Prologo
Anno del Signore 1042.
All’alba del giorno in
cui chi ha conosciuto Rowena Ravenclaw
si prepara a porgerle l’ultimo saluto, io, William Wright,
scrivo queste righe come ultimo omaggio alla donna che
verrà probabilmente ricordata la strega più capace della sua generazione.
Altri racconteranno le
scoperte straordinarie di lady Rowena in merito ad
incantesimi e filtri. Io narrerò la vita della donna che ora riposa nella sua
casa, e che presto verrà portata in quella che
diventerà la sua dimora in eterno.
*
Fui distolta dalla traduzione dal rumore della porta del mio
studio che veniva aperta violentemente.
Alzai gli occhi da quello che, a quanto dicevano le analisi,
doveva essere un manoscritto originale della metà dell’undicesimo secolo,
giusto in tempo per vedere Philip Hateway,
mio carissimo collega al Dipartimento
dello Studio dei Reperti Magici, che mi sorrideva sfacciato.
Sospirai. Neanche il tempo di cercare di capire se quel
certo ‘William Wright’ fosse davvero chi sosteneva di essere e quell’impiccione
veniva a fare irruzione nel mio
studio, per motivi ancora da verificare.
“Salve, collega”
disse, ancora con quel sorriso ebete stampato in faccia.
“Punto primo” risposi, togliendomi con indifferenza gli
occhiali e pulendone le lenti a fondo di bottiglia sulla mia maglietta.
“Ormai hai… quanto? Trentadue anni? E
nessuno ti ha ancora detto che è maleducazione
fare irruzione in uno studio senza
bussare?” dissi, rimettendomi gli occhiali e sorridendogli innocentemente,
come stava facendo lui con me.
Hateway ghignò.
“Oh, mi scusi, miss genio-al-lavoro-si-prega-di-non-disturbare”
disse, lanciando un’occhiata al manoscritto sul quale ero china fino a
pochi secondi prima.
“Solo una cosa: quindi, secondo te, è uso corrente fare irruzione dopo aver bussato alla
porta?” continuò, senza levarsi quel sorriso dalla faccia.
Okay, ho detto una
cavolata.
“Punto secondo” continuai, imperterrita, rimettendomi gli occhiali:
senza, non ci vedevo una zucca secca.
“Sarà meglio che spieghi alla svelta il motivo per cui hai portato il tuo brutto muso qui, davanti alla mia
scrivania, o è la volta buona che ti affatturo le chiappe” conclusi, con il più
dolce e falso dei miei sorrisi.
Philip si rabbuiò.
“Non oseresti”
“Oh, sì che lo farei” risposi, annuendo convinta.
Con gran soddisfazione, vidi che l’espressione ghignante era
completamente sparita dalla faccia di quell’imbecille.
“Contenta tu… Johnson mi ha
comunicato la data dell’esame” sputò, con tutto il rancore che la sua vocetta stridula poteva contenere.
“E a me non ha detto niente?”
chiesi, sorpresa.
A questo punto, lettori maghi e babbani,
serve qualche spiegazione.
Appena uscita da Hogwarts, avevo frequentato dei corsi in più per poter
diventare storica della magia. Durante uno di quei corsi,
avevo fatto conoscenza con un altro aspirante storico, il troll
che aveva fatto irruzione nel mio studio. Vuoi per la rivalità che c’è
tra quelli che si contendono il diploma che può prendere solo un numero
limitato di persone, vuoi per l’antipatia reciproca nata al nostro primo
sguardo, io e Hateway avevamo
subito dato inizio ad una guerra.
Entrambi avevamo superato l’esame che si era tenuto alla
fine del corso a pieni voti, così eravamo entrati nel Dipartimento ed eravamo
costretti a sopportarci a vicenda.
Noi del Dipartimento avevamo il compito di identificare i
reperti che quelli delle ‘Squadre di Recupero’
riuscivano a scovare. Le ‘Squadre di Recupero’ si
occupavano anche di cercare reperti magici in zone che sapevamo essere state
abitate fin dall’antichità dai maghi, ma a volte gli archeologi babbani arrivavano prima, e finivano col trovare strani
dipinti in cui era raffigurata la corretta preparazione della Pozione Polisucco, o altre pratiche che gli studiosi non sapevano
spiegarsi. Era divertente leggere le ipotesi che i professori babbani formulavano su quei ritrovamenti.
Ho lavorato per anni del Dipartimento, e posso dire che lì
dentro ero una delle migliori. Tra parentesi, se siete maghi vi sconsiglio di
intraprendere la mia carriera: pagano una miseria, e in cambio devi cavarti gli
occhi dalla mattina alla sera per decifrare scritte sbiadite dal tempo o
dall’incapacità dei custodi delle biblioteche. Insomma, un lavoraccio. Suppongo
che sia dovuta alle serate passate su consunte
pergamene la mia miopia, che mi ha costretta a indossare occhiali. La
definizione ‘a fondo di bottiglia’ per le mie lenti è
riduttiva.
