Challenge:
“Spring Bingo” organizzata dal gruppo Facebook “Non
solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”
Prompt:
1.
Il suono delle risate proveniva dalla strada sottostante, facendolo sentire
molto solo in questa nuova città di Musa07
2.
Squadra avversaria di Jeremy Marsh
3.
Battuta di Jeremy Marsh
4.
“Fossi in te, non alzerei troppo la cresta.” di Artemìs Karpusi Vargas
5.
“Non è più lo stesso senza te” di Jeremy Marsh
Genere:
drammatico, introspettivo
Tipo:
one shot
Raccolta:
Spring Bingo!
Personaggi:
Tooru Oikawa, Hajime Iwaizumi
Coppia:
yaoi
Rating:
PG-17, arancione
Avvertimenti:
tematiche delicate (prostituzione), angst
PoV:
terza persona
Spoiler:
sì, post time skip
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono
utilizzati senza scopo di lucro.
La luce in fondo al
tunnel
La sveglia suonò puntuale alle sei del
mattino e la spense con un gesto, era già sveglio da parecchio e fissava il soffitto
macchiato sopra di sé. Una tiepida brezza gli accarezzava il corpo nudo facendolo
rabbrividire.
Il suono delle risate che proveniva dalla strada
sottostante, lo faceva sentire molto solo in questa nuova città, anche se ci viveva
oramai da un due anni.
Con un sospiro stanco si mise a sedere prendendosi
la testa tra le mani, doveva farsi una doccia, vestirsi ed andare a correre, per
poi presentarsi all’allenamento; ogni giorno faceva sempre più fatica. Si alzò per
andare in bagno e lanciò uno sguardo ai soldi sul comodino, la nausea gli
attanagliò lo stomaco, riuscì giusto ad arrivare al water piegandosi colto da
violenti conati, non aveva niente nello stomaco.
Si trascinò nella doccia e lasciò che l’acqua
calda si portasse via le sue lacrime e la sua stanchezza, il sudore, l’odore
estraneo al suo, almeno poteva pagare l’affitto.
Raggiunse la palestra dopo il suo circuito di
corsa, il suo spagnolo era migliorato molto, ma se i suoi compagni parlavano
troppo in fretta, faceva ancora fatica a capire e Miguel, il capitano del San
Juan, non faceva nulla per agevolarlo.
Era partito pieno di sogni ed aspettative, ma
si era scontrato con la dura e cruda realtà: era e sarebbe stato sempre uno
straniero per loro e una minaccia. Raul, il palleggiatore titolare lo guardava
con astio e malcelato fastidio, ora comprendeva come si era sentito Kageyama
anni prima e gli dispiaceva essersi comportato nello stesso modo odioso e
supponente. Raul lo aveva apostrofato subito, quando Blanco lo aveva presentato
alla squadra “Fossi in te, non alzerei troppo la cresta, ragazzino. Qui siamo
professionisti non è la squadretta del liceo”
Tooru se ne era reso conto da solo di questo,
non era la squadra del liceo, non c’era lo stesso clima rilassato e tranquillo,
per quando lui si adattasse e osservasse gli altri atleti, era difficile stare
dietro ai loro ritmi e finché non veniva nominato titolare, non aveva uno
stipendio e pagare le spese vive era sempre più difficile.
Suo padre gli aveva tagliato i viveri, quando
aveva scoperto che lui e Iwaizumi stavano insieme, non tollerava che il suo unico
figlio maschio stesse con un altro ragazzo, oltre ad aver mal digerito il fatto
che, dopo il diploma, voleva andare dall’altra parte del mondo per inseguire un
sogno e non proseguire su una via più sicura come l’università in patria. Così senza
mezze misure gli aveva intimato che se, avesse voluto andare in Argentina,
avrebbe dovuto mantenersi. Così aveva cercato di trovarsi un lavoro, ma era
difficile incastrarlo con gli allenamenti, le partite, le trasferte.
“Tooru” lo chiamò l’allenatore ridestandolo
dai suoi pensieri “Va tu alla battuta” lo spronò e lui annuì mentre gli
lanciavano un pallone.
