Chapter 1
Disclaimer:
Il mio scritto è basato sulla saga originale "Harry Potter" scritta da
J.K. Rowling e non posseggo alcun diritto sull'opera originale. La mia
narrazione è puramente inventata per scopo di intrattenimento e non è
stata creata a scopo di lucro. Tuttavia non è possibile distribuire e/o
modificare la storia in parte o nella sua interezza. Per ogni
informazione o permesso, gentilmente rivolgersi a me.
Questa storia è molto vecchia e
risale a circa 15 anni fa. Pubblicata su solo questo sito e, purtroppo
abbandonata, because life. Quando ho cominciato la storia, non volevo
tenere conto degli eventi del libro per proseguire senza troppi
problemi. Dopo il mio lungo, lunghissimo, blocco dello scrittore, ho
ripreso la storia in mano e ho già idea di dove andare a parare, e per
fare ciò sarò più fedele alla cronologia libro - sogno un sequel. Non
mi soffermerò su quel che accade ne Il Principe Mezzosangue
dettagliatamente ma, comunque, le singole situazioni dei personaggi
nella storia originale sicuramente influenzeranno i protagonisti.
Questo anche per dare ai lettori un po' di contesto che si aggiungerà a
quella che è l'immagine complessiva del mio scritto. Inoltre, non sarò
fedele al 100% alla storia riguardo ad alcuni dettagli e la adatterò a
mio piacimento (esempio: Hermione è un Prefetto ma ha comunque la sua
stanza personale con il bagno e così sarebbe anche per i Caposcuola se
ci dovessero essere menzioni al riguardo), questo per una personale
comodità nella scorrevolezza della storia e per non dovermi creare
troppi problemi mentre scrivo, ma comunque la cronologia originale
degli eventi principali non verrà stravolta. Gli avvenimenti della
storia originale avranno comunque la loro importanza in quanto saranno
essenziali per lo svolgimento della mia narrazione (es: la morte di
Silente e tutto ciò che è collegata ad esso). Spero di essermi spiegata
bene hahaha
Starei anche cercando una beta, qualcuno che dia un'occhiata ai miei
errori e cose così in quanto scrivo sempre di notte e non sono mai
completamente lucida! Nel caso foste interessati, la mia inbox is open.
Se siete qui, grazie per essere passati, spero che la
storia vi faccia restare! Basta annoiarvi, non vi resta che leggere (e
magari lasciare una recensione anche piccina picciò c: ).
Vi lascio subito il primo capitolo ed un abbraccio!
Vale
PS: siccome mi è stato chiesto di lasciare la storia originale per
questioni nostalgiche (tranne ormai il primo capitolo), è ancora
presente sul mio profilo insieme alla dicitura "- OLD" quindi
ignoratela se vi dovesse apparire per qualche ragione. Inoltre,
troverete anche la storia (nuova, obsly) su Wattpad con l'omonimo
titolo.
Come
al solito, la Sala Grande era piena di studenti, in vista della
colazione. I colori delle Case di Hogwarts riempivano l'atmosfera di
quell'enorme stanzone in quel mite mattino di inizio settembre. Le
grandi
vetrate che si affacciavano nell'enorme aula permettevano alla luce del
mattino di
intrufolarsi in mezzo ai giovani allievi, abbracciandoli tutti col suo
tepore. C'era un mormorio indistinto creato dal ciarlare dei ragazzi,
quasi tutti a discutere sulle lezioni di quel giorno: qualcuno
mangiava; qualcuno si appoggiava al dorso della mano ancora appisolato;
altri ancora saltellavano da un tavolo all'altro, farfalle sociali
qual'erano.
Harry, Ron ed Hermione entrarono con aria un po' annoiata, sapendo che
di
lì a poco, qualche Serpeverde avrebbe fatto una battutaccia su
loro come al solito. Nonostante Harry avesse passato la fine dell'anno
scolastico precedente a combattere Voldemort, insieme all'Esercito di
Silente, e avesse contribuito a smascherare e mandare ad Azkaban la
maggior parte dei loro padri, quelli avevano ancora l'audacia di
prenderli in giro. Esattamente quello che avvenne nemmeno un minuto
dopo, intanto che si facevano largo tra gli studenti, che ancora non
avevano
preso il proprio posto ai quattro tavoli. Pansy Parkinson - come sempre
- era seduta accanto a Draco Malfoy, che guardò sorridente prima
per poi rivolgersi ad Hermione : << Era di tua mamma la divisa,
Granger? >>, la Parkinson ghignò soddisfatta voltandosi
verso il suo "adorato" Malfoy, come per condividere quella grande
battuta, il quale aveva anche lui un ghigno, ma nauseato, sul volto.
Ma
Pansy era troppo cieca per accorgersi che la causa era lei,
probabilmente. Hermione
quasi si dispiacque per lui. Di certo non doveva essere semplice vivere
come uno scoglio con una cozza attaccata costantemente addosso.
