Di come Marty Laughton imparó a volare

di Sinden
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"Ho sentito della novità." disse Kibi, arrivando negli spogliatoi. Gettó rumorosamente la borsa da palestra su una panca.

 

Marty s'infiló la casacca della divisa da allenamento e sobbalzó. Si volse verso il suo capitano. "Ciao. A cosa ti riferisci?"

 

"Il nostro caro amico s'è fatto la fidanzata." sorrise Kibi. Poi si morse il labbro inferiore e fece un sorriso sarcastico. "Quella lecca-fava di una fotografa. Lo sapevo che gli avrebbe messo le mani addosso un giorno. Solo, non così presto. Mentre lui è ancora al liceo."

 

"Ah." rispose Marty. "...parlavi di Ed."

 

"E di chi sennó. Il resoconto sul suo spettacolino a bordo campo, ieri, ha fatto il giro della scuola. Che maiale." ribattè Kibi, infilandosi i pantaloncini. "Tu te lo sei beccato in diretta."

 

"È stato imbarazzante. Cioè, una cosa veramente inopportuna e direi ridicola. Ma poi...non è da lui atteggiarsi cosí. Ha fatto anche la figura del cretino." rispose la ragazza. 

 

Aveva al collo il ciondolino regalatole da Benji. 

 

L'aveva aperto la sera prima, e aveva deciso di indossarlo subito.  Nonostante il disagio che ancora provava quando rammentava la serata col portiere, quella collanina seriamente le piaceva. Il colore verde delle ali faceva somigliare la farfalla a un quadrifoglio porta-fortuna, ed era così che lo voleva considerare: un ciondolo ben augurante.

 

"Certo che è da lui atteggiarsi. Solo che, fino a ieri aveva almeno evitato comportamenti da sfigato." ribattè Kibi. "Fossi stata presente io, gli avrei riso in faccia."

 

"Io credo invece che saresti andata fuori di testa." sorrise Marty. "Scusa, ma non penso che la situazione ti avrebbe lasciata impassibile."

 

"Invece sì. E lo sai perchè? Perchè non penso più a lui. Ho un altro per la testa adesso. Uno con tutte le rotelle al posto giusto e che mi tratta con riguardo. Finalmente."

 

Marty si meraviglió. "Stai con qualcuno?! E chi?" 

 

"Alan." disse Kibi, facendole l'occhiolino.

 

"Alan Greene?!" chiese Marty. "Sei seria? Ma se non l'hai mai neanche guardato! Dicevi che è banale e noioso."

 

"Sbagliavo. Siamo andati insieme a una festa in un club in centro Tokyo, per Capodanno. Cioè, ero lì con delle amiche e mi son beccata lui con altri della sua squadra. Ricordi che ti avevo chiesto di venire e tu hai detto che non ti andava? Ecco, se fossi venuta avresti visto! Siamo stati attaccati tutta la sera!" spiegó Kibi. 

 

"Sì ma...così, improvvisamente?" chiese Marty, sorridendo. "Non fraintendermi, sono contenta per te...ma mi stupisce 'sta cosa."

 

"Alan non è così malaccio. E' un ragazzo serio, il classico sportivo tutto scuola, famiglia e allenamenti. Credo sia quello che ci vuole per me. Uno che mi dia un po' di equilibrio, capisci?" sospiró Kibi. "Dopo i drammi con Ed..."

 

Marty non rispose.

Sapeva bene cosa significava vivere i drammi con Ed, perchè a lei ne era capitato uno bello grande, e solo qualche settimana prima.

 

Non aveva detto niente a nessuno, di quell'episodio, solo a Mark. Un po' per vergogna verso la sua stessa ingenuità che l'aveva portata a infatuarsi di un ragazzo particolare come Warner, un po' perchè le sue scalmanate ammiratrici  avrebbero preso le difese del loro idolo in caso Marty avesse fatto girare la voce che lui era avvezzo a maltrattare le donne: l'avrebbero additata come bugiarda e avrebbe subìto lo stesso trattamento riservato a Beverly il giorno prima.

 

Ora, era già stata una fatica provare a non pensare a quell'orribile 29 Dicembre,  non si sarebbe sorbita anche la beffa di passare da diffamatrice. 