Intendiamoci, non che prima di iniziare a lavorare fossi uno schianto: sono sempre stata piccola e magrolina,
con una massa di crespi capelli neri che tenevo, e tengo tuttora, sempre legati
in una coda. L’unica cosa che mi piaceva di me erano gli occhi azzurri, che con
il tempo, però, hanno cominciato a perdere colpi. Risultato? Tanto per darvi
un’idea dell’alta considerazione che nutrivano per me
i miei colleghi, vi dirò che i soprannomi più cortesi che ricevevo erano ‘la
talpa acida’ e ‘la gobba snob’.
Sì, anche il mio modo di starmene sempre gobba è colpa del lavoro.
Comunque, un bel giorno avevo letto
un annuncio sul Profeta: la ‘Squadra di Recupero’ del
Museo Storico della Magia cercava un nuovo componente.
Avevo deciso di provare: dopo dodici anni passati a
sopportare Hateway e i suoi degni amichetti, persino
rischiare di rimanere rinchiusa in una piramide sconosciuta ai babbani in Egitto mi sembrava una prospettiva allettante.
Così avevo fatto richiesta, e mi era stato comunicato che gli aspiranti
dovevano sostenere un esame per poter essere scelti.
Avevo parlato con la segreteria del Museo, e mi avevano
spiegato in cosa consistesse l’esame: analisi di un
reperto. In pratica mi avevano assegnato un manoscritto (“Fresco fresco di ritrovamento in un monastero babbano”,
aveva commentato la strega che me lo aveva consegnato), e io dovevo capire se
fosse un falso, o, in caso contrario, studiarlo. Una cosa che ero abituata a fare, quindi. Il manoscritto da esaminare era
quello che stavo studiando quando Hateway mi aveva interrotta, e sembrava autentico. Avevo cominciato il mio
lavoro un po’ in ritardo, ma sembrava che non ci fossero particolari difficoltà
nel leggerlo. Un certo Johnson mi avrebbe informata della data dell’esame.
Pochi giorni dopo che mi era stato assegnato il manoscritto,
avevo scoperto che anche Hateway
aveva fatto richiesta per lo stesso posto al Museo.
“Mi ha detto di riferirtelo. Sa che lavoriamo insieme…” rispose mister interrompo-il-lavoro-degli-altri-e-non-chiedo-neanche-scusa Hateway, con una smorfia.
“Allora, quando sarà questo esame?”
chiesi, sbrigativa. Ero curiosa di saperne di più su Rowena
Ravenclaw, una dei quattro fondatori di Hogwarts. Oltretutto, ero stata Smistata nella sua casa, ai
miei tempi.
“Tra tre giorni”.
Alzai gli occhi dal manoscritto, sorpresa.
“C-cosa?” balbettai.
Sapevo che non ce l’avrei mai fatta
a finire di leggere e tradurre tutto.
Hateway mi rivolse di nuovo quel
sorriso ebete.
“Non è possibile! Ci deve essere un errore! Non possono
essere talmente pazzi da credere…”
Mi bloccai, poi alzai lentamente lo sguardo su Hateway, che ormai sghignazzava apertamente.
“Scusa, Brocklehurst, l’ho saputo
un mese fa… Ma deve essermi sfuggito di mente” disse.
Io avvampai per la rabbia.
“Fuori… di… qui…” sibilai, trattenendomi a stento dal
mettere mano alla bacchetta.
Hateway non se lo fece ripetere, e
corse fuori dallo studio sbattendo la porta alle
proprie spalle.
“CODARDO!”
Ecco, avergli urlato dietro non mi aveva fatta calmare.
Quel… quel…
Il codardo voleva che io mi ritirassi. Ma
se aveva sperato che io facessi il suo gioco, permettendogli di uscire
finalmente da quel buco nero che era, ed è tuttora, il Dipartimento, non
conosceva Mandy Brocklehurst.
Chiedere di rimandare l’esame era fuori discussione: se
l’avessi fatto, mi avrebbero riso in faccia.
Cominciai a camminare per la stanza, furiosa. Poi mi
bloccai: il manoscritto era ancora sulla mia scrivania, e chiedeva di essere
letto.
Mi rimboccai le maniche: avevo tre giorni per finire di
leggerlo, tradurlo e studiarlo.
Ebbene sì, mi sono fissata con i
personaggi che vengono nominati mezza volta in tutto Harry Potter u_ù
Mandy viene citata in ‘Harry Potter e la Pietra Filosofale’, mentre Hateway è di
mia invenzione.
Comunque, questi due personaggi saranno ‘di contorno’
per la vera storia che voglio raccontare, cioè quella di Rowena
Ravenclaw.
In questo capitolo non è
successo ancora niente. Dal prossimo aggiornamento entrerà in scena Rowena.
Non aggiornerò molto presto, ma
critiche e commenti sono graditi ^^
P.S: so che non
esiste nessun Dipartimento dello Studio dei Reperti Magici, ma dovevo
inventarmi qualcosa sul ritrovamento di un manoscritto, quindi… =S