione con lui,sapeva quanta gentilezza e pazienza lei vi
impiegasse e quanto si rendesse disponibile e ben disposta ad
ascoltarlo,ma tutto ciò non faceva altro che farlo
innervosire e sentire in cima ad un piedistallo che non aveva mai
richiesto. Squall Leonheart non aveva bisogno di aiuto,non aveva
bisogno di nessuno. Voleva semplicemente stare da solo,possibile che
non ne avesse il diritto?
-Io,Quistis Trepe,da oggi mi dimetto dal mio incarico d'insegnante.-
L'annuncio fu alquanto inaspettato ma lui la lasciò parlare
senza fare una piega.- Da oggi sono una SeeD come te e forse un giorno
lavoreremo insieme.-
Continuò a fissare tranquillamente il cielo con aria
impassibile. -Ah si?-.
Quistis voltò la testa per guardarlo e attese per un paio di
secondi. - Tutto qui? Non dici nient'altro?- chiese poi,senza riuscire
a mascherare completamente la delusione nel tono della voce.
Squall iniziava a spazientirsi,ma detestava darlo a
vedere,così cercò di rimanere calmo. -Mah,se hai
deciso così che altro posso farci io?-
Calò il silenzio.
"E' vero",pensò lei,"non può farci niente,ma
almeno potrebbe esprimere un parere ogni tanto." Sospirò,
dialogare con quel ragazzo era un'impresa,ormai ci aveva fatto
l'abitudine. Ma in quella circostanza aveva un disperato bisogno di
parlare,di liberarsi del senso di oppressione che l'attanagliava al
petto;non le importava se lui non le avrebbe dato risposta,voleva solo
essere ascoltata.
-Dicono che sono un'insegnante fallita e che non ho abbastanza polso.-
Purtroppo però l'insegnante non si rendeva conto di quanto
fosse sbagliato il suo modo d'imporsi,si lasciava troppo andare quando
invece avrebbe dovuto ostentare una certa fermezza. Non doveva
dimenticare che Squall la considerava un'estranea e che parlargli dei
suoi problemi equivaleva a commettere un grosso errore. - Sono
diventata SeeD a quindici anni,insegnante a diciassette. Da allora non
è passato nemmeno un anno...-
Quando si sta male si finisce sempre con il rivolgersi alla persona
sbagliata...Forse l'istinto ci spinge a parlare proprio
affinché la persona in questione ci ferisca e ci sproni a
migliorare in maniera decisiva.
- Ho sempre fatto del mio meglio.- Quistis ormai stava riflettendo con
sé stessa a voce alta mostrando così la sua
debolezza interiore. Squall le voltò le spalle
infastidito,le orecchie tese nella speranza che quella cantilena
finisse al più presto,il sangue che gli pulsava caldo nelle
vene.
-Cos'ho sbagliato?- il tone di voce della giovane donna era
perplesso,ma di un'incredibile naturalezza. Parlare per lei era il modo
migliore di risollevarsi,non lo faceva apposta ad essere
assillante,doveva tirare fuori tutto ciò che aveva dentro.
-Hey,mi stai ascoltando?- si voltò,notando che Squall si era
girato dall'altra parte.
-Non hai ancora finito?- fece il ragazzo spazientito appoggiando la
schiena alla balconata,poi all'improvviso non resistette più
e parlò chiaramente come sapeva fare-...Odio questi
discorsi.Per quanto la gente mi parli dei suoi problemi,io cosa ci
posso fare?-
-Non voglio che tu faccia qualcosa. Mi basterebbe essere ascoltata
quando parlo!- ribatté Quistis dispiaciuta.
-E allora parla col muro!- le rispose lui tagliente,l'espressione
corrucciata.
-Non ti viene mai voglia di parlare con qualcuno dei tuoi problemi?-
insistette lei,decisa a far valere le sue ragioni. Detestava
nascondersi,detestava nascondere la sua umanità quando
sapeva di averla. Era proprio l'esatto contrario di Squall in
quell'ambito. Sperava che parlandogli sarebbe riuscita a smuoverlo,una
volta che lui avrebbe compreso che anche gli altri avevano le loro
debolezze. La sua reazione impulsiva non appena avevano toccato
l'argomento dimostrava che la ragazza ci aveva visto giusto: Squall
aveva paura dell'essenza umana che dimorava in lui.
