Silenzio traditore

di Fiore di Giada
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‒ Temo di no. Solo un miracolo potrebbe salvarlo. ‒
Le parole del medico risuonano implacabili.
Il rimorso, inesorabile, stringe il mio cuore.
Il mio silenzio ha condannato Bruno ad una terribile agonia e ad una vita solitaria.
Come ho potuto negare a quel bambino coraggioso l’amore di suo padre?
Mi avvicino a Guido e gli sfioro il braccio.
‒ Perdonami… ‒ sussurro. Sono pentita della mia stupidità.
Mi fa male vedere mio marito così sofferente.
Lui, con un gesto apatico, mi allontana da sé e si passa una mano sulla fronte. Posso incolpare me stessa del suo stato penoso.
Mi sembra quasi di udire dei singhiozzi, a stento frenati.
Non ha nemmeno la forza di arrabbiarsi con me e di rimproverarmi il mio tradimento.
Il dolore annienta qualsiasi sua facoltà.
Io non ho avuto fiducia in lui, che pure mi ha sempre rispettato, e gli ho impedito di conoscere suo figlio.
Non ho avuto fiducia nella sua pur specchiata onestà, che gli avrebbe fatto amare entrambi con uguale ardore.
E una nuova domanda martella la mia mente.
Cosa ho ottenuto con questo silenzio traditore?




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