<<
Cielo, che idiota! I miei sono Babbani, razza di imbecille! Mia madre
non ha mai avuto una divisa. Comprati un cervello! >>,
sbottò Hermione, ormai stanca delle continue frecciatine di
Pansy Parkinson, che quasi sprofondò alla risposta di Hermione.
Ron ed Harry, come alcuni Serpeverde e i rosso-dorati, si piegarono in
due dalle risate.
<< Roaaar! >>, disse Ron,
imitando un leone con un mezzo sorriso sulle labbra. << Oggi
sei pericolosa. Non ti tieni niente!>>
<< No, sono solo stanca di incassare sempre >>, lo corresse
Hermione.
Quella
ridicola ragazza era sempre lì ad infastidirla, ma Hermione non
si lasciò intimidire e sorrise ai due amici. Preferiva mantenere
le apparenze e mostrare che tutte quelle noie non la toccassero
minimamente, non disdegnava però concedersi qualche vendetta
quando questa le si concedeva su un piatto d'argento. Erano al sesto
anno, ormai i Serpeverde erano così a corto di idee sulle
battute che facevano per schernirli che il trio aveva le risposte
pronte per ogni singolo insulto che quelli avrebbero tirato fuori dal
loro insulso repertorio di immaturità.
<< Già tutto finito? >> chiese Harry, quando vide le labbra
di lei curvarsi all'insù.
<<
Si. Vedi, oltre al solito, è incavolata con me perché
ieri a Rune Antiche ho preso una E >>, spiegò Hermione,
<< e lei solo una O >>, disse imitando un piagnucolio degno
della Parkinson.
Guardò oltre Harry per ritrovarsi
il volto di Pansy che la fissava, livida, le sorrise angelicamente e
poi tornò ai volti sorridenti che aveva di fronte. Si sedette al
tavolo dei Grifondoro non appena trovò un buco abbastanza grande
da ospitarli, scivolando sulla panca mentre i suoi due amici si
accomodavano alla sua destra.
<< Sei un genio. Non
c'è nulla da fare. >> disse un ammirato Ron con un sorriso
mentre agguantava del pane tostato.
<< E così
gliel'hai fatta vedere a quella serpe lì, eh? >>,
esordì Ginny, spuntata dal nulla, sedendosi accanto a lei a
riempire lo spazio vuoto che c'era a sinistra.
<<
Come dire... Piccole soddisfazioni >>, sospirò la riccia,
mentre si versava nel piatto una porzione di porridge.
La
colazione passò serena, anche se per qualche oscura ragione Malfoy ogni
tanto la fissava. Pansy forse ritrovò un briciolo
di cervello perché non osò più rivolgerle la parola, al contrario
di Harry e Ron che si lamentavano di continuo perché avevano
troppi compiti e chiedevano il suo aiuto.
<< Beh, noi andiamo adesso. Abbiamo gli
allenamenti >>, cantilenarono i due mentre facevano per alzarsi.
Harry gettò sul tavolo il tovagliolo con cui si era appena
pulito le labbra mentre Ron, al contrario, rubò un'altra
salsiccia non appena si mise in piedi.
Hermione non poteva credere alle
proprie orecchie: Il duo aveva passato 30 minuti buoni a chiederle
consigli su alcuni compiti - o meglio, avevano accettato dei consigli
quando lei si era rifiutata di farli copiare per l'ennesima volta. Il
tempo per fare i compiti lo avevano, e anche il cervello, erano solo i
tipici adolescenti che trovavano il loro stimolo in uno sport. Che
siano Maghi o Babbani, lo sport sembra sempre essere più
interessante e importante di tante altre cose. Era per questo che la
riccia si rifiutava di farli copiare. Lei aveva una tonnellata di
compiti in più, eppure riusciva a fare tutto quando loro avevano
la metà del suo carico di lavoro.
<< Ma come?!
Che senso ha lamentarvi se poi ve ne sbattete altamente di migliorare?
>>, chiese Hermione in una risata amara.
<< Le
ragazze! >>, dissero in coro Ron ed Harry mentre si scambiavano
uno sguardo ed un'alzata di spalle, prima di voltarsi per andare via.
La verità era che Harry aveva un bel da fare quell'anno. Dopo
essere stato nominato nuovamente capitano, aveva formato la sua squadra
e ci teneva a fare in modo che tutto scorresse come doveva o la
McGranitt si sarebbe fatta sentire a gran voce. Non era una
passeggiata, quella donna: era meglio averla come insegnante che come
competitiva fan del Grifondoro che aveva l'ultima parola su tutto.
