Quando
Crowley organizzò il Natale
Din.Din.
Il campanello all'entrata trillò con il suo tipico suono,
avvisando dell'arrivo di un nuovo cliente, Crowley perché di
lui
si trattava storse il naso, non sopportava quello stridio fastidioso
che tutte le volte gli faceva vibrare i timpani, aveva più
volte
tento di convincere l'amico a sostituirlo in maniera più
moderna
ma niente da fare.
Si guardò intorno rendendosi conto che mancava qualcosa, non
solo il suo angelo, ma visto il periodo e il giorno quel negozio doveva
già essere pieno di orripilanti e troppo colorate
decorazioni
natalizie, dov'erano i festoni? Quel gigantesco e polveroso albero che
urlava cringe da ogni ago, con le palline così antiche che
potevano rompersi solo con uno sguardo? E le lucine, quelle fastidiose
e luminose invenzioni che ti sfavillavano in faccia, senza
pietà, e tu potevi benissimo dire addio alle tue retine.
Dov'era la neve finta, i fiocchi appesi al soffito, le immagini di quel
gigante vestito di rosso e troppo sorridente per i suoi gusti che
portava doni a tutti tranne che a lui?.
Qualcosa non andava.
<< Angelo? >>
<< Aziraphale dov...- >>
<< Ehi ma che accidenti ti prende? >>
Non poteva credere ai suoi occhi, quella creatura che solitamanente
intonava cori sgraziati, ondeggiando per il locale, se ne stava seduto
con un vecchio libro polversono tra le mani, lo sguardo spento dietro
gli occhialini da lettura e l'espressione annoiata tipica di un
adolescente ribelle.
<< Oh ciao Crowley >> non si
sforzò nemmeno di alzare lo sguardo.
<< Ma che stai facendo? >>
domandò l'altro alzando forse troppo la voce.
Aziraphale rispose con un gesto delle spalle, che si alzarono e
abbassarono come se stessero tenendo un macigno.
<< Leggo. >>
<< Questo lo vedo >> rispose, poi
sollevò un sopracciglio.
<< Anche se il libro è al contrario.
>>
<< Dettagli >> rispose Aziraphale.
Nella mente del demone cominciarono a farsi strada varie ipotesi. O
l'amico era stato sostiuito da un alieno, oppure si era aperto uno
scuarcio spazio temporale e quello che aveva davanti era l'angelo di un
altro universo, oppure c'era decisamente qualcosa che non andava.
Gli prese il libro dalle mani certo di scaturirgli una reazione che non
tardò ad arrivare.
<< Ehi! A causa tua ho perso il segno. >>
Si alzò con tutta l'intenzione di fronteggiare l'amico,
gesto
che gli sembrò stupido un istante dopo, Crowley era
più
alto di lui e aveva sollevato il braccio con ciu teneva il libro, per
cui i suoi tentativi di rprenderselo sarebbero stati alla pari di
quelli di un cucciolo di foca intento a catturare un pesciolino.
<< Ridammelo >> sbottò tentando
di mostrarsi arrabbiato.
<< Lo farò. Solo dopo che mi dirai dove le hai
nascoste >> rispose il demone.
<< Nascosto cosa? >>
<< Le stupide decorazioni che ogni hanno brutalizzano
questa libreria. >>
Aziraphale lo fissò sbattendo le palpebre, così
se ne era
accorto, sperava davvero non lo facesse, anche perché non
voleva
affrontare quel discorso con lui.
Spostò lo sguardo di lato.
<< Ah quelle... >>
<< Sì proprio quelle angelo, dove sono? E' uno
scherzo per caso? >>
<< Non le ho messe >> rispose freddamente,
senza nemmeno curarsi di inventarsi una scusa.
<< Perché? >>
Gli occhi celesti si spostarono su di lui, il demone si
sentì
studiato, e il suo corpo reagì facendogli colorare le guance
di
un tenue porpora.
<< Credevo le rtenessi stupide >> disse
Aziraphale.
<< E da quando ti interessa la mia opinione riguardo
quelle oscenità? >>
L'angelo sollevò le spalle, Crowley stava cominciando a
detestare quel gesto.
<< Per questo la tua libreria non sbrilluccica? Sono io
la causa? >> domandò corrugando le
sopracciglia.
