CAPITOLO 15
“Almattki Ass”
Un ragazzo, dai corti capelli scuri pettinati all’insù, con
indosso un’uniforme totalmente bianca, tranne che per la bandiera
italiana stampata in pieno petto. L’indumento, come lo stesso
giovane, si presentavano ridotti davvero male.
un bagliore accecante lo illuminò di botto.
Vicino a lui, una ragazza dai vaporosi capelli castani e col medesimo
vestiario, se non fosse per la bandiera islandese al posto del
tricolore e un corto mantello bianco legato alle spalle.
Quest’ultima, nell’enfasi dell’azione, stava recitando a
memoria dei versi scritti dal poeta islandese Jonas Hallgrimsson.
“Non so quanto potrò resistere” urlò lei con estrema fatica,
mentre si schermava il viso con la mano.
Riuscendo a malapena a muoversi, lui iniziò a parlare, pur non
muovendo la bocca “Hero Girl, mi senti?”.
“Ci sono, Hero Boy” una voce femminile rispose nella sua testa.
“Io e Miss Hero siamo allo stremo. C’è bisogno dei Global
Defenders”.
“Intendi la formazione originale?” domandò la bionda, con i suoi
occhi castani spalancati.
“No, tutti quanti!”.
La persona all’altro capo della comunicazione, anche lei con la
stessa divisa degli altri due ma con la bandiera stelle e strisce sul
seno, rimase paralizzata.
D’improvviso, si udì una voce profonda.
“Almattki Ass vi aiuterà”.
Autodromo
La monoposto di Formula 1 sfrecciava a gran velocità sul tracciato.
Sugli spalti, tra il pubblico, vi erano tre personaggi piuttosto
caratteristici.
“Però il telepate è il N. 1, giusto?” domandò telepaticamente
la Donna del Domani, una supereroina che, per un breve periodo, fu
anche membro della JLA.
“Basta che non lasciamo alcuna traccia di noi” affermò Black
Wing, un agente segreto curiosamente vestito tutto di nero.
“Io so solo che, a quest’ora, dovevo essere con la mia classe a
Siviglia!” protestò agitato il professor Archimede Formigoni.
Sull’asfalto rovente, lo pneumatico della vettura in testa sguazzò
sopra un liquido rossastro, proveniente direttamente dalla Twilight
Zone. Il nome in codice è Blob.
Nonostante questo breve ostacolo, il bolide sbandò appena, ma riuscì
comunque a tagliare il traguardo per prima.
Come secondo classificato, vi era un uomo che guidava talmente
spericolato da sembrare non temere la morte. Di fatti, il suo nome da
battaglia era Immortal Man.
A sventolare la tipica bandiera a scacchi vi era Commander Steel, un
agente canadese della Polizia Internazionale.
Una volta ferma la monoposto arrivata per prima, là dove tutti
immaginavo un sorridente Johnny Wayne, vi era invece un altrettanto
sorridente Jack Lincon. Ad aiutare il britannico a tirarsi su vi era
Diego Marano, un giovane calciatore del Napoli.
Appena in piedi, il mutante fu subito preso in spalla per i
festeggiamenti. Mentre sollevava una pesante coppa, fabbricata per
l’occasione, dietro di lui Johnny Dresden suonava un brano
accompagnandosi con la sua chitarra.
Tornato con i piedi per terra, una voce amica lo chiamò.
“Però, non te la cavi male…” si congratulò Andrea Alberti.
“Complimenti anche da Clifford Franklin!” gli diede una pacca
sulla spalla il giocatore amatoriale di football americano.
I due Humana scelsero di ignorarlo.
“Ti ringrazio, Andrea. Almeno Johnny la smetterà di chiedere
sempre di fare a gara”.
Intanto, la macchina veniva riportata nei box. Nel suo abitacolo ora
sedeva un gatto nero dal nome Daru.
“Piuttosto” riprendeva il discorso l’inglese “non ti sembra
che ci sai qualcosa di strano? Tipo una poltiglia scarlatta sulla
pista? Te ne sai nulla?”.
“A questa domanda, se permette signore, possiamo rispondere noi”
disse l’eroe brasiliano Raio Negro, mentre offriva una bottiglietta
d’acqua al dandy.
“E tu chi sei?” domandò subito allarmato il Soggetto N. 4.
Una figura eterea, vestita elegantemente in nero, comparve come dal
nulla “il mio nome è Leinhart, sono un mezzo vampiro. Insieme al
mio collega facciamo parte del più grande gruppo di eroi mai
esistito: i Global Defenders”.
Quartier generale degli Humana
Nell’elegante giardino, ben curato e tutto attorno alla villa, vi
era un lungo tavolo dove poter organizzare pranzi e cene all’aperto
e svariate sedie. Su una di esse, era seduto un uomo di mezza età
che, con fare un po’ traballante, sorseggiava fiero una lattina di
birra. Una volta terminata una lunga sorsata, terminò il tutto con
un sonoro rutto.
“Johnny, puoi scendere, per favore?”
All’interno dell’edificio, l’americano, sentendosi chiamare e
riconoscendo un tono leggermente allarmato della voce di Sara, scattò
a supervelocità dal piano superiore a quello inferiore.
Incredibilmente, una donna riuscì a seguirlo con gran facilità. Il
suo nome era Jenny Everywhere.
Giunto al piano di sotto, trovò l’italiana scortata da due figure.
Il primo aveva un uniforme molto simile a quella vista proprio da
Wayne indosso ad Elefante, durante la sua avventura messinese. Solo
che questo aveva il profilo di un picchio bianco su sfondo nero.
Il secondo era invece un volto abbastanza noto. Si trattava infatti
di Tryggvi Helgason, campione di Glima, la lotta tradizionale
islandese.
“A quanto pare, abbiamo visite”.
“Tranquilli” intervenne Igor Wansa, parlando normalmente “sono
brava gente che si fa chiamare Global Defenders”.
Accanto al russo vi era un uomo che sfoderò subito un tesserino ben
riconoscibile.
“State calmi, signori. Sono un agente FBI. Il mio nome è William
Graham”.
Improvvisamente, il grande televisore in sala si accese facendo
sobbalzare altre due persone lì vicino. Uno era Fat Fury, un uomo
estremamente grasso vestito da impiegato ma dagli cinredibili poteri,
l’altro era niente meno che Ercole Brandoletti, il portiere di
riserva della Juventus.
“Che succede?” domandò la kendoka sudcoreana Yoo Chae-Yi al
Soggetto N. 9, puntandolo con il suo shinai.
È una comunicazione la informò sbrigativo lui.
Nell’enorme display comparvero inquadrati i volti degli altri due
mutanti collocati all’autodromo più una terza persona. Ella era
Keito Aoyama, un-ex attrice bambina giapponese.
“Johnny” avviò la comunicazione l’italiano “vado subito al
sodo: bisogna andare con loro e radunare il resto degli Humana”.
Teatro
Frédérique Arone, vestita con un candido tutù, si librò
elegantemente in volo, esibendosi in un perfetto arabesque.
Ad accompagnarla in questa sua esibizione, fra le altre componenti
del balletto, vi era anche una nipponica di nome Kurumi Morino.
Tra il pubblico, seduto comodamente in platea, Johnny Wayne
applaudiva entusiasta l’amica. Ai suoi fianchi, altri due membri
dei Global Defenders: il capitano interstellare Joshua Rigg e
l’eroina vestita da coccinella Ladybug.
Terminato lo spettacolo, la francese si fiondò negli spogliatoi,
rispondendo a malapena ai complimenti del calciatore italiano
Pialtonelli.
Dopo una rapida doccia e un cambio di vestiti, uscì dagli spogliatoi
per raggiungere il suo amico.
Appena notatolo, lo salutò con la mano “Johnny, eccomi!”.
Accanto a lui, l’imbranato campione di golf Harvey Miller jr, suo
connazionale.
Spiegata velocemente la situazione alla donna, la coppia stava ora
già sfrecciando nella notte sulla Mustang del pilota di Formula 1.
A seguirli dall’alto, vi era un robottone italiano che di sicuro
Andrea Alberti conosceva: Bolzanius.
Ristorante cinese
Parcheggiata in maniera sportiva la fuoriserie, il duo si apprestò
ad entrare nel locale.
Nel marciapiede lì vicino, il campione di football americano Joe
Pendleton si stava allenando effettuando una classica corsa notturna.
“Benvenuti!” Nikki Peng accolse con anche eccessivo entusiasmo i
nuovi arrivati.
“Ciao, Nikki. C’è per caso Chang?” le domandò il biondo.
“Sì, certo!” rispose sorridente la cameriera, indicandoglielo “è
lì insieme a due persone che non ho mai visto prima”.
Difatti, il proprietario era seduto ad un tavolo rotondo con altri
due membri dei Global Defenders.
Uno era quasi del tutto invisibile e, vista anche la sua professione,
si faceva chiamare Voice the Invisible Detective.
L’altro, invece, era Marcus Daly, un pianista inglese,
specializzato nel jazz, che già ne aveva viste molte.
“Immagino tu sappia già tutto…” lo scrutò il velocista.
“Piuttosto” intervenne il Soggetto N. 3 “Sai per caso dove
possiamo trovare Berny?”.
“Che io sappia, è tornato in Messico ed ha allestito un piccolo
ring per la lucha libre aperto a tutti” rispose cordialmente il
Soggetto N. 6.
Messico
Come preannunciato dal cinese, Bernardo Borghi si trovava su un
piccolo ring improvvisato, pronto ad affrontare un curioso
avversario.
Una piccola bombetta in testa, logori guantoni
da pugile, pantaloni troppo larghi e due scarpe estremamente lunghe
ai piedi. Dei capelli ricci e neri e, sul viso, dei piccoli baffi
neri esclusivamente sotto il naso.
Il mutaforma decise di dare il cambio al suo
compagno di tag team. Conosciuto direttamente nella Twilight
Zone, fece il suo goffo ingresso Frankenstein
Boy.
Riuscito miracolosamente a passare con il testone fra due corde,
quando ormai era quasi del tutto sul ring, inciampò con il piede
rimasto impigliato e volò subito al tappeto.
Nel mentre, anche l’avversario aveva seguito l’esempio del
mutante e a dargli il cambio vi era un buffo
ometto, anche lui con baffi neri ma decisamente più estesi del
precedente, così come le folte sopracciglia, occhiali e un sigaro
tra i denti. Quest’ultimo, con una parlantina rapidissima, schernì
il mostro a terra.
Fra il pubblico, un tavolo da tre era
particolarmente euforico per l’assurdo match a cui stavano
assistendo.
