Come una falena attirata dalla luce

di FairyJuls
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Era un aguzzino, il mio...

Non so bene cosa fosse, ma Sebastian mi teneva in pugno senza nemmeno toccarmi...

Sapevo che era un farmi del male, che non avrei mai dovuto, ma non riuscivo a staccarmici, come se fosse una droga.

Ero arrabbiata, furiosa con lui che aveva fatto una cosa per me gravissima, ma quando lo vidi dopo che avevo risolto il suo casino non riuscii a non avvicinarmi. Mi aprii la portiera della macchina per farmi sedere dalla parte del passeggero, mi sedetti e tenni lo sguardo dritto davanti a me mentre lui stava girando attorno alla macchina per sedersi alla guida, accendere l'auto e partire nel traffico. Nessuno dei due parlava, lo lascia guidare fino a quella che era casa sua. Una villa in citta dove stava con tutti i suoi compagni di banda.

Facevano di sicuro qualcosa di losco, perchè i suoi secondi in comando non volevano che lui mi desse tante libertà per paura che potessi tradirli, ma non lo avrei mai fatto e lui lo sapeva bene, e non so come lo sapesse. Comunque stavo con lui perchè avevo la sensazione che cosi potevo salvare delle vite, ancora non so perchè.

Una volta parcheggiato scendemmo dall'auto e ci dirigemmo dentro, dove i suoi secondi mi guardarono male come sempre, che fosse per gelosia o per poca fiducia, mi interessava meno di zero. Mi stavo dirigendo in camera mia nel più totale silenzio quando mi sentii una mano sulla bassa schiena. Sebastian era accanto a me, mi stava dirigendo, con la coda dell'occhio vidi che stava girando il capo verso i suoi uomini. <> disse solo questo prima di affiancarmi completamente e di dirigermi su per le scale e lungo il corridoio. Avere la sua mano sulla mia schiena era una sensazione strana, flirtavamo da giorni, ma eravamo sempre stati su un piano intoccabile, eravamo andati avanti a sguardi, sorrisi e sfiorate rare di mano, non eravamo stati mai cosi vicini da poterci toccare nel vero senso della parola.

Arrivati in camera mi fece entrare e seguendomi dentro si chiuse la porta alle spalle. Mi guardavo intorno, una camera come tante nella villa, ma quando mi girai lui era ad una distanza tale che mi tolse il respiro. Avevo finalmente la possibilità di riempirmi i polmoni del suo profumo, che solo al primo fiato mi fece quasi cedere le gambe.
Mi sentii avvampare.
Lui mosse un passo in avanti ed io uno indietro.
Cercavo di prendere pochi respiri ma profondi.
Ad ogni respiro sentivo la testa che girava.
Ne volevo di più.
E lui lo sapeva.
Sorrideva, con quel sorriso che mi faceva mancare un battito ogni volta. Un sorriso che dedicava solo a me, e me ne ero ben accorta.
Un altro respiro.
Un altro passo indietro mentre lui ne faceva uno avanti.
Stanza finita. Finii contro il davanzale della finestra.
Lui mi guardava, mi aveva puntato gli occhi addosso da che eravamo entrati in stanza ed io avevo incollato i miei ai suoi, erano una calamita.
Ero cosi attratta che volevo saltargli addosso, ma allo stesso tempo volvo che quella tortura lenta e calda continuasse all'infinito.
Un altro respiro.
Questa volta quando lui fece l'ultimo mezzo passo avanti le distanze si azzerarono.
Mi mise le mani sui fianchi.
Un brivido mi scese dal punto in cui aveva appoggiato le mani, giù lungo tutte le gambe.
Fece scorrere le dita lungo i miei fianchi salendo quanto gli bastava per oltrepassare il bordo dei pantaloni e sotto a quello della maglia, giusto per sfiorarmi la pelle dei fianchi con i polpastrelli.
Altri brividi, intensi e profondi.
<> una frase che lasciai cadere, che sussurrai lentamente presa dalle mille snsazioni che stavo provando.
Eccitazione, passione, dolcezza, desiderio...
<> una domanda che mi sussurrò cosi vicino da farmi soffiare via un piccolissimo gemmito, era una domanda la sua, ma che palesemente non voleva risposta, sapeva benissimo cosa mi faceva.
Con estrema lentezza fece salire le dita lungo i miei fianchi.
Pelle contro pelle.
Aveva le mani calde, morbide ma decise.
In ogni singolo punto in cui mi toccava mi provocava dei brividi.
Continuavo a respirare piano, lentamente e profondamente, cosi da assaporare ogni singola molecola del suo produmo che mi attirava a lui, come una falena con la luce.
Il suo profumo intenso e forte, unito al solo tocco dei suoi polpastrelli sulla mia pelle mi faceva avvampare ogni secondo di più. Sentivo le guance in fiamme, la giugulare pulsare sul collo, il cuore battere nelle orecchie fin anche arrivare al mio intimo caldo, umido e pulsante. Volevo che continuasse, volevo che non smettesse mai.
Probabilmente in quel momento avrei potuto fare qualsiasi cosa mi avesse chiesto.
E lui lo sapeva, dannazione se lo sapeva.
Quel sorriso me lo faceva capire bene, ma non potevo tirarmi indietro. Non volevo.
Dopo un tempo interminabile mi decisi ad alzare la mano, la destra, a passarla sul suo polso sinistro, a salire sul braccio, tonico e muscoloso ma senza essere esagerato.
Alla mia presa di coraggio lui fermò le sue mani, appena sotto il mio reggiseno, e rimase li, a contatto con la mia pelle ma fermo. Abbassai finalmente gli occhi, a seguire i movimenti della mia stessa mano che arrivava in quel momento sulla sua spalla mentre l'altra saliva a specchio.
Portai la destra sempre più su, con un tocco leggero che lo sfiorava con i soli polpastrelli, passandogli sul collo, sul viso fino a far affondare le dita tra i suoi morbidi capelli castani che portava appena più lungi del normale ma appena scompigliati.
Mentre la mia mano destra saliva la sinsitra arrivava sul collo ma scendeva verso i bottoni della sua camicia. Slaccia il primo con tocco leggero e quando toccai il secondo... TOC TOC TOC

