Serata (non troppo) romantica

di LorasWeasley
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Buon compleanno Suna!
 



Serata (non troppo) romantica
 

Erano mesi che ormai Suna Rintaro cercava di progettare l'appuntamento perfetto.
Aveva passato tre anni di liceo a morire dietro Miya Osamu, dicendosi che era solo una cotta, che era il suo migliore amico e che non valeva la pena rovinare quello che avevano confessandosi.
Ma il liceo era finito, le loro strade si erano divise e si vedevano sempre di meno per i vari impegni. Suna aveva quindi capito che doveva provarci prima di pentirsene.
Aveva trovato su internet un posto sul mare che era uno "Street food italiano", aveva tantissime recensione positive, 4.8 punti su 5 e tutti decantavano la loro specialità: il panino con il polpo alla brace.
Suna sapeva bene che a Osamu sarebbe sicuramente piaciuto, così com'era quasi certo che l'altro ragazzo non ci fosse mai andato perché era abbastanza lontano da raggiungere se non avevano una macchina.
Programmò tutto nei minimi dettagli, poi gli scrisse un messaggio "Stasera vuoi provare l'esperienza della mia guida? Ho trovato un posto buono dove mangiare".
La risposta gli arrivò subito "Per il cibo potrei anche rischiare di morire".
Suna rise, sapendo benissimo che avrebbe risposto in quel modo.
Tuttavia fece un errore madornale: si dimenticò di guardare le previsioni meteo di quella zona.
Lo capì troppo tardi, quando ormai stava uscendo di casa e sua sorella gli fece presente -Guarda che piove, dovresti portare l'ombrello.
Rintaro trattenne il fiato. Perché doveva piovere proprio quella sera d'estate? Perché doveva piovere proprio nel momento in cui si sarebbero seduti a mangiare? Non poteva essere così sfigato. Non era mica Atsumu.
In ogni caso, per precauzione, portò comunque l'ombrello.
 