<< No, non è per te, puoi stare tranquillo.
>>
Crowley tirò mentalmente un respiro di sollievo, non ci
teneve
ad essere la causa della qualsiasi cosa avesse il suo angelo.
<< E allora? >>
Aziraphale riprese posto nella sua comoda poltrona accompagnando il
gesto con uno sbuffo.
<< Non mi andava e basta, o devo sempre fare tutto
ciò che
la gente si aspetta. Sono un angelo quindi devo essere buono, deve
piacermi il natale, amare le decorazioni e i canti dei bambini.
>>
L'amico lo guardo con un cipiglio confuso.
<< Ma tu ami queste cose, le hai sempre amate
>> disse aprendo e chiudendo le braccia.
<< Sì può essere, ma quest'anno non
sono proprio in vena. >>
Quello era già qualcosa, ma era comunque poco per capire
cosa
fosse preso a quella creatura solitamente così energica e
piena
di vita.
<< Posso sapere il motivo? >>
<< No. >>
Rispose spostando lo sguardo, Crowley spostò appena la testa
all'indietro come se fosse stato colpito da un oggetto più
che
da una frase.
<< Quindi mi stai dicendo che per questo natale tu dirai
addio a
lucine, biscottini decorati con la pasta di zucchero e glassa, albero e
presepe? >>
<< E' ciò che ho detto, ora puoi andare a fare
il tuo
riposino in pace, era questo che eri venuto a dirmi giusto?
>>
La risposta era affermativa, ma in qualche modo sentiva di non aver
più tanto desiderio di dormire.
<< S-sì ma... >>
<< Va pure Crowley, non preoccuparti per me, ogni anno
faccio
sempre le stesse cose, non succederà niente se per una volta
le
luci di questa libreria rimarranno spente. >>
Il demone deglutì, era tutto sbagliato, lo sentiva nelle
profondità del cuore.
<< Allora io...vado. >>
Aziraphale annuì.
Lui fece qualche passo verso la porta, posò la mano sulla
maniglia, poi chinò la testa di botto scuotendola.
<< Al diavolo! >>
A passo spedito tornò nel salottino soprendendo Aziraphale
che lo fissava con due occhioni pieni di confusione.
<< Sai una cosa? Non hai voglia di decorare, mi sta bene,
ma non
puoi impedire a me di farlo >> sbottò facendo
inarcare le
bionde sopracciglia dell'amico.
<< Crowley cosa...- >>
<< No, no angelo, ho capito il tuo giochetto e mi sta
bene. Tu non devi fare niente. >>
Detto questo si precipitò nella cantina polverosa,
tirò
fuori pacchi, scatoloni, buste, tossì, imprecò e
disse
parolacce per una buona quindicina di minuti poi spuntò
nuovamente in salotto, con la giacca impolverata e piena di ragnatele,
sotto lo sguardo incredulo di Aziraphale.
Non gli diede il tempo di parlare o di obbiettare.
Cominciò a montare l'albero, decorarlo, non senza fare
cadere
qualcosa e fare battute sul fatto che ci appenderebbe le sue di palle
che ci mancava poco sarebbero cadute, appese festoni, lucine e
decorazioni, il tutto senza usare il minimo di magia.
Impiegò un'ora per fare tutto, alla fine guardò
trionfante il risultato della sua opera, si mise le mani suoi fianchi e
guardò Aziraphale soddisfatto.
<< Che te ne pare? >>
<< Bè... >> cominciò
l'angelo torturandosi le dita.
Impegnato si era impegnato, certo le decorazioni erano un po'
sbilenche, la punta dell'albero pendeva verso destra e i pastori del
presepe sembravano aver appena combattuto una bataglia, ma nel
complesso risultava guardabile.
<< E' carino >> disse sorridendo, non
voleva certo deludere l'amico dopo tanto impegno.
<< Davvero ti piace? >>
<< Sì >> rispose.
<< Vieni accendi tu le luci >> propose
Crowley credendo di aver risolto il problema.
<< No, ti ho detto che non me la sento. >>
Ci rimase male.
<< Ma...credevo la tua fosse solo pigrizia e un pessimo
tentativo di coinvolgermi in questa faccenda. >>
<< Non tutto riguarda te Crowley, apprezzo il tuo gesto,
ma davvero non mi sento in vena.