<<
Hey! >>, protestò Ginny, anche se quei due ormai non
potevano sentirla. Era ovvio che si era sentita punzecchiata, Ginny
faceva parte della squadra ed era anche una degli elementi più
dotati. Nelle risate, i due uscirono seguiti a ruota dalla rossa. La
Professoressa McGranitt aveva indetto degli allenamenti speciali come
inizio d'anno, era convinta che se avrebbero dato buoni frutti
dall'inizio sicuramente sarebbero stati capaci di lottare durante tutto
il campionato, d'altronde un'ora la mattina ogni paio di giorni non
suonava coì male.
Hermione li salutò con la mano da
lontano per poi dedicarsi al suo succo di zucca . Pansy era ancora
lì che di tanto in tanto la fissava, Malfoy le dedicò un mezzo sorriso
come per congratularsi con lei per aver zittito la Parkinson,
che anche lui doveva trovare insopportabile. Era possibile che se lo
stesse immaginando? Hermione
bevve l'ultimo sorso guardando gli occhi argentei che la fissavano come
per sfidarli e poi, a testa alta, si alzò per andare a Pozioni.
Coi libri al petto si avviò al secondo piano. Salendo le scale
le si impigliò il mantello della divisa sotto una scarpa e
così inciampò, fortunatamente senza cadere.
<<
Diamine! L'avevo detto che lo volevo più corto... >>,
disse a sé stessa ad alta voce, lisciandosi il mantello per
sistemarlo. Il suo cuore mancò un colpo non appena si rese conto
che non era sola. Tre voci si unirono all'unisono in una risata.
<< Chiedi a quello sfigato di Potter come si fa, magari lui le sa
salire le scale. >>
Malfoy, con Tiger e Goyle dietro di sé, sembrava divertirsi molto.
Hermione
fece finta di non sentirlo, aspettando che il trio le passasse davanti.
Di solito lo lascava perdere perché finiva sempre per ritrovarsi
nei guai per colpa della Gang di Malfoy, ma a si era annoiata di subire
sempre in modo passivo. Così facendo non avrebbero mai smesso e
lei non ne poteva più al pensiero di passare altri 2 anni a
sopportarlo. Si rimise in piedi pronunciando un incantesimo
mentalmente, con la bacchetta puntata di spalle ai tre, fece comparire
dell'acqua insaponata ai loro piedi, facendoli cadere rovinosamente al
loro passaggio. Non ne andava fiera, non si colpisce alle spalle, non
è da Grifondoro. Con l'espressione più impassibile che
riuscì ad assumere camminò nella loro direzione. Le
sembrava che le prudesse il cervello quando Malfoy la infastidiva. Il
nervosismo che le procurava quel dannato ragazzo le faceva perdere la
pazienza a volte. Succede anche ai migliori.
Coi libri di nuovo in petto, si fece largo oltrepassando Malfoy ed i
suoi amici a mento alto.
<< Te la faccio pagare, lurida Mezzosangue! >>, sentenziò
Malfoy, intento a rialzarsi.
<< Perché? Ho fatto qualcosa? >>, chiese la riccia,
voltandosi con un'espressione candida sul volto.
In fondo Draco non poteva dire di averla sentita pronunciare alcunché.
<<
Ah, forse ho dimenticato qualcosa, hai ragione, aspetta... >>, e
così dicendo scoppiò in una sonora risata, <<
chiedi a tua madre di farti vedere come si fa, forse lei lo sa come si
cammina. Sta attento a dove metti i piedi, imbecille >>, lo
canzonò Hermione prima di girarsi nel verso opposto per
andarsene, senza dare al biondo Serpeverde alcuna possibilità di
replica. Fu contenta di poter mettere un po' di distanza fra il
gruppetto e sé stessa, mentre loro ancora si aggrappavano l'uno
sull'altro cercando di non cadere.
Finalmente si era presa
una piccola rivincita. Una rivincita personale, perchè quando
c'era Harry con lei, era difficile farsi notare. Quei due si odiavano
come due poli uguali di un magnete si respingono.
Lei era
profondamente orgogliosa, e nulla l'avrebbe spinta a piegarsi agli
insulsi insulti di Malfoy e a rimanerci male come in passato. Era
arrivato il momento dell'azione, pr lei. Malfoy credeva di essere
superiore per il suo sangue "puro" ma, di sicuro, di puro in
quell'anima non c'era nulla.
"Meglio essere puri di spirito che di sangue" - pensò orgogliosa e
fiera di sè.
Entrò
nell'aula di Pozioni e finalmente si sedette al suo posto, logicamente
vuoto, in quanto Lavanda era ammalata e non poteva frequentare le
lezioni.
La classe iniziò a popolarsi e Hermione aprì il suo libro, ripassando
le ultime cose studiate.
<<
Ma tu studi sempre, Granger? Ora capisco perché nessuno ti si
fila... >>, ghignò Malfoy alle sue spalle.
