Qek

di JeanGenie
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Questa storia ha partecipato al Writober 2021.

Prompt: Tatuaggio  (pumpNIGHT)

 

QEK

“Andrebbero ritoccati, uno ad uno.”

Qi’ra seguiva con gli occhi il labirinto di linee nere sulla pelle dello zabrak fino al punto dell’addome in cui la carne si fondeva col metallo.

Se ne stava sdraiata, offrendo alla sua vista la schiena nuda, una porzione di collo e i capelli umidi. Lasciò andare il cuscino che stavs stringendo e allungò una mano per seguire con le dita l’intricato disegno sul viso di Maul.

“Quando ti ho visto la prima volta, sono rimasta sorpresa. Non sapevo che esistessero zabrak con la pelle rossa. E questi segni tribali…”

Lui le afferrò il polso per bloccarle la mano. “I Fratelli della Notte sono fieri della loro appartenenza.” Aveva pronunciato quelle parole quasi con rabbia, digrignando i denti affilati. 

Qi’ra non batté ciglio. A Maul non piacevs che lei tremasse di fronte al suo aspetto, agli occhi iniettati di sangue,  alla selvaggia esposizione di corni aguzzi sul suo cranio glabro. Esigeva che chiunque tremasse tranne lei. E per lei non era difficile accontentarlo. Avrebbe avuto troppo da perdere dimostrandosi pavida. E in quella strana relazione che lui non aveva previsto ma che lei aveva pianificato fin dal giorno in cui era sbarcata su Dathomir nessuno dei due prevaricava l’altro.

Ciò che Qi’ra non aveva pianificato era che le sarebbe piaciuto diventare la sua compagna. Che avrebbe scoperto momenti deliranti in cui perdere il controllo della situazione. E che avrebbe sentito la mancanza della sua inquietante presenza quando era via.

“Lasciami. Devo fare una cosa…”

Lui aveva allentato la presa sul suo polso. Qi’ra aveva visto una curiosità fin troppo esplicita nei suoi occhi fiammeggianti. 

Frugò fra le lenzuola umide trovando il suo stiletto. Lo sollevò verso di lui con un sorriso scaltro. Lui emise un sordo ringhio. Qi’ra sapeva benissimo che sarebbe stato impossibile nuocergli. Lui aveva la Forza dalla sua parte. Avrebbe potuto spezzarle il collo senza neppure toccarla.

“Posso? Posso farti un po’ male, solo un po’…”

Lui aveva espirato profondamente. Era  il suo modo di assentire. Qi’ra aveva poggiato la punta dello stiletto sul suo petto, in un punto in cui la sua pelle scarlatta emergeva tra i disegni neri. Aveva inciso la pelle mentre lui sibilava di dolore ma restava immobile.

“Ecco”, aveva detto pochi istanti dopo aver inciso un minuscolo rettangolo a cui mancava l’angolo inferiore destro.

Lui aveva dato un’occhiata mentre un rivolo di sangue colava dal suo petto sulle lenzuola. “Un qek.” 

La risata sorda che era sgorgata dalla sua gola avrebbe fatto gelare il sangue di un individuo più debole. A lei provocava un’ondata di calore. Gli aveva imposto il suo marchio, così come lei era costretta a portare su di sé quello dell’Alba Cremisi.

Ma c’era un altro elemento e non era certa che lui l’avesse colto. Era una pura e semplice  attestazione di possesso. 

“La tua iniziale” aveva ribadito Maul togliendole ogni dubbio. “Sei davvero…” Aveva fatto una pausa voltandosi a guardarla divertito. “Sei davvero soltanto una ragazzina umana. Da ogni punto di vista.”

 





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