<< Dimmi almeno il motivo. >>
<< Angelo, giuro che mi metto a cucinare biscotti se non
me lo dici. >>
Aziraphale ridacchiò dopo quell'affermazione.
<< Mi stai tentando? >> domandò
avvicinando le folte sopracciglia chiare.
<< Non credo ti convenga vedermi cucinare.
>>
<< Chi lo sa >> rispose l'angelo,
voltandosi poi a osservare l'operato di quel demone tanto speciale.
<< Sei stato molto carino, davvero. >>
<< Allora forse quest'anno babbo natale li
porterà anche a me i regali. >>
Le labbra del principato si tirarono in un sorriso.
<< Sai bene che li porta solo ai bambini. >>
<< Mi sembra una discriminazione bella e buona, o una
scusa per
fare meno lavoro >> commentò serio Crowley
facendo ridere
Aziraphale.
Quel suono melodico risvegliò qualcosa nel petto del demone,
ecco che cosa mancava oltre le decorazioni, la risata cristallina
dell'uomo di cui si era innamorato, amava sentirlo ridere, era una
delle cose che gli piaceva di più e le rare volte in cui gli
era
concesso le considerava come un vero e proprio dono.
Prese una decisione.
Sarebbe stato lui a riportare il natale a casa di Aziraphale.
<< Angelo? >>
<< Dimmi caro. >>
<< Ho capito che non ti va di parlarne, ma ti va di fare
un gioco? >>
Il principato lo guardò circospetto.
<< Di che genere. >>
<< Se riesco a stupirti con anche solo una cosa che
organizzerò tu mi dirai perché non vuoi
festeggiare.
>>
<< Non mi sembra molto equa come cosa >>
ribatté l'angelo.
<< Lo è visto che ti preparerò una
cena in piena
regola senza usare miracoli >> rispose sicuro che alla
parola
cena avrebbe ceduto.
Difatti gli occhi chiari di Aziraphale si illuminarono, le pupille
scrutarono la figura alta ed esile di Crowley, in fondo sarebbe stato
divertente vederlo alle prese con i fornelli e magari si sarebbe
distratto dai suoi pensieri.
Allungò la mano.
<< Ci sto. >>
Il demone sorrise stringendola.
<< Mettiti comodo, ti chiamerò io quando tutto
sarà pronto. >>
Crowley si mise subito all'opera, studiando video di ricette,
scegliendo tra mille immagini di tavole imbandite la più
bella,
non era mai stato propenso a queste cose, ma conosceva bene il suo
angelo, le note della sua colonia preferita poteva riconoscerle da una
notevole distanza, quindi non era difficile scegliere tra tutte quelle
tovaglie e centrotavola quale fosse il più indicato.
Solitamente quando si poneva obbiettivi il suo unico sprone era che una
volta portato a termine avrebbe potuto dedicarsi ad altro.
Ma ora cera di mezzo Aziraphale.
E quando c'entrava l'angelo non poteva permettersi errori, la sua
intera vita gravitava attorno a quel bel principato, come se fosse un
magnete attratto dal suo campo di forza, se c'era qualcosa che non
andava in esso inevitabilmente finiva per disturbare anche lui, in un
certo senso sembrava possedessero un unico cuore pulsante.
Dopo circa tre ore tutto era pronto, mancava solo l'ospite d'onore che
non tardò ad arrivare, fuorì la neve cadeva a
fiocchi
leggeri che si scioglievano uan volta entrati in contatto sull'asfalto,
le persone si affrettavano a finire le ultime compere per poi
finalmente tornare nelle loro calde case.
Il proprietario della libreria guardò l'orologio, si
sfregò la punta del naso sentendola congelata, sicuramente
Crowley aveva finito, le tre ore che gli aveva chiesto erano scadute e
lui si accinse a tornare indietro, quando fu davanti a quella che era
da anni la sua più cara dimora le buste che aveva in mano
gli
caddero a terra.
<< Ma cosa? >> mormorò, la
condensa vaporea
uscì dalla sua bocca, segno che faceva molto freddo ma quasi
non
se ne curava.
La libreria era circondata in tutta la sua ampiezza da lucine celesti e
bianche che si alternavano, Babbonatale e una fidata renna erano stati
posti ai lati della porta, le vetrate erano state spruzzate
dall'interno di neve sicuramente finta, mentre fuori quella vera aveva
già smesso di cadere.