Un rancher di nome Vern Haskell, L'Illusionista
di un supergruppo degli anni ’40, i Freedom Legionaires, e un
cantante blues vestito tutto in nero conosciuto come Elwood Blues.
Poco più in là, ad un altro tavolo ancora,
erano seduti i Soggetti N. 2 e 4.
Canada
Geran Giunan, com’era suo solito, stava seduto in meditazione
davanti ad un falò. Accanto all’energumeno, seduto anche lui al
suolo, c’era il secondo uomo a portare il manto di Nite Owl, ormai
arresosi al mutismo dell’indiano.
A rompere quel prolungato silenzio ci pensò invece un supereroe di
prima generazione, visto che suo figlio ne aveva raccolto l’eredità
e le facoltà sovrumane. Il suo nome era Pantagruel e il suo potere,
come si può intuire, consiste nell’essere in grado di aumentare a
suo piacimento le dimensioni del proprio corpo.
“Ehi, gigante! I tuoi amici ti voglio parlare” urlò mentre
teneva in mano un cellulare.
Congo
Stessa identica scena si stava ripetendo in terra africana. Questa
volta però, a porgere il cellulare era Sir Trunk, un tizio in
armatura medievale con, come effige sullo scudo, un ariete, mentre a
riceverlo c’era Juna.
“C’è una chiamata per te, Soggetto N. 8”.
Accanto allo zairese, intento fino ad allora ad ammirare la savana
dal loro misero accampamento, vi era la splendida cantante
afroamericana Rachel Marron.
Nella fitta giungla poco più avanti, un portale temporale portò nel
presente, esattamente dal 2079, l’ex-agente CIA Marion Snow.
Islanda
L’aereo spaziale, pilotato pilota e avventuriero Tracy Dixon, stava
discendo sulle piste d’atterraggio ghiacciate.
Ad accoglierli, in mezzo ad una terribile bufera, trovarono
l’astronauta Mark Watney, che gli spiegò sommariamente l’attuale
situazione atmosferica.
“Che freddo, gente!” si lamentò subito il Soggetto N. 7.
“Almeno Igor e Sara sono rimasti al calduccio” puntualizzò il
Soggetto N. 3.
Come loro guida per quella spedizione proibitiva era stato designato
era il giornalista Ruggero Manni, abituato in fredde mattine come
quella.
“Qui intorno è tutto bianco” osservò il Soggetto N. 6.
“Ma siamo certi che questa sia la direzione idonea?” domandò il
Soggetto N. 2.
il Soggetto N. 4 diede un’occhiata alla mappa che gli era stata
affidata “Se questa mappa è corretta, dovremo quasi esserci”.
Molto dei Global Defenders lì seguivano nel percorso.
Jack Carter, sceriffo della città utopica di Eureka, si affiancò al
Soggetto N. 5. Finché quest’ultimo non si bloccò di colpo,
fissando dritto davanti a sé.
Uno yeti, delle proporzioni molti simili al pellerossa, li stava
osservando avanzare. Dopo qualche secondo d’immobilità, gli indicò
la direzione da seguire.
“Peccato!” imprecò l’italiano “Pensavo fosse lui il nostro
nemico”.
“A quanto mi è stato rivelato” esclamò l’americano “colui
che dobbiamo affrontare e qualcuno di decisamente più potente”.
“Confermo!” intervenne Doppel, indicando l’uomo delle nevi “Lui
fa parte del Monster Commando, mentre io della Squadra MON”
indicando ora il messicano “Io sono una mutaforma proprio come
lui!”.
“Scusate, colleghi” fermò tale sproloquio la francese “ma pare
anche a voi che la temperatura si sia decisamente alzata?”.
Al suo fianco c’era la variopinta Girl One, proveniente dalla
particolare città di Neopolis, con cui si era intrattenuta a
chiacchierare fino ad allora.
“Non solo, si è alzata anche una fitta nebbia!” contemplò Ayase
Kishimoto, conosciuta ai più come FES, la vocalist dei Phantasm.
La nebbia stava avvolgendo Andrea e l’umano tramutatosi in orso
Ursa Major “Possibile che seriamente dobbiamo affrontare un dio…”
“Fermi!” urlò Johnny.
Yellow Iris, modella dall’aspetto felino, lo seguì alla lettera.
“C’è qualcosa di magico in questa atmosfera…” sospirò lo
scrittore Gil Pender, avvezzo a questo argomento.
“Magia o no, chiunque sia avrà a che fare con il mi inceneritore”
sentenziò il Soggetto N. 4, mentre la sua mano destra mutava forma.
“Ti seguo a ruota!” lo assecondò Space Knight, mentre la sua
armatura di metallo liquido creava cannoni al plasma sugli avambracci
e pistole laser sulle spalle.
“Si sta avvicinando qualcuno!” urlò spaventata il Soggetto N. 3,
mentre stava utilizzando la sua vista notturna, con accanto il
tennista Tom.
Dalla nebbia opprimente si vide comparire una figura femminile.
“Se questa nebbia non fosse così fitta, potrei provare a spazzarla
via” ipotizzò l’androide Red Tornado.
La donna misteriosa crollò a terra, facendo sobbalzare il
carabiniere Glauco Sperandio.
“Sacro Buddha!” esclamò il Soggetto N. 6.
“Che sia uno spirito?” si chiese la francese.
“Deve essere caduta!” controbatté l’americano.
“Fate attenzione!” li avvertì Yattodetaman.
Un capannello di persone si raccolse attorno alla donna.
“Riesci a sentirmi?” la osservava Johhny.
“Ti ricordi come ti chiami?” azzardò Frédérique.
“E magari di dove sei…” ironizzò Hong Kong Phooey.
Una moretta con la coda di cavallo e un’armatura rossa si fece
largo tra la folla.
“Ma quella è Miss Hero!” urlò sorpresa Rietta.
“La conosci? Sai di dov’è?” le chiese l’italiano.
“Anch’io la conosco” intervenne Veenyle “viene spesso nella
discoteca dove faccio la DJ. Dovrebbe stare in un paese qui vicino”.
“Allora dovrò portarcela all’istante!” il velocista l’aveva
già presa in braccio.
Mike Lowry, detective della narcotici di Miami, si scostò per
lasciare spazio al mutante.
“Aspetta, Johnny!” lo richiamò all’ordine la ballerina “Con
questa nebbia, che sono certa sia tutto meno che naturale, non saprai
di certo orientarti!”.
“Forse io vado più veloce di te” lo sfidò White Panther.
Wayne lo ignorò. Si avvicinò al Soggetto N. 5 e gli porse la
ragazza islandese.
“La lascio a te, Geran”.
Robottino, tentando di dargli una mano, si ritrovò con i piedi della
donna sulla sua testa tonda.
“C’è qualcos’altro!” gridò impaurita Arone.
Talmente impaurita da far girare di scatto le due Sareth, donne
provenienti dalla preistoria.
Tra i banchi di nebbia scura, si accesero due sfere di luce.
“Che siano i fari di un auto?” ipotizzò Borghi.
“A me sembrano più occhi…” scrutava l’orizzonte Alberti,
sempre con la mano armata.
“Magari è un UFO!” saltellò eccitata Uranus.
Ad azzeccarci fu il mutaforma. Quei bagliori si rivelarono essere gli
occhi di un animale. Un famelico lupo nero, grande quanto un toro. Le
fauci enormi spalancate che grondavano bava.
Una dozzina di eroi si scagliarono all’attacco del nemico.
Il poliziotto John Kimble sparò con la sua pistola d’ordinanza. Lo
stesso fece il sergente Bill King. Il marine Zack Mayo preferì il
fucile. Così come il soldato Ralf Jones. La brasiliana Fire lanciò
le sue fiamme verdi. Sceso in picchiata con il suo aereo, il tenente
Henry Purcell lasciò partire una gragnola di colpi. Mui Aiba sparerà
con la sua Arthur un raggio magico. Stessa modalità d’attacco fu
usata dalla canadese Nelvana. Il ninja Fujimaru gli scagliò contro
una raffica di vento fortissimo. Mega Bat di Hero City gli tirò
contro un boomerang a forma di pipistrello. Angel Hawk dell’Amalgam
fece roteare la sua mazza chiodata, per poi rilasciarla contro
l’obiettivo. Infine, la mutante Hope Summers utilizzò vari poteri
mutanti, grazie alla sua capacità di mimesi.
Per tutta risposta, il lupo scomparve come se non fosse mai esistito.
Tutti i presenti rimasero sbalorditi. La quarta Tigre Bianca aiutò
il Soggetto N. 6 a rialzarsi dal suolo.
“State tutti bene?” domandò in giro il Soggetto N. 8.
“Forse era da quel lupo che scappava Miss Hero…” ipotizzò il
Soggetto N. 9
“E noi allora cosa cazzo ci facciamo ancora qui?!” sbottò il
Soggetto N. 7.
La mummia rivissuta Tutenstein li guardava divertita.
Un sinistro gracchiare s’iniziò a udire dall’alto. Grazie al suo
meccanismo di movimento tridimensionale, Eren Jaeger si avvicinò di
più al cielo, mentre in basso Zombie Boy osservava tutto con la sua
espressione impassibile.
“Che roba è?” chiese il messicano.
“Sono corvi” gli rispose la francese, con accanto il verde Uomo
Libellula.
Il tennista nipponico Eiichiro Maruo provò a colpirli tirandogli
contro una palla, mentre il cane Spot gli abbaiava contro.
“Incredibile!” annunciò lo street dancer Eddie “La nebbia se
ne sta andando!”.
In effetti, il banco nebbioso si stava via via diradando.
“Quello cos’è?” indicò Johnny davanti a loro.
“Ignorante!” intervenne Jack “È Yggdrasill, l’albero del
mondo”.
Con la nebbia ormai del tutto scomparsa, un gigantesco albero dalla
corteccia scura si stagliava di fronte al gruppo di eroi.
“È davvero enorme!” esclamò Johnny Dynamic, dalla testa
altrettanto enorme.
“Guardate!” l’esploratore spaziale Reef Ryan indirizzò il dito
verso il basso “quello laggiù è una villaggio! Magari è proprio
quello di Miss Hero!”.
Fu così che il supergruppo s’incamminò o volò verso la pianura,
con Aisha che li allietava con la sua voce celestiale.
A valle, seduto all’ombra di un albero ben più piccolo rispetto al
precedente, vi era un anziano bardo. Con movimenti lenti,
strimpellava un antico liuto. Il detective James Carter osservava
tali movimenti totalmente rapito.
Tra le fronde della pianta, si nascondeva un ragazzino dagli
spiazzanti capelli verdi, posizionato la sopra come fosse una
vedetta. Appena lo vide, il Gorilla Lilla balzò in aria, si aggrappò
ad un ramo e lo spaventò.