-Ognuno deve pensare ai propri problemi da solo.-
Squall sentiva che se fosse rimasto un minuto di più
lì con lei sarebbe esploso. La tristezza degli altri non
faceva altro che fargli pesare maggiormente la sua sulle spalle e lui
detestava ammetterlo perfino a sè stesso. Un rapido flash
comparve nella sua mente: un bambino piccolo fra le lacrime in braccio
a una ragazza che lo accarezzava amorevolmente e lo ascoltava parlare.
Basta,ne aveva abbastanza!
-Io non voglio portare il fardello degli altri!- detto questo
se ne andò via.
"Ognuno deve pensare ai propri problemi da solo." La giovane insegnante
sentiva rimbombare quella frase nella sua testa. "Ha ragione"
pensò,"ha tremendamente ragione,e io lo so bene. Ho provato
a rivelare le mie insicurezze affinché lui si sentisse
pronto a farlo a sua volta. Ma non è servito a niente.
Squall Leonheart è fatto di adamantio."
L'insegnante aveva commesso un errore davanti ad un suo alunno. -Forse
hanno proprio ragione,sono davvero un'insegnante fallita!- si disse ad
alta voce,sospirando rivolta al cielo come se stesse annunciando le
previsioni del tempo. L'autoconvinzione di ciò che dicevano
gli altri l'aiutava ad accettare meglio il giudizio che le veniva
imposto. Adesso però era tempo di prendere la propria "botta
in testa" e di rimboccarsi le maniche per intraprendere il cammino su
una nuova strada.
"Ognuno deve pensare ai propri problemi da solo." La schiettezza e la
durezza di quelle parole le avrebbero dato la forza per affrontare
l'indomani. Perché si sa che la forza nasce dalla
sofferenza,o dalla rabbia...
Quella sera Squall Leonheart andò a dormire e immerso nel
buio della sua stanza rivide il volto della ragazza dall'abito bianco
che aveva salvato da un gruppo di mostri. Lei centrava qualcosa con il
suo passato,sentiva che la sua persona gli era lontanamente famigliare.
"Nessuno può vivere da solo." lo spettro delle parole di
Quistis Trepe lo colpì con violenza. "Già,questo
lo dice lei." si ripeté mentalmente. Chi avrebbe vinto la
sorta di segreta sfida che i due si erano lanciati?
Allora erano uno a zero per Squall...
Finché un giorno non era arrivata Rinoa Heartilly.
...Uno pari...
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Spazio dell'autrice:
mmmh,dunque vediamo...Ho scritto una fanfiction sul mio personaggio
preferito: Quistis Trepe. Invece di sottolineare i suoi pregi ho
descritto la scena del gioco in cui vediamo emergere maggiormente il
suo lato negativo. Questo perché? Perché quella
è una scena molto importante per capire il carattere sia di
Squall,sia di Quistis,a mio parere. Dalle loro reazioni intuiamo il
loro modo di pensare e lo strano rapporto fra i due. Non li ho mai
visti come possibili fidanzati e mai ce li vedrò,tuttavia
ciò che li lega mi sembra molto interessante ed insolito:
c'è un evidente contrasto,un senso di protezione da parte di
Quistis e di fastidio da parte di Squall poiché la ragazza
cerca di smascherarlo; io ho sempre pensato che in questo momento del
gioco si fossero lanciati una specie di sfida.
Alla fine ne sono usciti fuori pari. Quistis ha imparato a
controllare le sue emozioni e Squall ha imparato a farle emergere
incontrando Rinoa.
Ognuno deve pensare ai propri problemi da solo ma nessuno
può vivere da solo. Due frasi che si incastrano
perfettamente come pezzi di un mosaico.
Credo che entrambi i personaggi siano molto umani,perché
oltre ad avere i loro pregi hanno difetti e debolezze. Squall ha paura
del suo essere,Quistis è insicura,ma in compenso Leonheart
è un comandante eroico e deciso e la Trepe è una
ragazza saggia e sveglia.
Spero che la storia vi
sia piaciuta,detto questo,vi saluto^^
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