Quando Aziraphale entrò venne accolto da un tiepido calore
che
lesto gli scaldò le ossa, i muscoli tesi, il profumo di
arrosto
mischiato a biscotti e qualcos'altro invece puntò dritto
verso
al suo cuore oltre che allo stomaco, la luce che lo circondava era
diversa, non ricordava che la libreria fosse mai stata così
luminosa.
Non era una luce fredda, ma era di quelle luci che danno sul giallo,
simili alla luce del sole al tramonto, era bello e tutto intorno a lui
gli sembrava aver assunto dei colori più vivaci, gli enormi
scaffali erano adornati con dei grossi fiocchi rossi, dai lampadari
pendevano ghirlande di ogni forma e colore.
C'erano piccoli alperelli intagliati nel legno, palline di vetro o a
forma di cuore, molte delle quali emanavano un delicato profumo, che
fine avevano fatto le decorazioni che aveva montato alla bell'e meglio
l'amico solo poche ore prima?
Proprio lui spuntò dalla saletta con un enorme sorriso,
denti
bianchi, occhi luminosi e un delizioso maglioncino rosso, di quelli
pelosini che gli aveva confessato più volte di odiare,
eppure
era lì davanti a lui indossandolo.
Aziraphale non poté fare a meno di deglutire, era
bellissimo, la
visione più meravigliosa che avesse mai avuto la fortuna di
vedere, aveva persino il cappellino di babbo natale, era il babbo
natale più sexy che...scosse la testa scacciando quei
pensieri
poco opportuni.
<< Benvenuto...a casa tua angelo >> disse
con una voce soave, ma sempre con quel velo roco che gli piaceva tanto.
<< Crowley >> deglutì senza
parole mentre guardava quelle meraviglie che volteggiavano intorno a
lui.
<< Che cosa hai...fatto? >>
<< Ti piace? >>
<< Sì >> rispose sorridendo.
<< Mi ricorda tanto quando organizzavano il natale in...-
>>
<< Casa Dowleing >> continuò per
lui il demone.
<< Ho preso ispirazione >>
spiegò, avvicinandosi poi all'amico.
<< Vieni la cena è pronta. >>
Aziraphale puntò istintivamente i piedi.
<< Oh, ma non mi sono nemmeno cambiato. >>
<< Non importa, tu sei... >>
sollevò le spalle sentendo la gola bruciargli poi
continuò.
<< Sei bellissimo così angelo. >>
Le guance del principato presero fuoco, spostò lo sguardo
cercando un appiglio in uno di quei fantastici oggetini.
<< Bè...grazie >>
sussurrò alla fine,
perché sentiva la bocca così improvvisamente
secca?
<< Però mi piacerebbe davvero >>
disse.
<< D'accordo ti aspetto qui, ma fa presto o si
fredderà tutto. >>
Nemmeno il tempo di lasciargli terminare la frase che era
già di
sopra a rovistare nel suo armadio spoglio, doveva pur esserci qualcosa
di adeguato, trovò un vecchio maglione rosso e bianco con
disegnini di renne e slitte, dei pantaloni che davano sul marrone
e...niente andava bene così.
Prima di scendere prese qualche respiro, quel complimento gli ronzava
ancora in testa facendogliela girare, ma non poteva far attendere
troppo l'amico, sarebbe stato poco gentile visto il dafare che si era
dato per organizzare tutto.
Scese le scale ma prima di entrare nel salone venne assalito da un
cappellino uguale a quello che indossava Crowley.
<< Così va meglio >> disse
l'amico sorridendo, poi lo squadrò.
<< Quel maglione... >>
<< Sì >> lo interruppe
Aziraphale.
<< L'ultima volta che l'ho indossato è stato
quel natale,
Warlock aveva appena cinque anni >> il suo sguardo
luccicò
catturato da quel ricordo.
<< Angelo >> si grattò la nuca
non sapendo dove guardare.
<< Per quello che è successo quella volta,
i-io ti chiedo scusa...- >>
<< Non devi... >>
<< Ero brillò >>
continuò balbettando Crowley.
<< E' tutto a posto, davvero >> lo
rassicurò.
