Fiamme lambivano i muri, il cielo, la strada, corpi cadevano al suolo, attraversavano l'aria. Voci attraversavano il tempo, gli schermi, le menti, parole si disintegravano nel nulla fatale. Vite si spegnevano lente, senza combattere, mortale fu questa finzione, finirono molteplici vite, perdute così tante speranze quando il tramonto calò sulla città. Silenzio scompose rituali morti, abbandonati. La fine giunse a rischiarare la perdita d'ideali. Certezza: è la stessa storia udita fin troppe folte, fingiamo che questo cupo ordine sia puro e divino. Morte, riflesso del domani perché cadranno edifici e bombe, stelle scintillanti che preannunciano la fine di un mondo che distruggeremo. Verità che ignoreremo, scompose le nostre vite offrendosi tra le rovine su un piatto d'argento. Tramonto sulle città perdute che mai vedemmo in fiamme e spezzate, morte che generò morte in più d'un luogo. Colpite alle spalle nel silenzio finirono innocenti migliaia di vite, giunse istantanea la cieca vendetta che si scagliò ancora su innocenti colpiti di nuovo alle spalle. Si perse la comune ragione, si persero milioni di persone ad ascoltare banalità, il potere poteva ingannarci, tramite giornali veniva a parlarci di ideali mai esistiti in mille contesti improvvisati. Giunse in volo la verità, arrivò, venne nascosta, una fittizia spiegazione giustificò un'altra inutile guerra. Fiamme lambivano i muri che cadevano come molte vite, ma nulla è cambiato, nulla cambierà, cadono ancora molteplici vite come cadevano già tanti anni fa.
(Autunno 2010) |