Il fanciullo scivolò giù dalla corteccia dell’albero,
terrorizzato ancora di più dal curioso aspetto di Nobby
l’oritteropo.
“Stanno arrivando! Stanno arrivando!” strillava come un invasato,
mentre il coetaneo Johnny Dash lo teneva sotto tiro con la sua
fionda.
Di tutt’altro genere fu la reazione del vecchio, che aspettava i
visitatori nella più totale calma.
Mentre proseguiva nel suonare il suo strumento musicale, tre eroi gli
si pararono davanti: la dea in terra Urd, 13 del Face Team e il
membro del Japanise Force Kamikaze.
L’unica cosa che, giusto per qualche secondo, parve incuriosire il
musico fu la figura argentea di Silver Surfer sulla sua tavola da
surf volante.
Quando però riprese a suonare, Ryunosuke Fujinami sbotto “Ma
questo vecchio è impazzito?!”.
“Calmati ragazzina!” la richiamò all’ordine l’uomo
conosciuto soltanto come XIII.
“Perdonala, signore” Si scusò il Soggetto N. 3.
“Puoi dirci che posto è questo?” chiese il militare russo Wolf.
“Voi… chi siete?” replicò con un’altra domanda
l’interpellato.
“Che non lo sapevi?” si animò il Soggetto N. 7 “È arrivato il
circo in città!”.
Il doppiatore giapponese Yuki Hasumi non riuscì a trattenere le
risate. Così come il Soggetto N. 2.
“Non faccia caso a questo rincoglionito…” lo richiamò
all’ordine il Soggetto N. 9.
“Piuttosto” prese la parola l’avvocato Vincenzo La Guardia
Gambini “Sa per caso se c’è un posto in cui possiamo alloggiare,
gentilmente?”.
“Benvenuti” fu l’unica cosa che il villico seppe dire.
“Sarà davvero complicato” sentenziò la gemella Jennifer Eagle.
“S-Se v-volete…” fece nuovamente capolino il bambino con i
capelli verdi “Vi posso portare al palazzo. Li sicuramente ci sarà
posto per tutti voi”.
“Perfetto! Facci strada, ragazzo” lo invitò l’americano.
Nel mentre, il giovane attaccante italiano Francesco Siano gli mostrò
il pollice in su.
“Di qua” gli indicò il ragazzino.
Il guerriero egiziano Mathayus scrutò verso tale direzione.
Mentre il resto del supergruppo si avviava, Max Minsky, un giovane
appassionato di basket, proseguiva nel fissare il bardo.
Il primo a raggiungere finalmente il villaggio, tramite un fiume che
scorreva nelle sue vicinanze, fu Red Torpedo e il suo sottomarino. La
seconda, invece, fu la prosperosa archeologa Lara Croft, intenta già
ad analizzare lo stile di quel posto.
“Ma qui non c’è anima viva!” esordì Bernardo.
“In effetti” concordò la maestra di arti marziali cinese Shu
Lien.
“Senti ragazzino” Johnny richiamò l’attenzione dell’indigeno
“conosci questa donna?” indicandogli Miss Hero, ancora adagiata
fra le possenti braccia di Geran.
“No”.
“Come no?! Ma allora non sei di queste parti?” si alterò Andrea.
Horny Steven eseguì un possente facepalm.
Il velocista cercò di mantenere la calma “Ma almeno avete un
medico in questo villaggio?”.
“Medico?”.
“E io che mi lamento dell’idiozia dei miei compagni di squadra…”
pensò fra sé e sé Lola Bunny.
“Insomma…” ritentò il biondo “qualcuno che utilizza
medicine”.
“Ah, certo!” esultò il bambino “Seguitemi!”.
Intanto, la surfista Lena appoggiò la sua tavola vicino ad una serie
di damigiane.
“Ma possiamo fidarci di questa gente?” chiese sottovoce Li Shan
In.
“Non chiederlo a me” replicò l’arciere Yota Mikami.
“Eccoci al Palazzo Reale!” indicò con entusiasmo il ragazzino.
Davanti a loro comparve una costruzione maestosa. La struttura
ricordava decisamente un castello medievale, con tre possenti
torrioni a svettare da dietro l’alta cinta muraria.
“Si trova lì dentro il medico?” domandò Captain Paragon.
“Intanto entrate qua dentro. Del medico ce ne occuperemo più
tardi” si fece serio l’infante.
Ad entrare dentro il palazzo ci pensò il Soggetto N. 9, accompagnato
dalla telepate Nanase Hida e la giocatrice di softball Hikaru
Yoshimoto.
“Benvenuti!” gli si fece incontro un uomo basso, grassottello e
stempiato “Il mio nome è Kiko”.
“Senta, abbiamo bisogno di un medico per una nostra compagna”
andò dritto al sodo il mutante.
“Non preoccupatevi. Di lei ce ne occuperemo noi, anche se non mi
pare di queste parti”.
Disse quest’ultime parole mentre la osservava essere poggiata su
una sedia dal Soggetto N. 5 e dal mago taoista Jeon Woo-Chi.
“Piuttosto” riprese il discorso l’ospite “com’è che un
gruppo così variopinto si trova in un villaggio sperduto nel nulla
come questo?”.
“Secondo te? Siamo in vacanza premio!” lo sfotté il Soggetto N.
7.
Gunstar Green scoppiò a ridere. Al contrario, Kilo rimase
completamente impassibile.
Il messicano smise presto di ghignare “Comunque… ci hanno detto
che, in questa zona, si nasconde qualcosa di davvero spaventoso…”.
Intanto, il tedesco Klaus Wessel faceva roteare il suo frisbee in
aria.
“Se intende quell’albero gigantesco” affermò Kilo, indicandolo
attraverso una finestra da cui era ben visibile “Esso è
Yggdrasill. È sacro. A nessuno è permesso avvicinarglisi”
Il Soggetto N. 2 si gongolava nella sua previsione corretta, mentre
il praticante di arti marziali Tetsuo proseguiva nell’osservare la
gigantesca pianta.
“E che succede a chi, se ne frega, e ci si avvicina?” lo sfidò
verbalmente il mutaforma.
Magical Girl Ore gli fece il verso, cosa già di per se assurda se
fatta da omone muscolo vestito come una maghetta.
La voce del responsabile del castello si fece più minacciosa “In
tal caso, credo proprio che la punizione di Almattki Ass sarà
definitiva”.
A sentire quel nome, il Mostro di Fouke si bloccò pietrificato.
“Igar!” convocò ad alta voce Kilo “Fai accomodare più persone
possibili qui al palazzo”.
A rispondere al suo richiamo fu un colosso di almeno due metri, con
spalle larghe quanto un armadio a tre ante, con i corti capelli scuri
e gli occhi quasi socchiusi.
L’ex-schiavo di colore Jim ne rimase sorpreso.
“Per qualsiasi cosa, chiedete pure ad Igar” proseguì Kilo.
Pietro Bonutti squadrava l’energumeno con particolare interesse.
“Per la cena, vi avviseremo noi quando sarà tutto pronto”.
Kyouku Sakurami della squadra femminile di baseball si era già messa
ad ispezionare l’ampio ingresso.
Intanto, il locandiere bisbigliò all’orecchio del ragazzino “Hans,
tu continua a tenerli d’occhio”.
Adeline, armata con la sua mazza da lacrosse, aveva origliato tutto.
Con un gesto della mano, Kilo richiamò Igar, sotto osservazione di
Reinhardt Schneider.
“Sai cosa devi fare…”.
Il colosso non emise un fiato e si avviò verso la porta. l’ebreo
Saul Jacobson, che fisicamente gli somigliava parecchio, preferivi
scostarsi per farlo passare.
All’aperto, il nipponico Akatsuki Higashino aspettava proprio Saul
per fare due passaggi a basket.
Nel frattempo, Hans era risaluto sugli alberi. Uno di questi veniva
utilizzato da Seung-Hui per tenersi in allenamento.
Dentro una delle numerose stanze nel grigio castello, la vigilante di
Gotham City Spoiler e la studentessa cuoca Satsuki Yotsuba scrutavano
il mondo da una finestra, un anta a testa.
In un’altra stanza, Jack era comodamente seduto su di una sedia a
dondolo. Lì vicino, Nora Clark si esercitava in un balletto.
“Che fai, Berny?” chiese il dandy.
“Vado a farmi un giretto” rispose sbrigativo il baffuto.
In pochi secondi, si trasformò in un esemplare di corvo molto simili
a quelli avvistati in precedenza.
L’attrice virtuale S1m0ne gli spalancò la finestra. Insieme a lui,
partirono in ricognizione altri tre eroi: il ciclista spagnolo Pepe
Benengeli, il cantante inglese Ruper Beetle e il Texas ranger Joe
Riley.
Il veterinario Gorou Mutsumi stava osservando alcuni animali
nell’albero dove era appostato Hans. Quest’ultimo si sposto su un
alto ramo, occupato dalla gattina Minou, per continuare ad osservare
quel corvo mutante, mentre l’idol Yuri Hoshino stava canticchiando.
Intanto, il pennuto stava ancora abituandosi al giusto ritmo con cui
sbattere le ali. Improvvisamente, la testa volante di Ms. Fortune gli
comparve vicina, lanciata dal basso e spaventandolo.
“Mi raccomando, Soggetto N. 7, non allontanarti troppo!”.
Una volta che la semplice gravità ebbe fatto scomparire quel capo
parlante, il messicano riprese la sua trasvolata, ben conscio di
volersene fregare dei consigli altrui.
Dopo qualche minuto, vide un fiume, dove prima era arrivato Red
Torpedo e ora il coreano Koo Tae-Yang stava palleggiando con un
pallone, e poi, finalmente, il gargantuesco Yggdrasill, a cui anche
Doc Samson aveva sconsigliato di avvicinarsi.
Nel giardino del palazzo, Natsuo palleggiava con la sua palla da
pallavolo contro il muro. Qualche piano sopra di lei, una mano
bussava alle persiane di una finestra. Dentro la camera, vi era una
riunione tutta al femminile. l’hacker Lisbeth Salander sobbalzò
dallo spavento.
La boxer Okome Akino e l’undine di Neo Venezia Akira E. Ferrari si
fissarono a vicenda, sbigottite.
Alla fine, Frédérique si fece coraggio e urlò “Chi è?”.
Un uomo riuscì in un lampo ad aprire le serrande e spalancare i
vetri. Nello stesso momento, la porta della stanza fu tirata giù dal
cavaliere Billy in sella alla sua fedele moto, allarmato dall’urlo
di qualche secondo prima.