<>. 

Trattenni il fiato.
Lui sorrise.
Passò quella che sembrava un enorme quantità di tempo durante il quale temevo davvero che dicesse a chiunque c'era fuori di entrare, mi guardò negli occhi, e sorrise, ancora quel suo sorriso beffardo.
<>. 
A quelle parole ripresi a respirare dischiudendo appena le labbra e rilasciando un lento e silenzioso sbuffo.
Lui soffiò via una risata leggera e riprese a muovere le mani, meno lentamente ma in modo più deciso. Le allungò di più fino a farle girare dietro la mia schiena a slacciarmi il reggiseno ed in un battito di ciglia era di nuovo sui miei fianchi, sotto il reggiseno che ora non gli avrebbe causato nessun impedimento, ma rimase fermo.
Spinse il suo corpo contro il mio, aderendo molto meglio con tutto ciò che poteva.
La mia mano destra scese dietro il suo collo mentre la sinistra sbottonò un altro paio di bottoni della camicia aprendola anche un po. Tolsi lo sguardo la suo facendo scivolare gli occhi fin sul collo ed in modo istintivo mi umettai le labbra prima di allungare il collo avvicinando il viso al suo collo, sfiorandolo con la punta del naso per prendere un lunghissimo e profondo respiro carico del suo profumo maschile pieno di feromoni che mi eccitavano e mi drogavano nel profondo.

Nel giro di pochissimi momenti ero seduta sul davanzale della finestra avvinghiata a lui con le gambe, le mani appoggiate dietro a sorreggermi il busto, il capo chino all'indietro con lui che mi baciava, succhiava e mordeva il collo mentre con le mani era impegnato a slacciarmi bottoni della camicia, ma niente che lui facesse lo faceva con foga, anzi, era mosso da una calma per me snervante, toccava nei punti giusti, sapeva come farmi morire dai brividi di piacere, sapeva come torturarmi. Slacciava i miei bottoni con una sapienza impressionante e con la stessa sapienza allargava la stoffa e seguiva la mia pelle che si scopriva con le sue labbra e la lingua. La camicetta ormai era completamente aperta, sfilai un braccio poi l'altro e la lasciai cadere a terra.
Lui si fermò, occhi negli occhi, con quel sorriso che sapeva.
Volevo che continuasse.
Voleva sentirmelo dire.
Non ero prigioniera, ma non ero nemmeno libera come chiunque altro.
Lui era la mia droga.
Stavo li perchè volevo lui.
Volevo questo.
Il suo odore mi teneva li.
Sapevo che era quello.
Oltre che il suo sorriso.
Il suo odore era il mio padrone.
Era padrone del mio corpo e dei miei sensi.

Annuii lentamente.
Le labbra appena dischiuse.
Un espressione quasi di supplica.
Lui sorrise ed io potevo morire per quel sorriso.
Da li fu la mia fine.