Suna si dimenticò presto del possibile brutto tempo, soprattutto quando il viaggio in macchina fu così piacevole e i due ragazzi non fecero altro che scherzare e parlare male di Atsumu, senza alcun tipo di imbarazzo nonostante la situazione "nuova".
Trovare parcheggio in quella località sul mare nel finesettimana fu un'impresa, ma a Rintaro non sarebbe dispiaciuto camminare se questo significava che aveva più tempo da passare con Osamu.
-Come hai trovato questo posto?- chiese curioso l'altro durante la loro passeggiata.
Rin alzò le spalle e gli fece un occhiolino -Non posso dirti i miei segreti, altrimenti non avrei motivi per chiederti di uscire.
Osamu rise -Non hai bisogno di motivi.
Suna trattenne il fiato mentre il suo cuore accelerava. Non disse nulla e sorrise leggermente.
Il luogo era pieno di gente, si trovava proprio sul mare ed era una struttura tutta in legno bianco e decorazioni azzurre. C'erano diversi tavolini in giro che si trovavano sia dentro che fuori. Suna fu felice di vedere che ci fosse un "dentro", così almeno se avesse piovuto come predetto da sua sorella sarebbero stati al riparo.
Non c'era il servizio al tavolo, ma si faceva la fila alla cassa, si pagava e si aspettava che chiamassero il proprio turno.
-Ordino io- disse subito Osamu e Rintaro non protestò, anche perché sapeva che l'altro avrebbe voluto ordinare così tante cose che le avrebbe sicuramente dimenticate -tu che vuoi?
-Va bene il panino- rispose occupando un tavolo.
-Solo quello? Sicuro?
-Sì- rise Suna e Osamu fece la fila.
Circa dieci minuti dopo avevano il tavolo pieno di cibo. Ma ebbero il tempo di prendere il primo morso che un lampo illuminò il cielo e un acquazzone iniziò ad abbattersi su di loro. Fecero l'amara scoperta che il "chiuso" non era tanto chiuso, erano solo teli di stoffa intrecciati su dei pali e non stavano facendo nulla per trattenere la pioggia.
Suna sospirò, poi prese l'ombrello e lo aprì su di loro per coprirli ma per coprire principalmente il cibo.
Osamu lo guardò come se fosse un miraggio, mormorò un -sei fantastico- e continuò a mangiare.
E fu così che, mentre tutti correvano via, la cucina veniva chiusa e la gente cercava riparo, loro erano gli unici rimasti seduti al tavolo a mangiare sotto l'ombrello.
Certo, questo non era abbastanza grande per coprire tutto, infatti Rintaro sentiva tutta la sua schiena e tutta la parte destra del corpo bagnata, ma Osamu era così felice mentre continuava a mangiare che sarebbe rimasto lì anche tutta la notte.
Finito di mangiare si guardarono un pó intorno per capire la situazione: ormai tutte le persone erano andate via e la pioggia continuava a cadere con forza, mentre il vento rendeva sempre più difficile non bagnarsi nonostante l'ombrello.
-Che facciamo? Aspettiamo qui che smetta di piovere?
Suna mise il broncio -Non sappiamo quando smetterà e comunque non siamo al coperto, tanto vale tornare in macchina.
-Va bene.
Rintaro però non aveva messo in conto che le strade per tornare in macchina erano diventate dei fiumi in piena.
-Dio che schifo- si lamentò proprio il pallavolista non appena infilò il piede in una pozzanghera, affondando fino alla caviglia -è la cosa meno romantica che poteva succedere.
Osamu si bloccò, si voltò a guardarlo e chiese -Volevi una serata romantica?
Suna avrebbe dovuto essere imbarazzato per quella domanda e per la frase che gli era sfuggita per sbaglio, ma in quel momento aveva solo freddo, aveva un piede nell'acqua sporca e voleva solo andare a casa a fare una doccia calda, quindi fu naturale per lui sbottare -Cazzo, sì!
A quel punto Osamu gli tolse l'ombrello dalle mani e lo abbassò, facendoli bagnare ancora di più e, prima che Rintaro potesse chiedergli cosa diavolo stesse facendo, questo lo baciò.
Non fu il primo bacio che si aspettava, quello che le persone descrivono sempre. Fu un bacio bagnato, freddo, con le labbra che scivolavano e le gocce di pioggia che picchiettavano fastidiose sugli occhi. Ma era con Osamu, ed era tutto quello che gli bastava.
Fu Osamu a finire il bacio così come lo aveva iniziato, lo guardò dolce e gli chiese -Baciarsi sotto la doccia è una cosa romantica, giusto?
Suna lo fissò per qualche secondo senza capire, poi rise e gli strinse le braccia intorno al collo -Sì, lo è…- rispose in un mormorio per tornare a baciarlo ancora e ancora.
Riuscirono a tornare in macchina diversi minuti dopo, quando ormai i loro vestiti erano completamente appiccicati alla loro pelle, le scarpe piene d'acqua e i capelli che potevano essere strizzati.
Nel momento in cui si chiusero gli sportelli alle spalle, la pioggia iniziò a diminuire.
-Non ci credo- borbottò Rintaro sconvolto, con in mente l'idea di chiedere a Kita se potesse aver fatto incazzare i suoi dei in qualche modo.
Osamu rise -Non preoccuparti, abbiamo comunque mangiato. Penso che non scorderemo mai questo primo appuntamento.
Suna sbuffò -Non l'avevo programmato così.
Osamu non aveva intenzione di farlo andare a casa con il broncio, soprattutto quando lui si era comunque divertito e, soprattutto, aveva mangiato bene in ogni caso -Vuoi venire da me? È ancora presto, no? E ti posso dare un cambio di vestiti.
Suna lo guardò di sottecchi, ancora con il broncio ma interessato a quella proposta -Sta tuo fratello?
Osamu alzò le spalle -Importa?
Il broncio di Rintaro sparì del tutto, rise e mise a moto -No infatti, andiamo a traumatizzare 'Tsumu.




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