Tutti erano già pronti al combattimento, ma l’intruso, dai capelli
e occhi chiarissimi, alzò subito le mani.
“Fermi! Non sono un nemico! Mi chiamo Bark e sono il fratello di
Miss Hero!”.
Invisibile a tutti, il fantasma di Sam Wheat restò sorpreso.
“È tutto vero!”.
Quella conferma arrivò direttamente dalla bocca dell’interessata,
appena risvegliatasi sul letto in cui era stata sistemata prima. Ai
cui lati aveva di guardia l’agente FBI Milton Chamberlain e Blue
Panther di Hero City.
“I raggi divini!”.
La ciccia di Sum Sam fece la ola a quell’affermazione.
“Sono stati i raggi divini a renderla così!” proseguì il nuovo
arrivato.
“Dunque lo Spettro Bianco non c’entra niente” pensò la
francese, mentre Jimmy MacElroy sistemava le lame dei suoi pattini.
“Inoltre, qui al villaggio c’è un solo trattamento per chi osa
allontarsi nel mondo esterno: la morte”.
Al di fuori della camera, Batwing, il Batman connazionale del
Soggetto N. 8, ispezionava il perimetro, mentre Hans continuava a
sbirciare dal fogliame.
“Tranquillo, ci saremo noi a difenderla!” dichiarò decisa il
Soggetto N. 3.
Bark si guardò vicino. Da una parte aveva Sabra caricava la sua
pistola in dotazione al Mossad e dall’altra Nico Bonetti fece
altrettanto, la sua data in dotazione dalla polizia di New York.
“Francamente” affermò triste Miss Hero, mettendosi seduta sul
letto con accanto Mike Knight “non credo che basteremo noi tutti
contro la furia di Almattki Ass”.
“Nonostante questo” concluse il fratello rivolgendosi alla mezzo
demone Jennifer Tate, che gli era più vicina “vi ringrazio per
tutto quello che avete fatto per mia sorella”.
“Al diavolo!” s’infuriò Arone “Noi siamo i Global Defenders!
Niente ci può battere!”.
“Veramente… voi siete ancora in prova” puntualizzò Asterix il
gallico.
La ballerina lo zittì con un gesto “Parlaci piuttosto di questo
villaggio”
“Non posso. Anzi ora me ne vado perché sto già rischiando molto a
parlare con voi” concluse il giovane, portandosi nuovamente vicino
alla finestra.
Un ultimo sguardo tra i due fratelli. Poi l’islandese fu aiutato a
scendere da un'altra boxer nipponica, Ichiko Saitou, e da un
combattente proveniente dal futuro, Jay McCray.
Nel contempo, anche il maestro di Bajiquan Lee Diendou era entrato
nella stanza. Dalla finestra ancora aperta, il rugbista Asaya
salutava con la mano il fratello di Miss Hero.
Ancora in volo verso Yggdrasill, Bernardo Borghi si trovo con
un’ombra inquietante che gli veniva contro. L’ombra,
avvicinandosi sempre più, si rivelò essere lo stesso stormo di
corvi visto comparire nella nebbia. Il mutaforma si diede ormai per
spacciato, quando intervennero sette eroi in sua difesa.
La cantante Sherrie Christian li disorientò con un urlo sonico.
Masked Marvel ne centrò qualcuno con la sua pistola. Il Dottor
Scarafaggio utilizzò un drone armato artigianale di sua invenzione.
Ritsuka Nakano mette in atto le sue qualità di tiro con l’arco. Il
vampiro messicano Lugo, tramutato in pipistrello, ne fermò
definitivamente l’avanzata. Infine, i robot giganti Dangaio e
Laserion li allontanarono dalla zona.
Nonostante questo intervento riuscito, il mutante si era rifugiato a
terra camuffandosi da semplice cane. Questo non gli bastò a passare
inosservato visto che, appena risputato da dietro dei cespugli, si
trovò davanti un gallo alto quasi un metro.
Fortunatamente, anche a terra poteva contare su tre collaboratori. La
kunoichi Rayar Dragon scoccò le sue frecce infuocate. Il dinosauro
Gon si mise ad inseguirlo, affamato come sempre. Finché L’eroina
filippina Kai gli diede il colpo di grazia con un calcio alto. Anche
il gallo extralarge era sistemato.
Il Soggetto N. 7, sempre in fuga, vide l’eroina dell’Amalgam
Diana Prince e Re Gnocco delle Maschere nascosti dietro dell’erba
alta che spiavano qualcuno. Si avvicinò loro, facendosi riconoscere
e notò il possente Igar. Questo stava bussando sonoramente alla
porta di una capanna in legno con il tetto in paglia. Su di esso,
stava aggrappato in silenzio l’eroe australiano Grey Domino. Ad
aprirgli fu una donna tutta imbacuccata in nero, con solo la sua
brutta faccia da megera che spuntava da sotto il cappuccio.
“Che starà facendo qui Igar?” si domandava mentalmente il
messicano.
Dietro di lui, degli zoccoli fiammeggianti iniziarono a scalpitare
sul suolo polveroso.
“Gente…” richiamò l’attenzione l’attore americano Johnny
Cage.
Gli altri si voltarono. Un grosso cavallo bianco, con al posto dei
classici peli da criniera delle fiamme gialle. Come se non bastasse,
al suo fianco ricomparve il lupo del loro primo combattimento in
terra islandese. Ma i Global Defenders erano pronti alla sfida.
Uno dei gemelli Wagner, Chad, sbilanciò l’equino con un calcio
rotante. L’elefantino Dumbo lo colpì al corpo volando. Il colpo di
grazia gli fu riservato dalla rock star zombie Lord Raptor.
Per il lupo, Folletto del Monster Commando lo distrasse. Isabel
Fuentes lo abbagliò con il suo flash. Il colpo di grazia fu dato
dall’agente FBI Dana Scully.
Nonostante questo, tutti quegli assurdi animali scomparvero
all’istante.
La creatura Alma, sempre del Monster Commando, rimase basita.
“E ora che facciamo?” questionò il Rietto Robot.
“Non so voi, ma io andrei a cena” propose lo strambo supereroe
Ralph Hinkley.
Palazzo Reale
Immense tavolate su tutta la superficie calpestabile. Tutti i
possibili posti a sedere occupati. I Global Defenders erano a cena.
A dare una mano nell’impegnativo servizio a Igar vi erano Alice
Sutton e Pepa Marcos.
Era calata la notte fonda su tutta la valle. A sovrastarla,
silenziosa, una montagna ricoperta da una fitta boscaglia. Su uno
degli strapiombi presente in essa, stava in piedi un uomo. Lo sguardo
fisso verso il villaggio di case in legno.
L’uomo aveva un fisico esile ma atletico. Il suo vestiario era
composto da un semplice bianco kyrtill, la tunica tipica delle
popolazioni vichinghe, dei pantaloni e stivali in pelle animale. Sul
vestito, erano disegnati degli strani simboli rossi, molto
probabilmente di natura runica, che, al centro del suo petto,
scendevano verticalmente fino all’altezza dell’ombelico. Parte
del suo viso presentava una barba bionda e lunga, ai cui lati,
utilizzando proprio i suoi stessi peli facciali, erano state create
due piccole trecce, una per lato, che ricadevano verso il basso. I
suoi lunghi capelli biondi ricadevano liberi sul mantello azzurro che
si appoggiava alle larghe spalle, tenuto fisso da un ferma-mantello
in oro, composto da due grandi bottoni e una catena.
I suoi occhi erano totalmente bianchi, senza neanche un accenno di
pupilla. Improvvisamente, Almattki Ass alzò al cielo le sue braccia.
Con come sfondo il profilo scuro del Yggdrasill, l’eroe
italo-spagnolo Goldface sfrecciava nel cielo notturno.
Attorno al piccolo villaggio, svariate creature malvagie si
ridestavano, pronte all’assalto finale. Il cavallo fiammeggiante,
il grande lupo nero, un gigantesco serpente marino, un licantropo, un
troll armato di clava e una vecchia strega ghignante. Tutti loro in
attesa degli ordini di Almattki Ass.
Palazzo Reale
La numerosa cena era ormai giunta al termine. A sparecchiare le molte
tavole vi erano, fra gli altri, la leggendaria idol dell’era Showa,
Junko Konno, e l’eroina shi’ar Deathcry.
“Mi devo complimentare con lei per il sublime pasto, Onorevole
Chang” faceva i suoi complimenti il Soggetto N. 2, seguito a ruota
dalla famelica poliziotta giapponese Natsumi Tsujimoto.
“Per me è un grande onore, Onorevole Lincon” replicò il
Soggetto N. 6.
“Sarebbe invece l’ora di entrare in azione!” si esaltò il
Soggetto N. 7.
“Sono d’accordo con te!” alzò il pugno al cielo il pugile King
Jason, detto “The Black King”.
“Strano, non ti facevo così coraggioso, Berny…” lo canzonò il
Soggetto N. 4.
Sghignazzò la presunta cantante Maeva.
“Quello che davvero non capisco” proseguì l’italiano “è
perché non si decidano a dare il via a questa guerra, visto che qui
al villaggio, ne sono certo, non aspettano altro”.
“Non dimenticarti che, da questo villaggio, provengono anche Miss
Hero e suo fratello Bark” intervenne il Soggetto N. 3.
“Giusto!” concordò Blast Baker della Planet Police.
“Inoltre, dobbiamo prima capire il segreto nascosto in questo
villaggio” gli ricordò il Soggetto N. 9.
“Che palle!” imprecò il mutaforma bellico.
Tra i due mutanti, si erano infilati il calciatore spagnolo Renato
Gallegos e il bobbista giamaicano Derice Bannock, onde evitare
inutili risse.
“Secondo me invece dovremmo essere noi a sferrare il primo colpo,
invece che aspettare come dei coglioni!” in Andrea tornò la sua
educazione militare.
A rafforzare il muro umano di divisione arrivarono anche Robert
Foster, un australiano proveniente dal futuro, e il labrador Luath.
“Vedi che il mio parlare con gli animali ha funzionato…”
sussurrò il messicano ad uno Yondu poco convinto, indicandogli il
cane nella stanza.
“Signori” richiamò l’attenzione di tutti l’inglese “Direi
piuttosto che, per stasera, ci conviene andare a riposare le nostre
stanche membra”.
“Vedremo cosa accadrà domani” concluse la cestista cinese Xiao
Jie.
Monstress della Legione dei Super Eroi aprì la porta e tutti, a poco
a poco, lasciarono la stanza.
Le uniche che rimasero a vegliare sull’eroina islandese furono
Frédérique Arone e Thor. Quest’ultimo si sentiva colpevole di
quanto che stava accadendo perché, sebbene membro attivo dei
Vendicatori, faceva anche parte del pantheon della mitologia norrena.
