I mille colori dell'amore

di desigra2005
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Quella notte non riuscii a prendere sonno e nemmeno Andrea riuscì a riposare tranquillo, dai tratti contratti del suo viso traspariva tutta la frustrazione che lo stava attanagliando. Nella mia testa riecheggiava ogni singola parola detta a cena, più lo osservavo dimenarsi sussurrando scuse e più immaginavo quel bambino solo che era dovuto crescere troppo in fretta e che successivamente aveva smarrito sé stesso rischiando di non riuscire a riprendere in mano le redini della sua vita. La sua lotta quotidiana contro i sensi di colpa che cercavano di riportarlo sul baratro del precipizio mi aveva colpito, sarei riuscita a farmi carico anche del suo fardello o insieme saremmo entrambi affogati? La paura di non farcela mi fece rabbrividire ed Andrea si svegliò di soprassalto. “Tesoro, sei già sveglia?”. Mi prese tra le sue braccia e mi strinse forte, l’odore di bagnoschiuma e di mascolinità mi entrò prepotentemente nelle narici. “Non sono ancora riuscita ad addormentarmi, ho tanti pensieri per la testa e poi continuavi ad agitarti nel sonno e mi sono preoccupata”. Forti mani mi accarezzavano i capelli. “Hai voglia di parlarne?”. Avrei potuto snocciolare tutte le mie paure ma cosa avrei ottenuto? Si, forse sarei riuscita a sentirmi più leggera ma certamente non avrei risolto tutti i problemi che minacciavano di schiacciarci. “Ho un’idea migliore, di tempo per parlare ne avremo a sufficienza in questi giorni”. Maliziosamente scacciai le lenzuola ed iniziai a sedurre l’uomo bellissimo e premuroso che affettuosamente mi circondava la vita. “Bella addormentata, se vogliamo fare un giro turistico prima di recarci da Sandy dovresti svegliarti e prepararti in fretta”. Nascosi la testa sotto il cuscino, ero riuscita a prendere sonno molto tardi ed ovviamente la stanchezza fisica ora aveva la meglio sul mio spirito avventuriero. “Ora mi odierai ma vedrai che tra poche ore sarei contenta che non ti abbia lasciato poltrire in questa piccola camera d’albergo. Forza, bella addormentata! Fuori c’è un bel sole caldo e sai bene che a Londra il tempo cambia velocemente”. Andrea aprì le tende e il sole penetrò prepotentemente dalle finestre, rimasta scoperta ed ormai completamente sveglia non mi rimaneva altro da fare se non alzarmi e darmi una rinfrescata. “Sappi che questa è una cosa che odio nel profondo! La mia famiglia era oggetto di una sadica vendetta ogni volta che osavano svegliarmi così bruscamente”. Il mio tono minaccioso non fece il suo effetto e mentre aprivo il soffione potevo sentire la risata di Andrea colorare la camera da letto. “Finalmente sei pronta, stavo per venire a prenderti sotto la doccia! Bene, siamo in perfetto orario per la colazione”. Avevo cercato di vestirmi più comodamente possibile ma non era stato facile trovare un abito che non fosse troppo attillato o troppo corto, per cui avevo optato per dei pantaloni color crema e una giacca verde giusto per riparare le spalle nel caso il tempo fosse davvero mutato nel corso della giornata. “Mmm se lo dici così forse è il caso che io ritorni in bagno”. Andrea mi guardò dapprima stupito e poi mi dedicò un sorriso sornione. “Stai diventando insaziabile mia cara! Per quanto la tua idea sia allettante sono certo che mi rimprovereresti di non averti fatto visitare la città, per cui, andiamo tesoro!”. Il resto della mattina trascorse troppo velocemente, rimasi letteralmente affascinata dal contrasto tra l’imponenza degli edifici storici e la bellezza dei nuovi palazzi: un perfetto connubio di epoche e stili diversi. Ci divertimmo anche ad assaporare ogni prelibatezza che la city aveva da offrici mentre allegramente esploravamo i dintorni. “Non avrei mai immaginato che potesse essere così bella! E mio caro devo anche ammettere che se me lo fossi persa te lo avrei rinfacciato per anni”. Andrea mi prese per mano. “Per questo ho insistito, altrimenti chissà cosa avresti raccontato ai nostri nipoti”. La sua battuta mi fece sussultare, lo scrutai di nascosto perché volevo capire se lo aveva detto tanto per dire oppure se in qualche maniera stava cercando di dirmi che intravedeva nella nostra coppia un futuro che ci avrebbe portato lontano. “Andrea De Barbieri non crede di aver immaginato troppo?”