Ventiquattr'ore

di killian44peeta
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Lysander
 

Mi appoggio al muro, fissando il vuoto, ignorando la sensazione derivata dal fissarmi di Natalie.

Non capisco perché sia così testarda: ormai è impossibile uscire da qui per me, sarebbe davvero stupido anche solo provare a credervi.

Lei sembra quasi irritata dalla mia visuale, ma non mi importa un accidente se lo è o meno.

Ho aperto gli occhi e non ho intenzione di richiuderli di nuovo, non voglio appannarmi la vista e sperare ancora per poi ritrovarmi allo stesso stramaledetto punto di partenza.

E poi, davvero, non c'è modo per uscire da questo bunker... Non con una porta come quella che vi è e soprattutto non con l'acqua che sale.

Mi raggiunge ormai i fianchi, non mi sorprenderei se nel giro di mezz'ora fosse ad altezza collo.

Io non parlo, Nat non apre bocca, c'è un silenzio pesante, ma fingo che non mi dia fastidio, come fingo che non mi irriti il fatto che continua a fissarmi con uno sguardo che sembra pregarmi di cambiare opinione.

Decisamente non vuole che io smetta di provare a sfuggire alla mia sorte, ma non posso accettare la sua richiesta.

Capisco in parte che sia una cosa strana non mettersi neppure a lottare per la propria vita, ma ... Davvero non voglio illudermi, come non voglio che lei si illuda più di quanto non stia già facendo.

Tutte le speranze di sopravvivere se ne sono andate nel momento esatto in cui ho realizzato che, nonostante io possa facilmente convivere con il dolore, più il tempo passa e più sarò incapace di vivere per davvero, siccome incapace di sfuggire a ciò che il gioco vuole.

Anche mia madre, con la malattia che incombeva, continuava a dire che sarebbe uscita dallo stato convalescente in cui era.

Mi sorrideva, mi invitava a cantare per lei, dicendo che da grande avrebbe voluto vedermi diventare famoso per la mia voce, ma lei era morta, non era uscita da quel morbo che la intrappolava nei suoi quarantatre anni, quindi perché avrei dovuto farcela io?

Non ho nulla di meglio di lei, anzi, se sono vivo fino ad ora è perché fin dall'inizio ho lasciato uscire la parte animale di me, permettendomi di uccidere.

Poco importa se lo faccio con dei robot, poco importa se li elimino per sopravvivere: infilzare, sporcarmi di sangue dalla testa ai piedi con l'adrenalina che mi attraversa le vene come il mio stesso DNA... Una vocina nella mia testa dice che sono così abituato a farlo che nel caso in cui fossi uscito, mi sarebbe mancato.

Quella voce insinua che mi piace uccidere, che ormai è parte integrante del mio essere e che non posso tornare indietro da tale condizione.

Stringo i denti, ignorando quella stupida voce, sentendo l'acqua attorno alla vita e notando come Natalie sia improvvisamente sparita.

"Ma quando?!..."

Mi ritrovo a fissare lo specchio d'acqua, scuro come la notte, cercando la sua sagoma ovunque, senza riuscire però a trovarla.

Agitato, mi caccio al di sotto di quella piccola riga che distingue i due elementi, rendendoli cose a sé, trovandola a nuotare un po' più in là, osservando tra i tubi.

Ciò che mi ha permesso di trovarla praticamente al volo è stata la massa di capelli che sembrano muoversi al rallentatore nell'acqua.

Impreco mentalmente per la sua testardaggine.

"Possibile che sia così tanto testarda? Non ha minimamente ascoltato quello che ho detto!"

Nuoto in sua direzione, afferrando il suo braccio e facendola così girare all'istante.

Sia io che lei mettiamo la testa al di fuori dall'acqua, io che strattono il suo braccio, lei che ansima pesantemente e mi fissa con espressione tra l'arrabbiato ed il deluso.

-É una mia scelta, dannazione. Perché cavolo vuoi insistere a metterti in mezzo?-

-Perché non ho alcuna intenzione di lasciarti morire, è così difficile da capire?!-

-Sí, visto che mi conosci a malapena da tre giorni! E soprattutto che in primis credevi volessi farti fuori- puntualizzo.

-Già, da tre giorni e basta. E quindi? Cosa cambia il tempo? Solo perché non conosci una persona, permetti che si uccida con le sue stesse mani?-  mi strattona il braccio a ripetizione, appoggiando entrambe le sue, di mani, ai miei arti, mentre mi ritrovo di colpo a non sapere affatto con cosa ribattere ad una simile frase.

-Se fossimo nella situazione opposta...- continua, il suo sguardo serio e determinato si concentra su di me in maniera tale che sento un calore particolare nel petto che non posso affatto ignorare, anche perché mi risulta impossibile -Se fossi io qui dentro e decidessi di lasciarmi morire in questo modo, accetteresti la mia decisione o no?-

L'idea mi naviga nella testa per qualche istante: soltanto la scena mi manda nello stomaco un senso di repulsione, di disgusto all'idea di lei che butta via tutto come se niente fosse, proprio come sto facendo io e la cosa mi urta alquanto.

"No." Penso, serrando la mandibola, sfuggendo dal suo sguardo "Decisamente no"

-Io e te siamo due persone diverse- mi limito a dire con tono fiacco

-Non mi dire stronzate-  sbotta - Siamo due persone diverse, okay. E quindi? Non mi sembra che tu, da persona quale sei, meriti la morte. Non meritavi di essere intrappolato qui dentro, figuriamoci di morirci. Quindi per favore, potresti smetterla di accettare la tua fine come se fosse un destino segnato e magari aiutarmi a trovare quello stupido tubo rotto? Così almeno possiamo aspettare Nicholas, Philip e Klaus senza avere letteralmente l'acqua alla gola?- la ragazza, dopo aver concluso il discorso, soffia contro i capelli bagnati che le si sono attaccati alla fronte per via dell'acqua, inclinando la testa ed aspettando una mia risposta.

Mi ritrovo dunque a sospirare, agitando il capo -Non ho mai trovato nella mia vita una persona più testarda di te-

-E io non ho mai incontrato un ragazzo così melodrammatico- dice in un borbottio, un unico borbottio che mi porta prima a guardarla male e poi alzare entrambe le mani.

-Come vuoi. Se non cambia nulla, non sorprendertene-

Un accenno di soddisfazione le dipinge il volto, cosa che , ad assisterla, strano ma vero, mi strappa un mezzo sorriso involontario.

E praticamente all'istante, torniamo entrambi a buttare la testa al di sotto del livello dell'acqua.





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