L'urlo

di Baudelaire
(/viewuser.php?uid=1109580)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Urlo-Munch-751x1024-1



Uno strazio questa vita
non la reggo, son tramortita
Troppi affanni, troppo pianto, 
Dell'usignol non odo il canto.
 
Oggi non l'odi, domani t'assorda,
La vita è balorda ma diamole corda.
 
Troppa gente incattivita
Di vaccini innamorata
Che dell'Uomo si fa beffe
E cazzate spara a bizzeffe. 
 
Vaccino o cecchino, c'è sempre il tapino
Che abbraccia la morte e chiude le porte.
 
Forse smetter di respirare
E lassù in alto volare
Dritta dritta verso il sole
Come Icaro fondere il cuore.
 
Icaro splende ma Dedalo è affranto,
Male ed il bene han lo stesso manto. 
 
Questo cuore maledetto
Raggrinzito, vuoto, reietto
Che ormai batte solo a orecchio
Che sto mondo ha già distrutto.
 
Ritmo di treno che sfiora paesaggi,
Scalda rotaie, ma ci tiene ostaggi.
 
Un pugnale, che vuoi che sia?
Per distrugger la vita mia
Dal dolore incarcerata
Dai parenti rovinata.
 
Schizzi e singhiozzi, la carne ammazzi
ma lo spirito è eterno, è sempre moderno.
 
Solo è l'Uomo che ragiona
Che tra i deficienti stona
Possa esser benedetto
E da Dio sempre protetto.
 
Scommetti su Dio, mai più logorio,
non esser ritrosa, mia splendida rosa.
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4043077