Passato qualche minuto, la francese si alzò dalla sedia, per
sgranchirsi un po’ le gambe ed affacciarsi alla finestra, insieme
al piccolo Carlo Giuffrida, accompagnato dal suo fedele glockenspiel.
“Che villaggio assurdo…” esclamò, mentre contemplava al di là
del vetro la vampiresca figura di Rune, ben presto affiancata da
Black Condor (Ryan Kendall).
“In più, è da quando sono arrivata in questo posto che sento uno
strano suono nell’aria…”.
Una luna quasi del tutto piena faceva da sfondo a Jack Byrnes, agente
CIA in pensione, che tentava inutilmente di contattare la sua
famiglia.
Con il sorgere del sole, il canto del gallo diede la sveglia a tutti
gli eroi presenti nella vallata. Lo stesso gallo, di una statura più
naturale rispetto a quello del giorno prima, vene immediatamente
messo a tacere dagli spari dell’eroe canadese Phantom Rider.
Nella stanza di Miss Hero, era ora il turno di guarda del Soggetto N.
5 e del gatto Oggy.
“Sicura che non preferisci invece rimanere con Miss Hero?”
domandò nuovamente l’americano.
“Sì, tranquillo” rispose la ballerina “preferisco piuttosto
tornare a parlare con Bark”.
Dietro di loro, a fare quasi da scorta, vi erano la ragazza-lupo
Yuki, il “Wild Seven” Shuya Nanahara e il calciatore italiano
Mario Ciancone.
“Poi…” si rabbuiò Frédérique “Continuo a sentire quel
pianto…”.
“Quale pianto?”.
Nel mentre, la coppia era giunta in quella che sembrava la piazza
centrale. Qui, li stava aspettando l’investigatore privato Holland
March.
“Per assurdo, sembra che siamo noi i circondati…” Bernardo si
guardava freneticamente a destra e a manca “Io torno a fare il
cane”.
In pochi secondi, il corpo del baffuto tornò ad avere molti più
peli e a camminare a quattro zampe.
“Allora io spicco il volo!” controbatté il britannico, facendo
ciò che aveva promesso.
Anche questo duo aveva con sé i suoi tre personali “bodyguard”:
gli agenti dei servizi segreti Marshall Lawson e Gabriel Logan e il
vorticoso Slam Tasmanian.
In cielo, il Soggetto N. 2 si mise a piroettare attorno all’astronave
pilotata da Andrew Wiggin.
“Per l’appunto, non mi pare che nessuno dei nostri nemici riesca
a…”.
La spia spagnola Rio Rita fu la prima a preoccuparsi di
quell’improvviso mutismo.
Il velivolo a forma di gufo, guidato dal primo Nite Owl, gli si
avvicinò proprio mentre il mutante perse conoscenza e iniziò a
precipitare.
“Che succede, Jack?” gli urlò contro l’altro in rosso e
giallo, con accanto il campione di Combat 56 Piotr
Bonowicki.
Non ricevendo alcuna risposta, il mutaforma e il membro degli
Wolverine Matt Eckert si lanciarono per riceverlo.
Insieme al loro altri tre si tuffarono, in puro stile partita di
baseball: il pallavolista Ida Masaya, la tennistavolista Ayako
Sunayama e il professor Vivaldi.
Alla fine, il mutante fu di certo quello che si fece meno male. O
almeno così constatò la Donna Fiamma.
Appena rialzatosi, Borghi si mise subito in allerta, tramutando la
sua faccia in una maschera antigas.
“Che sia un attacco chimico?”.
D’istinto, Phantom Cat dell’Amalgam si tappò la bocca con le
mani.
“Fermi!” ordinò la telepate Karma “sento un forte potere
magico provenire da quella parte!”.
Su di una collina alberata, la strega proseguiva nel suo sortilegio.
Il campione di Robot Wars Devastabot, l’eroe francese Satanax e il
viceispettore spagnolo Victor Ros facevano da accompagnatori ad altri
tre Humana.
“A me questo paese pare proprio disabitato…” ipotizzò Andrea.
“Forse hanno paura di noi?” suppose Chang.
“Non ci sono nemmeno i bambini” osservò Juna.
Dietro di loro, l’alieno Paul, tutto tranne che coraggioso, faceva
caso ad ogni minimo spostamento, mentre l'hockeista
Ro Shirakawa perlustrava i vicoli tra le abitazioni.
“Proverò
io a farli uscire di casa!” si animò il cinese.
Il calciatore
giamaicano White e il ciclista giapponese Rin si guardarono poco
convinti.
“Venite
signori!” urlò il cuoco “Grandi specialità della cucina cinese
cucinate sul momento esclusivamente per voi!”.
Jaime Sommers
gli dava una mano battendo a ritmo le mani. Intanto, il mezzo sayan
Goten e Microwave, il membro dei Freedom Force, ispezionavano le
finestre più in alto.
“Involtini
primavera, ravioli al vapore, riso alla cantonese…” elencava
tutto il suo variegato menù.
“Smettila
Chang” lo richiamò l’africano “Mi stai facendo venire fame”.
“Nuvole di
drago, pollo alle mandorle, anatra alla pechinese…”.
Alain Costa
stava guidando la sua macchina da rally con, sul sedile del
navigatore, la strega Ferris e, all’esterno, Miki Takatsukasa a
cavallo, quando frenò di colpo.
Il
leggendario lupo Fenrir stava già ringhiando contro un suo simile:
il cavallo con la criniera infuocata.
“Bene, si
comincia!” si esaltò l’italiano, con la mano destra già in
trasformazione.
Il cavallo
evitò subito il supergattobalzo di GattoBoy dei Super-Pigiamini. Il
Soggetto N. 6 e Capitan Futuro gli spararono contro con il fuoco, ma
senza successo.
Hiroki Onishi
dei Kashima Antlers tirò una pallonata di fuoco direttamente alla
zampe. Ma l’equino lo saltò in bello stile e partì all’attacco,
mancando di poco il detective Charles Hilderbrandt.
“Qui
conviene scappare!” si diede alla fuga il Soggetto N. 8, seguito
dall’argonauta Bute e dal soldato Dale McCreary.
“Ho capito
che il fuoco non serve a nulla!” scappò anche l’asiatico
cercando anche di tenere al sicuro il medico autistico Shaun Murphy.
Il cavallo
balzò in aria. L’eroe olandese Gilles de Geus e l’eroe sentai
Kamen Rider furono sbalzati via.
Finalmente in
tre riuscirono a colpirlo: il Soggetto N. 4 con la sua arma a
vibrazioni, Ossolum dei Guardiani Italiani scagliandogli contro una
roccia e Cisty con una delle sue frecce.
L’animale
crollò solo per qualche secondo al suolo, per poi rimettersi in
piedi e balzare via. Un balzo di almeno una decina di metri in
altezza.
“Incredibile!”
esclamò Alberti, mentre l’atletica Captain Mizuki tentò
inutilmente di inseguirlo.
Nembo Star aiutò a rialzarsi Azir, l’imperatore delle sabbie.
“Cos’è questo rumore?” domandò improvvisamente il mutaforma.
Accanto a lui, il Comandante Mark tese le orecchie.
“Questo è il mare!” sentenziò lo zairese, mentre Gnar, l’anello
mancante, lo fissava dubbioso.
Poco più in là, in una spiaggia soleggiata, Riichi Ozaki si stava
allenando in solitario. Cary Ford arrivò sgommando con la sua moto
fiammante.
Al giungere degli altri, Aquilotto dell’European Forces notò
qualcosa su di uno scoglio.
“Guardate là!”.
alla sua sommità, una figura umana si buttò giù.
“Si è tuffato!” proclamò sbalordito il ragazzo del Trentino.
Lo scheletro vivente, Mister Bones, e il campione di Tae Soo Do,
Chul-Ho Yang, si tuffarono al salvataggio.
Prima di loro arrivarono però l’agente dello S.H.I.E.L.D.
Slingshot e il membro degli Humana.
Il mutante acquatico si avvicinò al delfino Flipper “Hai visto
dove si è tuffato?”.
Il cetaceo glielo indicò con il muso, mentre la tennistavolista
Koyori Tsumujikaze fece lo stesso con la sua racchetta da ping pong.
Il corpo galleggiava esanime nel fondale dell’oceano. Il
Soggetto N. 8, il tennista Franklin Cane e l’arciere Yota Mikami si
avvicinarono all’obiettivo.
Gli occhi del
presunto cadavere si spalancarono di colpo. Brillavano come fari
puntati verso i suoi probabili salvatori. Il suo fisico si allungò
ed aumentò di misura.
Il gigantesco
serpente marino si scagliò contro il campione di Beyblade Takao
Kinomiya. Il giovane lo evitò di un soffio mentre la poliziotta
Sally O’Neil si afferrò al suo corpo, tempestandolo di colpi di ju
jitsu.
Il mostro riemerse e con lui anche Juna e il suo simile Manipogo del
Monster Commando.
“Sparategli!”.
Ubbidendo a quel comando perentorio, Andrea fece fuoco insieme a Tara
the pirate queen e la sua Atomic Sword, Patriot e il suo scudo
indistruttibile, l’agente segreto Gary Unwin e la sua pistola
d’ordinanza, Koharu Hotta con palle da baseball e Sanae Mochizuki
dell’Istituto Shiroiwa con un AK-47.
Come prevedibile, la creatura fu colpita in più punti. Poi fu il
momento degli attacchi ravvicinati.
Takeru Ibaraki con la sua Witchblade, Hardball con i suoi pugni
protetti da sfere d’energia, Gengorou Takei che gli nuotava
intorno, Danny Bateman che tentò inutilmente di caricarlo in stile
football americano e il robottone Combatler V che gli diede il colpo
di grazia.
Il mostro dondolò per qualche secondo la testa serpiforme, con la
lingua biforcuta che penzolava da un lato delle fauci, per poi cadere
all’indietro.
La ballerina 36 del Face Team e lo struzzo Beep Beep fecero appena in
tempo a scappare dalla zona di mare in cui avvenne l’impatto e la
conseguente onda. Camus, batterista dei DMC, batté ritmicamente le
sue bacchette sulla corteccia di un albero.
Appoggiata con la schiena ad un altro albero, a chilometri di
distanza dal precedente, Bark fissava terrorizzato le fauci
spalancate dell’enorme lupo, con i denti aguzzi e la bava che
gocciolava da essi.
In sua difesa, comparve di fronte a lui a fargli da scudo Kanata
Livingston con la auto da corsa, la versione metallica di Superman
Acciaio e l’eroina australiana Britania.