I due caddero in un pesante silenzio che aveva il sapore di parole non
dette, fu il demone a scacciarlo, non volendo rovinare la serata con
vecchie e insolute memorie, gli mise una mano sugli occhi e lo
guidò fino al salone, poi la tolse godendosi la faccia
stupita
di Aziraphale.
<< Ma...ma sei sicuro che questo sia... >>
<< L'ordine fa miracoli angioletto, l'ho imparato da una
donna su internet >> rispose con un sorrisetto
soddisfatto.
<< Sembra anche più grande. >>
Lo aveva lasciato davvero piacevolmente stupito, quello che prima era
un vecchio e inutilizzato salotto, ora sembrava la sala degna di un
principe, al centro spiccava il tavolo di legno dai contorni
arrotondati e morbidi, lucido come se fosse stato imbevuto nella cera,
coperto da una tovaglia di un cald beige, piatti di porcellana rifiniti
in oro, calici di vetro, tovaglioli dorati piegati a forma di albero di
natale, le candele al centro erano rosse e accanto a ogni copreto stava
un ramoscello di agrifoglio, che spiccava con il suo verde delle foglie
e quelle belle bacche bordeux.
Un enorme albero di natale decorato divinamente spiccava in fondo al
salone, sotto erano stati posti dei pacchettini accuratamente
infiocchettati, gli occhi di Aziraphale non smettevano di luccicare di
fronte a quelle meraviglie, e il suo cuore batteva
all'impazzata
all'idea che tutto era stata tutta opera di Crowley.
<< Posso chiederti una cosa prima di metterci a sedere?
>>
<< Spara >> rispose il demone avvicinandosi.
<< Perché non hai lascito quello che avevi
fatto prima, era bello e...- >>
<< Semplicemente perché prima lo avevo fatto
per me, non
sopportavo di vedere questo negozio vuoto, privo di quegli ornamenti
che mi facevano girare la testa e venire la nausea. Soprattutto
detestavo vederti triste, ma questo >> indicò
tutto quello
che c'era intorno a lui.
<< Questo è per te. >>
<< Non ce n'era bisogno, ti sei dato così
tanta pena >> sospirò.
<< Lo aprezzo credimi, quando sono uscito di qui pensavo
solo al
momento in cui avrei potuto indossare la mia vestaglia e leggere un
buon libro, e invece adesso non vedo l'ora di assaggiare quello che hai
preparato e passerei ore a guardare queste meravigliose decorazioni e
magari uno stupido film natalizio che odi tanto ma che mi piacerebbe
davvero vedere con te. >>
Da dove gli erano uscite quelle frasi? Dove aveva preso il coraggio di
confessare quello che aveva nel cuore da anni. Gli occhi erano umidi
per l'emozione e a stento tratteneva le lacrime che da giorni
spingevano per uscire.
<< Questa sera Aziraphale ogni tuo desiderio si
avvererà,
faremo tutto ciò che vuoi >> rispose Crowley,
con ancora
la voce macchiata dall'emozione.
"Non tutto" pensò l'angelo, ma sorrise comunque, non voleva
rischiare di deluderlo, e anche se non avesse avuto la cosa che
desiderava di più sarebbe andato bene comunque, almeno quel
natale lo avrebbero passato insieme.
Era parecchio che non si ritrovavano per le feste, solitamente si
scambiavano un dono e poi il demone si rintanava a sonnecchiare fino
all'anno dopo, le cose erano un po' cambiate quando avevano preso
servizio dalla famiglia Dowling, ma anche in quel caso dopo aver svolto
i loro compiti e scambiato il solito presente ognuno se ne andava per
la sua strada, tranne una volta, quella volta in cui si erano quasi...
<< Aziraphale? >>
<< Mh? >>
L'angelo mise a fuoco la figura dell'amico che gli teneva spostata la
sedia in un gesto galante, arrossì e prese posto
ringraziandolo,
poi lo vide sparire in cucina e tornare con un carrellino pieno di
vassoi, i quali non appena sollevato il coperchio emanarono un odore
talmente buono da fargli venire l'acquolina in bocca.
<< Hai...fatto tuttuo da solo? >>
<< Affermativo angioletto, queste manine demoniache si
sono date
un gran da fare >> cominciò a dire mentre
tagliava fettine
di arrosto.