<<
Pensa a cercarti un posto, rammollito >>, gli suggerì
senza nemmeno voltarsi. Possibile che nemmeno la caduta di poco prima
gli avesse fatto capire di lasciarla in pace? Senza speranze.
<<
Te lo faccio vedere io il rammollito, sanguesporco che non sei altro!
>>, Malfoy tirò fuori la bacchetta, ma lei fu più
veloce del ragazzo e si voltò appena per pronunciare
l'incantesimo con tono annoiato: << Expelliarmus! >>
In un attimo la bacchetta del biondo volò nelle mani della ragazza che
la guardò con finto interesse.
<<
Mi chiedevo, Malferret, io non ti prendo in considerazione,
perché tu lo fai? La tua sta cominciando a diventare
un'ossessione nei miei confronti. Mi devo preoccupare? >>, lo
guardò in tralice dalla sua posizione, un sopracciglio
leggermene inarcato.
La classe intera si era ormai ordinata
nei banchi e Draco Malfoy rimase inebetito ancora all'inpiedi mentre il
sangue gli saliva alla testa. Come aveva osato lei, tra tutti,
togliergli la bacchetta? Per fortuna, gli altri studenti erano tutti
presi dal loro chiacchierare e non si erano accorti di nulla.
<< Tieni >>, gli disse Hermione facendo cadere la bacchetta
di Draco a terra con un gesto pigro.
"Chi
si crede di essere questa qui?" si chiese Draco. Lo aveva appena
Disarmato davanti ad una classe intera - che probabilmente non vedeva
l'ora di raccontarlo in giro - , per non parlare di come la Granger
aveva cominciato a reagire tutte le volte che c'era qualche parola
(sempre la sua) che li facesse litigare.
Certo, lei aveva più
volte dato prova del suo coraggio da Grifondoro difendendo lei ed i
suoi amici ogni volta che dovevano subire le angherie dei Serpeverde,
ma sembrava che qualcosa fosse cambiato in lei, In ogni caso, non
poteva sopportare un affronto di tale peso e perciò decise che
l'avrebbe aspettata fuori dall'aula o in un momento di qualche ora buca
per fargliela pagare.
Non aveva alcuna intenzione di mettersi contro
Lumacorno, che tra l'altro non sopportava perché non lo
considerava degno di partecipare al "Lumaclub". Non che gliene fregasse
chissacché, ma suo padre era un Mangiamorte da poco portato in
prigione... la voce,
probabilmente aveva raggiuto anche l'insegnante, perché non si
spendeva minimamente in elogi per lui, almeno non come faceva Piton.
Quest'ultimo, però, malgrado avesse cambiato materia di
insegnamento, non gli sarebbe mancato nemmeno se avesse tirato le
cuoia. Di recente Il Professor Piton era stato spesso ospite a casa
della famiglia Malfoy, e da quel che aveva potuto sentire, sua madre
era anche andato a trovarlo in quel buco di muro che chiamava "casa"
nella fetida fogna di Spinner's End. Come era riuscita sua madre a
varcare quella soglia probabilmente - anzi, sicuramente - untuosa, non
ne aveva idea ma ammirava il suo coraggio. Draco sospettò che Narcissa
Malfoy avesse richiesto l'aiuto del Professore, in quanto avrebbe
potuto proteggerlo tra le mura del castello. Un compito difficile
spettava a Draco ed evidentemente sua mamma temeva che lui non ne fosse
all'altezza Ma si sbagliava. Come aveva sospettato, al ritorno ad
Hogwarts Piton gli
era stato attaccato addosso tutto il tempo, e ormai gli era chiaro
quali fossero le sue intenzioni: voleva sapere cosa stesse
architettando. Ma il ragazzo non aveva nessuna intenzione di
rivelarglielo.
<<
Salve, classe, Buongiorno a tutti! >>, esclamò contento il
professore, non appena mise piede in classe, facendogli sfuggire la
possibilità di ribattere. << Signor Malfoy si sieda, cosa
fa lì impalato?! >>, gli disse Lumacorno sfoggiando un
sorrisetto di circostanza, mentre si dirigeva verso la scrivania per
posare la valigetta ed una discreta quantità di libri che
portava in un braccio. Goffo com'era, fece cadere alcune pergamene e
fece per abbassarsi a riprenderle, prima di ricordarsi che era un mago
e che poteva semplicemente agitare la bacchetta. La scena suscitò un
certo disgusto nel biondo nel guardare quello che per lui era un
surrogato di ciò che un vero professore avrebbe dovuto essere.
Draco si
guardò intorno rendendosi conto che l'unico posto libero era
quello accanto ad Hermione mentre tutti gli altri si erano seduti,
lasciandolo l'unico ancora in piedi. Oh, no, non quello... Lei se ne
rese subito conto e alzando gli occhi al cielo mormorò :
<< Andiamo bene...>>
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