Fu questa la situazione che trovarono Reptil e I Soggetti N. 3 e 9
quando arrivarono.
L’attenzione della bestia fu catturata dagli ultimi arrivati,
compresi il luchador El Oso e l’investigatore Michael Hammer.
Girato di scatto il muso nuovamente verso la sua preda, il quadrupede
saltò all’attacco. L’urlo di spavento di Frédérique fece da
sottofondo all’intervento di altri tre eroi: Mercoledì Addams con
un’accetta, Ratchet con la sua Onnichiave 8000 e Dave Podmore con
la sua mazza da cricket. Solo un quarto attacco, in versione multipla
da parte di Matrioska dei Defenders of Europe, non andò a segno.
Nonostante ciò, il lupo riuscì a rialzarsi e questa volta, oltre
all’intervento del velocista, che scattò lasciando impietriti
l’investigatore privato Frank Lincoln e la precog Linda Hanson, ci
furono pure il calciatore uruguaiano Camilla, il mago delle rune
Ryze, l’artista marziale tailandese Zen, l’uomo perfetto Edison
Crane e la poliziotta Madeline Foster.
Il colpo finale lo diede la piccola Matilda Wormwood che, con i suoi
poteri telecinetici, mandò l’animale a sbattere contro il tronco
possente di un albero. Appena il corpo peloso ricadde al suolo, il
calciatore spagnolo Gelmi entrò in scivolata con i tacchetti sulla
sua schiena.
Incredibilmente la bestia si rialzò. Ma, appena voltatosi, un nuovo
triplice assalto.
L’eptatleta Chris Cahill, Kaku con la fascia della potenza e il
pilota Black Commander.
Ormai esausto e pieno di ferite, il lupo cadde di fianco, alzando un
po’ di polvere dal terreno.
A fissare seri la salma, per ogni evenienza, vi erano Johnny Wayne,
il biondo spadaccino Lighting e il commissario Luigi Alfredo
Ricciardi.
Ormai al sicuro da quella feroce minaccia, Bark si avventò sulla
lottatrice e cuoca Nikaido.
“Quei mostri vogliono prendere mia sorella!”.
Poi cambiò soggetto è andò dallo studente liceale Billy McCarthy.
“Sono creature evocate direttamente dall’inferno!”.
Poi passò all’infermiera Akiko Tanizaki.
“Anche voi siete in pericolo in questo posto! Vi prego, scappate
via con lei!”.
“Ma abbiamo lasciato tanta gente con lei…” gli ricordò il
Soggetto N. 9.
Il ragazzo rispose guardando la musicista afroamericana Valerie Brown
“Io mi sento più tranquillo con voi a vegliare su di lei”.
Il velocista lo scrutò pensieroso. Scambiò uno sguardo con X-O il
Manowar.
“Io vado” partì allo scatto il biondo “Tu, Frédérique, resta
con lui”.
“Ok, fai attenzione, Johnny”.
A seguirlo c’erano il murciano Francisco Palacios, il pugile
Pinhead, Union Jack (Brian Falsworth), la cestita Hilary Uehara e il
colonnello Thomas Devoe.
Hans, il ragazzino dai capelli verdi, veniva portato in salvo dallo
scout dell’Impero Erondariano Ian Aranill.
Intanto, una finestra si frantumò per la collisione con i corpi del
Soggetto N. 5, del troll e del finto samurai Kikuchiyo.
L’Aquila dei Guardiani Italiani fece appena in tempo ad evitare la
pioggia di vetri rotti.
Hans, con un balzo, si imbucò dentro una giara, accanto a Mr. X
dell’universo Amalgam
Il troll oscillò la sua pesante clava, tenendola con entrambe le
mani. Geran, la studentessa cibernetica Patricia Peacock, l’operario
tuttofare Bubba e la mutante magnetica Polaris si abbassarono per
evitare il potente colpo.
Nel cercare di mantenere l’equilibro dopo tale mossa, la creatura
fu colpita in pieno volto dalla mazza rossa del Tenente Stripes.
Nel mentre, Johnny Wayne, seguito dalla luchadora Bunny Kisaragi,
raggiunse gli altri, fermandosi accanto ad Aktara, membro dei
Piranas.
Un urlo provenì dalla finestra distrutta della camera di Miss Hero,
da cui si riconosceva a malapena il supereroe Pit Stop.
Mr. Atomic afferrò il Soggetto N. 9 da sotto le spalle e gli diede
un passaggio fino alla stanza.
Un lurido essere, simile ad un gargoyle con ali da pipistrello, stava
stringendo la gola dell’eroina islandese.
All’istante intervennero in tre: l’incorporeo Deadman, il
bassista Ran Fuji ed il ninja Kouichi Aizawa. Il mostro fu facilmente
abbattuto.
Mentre la surfista Kanae Sumita e l’attrice Anna Scott lo tenevano
sotto controllo, l’americano e Ben-Hur si accertavano che
l’aggredita stesse bene.
“Tranquilla, Asdis. Ci siamo tutti noi a difenderti”.
La donna scansò la guerriera alata Wanda e abbracciò l’uomo in
rosso e giallo. I due si fissarono per qualche secondo, sotto lo
sguardo preoccupato dell’elegantemente vestito Milord Justice.
E poi scattò il bacio fra i due.
Con l’ululato di sorpresa da parte degli alieni in incognito
conosciuti come Dave Ming Cheng.
Quando le labbra dei due si staccarono, Miss Hero si ridistese sotto
le coperte, rimboccatogliele dall’allenatore di judo Enzo Capuano.
“Non lasciarmi più sola, ti prego”.
Il gargoyle era ancora steso a terra, fissato da Ragno Boy
dell’universo Amalgam.
Ripresosi da quel piacevole shock, lo statunitense si rivolse al
canadese appena rientrato “Geran, che ne è dell’altro mostro?”.
“Sistemato” tagliò corto il pellerossa, affiancato da Elixir dei
Nightmare e il mostro tibetano, grosso quanto il mutante, Kury.
All’esterno del Palazzo reale, collassato sul terreno ghiaioso,
stava il troll con la bocca spalancata e la lingua penzoloni. Il
tutto gli dava un’espressione alquanto ridicola. A fargli da
guardia c’era la fantina texana Diana Dixon.
L’altro americano si affaccio dalla finestra, insieme all’hockeista
e pattinatrice Ayumi, per scrutare la situazione esterna.
I Soggetti N. 2, 6, 7, 8 e il soldato statunitense Jamal Aiken si
erano radunati attorno al gigante verde e la sua clava lignea.
In pochi secondi, il Soggetto N. 9 li raggiunse, fermandosi accanto a
Tiger, maestro dello stile Huquan.
“Come state, gente? Avete incontrato qualcuno d’interessante?”.
“Una brutta strega” disse il messicano.
“Un cavallo infuocato” disse il cinese.
“Un serpente marino” disse lo zairese.
Il pilota di Formula 1 si accorse di un’assenza “Dov’è
Andrea?”.
“Ha detto che aveva da fare…” spiegò turbato Juna.
Lo stesso turbamento presente nel volto del tenente Dale Hawkins.
Il Soggetto N. 4, contornato da Sailor Saturn, Black Marvel,
l’ammazzavampiri Eric Lecarde, il golfista David e il luchador
Pirania, aveva di fronte una figura ammantata di nero. Il suo viso
poi era coperto da una maschera scura.
Senza proferir parola, si avvicino al gruppetto di eroi, superandoli.
Superò anche l’argonauta Menezio, che si era attardato dietro di
loro. Oltrepassò anche il campione di Kick Jitsu, il brindisino
Vincenzo Giacomini.
Arrivato a qualche metro di distanza, il nemico si voltò e iniziò a
sparare.
Tutti risposero al fuoco, anche l’investigatore Paul Callan, Raggio
(Ray Terrill), la recluta Keiji Kiriya, Meneghino delle Maschere e
l’anti-youkai Akina Hiizumi.
Il primo ad accorgersi di qualcosa di imprevisto fu la fotografa
Raika Meiki.
“I nostri colpi non gli fanno niente!” urlò l’ex-soldato.
Di conseguenza, l’uomo in nero rispose al fuoco con il fuoco.
La strega Ayaka Kagari, l’assurdo Cane Prodigio e l’uomo-scimmia
Bingo Bongo evitarono per un soffio il raggio laser. Invece, il
mutante in rosso e giallo, l’altro mutante Heatwave, l’altra
strega Phoebe Halliwell ed il bambino Ruff Rogers caddero giù da un
dirupo.
Un fulmine improvviso, scoccato da nubi scure, fece sobbalzare dallo
spavento l’ispettore Giuliano Scarpa e la spia Harry Palmer.
Appoggiati all’albero vi erano ancora il Soggetto N. 3 e Bark, con
il poliziotto Alonzo Harris e il cowboy Roy O’Bannon a fargli da
ali.
Il contadino Tshern e l’aliena Dangerous Girl si strinsero la mano
in segno di solidarietà.
“Bark” ruppe il silenzio Frédérique “per favore, parlami del
segreto di questo posto”.
L’orsetto rimbalzante Cubbi Gummi, Tesoriere degli Exogini e l’eroe
belga Suske si accasciarono davanti all’interpellato.
Dopo qualche secondo di mutismo, il ragazzo parlò “Va bene, te lo
dirò”.
Intanto il Green Ranger richiamava il suo zord. Un nuovo tuono
spaventò Longana del Monster Commando e il poliziotto Orin Boyd.
Le nuvole tempestose si stavano addensando sempre più. Come ebbe
modo di notare il karateka Mark.
Tra le torri del Palazzo Reale, si librava elegante il vampiro Lestat
de Lioncourt.
Al suo interno, la discussione era sempre più animata.
“A me sembra totalmente assurdo” esclamò Masa Kondo, professore
ed ex-lottatore olimpico.
“La cosa davvero assurda è questo schifoso villaggio!” ribatté
Bernardo Borghi “che è pieno solo di mostri!”.
Sorrise la maga Seska.
Gli occhi di Johhny Wayne si spalancarono, facendo allarmare subito
il tenente Frank Bartholomew Parker.
“Devo andare a recuperare Frédérique e Bark!” disse appena
prima di gettarsi dalla finestra, rischiando anche di travolgere El
Uruguayo dei Luchadores, e partire a tutta velocità, seguito
inutilmente da Phil Bagzton della Resistenza di un futuro
alternativo.
Un altro fulmine andò a sgomentare la studentessa Iroha Miyamoto e
Oscurità Scarlatta dei Global Defenders B.
La pioggia iniziò a cadere copiosamente. L’agente Rick Furious era
ormai totalmente zuppo.