<< Forse alcuni punti potrebbero risultare bruciacchiati,
le
patate mi hanno dato incredibilmente un gran da fare. >>
<< Chi lo avrebbe mai detto che un tubero potesse dare
così tanti problemi >> sorrise infine servendo
Aziraphale
e sendendosi a sua volta.
<< I-io non ho mai cucinato ecco, non saprei dirti ma
dall'aspetto mi sembra tutto delizioso. >>
<< Assaggia avanti >> lo esortò
Crowley impaziente di vedere la sua espressione.
Obbediente l'amico mise in bocca il primo boccone e le sue papille
gustative rimasero estasiate, era davvero buono, dopo quello ne
seguirono altri, alcuni avevano lati un po' freddini o bruciacchiati ma
era tutto squisito.
<< E' la prima volta che cucini? >>
domandò
leccandosi le labbra, gesto che fece finire il cuore in gola al suo
interlocutore.
<< Primissima, e non ho usato miracoli giuro.
>>
<< Ti credo, ma sinceramente non ti facevo
così bravo. >>
Crowley arrossì e dovette abbassare lo sguardo
dall'imbarazzo,
erano rari i complimenti provenienti da quel bel principato.
<< Ti piace davvero? Non lo dici solo per essere gentile?
>>
Aziraphale si pulì gli angoli della bocca.
<< Non ti mentirei ma su una cosa del genere, per essere
la prima
volta che cucini è delizioso. Io credo che avrei saputo solo
dare fuoco alla casa. >>
<< Nah ma che dici >> accompagnò
la frase con un gesto della mano.
<< Saresti perfetto, come in ogni cosa che fai
>> ma cosa
gli prendeva? Da quando si lasciava sfuggire frasi altamente
imbarazzanti e che lo mettevano in una posizione compromettente
rigurado a ciò che provava.
<< Ora sei tu che esageri >> rispose
l'angelo con le guance imporporate bevendo un sorso di champagne.
Solo per quella sera anche il demone assaggiò qualcosa, non
voleva lasciare Aziraphale mangiare da solo, il cibo non gli piaque
troppo ma quello che apprezzò era invece la compagnia, il
discutere insieme su ciò che si stava mangiando.
<< Allora...ti ho stupito o no? >>
domandò quando ormai erano giunti al termine.
<< Decisamente sì >> rispose
Aziraphale sapendo dove quel discorso sarebbe andato a parare.
Il demone sorrise, sentendosi fiero e felice di aver fatto una cosa
buona che aveva donato il buon umore all'amico di una vita, ma ora era
il momento di affrontare quel discorso.
<< Quindi ho vinto >> non sapeva
perché stava tergiversando.
<< Se la metti così... >>
<< Non sei obbligato a dirmelo, ma... >>
iniziò Crowley sbriciolando una mollica di pane.
<< Ci terrei davvero a sapere perché non
volevi festeggiare. >>
Dopo qualche istante di silenzio, intervallato da reciproci sguardi,
Aziraphale si decise a parlare.
<< In realtà è molto semplice, non
è
più come prima, mi sembra di non avere più
niente.
>>
<< Un tempo avevamo l'apocalisse a cui pensare, non che
mi manchi
avere una minaccia sulla testa, ma ogni natale si avvicinava sempre di
più a quello che poteva essere l'ultimo e questo mi dava
modo
di viverlo a pieno. Poi c'era la neve, mentre ora non ho c'è
nemmeno più quella. Per non parlare di quando abbiamo
iniziato a
passare i natali a casa dei Dawling, tutti quei preparativi, le
decorazioni, Warlock che felice scriveva la letterina a babbo natale e
ci riempiva di sorrisi. C'era calore, capisci Crowley? >>
Lui annuì solamente senza avere il coraggio di aggiungere
altro,
quella confessione a cuore aperto non poteva essere disturbata dalle
cose che aveva in testa, in quel momento Aziraphale non aveva bisogno
di rassicurazioni, sentiva che l'unica cosa che poteva fare per lui era
lasciarlo parlare.
Vide gli occhi celesti diventare lucidi, la mano chiara che si chiudeva
a pugno sul tovagliolo, l'espressione contrita.
