CAPITOLO 1
“Tanti auguri a te, mio adorato Edmond ! che la donna che tu
ami e che stai per legare a te per sempre, ti dia tutta la
felicità del mondo!”.
In tal modo il vecchio Dantès alzò il calice
colmo di buon vino rosso per brindare al matrimonio di suo figlio
Edmond con Mercedes, la ragazza che tutti gli uomini al quartiere dei
catalani di Marsiglia desideravano avere al loro fianco. Lei era
infatti una donna stupenda, con dei magnifici capelli ricci che le
scendevano lucenti sino alle spalle, Il marinaio Edmond se ne era
innamorato sin dalla prima volta che i suoi occhi avevano visto colei
che era entrata nel suo cuore per non uscirne mai più.
Mercedes aveva molti pretendenti che avrebbero versato essi stessi una
dote pur di sposarla, ma lei aveva trovato nell’animo di
Edmond quel sentimento di amore puro che la spinse ad accettare senza
indugio e con immensa gioia la proposta di matrimonio del marinaio, da
poco diventato capitano della nave mercantile Faraon. Infatti,
l’armatore Morrel lo aveva nominato capitano soltanto 3
giorni prima, quando di ritorno da un lungo viaggio in oriente, il
vecchio capitano Leclère era morto in seguito a febbre
cerebrale. Dantès aveva fatto di tutto per tentare di
salvare la vita del suo capitano e amico; era persino sbarcato
sull’isola d’Elba ( dove era esiliato Napoleone
Bonaparte) per chiedere soccorso, ma tutto era stato vano. Giunto a
Marsiglia, tuttavia, il buon armatore lo premiò
assegnandogli il comando del Faraon. La vita, dunque, in breve tempo
aveva dato ad Edmond la felicità che ogni uomo su questa
terra avrebbe voluto e che in molti gli invidiavano.
Il giovane Dantès, tuttavia, non immaginava che presto tutta
quella felicità, quell’allegria, quella gioia
sarebbe diventata solo un ricordo da richiamare alla mente nei momenti
di solitudine.
Cera una gran festa in casa Dantès quel giorno di settembre
1815. Edmond e Mercedes, infatti, avevano organizzato un grande
banchetto per annunciare il loro matrimonio ed avevano invitato tutte
le persone a loro care: Edmond aveva invitato tutti i suoi compagni del
Faraon, tra cui i suoi amici più cari Fernando Montego e
Filippe Danglars, con i quali aveva condiviso mille avventure in
oriente durante i viaggi commerciali; Mercedes, invece, aveva invitato
solamente i familiari più stretti, poiché le sue
coetanee, invidiose della sua strepitosa bellezza, l’avevano
sempre emarginata. Tuttavia, a lei questa cosa poco importava, dal
momento che Edmond era diventato tutta la sua vita. Subito dopo il
brindisi del padre di Edmond, tutti iniziarono a degustare le
specialità di pesce preparate per il banchetto, quando, ad
un tratto, si udì un rumore di cavalli in avvicinamento.
Edmond pensò ad altri amici che stavano venendo a
condividere la sua felicità, cosi subito corse
giù in cortile ad accogliere gli ospiti. Ma appena le
persone a cavallo si portarono ad una distanza tale da poter essere
riconosciuti, Edmond capi che quella gente non era affatto amichevole:
erano gendarmi. Dantès senti il cuore fermarsi, la sua gioia
mutarsi in preoccupazione. Nel frattempo, anche gli invitati erano
scesi in cortile allarmati dall’arrivo delle guardie, le
quali si distribuirono allineandosi dinanzi al cancello, come per
impedire che qualcuno dei commensali tentasse la fuga, come se si
nascondesse un criminale in quella casa. Ad un tratto, un gendarme si
staccò dalla barriera e si avvicinò al gruppo di
ospiti stupiti e al povero Edmond, che aveva assistito alla scena
praticamente immobile:
” Chi di voi è Edmond
Dantès?”
“ Sono io” rispose Edmond come ridestato da un
sonno profondo.
Poi, con la tranquillità di chi sa di aver la coscienza
pulita disse:
“ è successo qualcosa? Cosa volete?”
“ Ho l’ordine di condurvi dal magistrato Villefort
immediatamente” disse la guardia e subito altri due gendarmi
si pararono davanti al giovane, scesero da cavallo e lo ammanettarono
stretto.
“Non c’è bisogno di stringere cosi
forte, verrò con voi senza opporre resistenza
poiché non ho niente da nascondere”
esclamò Edmond con voce seria e sicura, poi si rivolse ai
commensali “ Mercedes, padre mio, amici miei! Non temete
perché è senz’altro un equivoco! Adesso
parlerò col magistrato e tra poco sarò di
ritorno! Continuate a festeggiare, non preoccupatevi!”.
Detto ciò, uno dei gendarmi lo fece entrare nella carrozza
carceraria e subito marciarono alla volta del magistrato Villefort.
Spazio autore:
Ciao!! Sono alla mia prima fanfiction quindi non sono molto esperto!!
Per questo vi chiedo di lasciarmi un commento che mi aiuti a
migliorarmi e a correggere eventuali errori!! Spero che vi piaccia il
mio lavoro!! Chri
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