 

"Che bel gingillo." osservó Kibi, avvicinandosi. Si riferiva al ciondolo. "Con un brillante in mezzo. Wow! Regalo del papà?"

 

"No. Un amico." rispose Marty, attenta a non sbottonarsi troppo. 

 

"Vorrei anch'io un amico che mi regala brillanti!!" rise l'altra. "Chi ti fa un dono simile ha avuto qualcosa in cambio...dai racconta!"

 

"No, Kibi. Niente di quello che pensi. Un regalo senza doppi fini." ribattè la ragazza, a disagio. 

 

"Ah...allora che fortunata che sei. Di solito gli uomini aprono il portafoglio se hanno già assaporato il nostro miele...o se sono intenzionati a farlo... il tuo amico deve essere davvero generoso." la provocò la compagna di squadra. 

 

"Eh sì. Proprio così. Senti, andiamo in campo? Nolan ci aspetta..." la sollecitó Marty.

 

"La prima partita di Gennaio sarà decisiva. Dobbiamo confermare il quarto posto in classifica. Facciamolo e automaticamente saremo fra le teste di serie della seconda fase. È importante concentrarci, adesso." le disse Kibi, improvvisamente seria. "Ah senti...non è che la faccenda di Ed ti sta turbando, eh? Voglio dire, lui e la sua stronza."

 

Marty negó con decisione. "Assolutamente. È una persona a cui non penso più. Comunque, uno che frequenta tipe del genere con me non ha proprio a che fare." 

 

"Ha voglia di sesso, credo. È normale,  ha diciotto anni, è pieno di ormoni fin qui. Ma non crederó mai che sia innamorato di quella." raccontó Kibi. "Peró so che ci stavi cascando con lui. Non vorrei che una parte di te ci pensasse ancora.   In campo non possiamo avere grilli per la testa."

 

"Davvero, no. Non mi ha toccata la scena di ieri. Per niente." mentì di nuovo.

 

La verità era che aveva sentito il cuore riempirsi di spilli nel momento in cui Ed e la sua donna si erano avvinghiati come piovre. E quando era tornata casa, aveva aperto il regalo di Benji anche perchè sperava di cacciar via quelle sensazioni negative con una bella sorpresa,  come in effetti era stata.

 

Il detto diceva: chiodo scaccia chiodo. 

Nel suo caso, si poteva quasi dire farfalla scaccia serpente, ed era stata la sacrosanta verità.  Ironicamente, Benji aveva battuto il suo rivale un'altra volta, in un campo ideale nella mente di Marty Laughton.

 

Pensó che sarebbe stata una bella cosa, se Ed l'avesse saputo.

 

🎋🎋🎋

 

"Ragazzi, dobbiamo concentrarci di più. Siete tutti in ritardo sulle sovrapposizioni!" si lamentó Mark Lenders con i compagni. "Lynn! Debbie! Acqua per favore!"

 

Le due ragazze corsero al centro del campo, dove tutti i calciatori della Toho si erano radunati per la pausa di dieci minuti degli allenamenti. Stanchi e assetati, presero le loro borracce con bramosia. 

 

Lynn si avvicinó a Danny. Gli toccó la spalla. "Hey!" bisbiglió, indicando Ed Warner, che era rimasto in fondo alla porta. Non si era unito agli altri. "...ma che ha?"

 

"Casini con Mark." rispose Danny. "Sono tesi come corde di violino."

 

"Ma il motivo si sa?" domandó ancora l'amica. 

 

"Mi pare di aver capito che c'entri Marty. Lynn...mi sa che Ed e Marty..." mormoró Danny. 

 

"...cosa? Ed e Marty cosa?" indagó la ragazza. Poi comprese. 

Sgranó gli occhi. "...non è vero!!!"

 

Danny la tiró in disparte dal gruppo. "Hey, non ne sono sicuro, okay? Ma non gonfiare la faccenda in giro, a scuola."  

 

Lynn era sbalordita. "Cazzo...dici che sono stati insieme? Ma io non mi sono accorta di niente!!"