<< Non avevo voglia di festeggiare perché non
c'era
più niente per cui valesse la pena farlo, sapevo tu ti
saresti
messo a fare il tuo pisolino e io...sarei rimasto solo. >>
A quel punto anche gli occhi gialli si inumidirono, arricciò
il
labbro ma dalla sua bocca non un uscì nulla, così
ci
riprovò.
<< P-Perché non me lo hai semplicemente detto?
>>
<< E a quale scopo? Tu odi tutto questo, non avrei mai
accettato rimanesssi con me solo per pena. >>
Aziraphale alzò e abbassò le spalle.
<< Io non lo so cosa mi prende, dovrei festeggiare e
basta, essere io a incarnare lo spirito natalizio ma... >>
Sospirò.
<< La verità è che...
>> sollevò lo sguardo fino a incontrare il
volto teso di Crowley.
<< L'unico natale che mi piacerebbe rivivere è
quello che abbiamo passato effettivamente insieme. >>
Le pupille di serpentesche si dilatarono, nel mezzo passò un
luccichio, il suo cuore ebbe un sussulto cominciando a galoppare
fortemente, non aveva idea che il suo migliore amico provasse tutte
quelle cose, ma Crowley cominciava a capire e unire i pezzetti di tutto
il discorso.
<< Angelo ti manca Warlock? >>
<< Anche...ma soprattutto mi manca quello che si provava
in questo periodo. >>
Mi manchi tu. voleva dire.
<< Quel calore...l'ultima volta in cui l'ho provato
è stato quando tu... >>
Il demone deglutì.
<< Quando io? >> sentiva il corpo fremere.
Aziraphale si alzò dal tavolo, rimase fermo, con le mani
appoggiate a esso e il capo chino.
<< Non avrei dovuto fermarti >> aggiunse e
quella frase fu
come una freccia scoccata dritta verso il persaglio che era il cuore di
Crowley.
Si alzò a sua volta tentando di avvicinarsi, ma l'angelo
indietreggiò di qualche passo.
<< Devi scusarmi, io non so cosa sto dicendo
>> mandò giù il nodo che sentiva
pulsargli in gola.
<< Sì che lo sai >> disse
l'amico cercando in quegli
occhi chiari quella luce che aveva visto soltanto una volta.
Strinse i pugni imponendosi di smettere di tremare.
<< Io non avrei voluto fermarmi, non è affatto
vero che
era brillo, cioè sì un po' lo ero ma non
così
tanto da non sapere cosa stavo per fare. >>
<< Mi sono fermato solo perché sei stato tu a
chiedermelo
>> confessò, e dopo tanti anni far uscire quel
macigno che
teneva segregato dentro di se fu una liberazione.
Le pupille azzurre tremarono, erano così lucide che
sembravano fatte d'acqua.
<< E anche se detesto canzoncine e decorazioni rifare
ogni anno,
anzi ogni giorno quello che ho fatto stasera se significa passarlo con
te. >>
Aziraphale deglutì sentendo le parole venirgli meno.
<< Lo sai perché ogni anno mi metto a dormire
in questo periodo? >>
L'altro scosse appena la testa poi disse.
<< Credevo fosse perché così non
avresti dovuto
sopportare tutto questo >> provò l'angelo con
un fil di
voce, ma Crowley scosse il capo.
<< Non proprio, è una parte del motivo ma non
tutta la
verità. Vedere tutta quella gente allegra e felice, coppie
che
si scambiano doni e affetto, famiglie riunite mi ricordava ogni volta
quanto io fossi solo, ritardare il mio pisolino quando facevamo da
babysitter al finto anticristo è stata la cosa
più bella
che mi sia capitata. >>
Si passò una mano tra i cappelli rossi.
<< Avevo l'illusione per pochi giorni di poter essere
felice,
anche a me manca angelo, e mi manca perché non ci sei
più
ti così vicino a me. Era l'unico momento in cui non avevo
bisogno di una scusa per rimanerti accanto o cercarti. >>
Un silenzio calò tra loro, era carico di parole e frasi
lasciate
a metà, nel cuore di Aziraphale si fece largo un desiderio,
si
avvicinò di qualche passo al demone senza smettere di tenere
gli
occhi puntati nei suoi.
<< Sai il vero motivo per cui ti ho fermato quella volta?
>>
Questa volta fu Crowley a scuotere la testa.