Aveva iniziato a lavorare come cameriere in
un bar, quando uno dei clienti gli aveva chiesto “Quanto vuoi?” Oikawa lo aveva
guardato senza capire e l’altro gli aveva chiesto nuovamente avvicinandosi con
fare cospiratore “Quanto vuoi per una scopata?”
Il giovane gli aveva riposto indignato e gli
era stato alla larga per tutto il tempo anche se sentiva il suo sguardo
seguirlo per tutto il locale.
Il fischio lo riportò alla realtà, prese un
respiro profondo e lanciò la palla in aria, la seguì con lo sguardo prendendo
la rincorsa, ma saltò troppo poco e il tocco sulla palla fu fiacco tanto che il
libero, dalla parte opposta, la prese senza problemi.
Oikawa cercò di ignorare le frecciatine e i
commenti maligni dei suoi compagni di squadra, ma non riusciva a concentrarsi.
“Non otterrai mai il ruolo di titolare, se
durante le partite di allenamento giochi così” commentò Andres, il libero che
era l’unico con cui aveva un rapporto quasi amicale, che da subito gli aveva
dato una mano con lo spagnolo e spesso tentava di sedare i suoi compagni.
“Lo so, gioco meglio di così” sbuffò bevendo
un lungo sorso di acqua dalla borraccia, detergendosi il sudore dal viso.
Era stanco, dormiva poco e poi… si era detto
che lo avrebbe fatto solo una volta, doveva mettersi in pari con l’affitto e le
bollette, ma non era stata solo una volta… continuava da otto mesi e lo stava
logorando sia nel fisico che nell’anima.
***
Il cellulare suonò nel momento stesso in cui
la porta del suo appartamento si chiuse, la voce di Iwaizumi che parlava la sua
lingua madre, era un balsamo per le sue ferite e lui si commuoveva ogni volta.
“Come stai?”
“Bene” mentì stringendo forte gli occhi,
stava facendo un torto immenso ad Hajime, ma aveva il terrore di dirgli la
verità, lo avrebbe sicuramente disprezzato, allontanato e lasciato e Tooru non
poteva sopportarlo. Così con ancora addosso l’odore di un altro gli raccontava
una bugia dopo l’altra.
“Tooru… dimmi la verità” sussurrò Hajime e Oikawa
si sentì morire “Va davvero tutto bene?”
- No - avrebbe voluto urlare - Non va
tutto bene! Nulla è come credevo nulla! –
“Mi manchi” rispose piano quello era vero gli
mancava da impazzire “Giocare qui non è più lo stesso senza te” - Io non
sono più lo stesso senza di te, Iwa-chan. Mi sto perdendo… salvami! -
“Sei in una squadra di professionisti”
“Già… scusami ma è molto tardi, domani ho una
partita importante, devo andare a dormire”
“Certo, buona notte… ti amo”
Tooru si posò una mano sulla bocca per reprimere
un singhiozzo “Ti amo anche io” riuscì a rispondere.
***
La squadra avversaria era la prima in classifica,
se avessero perso quell’incontro sarebbero stati fuori dal campionato. Oikawa guardava
la partita insieme alle altre riserve e quando successe provò uno strano senso
di soddisfazione, che lo spaventò perché lui non era così. Non aveva mai gioito
se un compagno si faceva male, mai! Però quando vide che Raul si era infortunato
murando gli avversari, provò un moto di soddisfazione profonda che si amplificò
quando Blanco chiamò il suo nome per sostituire il compagno.
Si scambiarono una occhiata ostile, nessuno
dei due disse niente all’altro e Tooru giocò al meglio delle sue possibilità,
con le sue alzate segnarono un punto dopo l’altro. Immaginò di avere Iwaizumi
che giocava con lui e fece pochissimi errori, ricevette inaspettatamente i
complimenti dei suoi compagni.
Vinsero la partita e il senso di compiacimento
aumentò, era sulla buona strada per diventare titolare, avrebbe potuto dire no,
non gli sarebbero più serviti quei soldi; sorrise, cominciava a vedere la luce
in fondo al tunnel.
---
Note dell’autrice.
Seconda storia della challenge, come
sempre grazie a chi è arrivato sino a qui e ha voglia di dire la sua.