. La sua espressione gioviale non lasciava intendere nulla. “Perché Loredana tu non pensi mai ai tuoi nipoti?”. Avrei voluto mantenere l’animo spensierato nel dirgli che non avevo mai avuto quel tipo di pensiero ma in me scatto l’istinto difensivo. “Certo! Ne sto per avere uno da mia sorella Beatrice, ricordi? Credo che sia l’unica idea di nipote che io abbia mai immaginato”. Andrea rallentò il passo e con l’immagine mozzafiato del Tamigi alle nostre spalle mi prese le mani. “Loredana, ti ho visto con i bambini e penso che tu sia fantastica. Per non dimenticare di come tu sappia gestire perfettamente anche gli adolescenti e non mi riferisco solo a tua sorella ma anche a mio fratello. Per cui, di cosa hai paura?”. Un senso di inadeguatezza iniziò ad attanagliarmi lo stomaco, come avrei potuto spiegare che la mela non cade mai troppo lontana dall’albero senza sembrare una matta? Non volevo raccontargli una bugia ma allo stesso tempo non volevo nemmeno rovinare l’atmosfera gioiosa che si era creata tra noi. “Ho scelto il mio lavoro perché volevo rendermi utile, volevo incoraggiare le persone a ritrovare la loro forza. Tutto questo a prescindere dalla loro età. Conosci la mia storia, non voglio ingannarti dicendoti che mi sono immaginata circondata da una nidiata di bambini è un pensiero che non ho mai fatto e che sinceramente non so se sarò in grado di prenderlo seriamente in considerazione”. Andrea mi abbracciò. “Tesoro, tua madre è stata terribile nei vostri confronti ma con ciò non è detto che tu non possa essere un ottimo genitore. Capisco la tua paura più di quanto tu possa immaginare e tranquillizzati perché non è un discorso che dobbiamo affrontare ora. Si è fatto tardi dovremmo prepararci per andare a fare visita a Sandy”. L’argomento venne liquidato in poco tempo, nessuno dei due aveva voglia di incupirsi su qualcosa di futuro ed incerto. “Sono proprio contenta che sia venuto a trovarmi Andrea, l’ultima volta che ti ho visto eri poco più che un bambino. Tuo padre era a Londra per lavoro e tua madre ne aveva approfittato per salutarci, la mamma sarebbe stata contenta di vedere che bell’uomo che sei diventato. Accomodatevi pure, in vero stile british ho preparato un bel thè con qualche stuzzichino”. La casa era piccola ed accogliente, arredata con cura ma di stile sobrio. “Sandy, non dovevi disturbarti. Anche io sono molto felice di aver avuto l’occasione di rivederti, come ti accennavo al telefono questa è la mia ragazza Loredana e siamo venuti al Londra per un weekend romantico. L’ultimo periodo è stato un po' complicato per noi e sentivamo proprio il bisogno di rilassarci”. La cugina inglese si rivelò essere una persona abbastanza piacevole, non era difficile imbastire una conversazione e riusciva a metterti a proprio agio. “Non sono molto aggiornata sulle vostre vicende familiari, Lucia si è fatta sentire molto raramente dopo la morte di mia madre. Cosa si dice di bello a casa De Barbieri?”. Con Andrea avevamo concordato che sarebbe stato lui a condurre il discorso mentre io mi sarei semplicemente limitata a rispondere nel caso di domande dirette. “Mi dispiace molto per la perdita di tua madre anche se purtroppo di lei ho solo un vaghissimo ricordo. A casa tutto bene: Caterina tornerà a studiare in paese lasciando definitivamente la Svizzera, finalmente si sono resi conto che per lei era la cosa migliore; mio fratello continua i suoi studi e si è fidanzato ufficialmente annunciandolo a tutti all’evento benefico della mamma; papà è sempre in giro per lavoro, come al solito”. Andrea fece spallucce e mi chiese se stesse dimenticando qualcosa, io scossi la testa troppo tesa per proferire anche una sola sillaba. “Non è troppo giovane Edoardo per impegnarsi così seriamente? Il suo principale obiettivo dovrebbe essere quello di studiare e di crearsi un futuro proprio come hai fatto tu. Sicuramente avrà tutto il tempo che desidera per correre dietro alle gonnelle!”