 

"Ti ripeto: non lo so. Ho origliato l'altro giorno durante la loro lite, ricordi? E ho sentito frasi come: ti devi scusare con lei...sei un vigliacco...e cose così. Non hanno fatto il nome di Marty, ma chi altri puó essere? Poi Mark ha detto che sua madre e i suoi fratelli erano coinvolti nella cosa...e da molto lei frequenta casa Lenders. Sai cosa penso? Penso che Ed abbia fatto qualcosa di non proprio carino con lei. E Mark l'ha saputo e l'ha difesa." spiegó Danny sottovoce.  "Solo che adesso sono in rotta. È un casino per la squadra."

 

Lynn era senza parole. Aveva la bocca aperta e un'espressione stupida sul volto. "Marty e Ed. Giuro, questa è una bomba."

 

Danny la strattonó per il braccio. "No. Sentimi bene. Non dire niente in giro. Anche perché se partissero dei pettegolezzi la situazione potrebbe degenerare.   Okay Lynn? Non fare la spiona come il tuo solito, eh!" 

 

Lynn annui. "Sì sì...saró muta come una tomba! Giuro!"

 

"Bah...non giurare. È peccato contro Dio, se infrangi il giuramento." rispose Danny. "Se quei due non fanno pace, ci saranno ripercussioni per tutti noi. Queste tensioni in squadra non ci volevano."

 

"Mai Marty mi ha fatto pensare che lei e Ed avessero un flirt. Mai. È riuscita a dissimulare benissimo. E adesso..." venne colta da un'illuminazione. "...adesso capisco perché si sono scambiati quelle battute ieri.   Sai, quando Ed le ha detto di volare alto e..."

 

"...e lei gli ha risposto buona fortuna. Sì, sembravano seccati uno con l'altro. L'ho notato. Io non so cos'è successo, ma deve essere stato grave. Se Mark è così arrabbiato proprio con Ed...si conoscono da una vita." aggiunse Danny. 

 

"Magari stasera la chiamo. Io adesso devo sapere." disse Lynn elettrizzata.

 

Danny sbuffó. "Ti ho detto..."

 

Lynn gli diede una sberla su una spalla.  "La pianti di fare il coniglio? Puoi stare tranquillo per la tua preziosa testolina, non voglio metterti nei guai. Faró finta di averlo saputo da altri! E smettila di tremare come un bamboccio, Danny!"

 

"Coniglio io?" si offese lui. 

 

"Sì, tu... poi ti stupisci se le ragazze non ti considerano! Dovresti tirare fuori un po' di carattere, ogni tanto." lo aggredì l'amica.

 

"Ricominciamo, tutti in posizione!" comandó Lenders. "Ragazze, fuori dal campo. Svelte!"

 

Debbie e Lynn si affrettarono fuori.

 

Lynn guardó Ed, che per tutti i minuti della pausa non si era mosso dalla porta. Non c'erano più neanche le sue fans, che dopo la batosta di aver saputo dell'esistenza di Beverly,  si erano mestamente ritirate. 

 

Guardó verso gli spalti, e lei era lì.

Ancora con il suo trench nero, ancora con gli occhiali da sole, se ne stava seduta come una regina sul suo trono.  

 

Probabile che, il giorno prima, Marty avesse sofferto nel vederla. Non sapeva cosa esattamente fosse successo tra la sua amica e Warner,  ma il momento in cui l'aveva vista correre via con gli occhi umidi acquisì un nuovo significato. Aveva creduto si fosse commossa per il discorso di Lowry.

 

Povera Marty.

 

Debbie le diede di gomito. "Cosa avevate da parlottare tu e Danny?"

 

"Eh?" rispose Lynn. "Niente, affari nostri. Tu piuttosto, che avevi da chiacchierare con Eddie Bright ieri? Siete rimasti venti minuti negli spogliatoi..."

 

Debbie si fece rossa in viso, rossa come i suoi capelli. "Mi ha chiesto di uscire una sera...ho accettato! È carino, vero?"

 

Lynn sospiró. Poi la prese sottobraccio.

"Debbie...vieni un attimo. Ti devo spiegare una cosa, cara."

——— Ho ricevuto talmente tante note di rammarico sul fatto che la precedente storia fosse troppo frettolosa nel finale, che aggiungo capitoli come parte a sè in perfetto stile patchwork. Ormai conoscete la conclusione della vicenda, ma credo ci sia spazio per qualcosina.




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