<< Temevo ci vedessero, ed è il motivo per cui
non ti ho
mai chiesto di passare il natale insieme, anche se lo avrei desiderato
più di ogni altra cosa ma in questo periodo i miei capi
avevano
i radar molto alti e non volevo rischiare solo per soddisfare un mio
capriccio. >>
Stava sentendo bene? Non era il vino a fargli avere le allucinazioni?
Il demone non poteva credere alle sue orecchie, tuto quello che aveva
sempre desiderato sentirsi diri ora si stava avverando.
<< Ti avrei detto sì >> rispose
di getto, senza nemmeno controllare le parole.
<< E lo avrei fatto ogni fottuto anno. >>
Aziraphale sorrise appena, intenerito e con il cuore che scoppiava.
<< Anche se avrebbe significato bastoncini di zucchero e
film sdolcinati? >>
A sorridere fu Crowley, un ghigno sghembo.
<< Avrei sopportato anche la cioccolata calda.
>>
<< Davvero? >> domandò l'angelo
che ancora non ci credeva.
<< Sì, non importa quanto avremmo discusso, o
quanti
brillantini mi sarei trovato addosso, è divertente
stuzzicarti
mentre metti le decorazioni e se posso farlo senza avere fretta di
andarmene a dormire sarebbe ancora meglio. >>
Il sopracciglio biondo dell'angelo svettò appena verso
l'alto.
<< Guarda che poi potresti pentirtene >> lo
stuzzicò.
<< Io non credo, no >> sorrise, non poteva
farne a meno, si
avvicinò a lui chiudendo quei pochi centimetri che li
separavano, gli posò una mano sulla spalla e poi ebbe il
coraggio di guardarlo negli occhi.
<< Voglio passare ogni natale conte. >>
<< Io anche >> sussurrò
deglutendo Aziraphale.
<< Era questo ciò che mi mancava, eri...tu
>> confessò con un filo di voce appena udibile.
Crowley si chinò a stringerlo in una abbraccio, a stento
riuscì a trattenere le lacrime che minacciavano di uscirgli
persino dal cuore, Aziraphale lo strinse a sua volta chiudendo gli
occhi, respirò il suo odore sentedosi finalmene a casa.
Quando si staccarono rimasero con i volti a pochi centimetri di
distanza.
<< Però manca ancora qualcosa in tutte queste
belle
decorazioni >> disse l'angelo attirandosi un'occhiata
confusa.
<< Cosa mi sono scordato. >>
L'angelo sorrise, schioccò le dita e sopra di loro comparve
un
ramoscello di vischio, sollevò lo sguardo e il demone lo
imitò, quando vide quello che pendeva sopra le loro teste
quasi
le gambe gli cedettero, abbassò il viso incontrando quegli
occhi
che tanto amava.
<< D-Davvero? >>
Aziraphale annuì fremendo nell'attesa, socchiuse gli occhi,
mentre Crowley con il cuore a mille si chinava posando finalmente le
labbra su quelle tanto agognate, in quell'attimo due mondi si unirono,
fu come l'intrecciarsi di due metà che finalmente si
uniscono,
bene e male, demone e angelo, Crowley e Aziraphale.
Quando riaprirono gli occhi dovettero reggersi l'uno all'altro, a
entrambi girava la testa, era stato breve ma ce ne sarebbero stati
altri, molti altri e lo sapevano mentre si guardavano negli occhi, si
stringevano le mani e si sorridevano.
<< Buon natale Crowley >> soffiò
Aziraphale.
<< Aspetta, non è finita >>
rispose l'altro.
Schioccò le dita e iniziò a nevicare nella stanza
facendo rimanere di stucco l'angelo.
<< Volevi la neve no? >> domandò
ghignando.
<< Sì, ma in casa? >>
<< Così siamo già vicino alla
camera per scaldarci >> rispose con un sorrisetto.
<< Crowley... >>
<< Che c'è? >>
Aziraphale lo tirò verso di sé.
<< Sei il solito, ma grazie >> sorrise
baciandolo
nuovamente, poi entrambi si voltarono a guardare quello spettacolo, la
neve che scendeva a fiocchi nella libreria, la loro casa, erano
abbracciati e finalmente sentivano di avere un posto a cui appartenere.
<< Buon natale angelo. >>
Fine.
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