Sotto l’albero tutti cercarono di ripararsi come potevano. Ad
esempio, il batterista Naoki Fujieda teneva le sue bacchette
incrociate sopra la testa.
Silenzioso ma letale, un proiettile sibilò nell’aria. Lisciò
Capitan Wonder dei Twelve, Regina Papetta delle Maschere, il Gatto
con gli stivali e l’agente di polizia Greg Jenko. per poi infine
andare a perforare la fronte di Bark.
“Bark!” urlò terrorizzata il Soggetto N. 3, mentre l’agente
segreto Fong Li, il suonatore di vibrafono Luigi Wilson e il pilota
di Formula 1 Bob Williams gli prestavano i primi soccorsi.
Di fronte al gruppo sotto l’albero comparve un essere. Il primo ad
accorgersene fu il fiero guerriero Rau Utu.
Christian Hero e le sue ali sanguinanti trasportava il tedesco Klaus
Wessel, mentre erano all’inseguimento del velocista. Poco più
avanti a loro vi era il calciatore e suo connazionale Ajax Mobius.
Ad attenderli, sotto il grande albero e la tempesta, trovarono la
giocatrice di baseball Kochou Kikuzaka. Nel laghetto lì vicino,
videro l’ufficiale di polizia Oswald Nelson e il calciatore Mancini
recuperare il corpo esanime di Bark.
“Bark!” lo chiamò inutilmente l’americano, mentre si
avvicinava a 59 del Face Team che ne annusava il cadavere.
“Ragazzi!” richiamò l’attenzione di tutti l’eroe australiano
Paladin.
Tutti si voltarono e videro chi li aveva chiamati e Hooded Justice
fissare la base del grande albero.
Incastrato fra le robuste radici, si trovava il corpo esanime della
francese.
L’altra australiana Susan Mathews e l’italiano Capitan Rovigo si
voltarono per vedere l’acqua del laghetto ribollire.
Un tuono devastante fece crollare al suolo il pistolero Judas, Cip
l’arcipoliziotto, il giocatore di football Champ e il regista Val
Waxman, mentre Arone riapriva incredibilmente gli occhi.
Davanti a lei, tre guerrieri vichinghi, armati di spada, con il volto
coperto da una maschera di ferro. Tutti e tre identici fra loro.
Immediatamente, l’attaccante Sho Kazamatsuri e Tatzelwurm del
Monster Commando si misero a fare scudo alla mutante.
A fronteggiare il trio andarono la principessa di Gemworld Amethyst,
Invisible Hood e l’upgrade umano definitivo Jake Foley.
“Sto usando la mia vista a raggi X” informò i presenti
l’imprigionata, con l’ambasciatore dei mostri Gedeon che si voltò
ad ascoltarla “sono dei fantasmi!”.
“Frédérique!” gridava disperato Johnny, ormai da più di
un’ora.
Ad accompagnarlo in quella disperata ricerca vi erano la ragazzina
chiamata Principessa Gigante, il Golem del Monster Commando, El Pavo
dei Luchadores e il leggendario judoka Sanshiro Sugata.
All’esterno del Palazzo Reale, sotto la pioggia incessante, la
Regina di Spade proseguiva nel suo allenamento.
All’interno, Kilo era tenuto immobilizzato da Aquaman e
l’israeliano Zohan Dvir.
“Come c’è finito questa creatura nella camera di Miss Hero?”
esordì il Soggetto N. 6.
“E tutti i mostri lì fuori?” proseguì il Soggetto N. 8.
“Rispondi, palla di merda!” concluse il Soggetto N. 7.
“Signori” tentò di parlare l’indigeno “vi assicuro che io
non ne so niente”.
Intanto, Igar e Kamandi, l’ultimo ragazzo sulla terra, fissavano
incuriositi il gargoyle morto.
“Non dire cazzate!” ruggì inferocito il messicano, trattenuto a
malapena dal ciclista Shunsuke Imaizumi.
L’albergatore fu rilasciato, sebbene sempre sotto il controllo del
dottor Doug Phillips e l’agente FBI Henry Durand.
“Possibile che non capite che, tutto questo, è per volontà del
grande Almattki Ass”.
L’uomo con i baffi, stufo, scartando anche Outworlder, lo colpì
alla faccia con un drop kick, facendolo finire dentro una stanza lì
vicino e accompagnando il tutto con un “Fanculo!”.
“Voi tre” riferendosi alla canadese Fleur de Lys, alla fotografa
Kiriko Mamiya e il pilota Jean Girard “Sorvegliatelo!”.
Un’altra porta si spalancò. Dalla fitta tenda di pioggia entrarono
il Soggetto N. 9, il vandel buster Slade e la zebra Marty.
“Johnny!” lo accolse Bernardo “Dov’è Frédérique?”
“Dispersa”.
L’amazzone Clitennestra rimase shockata.
“A proposito” esclamò Juna al vicino cowboy Jake Lonergan “anche
Andrea non è ancora rientrato”.
All’esterno, Ramarro rimaneva attaccato al muro del Palazzo Reale
sotto la pioggia battente.
Nella stanza di prigionia, l’aspetto di Kilo mutò. Sulle vecchie
assi di legno che costituivano il pavimento, stava ora in piedi
Almattki Ass. La divinità fissò l’uscio che si spalancò al suo
muto comando. Appena palesatosi sulla soglia, i sei presenti si
bloccarono. Chang, l’ex-giocatore di football Matt Gables, il
giovane spadaccino Ralph, il motociclista israeliano Rider, Cool One
della Lega dei Super Ragazzi e l’eroe filippino Kamandag sembravano
tante statue, mentre il norreno transitava con passo lento fra di
loro, fino ad uscire.
Solo l’arrivo di Black Samson dei quasi omonimi Guardians of the
Globe, di canadese Captain Canaduck e di Fulmine Nero della JLA
liberarono i loro compagni da tale incantesimo.
Appena ripresosi, il cinese scattò verso le scale, da cui stava
salendo Baby Head con il suo robot guidato dal bambino prodigio “Il
prigioniero è scappato!”.
Di fronte all’ingresso del Palazzo Reale, noncurante della pioggia
torrenziale, Almattki Ass s’incontrò con l’uomo in nero.
“Mio signore, ho eseguito i suoi ordini. Ho ucciso Bark il
traditore e imprigionato la donna nell’Yggdrasill”.
“Eccellente, mio fedele” poi alzò il capo verso una delle torri,
circondata dal soldato giapponese Hiro Taka e Singed il folle chimico
“Avete udito anche voi, miei rivali?”.
Nel frattempo, il Soggetto N. 6 aveva raggiunto il resto del gruppo,
accolto da uno dei Global Defenders originali, il francese Fantastic
Boy.
“Sappiate che sacrificheremo la vostra compagna per redimervi dai
vostri peccati”.
Il Soggetto N. 9, in mezzo al finestrone tra il teppista Makoto
Mizoguchi e la wrestler Miki Morita, trasalì a quella proclamazione.
“Ma non dire cazzate!”.
Tutti si voltarono verso il punto da cui proveniva quella voce.
Da dietro un albero, spuntarono dei redivivi Soggetto N. 4, l’altro
gemello Wagner, Alex, e la telepate Sookie Stackhouse.
“Vi è andata male” sogghignò l’italiano.
Dietro di lui comparvero anche la prostituta Carmela e il ragazzo
androide Kyashan.
“È vivo” esultò Johnny dando il doppio cinque a Venice Mask dei
Guardiani Italiani e la maghetta Alice.
“Sparate!” ordinò al nulla l’uomo in nero.
Attorno alla piazza in cui si trovavano i nostri personaggi,
comparvero decine di guerrieri vichinghi. A stridere un po’ erano
le moderne pistole con cui erano armati. Il primo ad accorgersene e
ad avvisare gli altri fu il wrestler Starman.
Andrea Alberti si nascose dietro un albero, con il cavaliere
Nightmaster, e rispose al fuoco con un lancia granate a ripetizione.
Nel mentre, i vichinghi utilizzarono direttamente un bazooka, il cui
colpo ricadde a qualche metro dal pompiere Guy Montag.
Wayne si mosse all’unisono con il portiere Gino Hernandez e sparo
insieme alla cantante e spia Kali.
L’esplosione sbalzò via la pallavolista Ayako Mochida.
Dopo qualche secondo di stordimento, i vari eroi si rialzarono.
“Tutto bene, signori?” domandò un traballante Lincon.
Accanto a lui, l’investigatrice Diane Matlock si stava rimettendo
lentamente in piedi.
Giunan, la Lanterna Verde Kyle Rayner e l’agente sovrannaturale
John Doe si assicurarono che Miss Hero fosse illesa dalla
deflagrazione.
“Ora basta!” si rialzò il Soggetto N. 9, seguito dal cowboy
Masked Raider e la valchiria Brunilde “È il nostro turno di
attaccare!”.
Solo il ranger Roas si accorse dell’allontanamento, dal campo di
battaglia, di Almattki Ass.
Il dio norreno, nel più totale silenzio, discese una ripida collina,
passò attraverso una fragorosa cascata d’acqua e poi si fermò.
“Destati dal tuo sogno Jona, mio possente guerriero”.
Di fronte ai suoi occhi bianchi, stava disteso un uomo gigantesco.
Come letto aveva la quasi totalità della grotta nascosta nascosta
dal muro liquido.
I nemici venivano sconfitti uno dopo l’altro. Dalla supervelocità
di Johnny Wayne, dalla pistola del detective della omicidi Brian
Heigh, dal costume da robot di Wren, dall’agilità di Marsupilami,
le mosse da wrestler di Golden Boy, dal superpotere di Captain Dynamo
e dalle arti marziali di Black Mask.
Dalla mitragliatrice di Andrea Alberti, dai poteri magici dell’eroina
messicana Hermelinda Linda, così come quelli di Serena Jounouchi,
dalla spada dell’eroina filippina Merza e dalla pistola del
poliziotto Kenneth Hutchinson.
Jack Lincon li colpiva dall’alto, mentre il camaleonte Rango e la
cameriera Toshiko Tatsuno scappavano.
Bernardo Borghi, Chang Yu, l’ammazzavampiri Reinhardt Schneider,
Templeton Peck e il campione di capoeira Ailton Barreto respingevano
gli attacchi. Finché una nuova esplosione li mise nuovamente a gambe
all’aria.
Fu in questo frangente che il messicano, Howard Powell dei Mercs e
Navajo Bear dei Dark Eagles si trovarono di fronte un loro nemico. Il
suo viso si allungò e si coprì ben presto di lunghi peli scuri.
“Pure un lupo mannaro!” si esaltò il mutaforma “Questo lo
voglio replicare anch’io!”.