. La battuta infelice mi fece mordere il labbro. “E’ un ragazzo con la testa sulle spalle, sa benissimo qual è il suo dovere; allo stesso tempo siamo contenti che abbia trovato qualcuno con cui poter condividere tutti i suoi futuri traguardi”. Sandy si versò un’altra tazza di thè. “Giusto, dimenticavo che è sulla sedia rotelle; ripensandoci bene non è una cattiva idea che si sia trovato una ragazza che lo accudisca. Tua madre si sarà certamente alleggerita di un grande peso”. Se ero riuscita a sorvolare prima questa volta la risposta mi uscì spontaneamente dalle labbra. “Mia sorella non è la sua badante! Sono due ragazzi che si amano e che si sostengono a vicenda condividendo obiettivi e traguardi. E’ una cosa rara trovare l’amore, ci sono persone che rimangono sole tutta una vita no?”. Andrea mise la sua mano sul mio ginocchio e cercò di smorzare il tono. “Tesoro, ogni forma di sentimento vero va tutelata. Non concordi Sandy?”. La donna continuava a fissarmi. “Certo. E così Edoardo è fidanzato con la sorella di Loredana, interessante. Avete sempre avuto una predilezione per gli intrecci! Vedi cara, io non rimpiango di aver scelto di non sposarmi. Avrei potuto tante volte e mia madre spingeva anche perché io procedessi in quella direzione, tengo troppo alla mia indipendenza e trovarmi a dover incastrare i miei desideri con quelli di un’altra persona mi fa rabbrividire. Delle volte bisogna trovare il coraggio di rimanere soli soprattutto se non si è minimamente portati per la vita di coppia”. Andrea vedendo che il discorso stava prendendo una piega indesiderata riprese in mano la situazione. “Lo dico sempre anche io! La maggior parte delle volte è meglio lasciar stare subito piuttosto che soffrire dopo. Però, Sandy, devi anche ammettere che conoscerai tante coppie la cui storia va avanti da tantissimo tempo ormai; ad esempio, i miei genitori, ormai ho perso il conto degli anni che sono sposati”. Sandy mi passò un piattino con dei tramezzini. “Andrea, non voglio distruggere l’ideale di famiglia che hai ma posso assicurarti che tua madre non era affatto innamorata di tuo padre quando l’ha sposato e non credo che lo sia neanche ora. Io l’ho vista quando si distruggeva per amore per un giovane contadinotto e vedevo anche il ribrezzo di mia madre e mia zia per le sue pene d’amore”. Andrea sembrava soddisfatto di sé, era riuscito a condurre la conversazione al punto cruciale. “Davvero? La mamma innamorata di un contadino? Sei sicura Sandy? Non ce la vedo mica!”. La donna rimase incerta sul da farsi, chinò gli occhi sulla tazza di thè e prese tempo prima di rispondere. “Ricordo bene quel periodo, venne in visita da noi perché sua madre voleva che si distraesse e non pensasse alla delusione d’amore che aveva ricevuto. Mia madre non perdeva occasione per dirmi che non sarei dovuta finire come lei e che per questo era fondamentale che il mio matrimonio fosse combinato. Alla fine, ho tagliato la testa al toro e non mi sono sposata per niente! Ah ah ah! Lucia passò qualche mese a sfogare il suo dolore nel cibo, si era letteralmente sformata e non le importava che io le dicessi che doveva darsi una regolata, non sembrava voler sentire ragioni. Poi una notte si sentì male, mia madre chiamò il dottore che venne con un’infermiera, sentivo le urla anche dalla sala! Mia madre mi disse che non dovevo assolutamente salire in camera di Lucia, non avrei potuto aiutarla in nessun modo e che il dottore le stava pulendo lo stomaco da tutto quel cibo spazzatura che aveva ingerito. In mattinata mia madre venne da me e mi disse di andare in paese a prendere delle verdure e della carne fresca quando tornai il dottore se ne era andato e Lucia stava riposando tranquilla nella sua stanza. Devo dire che ha fatto un miracolo con lei! Dopo poche settimane sembrava un’altra persona: aveva perso peso e soprattutto non parlava più del suo amato Antonio”. Io e Andrea ci scambiammo un’occhiata complice, purtroppo il nostro sospetto era stato confermato: mio padre e Lucia avevano avuto un bambino che non sapevamo che fine avesse fatto!




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