Scese con le labbra su di me come un avvoltoio su una preda, implacabile.
Si tuffò a baciarmi in mezzo al seno mentre le mani salivano alle mie spalle per far scendere del tutto gli spallini del reggiseno in modo da sfilarmelo e farlo cadere a terra, lasciandomi cosi a petto nudo davanti a lui ancora vestito.
Dalle mie spalle le sue mani scesero sui miei seni, stringendoli tra loro contro il suo volto che dava le stesse attenzioni sia al sinistro che al destro.
Ero tutta un brivido, non c'era un centimetro di me che non tremasse di piacere ed ansia.
Era cosi vicino che ogni respiro era carico del suo profumo e mi mandava in estasi.
Le sue mani lasiarono presto il mio seno per scendere lungo l'addome ed arrivare ai pantaloni che vennero sgangiati con una velocità e maestria di cui a malapena mi accorsi.
Inclinando un poco di più il busto all'indietro non mi ci volle un grosso sforzo per alzare appena il sedere e lasciare che lui mi sfilasse gli ultimi strati di stoffa che avevo addosso, perchè insieme ai pantaloni sfilò gli slip e non me ne accorsi minimamente.
Nel mentre le sue labbra stavano scendendo a baciarmi il ventre in una scia di baci e sfiori della sua lingua calda sulla mia pelle.
Ansimavo dalla voglia e dall'estasi che mi faceva girare la testa.
Quando lui arrivò al mio intimo non sentii altro che una sua risata leggera dalle orecchie ovattate e poi un brivido che non mi aspettavo ed un suo dito che mi sfiorava tra le labbra più intime e completamente bagnate.
Spalancai la bocca non uscì nessun suono, ero avida d'aria da respirare.
Non entrò in me, ma era li che mi guardava con quei suoi occhi penetranti e sorrideva, dannazione se sorrideva, sapeva di avermi in pungo ed ogni volta che lentamente muoveva quel dito a toccarmi, come se mi esaminasse, io cercavo aria dalla bocca senza emettere un fiato.
Senza dubbio sapeva dove toccarmi e non cercava di nasconderlo.
Un dito diventarono due e continuava a toccare senza entrare, donandomi un piacere doloroso e straziante.
Si mise più comodo tra le mie gambe, aprendole a suo piacimento ed aggiungendo alla mia tortura un dito dell'altra mano con cui si dedicò ad aprire le mie labbra più intime come se dovesse davvero ammirare la sua opera di eccitazione e quando sentii la sua lingua, solo una punta, contro la mia carne, mi cedettero le braccia facendomi finire indietro del tutto contro la finestra alle mie spalle.
Un gemito.
Lo sentii sbuffare un sorriso, era cosi vicino che sentii il suo fiato contro il mio intimo.
<> un sussurro il suo, basso e caldo che mi fece impazzire.
<> la mia voce era un gemito scosso da tremiti di piacere e voglia.
Sbuffò un nuovo sorriso e mi assaggiò di nuovo per poi alzarsi ed aprirsi i pantaloni in modo cosi veloce che io feci giusto in tempo a riaprire gli occhi che lui mi era già addosso.

Le sue mani sui miei fianchi, mi tirò avanti con il bacino ed io avvinghiai le gambe attorno alla sua vita in modo quasi automatico ed eravamo cosi vicino che sentii la sua eccitazione battermi contro ancora senza entrarmi dentro, la sua mano sinistra sali a prendermi dietro il collo mentre lui si chinava su di me con il viso appoggiando finalmente le sue labbra contro le mie che lo accolsero dischiudendosi per lasciare libero spazio alle nostre lingue avide mentre la sua altra mano la sentii insinuarsi tra di noi per accompagnare la sua volgia contro la mia.
Ero cosi pronta e bagnata che non fece troppa fatica ad entrare, ma lo fece comunque molto piano per assaporare ogni mia reazione. Non mi lasciava però staccare le labbra dalle sue, ogni mio gemito si spense nella sua bocca.
Avevo il corpo cosi teso e sensibile che sentii ogni singolo centimetro di lui che entrava in me, dalla punta a tutto il corpo del suo piacere, sentivo la mia carne aprirsi a lui fino in fondo quando lui si fermò e rimase dentro di me per qualche momento, giusto il tempo di passare le mani dietro il mio fondoschiena per alzarmi e tenermi su di peso mentre io avvinghiavo anche le braccia a lui, dietro il suo collo. Le nostre bocche ancora unite, ancora il su profumo ad inebriarmi ogni respiro e non so come ad eccitarmi ancora di più ad ogni fiato.
Mi teneva saldamente mentre si muoveva iniziando a farmi sua muovendosi contro di me da prima lentamente come una tortura e poi, piano piano sempre con più forza e veemenza. Il mio seno stretto contro il suo petto, la sua lingua che passava dalla mia bocca al mio collo e ritorno mentre sembravo una bambola nelle sue mani, completament in balia delle mie sensazioni, del suo profumo e del suo volere.
Il mio corpo cosi reattivo che ad ogni colpo sentivo la sua carne entrarmi dentro, sentivo ogni centimetro che affondava senza problemi. Avevo i suoi occhi incollati addosso e colpo dopo colpo ero sempre più vicina all'estasi fin che non mi ritrovai sul letto della camera, schiacciata tra il materasso ed il suo corpo con lui che spingeva dentro di me ed io che lo supplicavo spingendo il bacino contro il suo, ancora ed ancora l'uno contro l'altro fin che non mi prese i polsi per bloccarmeli contro il letto, ero completamete alla sua mercè.
Entrava ed usciva da me con sempre più voglia e velocità fin che quegli ultimi colpi li riconobbi subito, più profondi, più forti e poi il caldo, l'ultimo colpo che tenne fermo dentro di me mentre il calore mi inondava ed io iniziai a tremare portata finalmente all'orgasmo da quell'ultimo colpo. Mi lasciò i polsi per puntarsi contro il materasso, lo sentii uscire e rientrare dolcemente un altro paio di volte, e di nuovo dentro restando li fermomentre con il corpo si chinava su di me.

<> un sussurro al mio orecchio che mi fece scuotere ancora.




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