Detto fatto. Il suo corpo diventa una copia quasi identica
dell’avversario.
Grazie anche agli interventi del linebacker Alvin Mack, di Isuzu
Sohma in forma di cavallo, dell’agente segreto e detective Super
Spy, di Riven l’esiliata e del Soggetto N. 6, anche l’uomo lupo
fu battuto.
“Eccone un altro!” avvertirono i siamesi Xia Leming.
Il cavallo infuocato si impennò, buttando a terra il golfista
Rannulph Junuh e il navigatore Spitfire, per poi evitare l’attacco
del calciatore Cal Casey.
L’equino infernale s’involò verso l’alto, ma qui fu subito
fermato dal Soggetto N. 2, dalla ballerina Denise, dall’eroe sui
pattini Muteking e dal calciatore meccanico Michele Barone.
Il mostro precipitò al suolo, con la fiamma della criniera che si
estinse per sempre.
“Si può dire che… si sia spento” il baffuto tentò di fare
l’ironico.
I primi ad accorrere furono il medico Steve Edison e il pugile Ippo
Makunouchi, mentre dall’alto atterrarono il britannico e Brad
Kilsten, grazie al suo controllo della gravità.
Il Soggetto N. 5 e Hikaru Shido, armata di shinai, abbattevano
svariati demonietti. Il Soggetto N. 8 e il samurai Kuroda facevano
altrettanto con i guerrieri vichinghi.
Dietro un albero, alle spalle dell’altro samurai Raikoh Minamoto,
fece capolino Hans.
Il Soggetto N. 9 e il lupo Ralph si accorsero di lui.
Il ragazzino tentò una disperata fuga, immediatamente bloccata dal
velocista, da Rogue degli X-Men, dal pirata Captain Kidd e dal topo
motociclista Pistone.
“Ok, nano” gli andò minacciosamente sopra il biondo “dov’è
il Soggetto N. 3?”.
Una nuova esplosione mandò a terra Beltrame delle Maschere.
“Ritirata!” ordinò l’uomo in nero, mentre dietro di lui Demon
Girl del Monster Commando sistemava alcuni dei suoi sottoposti.
Da dietro una masso comparvero il Soggetto N. 4 e Flamebird.
“Ritiratevi e riorganizzatevi!” proseguì il nemico, intanto che
la spadaccina Veiled Girl infilzava dei suoi scagnozzi.
“È il momento dello showdown, bastardo” la voce dell’italiano
provenì dalle sue spalle.
I due erano uno di fronte all’altro. A fargli da pubblico avevano
Ippon dell’Istituto Shiroiwa, Acrobata fuoriuscito da un quadro di
Picasso e il cavaliere francese Goffredo de Montmirail.
I due spararono all’unisono.
Il raggio laser del cattivo andò a sibilare tra Ninja Nero dei
Global Defenders B e il poliziotto nippoamericano Johnny Murata.
Nello sparare, l’ex-soldato si lanciò lateralmente alla sua
destra. Subito il pellerossa Acqua che Scorre accorse a soccorrerlo.
Sul viso del nemico era ora ben visibile la medesima maschera ferrea
indossata dagli altri guerrieri. Lentamente, ma sempre più
copiosamente, da sotto il bordo di ferro scorreva del liquido scuro.
Sangue.
Il detective privato William Hunter e la praticante di tai chi Ethel
inorridirono.
Il corpo sanguinante crollò all’indietro. Il chitarrista Drake
Parker lo seguì con lo sguardo.
“Avevo ragione…” sospirò il mutaforma bellico.
Gravità lo squadrò interrogativa.
L’altro proseguì “La lamina nei suoi occhi era più sottile”.
Si rialzò e, insieme alla ginnasta Hope Ann Greggory, raggiunse il
cadavere.
Di colpo, Johnny Wayne e l’ex-sicario Darkness attirarono
l’attenzione dei presenti.
“Ragazzi! Sappiamo dove si trova il Soggetto N. 3! È
all’Yggdrasill!”.
La prima a partire fu un membro originale dei Global Defenders: la
svedese Ice Girl grazie alla sua criocinesi.
Un essere, ancora più gigante rispetto all’albero della vita, si
stagliava davanti al vegetale.
La principessa Emiya Tachi, Dragonessa dell’Animorph Squad e la
leonessa Eliza lo fissavano allibiti.
L’americano frenò appena in tempo la sua corsa sovrumana “Cazzo!
Ci mancava anche un gigante!”
Da dietro una muraglia rocciosa, altri vichinghi e demonietti
iniziarono a sparare verso il wrestler Iron Sheik e gli altri.
“Ci sono anche tutti gli altri stronzi!” inveì l’italiano,
vicino al connazionale Buttutos delle Maschere e al dinosauro
acquatico Coo.
Jona si abbassò, afferrò un gigantesco masso, per lui nulla più
che una palla da gioco, e la lanciò.
Il cestista Anthony Keller e il calciatore Felipe Da Rosa fuggirono
in direzioni opposte.
“Riparetevi!” urlò Andrea Alberti.
Lennox, fanatico di extraterrestri, e Cheung Ka Ho, maestro di wing
chun, accolsero quel prezioso suggerimento.
La roccia si frantumò a pochi metri dalla principessa sirena Lucia
Nanami.
“Attacchiamolo ora!” gridò Johnny Wayne.
Avvenne un vero e proprio assalto collettivo. Come ad esempio Juni
Cortez e i gadget affidatagli dell’OSS, L’Ispettore Gadget che li
ha direttamente incorporati in sé e quelli futuristici di Beatrice
Prior.
“È tutto inutile!” sbottò Skyman, un eroe riemerso, come altri,
dal vaso di Pandora.
“Questi sono esseri che hanno origini dai tempi antichi della
nostra terra” spiegò rapidamente l’unico vero eroe islandese:
Sportacus.
“I nostri colpi non gli hanno fatto nulla!” osservò l’inglese.
“È indistruttibile!” replicò l’africano.
“E ora?” chiese deluso il messicano.
Ennesima esplosione che coinvolse l’aspirante surfista Sandy, il
programmatore Caleb Smith e Skylark dello Squadrone Supremo.
“Johnny!” chiamò il Soggetto N. 4, mentre dava una mano a per
rialzarsi ad Alan Dale della compagnia di Sherwood “Tu vai a
salvare Frédérique”.
“Ok! Lascio il resto a voi!” e il Soggetto N. 9 scattò, seguito
dal detective Will Dormer.
Durante il tragitto, il maratoneta Colin Smith e il violinista
Shoichi Suganuma lo avvertirono di un lago con un’acqua troppo
calda anche per una sauna rilassante.
In piedi sopra una delle gigantesche radici dell’ Yggdrasill, con
una forma ad arco, Almattki Ass osservava inespressivo il
sopraggiungere del mutante.
A sinistra il detective Patrick Carlyle e a destra Oro dei Metal Men
tentavano inutilmente di liberare le braccia della francese.
“Johnny!” sorrise felice la ballerina.
“Frédérique!” sorrise a sua volta il pilota di Formula 1.
Dedalo degli Exogini sorrise nel vedere la coppia ritrovata, poi si
accorse di altre presenze.
“Attenti!”.
Nuovi combattenti vichinghi li colsero alle spalle. L’idol Yu Son
Mi evitò un fendente mentre Death the Kid sparava tenendo le sue due
pistole sottosopra.
“State attenti!” avvertì i suoi compagni il Soggetto N. 3,
mentre sparava i raggi laser dai suoi occhi “Ne stanno arrivando
degli altri!”.
In effetti, i guerrieri erano sempre più numerosi, accerchiando
Johnny, il sollevatore di pesi coreano Jang Ryang, il mastino
tibetano dorato Doogee Yongzhi, l’ex-agente CIA Joe Matheson e la
ciclista Yayoi Ichinose.
Le forze degli eroi erano ormai allo stremo. Lo statunitense era
spalla a spalla con l’altro membro dei Blues Brothers, Jake Blues.
Il panda Panda vide sorridere Almattki Ass. il giocatore di baseball
Yuuji Namiki si mise a difesa del velocista.
Mentre Bigfoot del Monster Commando mette al sicuro il videogiocatore
Ian Maayrkas, Alberti si avvicinò a Lincon.
“Jack, portami in alto!”.
“Ai suoi ordini, messere”.
Il dandy fece passere le sue braccia sotto le ascelle del soldato e
spiccarono il volo.
Lo stesso fecero la Fiamma con il giocatore di baseball Takechiyo
Morimasa e il supereroe israeliano Uri Oan con la sopravvissuta del
Prometheus Ellen Ripley.
“Cercate di fargli aprirle la bocca!” ordinò il mutaforma
bellico, mentre il suo braccio destro stava cambiando.
La cantante Jane Jet attirò la sua attenzione con una sua canzone,
il protoplasma Gleep lo fece ridere con i suoi versi assurdi ed
infine l’eroe cinese Black Leopard si ingrandì fino alla sua
altezza e gli blocco la testa in direzione dei due Humana.
Il Soggetto N. 4 lanciò un missile che centrò in pieno la bocca
spalancata del gigante. L’asiatico lo lasciò in tempo per
l’esplosione. Una volta tornato alla sua altezza normale, fu
soccorso dal canadese Red Ketchup.
Accanto a loro, il controllore del ghiaccio Siberius e il tanguero
Angie lo videro barcollare senza testa.
In aria, il Soggetto N. 2 non credeva ai propri occhi “Com’è
possibile che riesca ancora a camminare?!”.
Il Soggetto N. 3, fiancheggiata dal grappe bulgaro Sotir Gorchev e da
Cyborg della Justice League, raggiunse infine la verità “Giusto!
Kilo è sempre stato Almattki Ass! Ci ha osservato fin da subito”.
Sotto di loro, la battaglia proseguiva. Il ciclista Presta the Clown,
l’anziano judoka Jubei Yamada, il golfista Baku, il campione di
krav maga Nir Dahan e il detective Rocky King si difendevano con
onore.
In cielo, Gozuki, vecchia conoscenza degli Humana, svettava su tutti,
mentre Joe Superboy gli svolazzava attorno. A terra, l’eroina
indipendente greca Demoscratos si difendeva a calci, il rugbista
Samuel a forza di spallate e Zanzibar utilizzava le sue arti magiche.
Su tutti, gli otto mutanti in rosso e giallo non cedevano di un
passo, seppur al limite delle proprie forze.
Almattki
Ass infine comprese. La guerra era perduta. Un bagliore accecante
avvolse tutti quanti i combattenti. Spenta la luce, non vi era più
traccia alcuna. Lo stesso villaggio era totalmente scomparso.
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