Genere:
romantico
Tipo:
one shot
Personaggi:
Kiyoomi Sakusa, Wakatoshi Ushijima
Rating:
PG, verde
Avvertimenti:
slice of life
PoV:
terza persona
Spoiler: sì, post time skip
Disclaimers:
i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono
utilizzati senza scopo di lucro.
A volte basta poco
Quando la mano fredda gli si posò sulla
fronte bollente trasalì spaventato e si ritrasse socchiudendo gli occhi,
mettendo a fuoco la persona accanto al suo letto.
Spalancando gli occhi sorpreso era convinto
che fosse suo cugino e invece…
“Wakatoshi” sussurrò aveva la bocca impastata
e secca, doveva essere una allucinazione della febbre, Ushijima non poteva
essere a casa sua.
Invece, quest’ultimo, aprì un poco le tende
facendo entrare la luce del sole guardandolo serio.
“Ero preoccupato, Kiyoomi, non rispondi al telefono
da due giorni” lo rimproverò versando dell'acqua in un bicchiere e
porgendogliela.
Sakusa si mise a sedere sorbendo qualche
sorso, non riusciva a tenere nulla nello stomaco, si era beccato una bella
influenza gastro intestinale e stava davvero uno schifo.
“Sono vivo, è passato Miya ieri… era ieri?”
bisbigliò confuso, mentre Wakatoshi gli porgeva una capsula.
“Atsumu ti gira ancora troppo intorno” sbuffò
mentre l’altro prendeva la medicina.
“Sei geloso?”
“Sì”
Kiyoomi non poté fare a meno di sorridere:
stavano insieme da sei mesi e purtroppo si vedevano poco per gli impegni e la distanza,
però funzionava, almeno fino ad ora, anche perché sia lui che Ushijima avevano
bisogno dei propri spazi personali e decisamente ne avevano in abbondanza.
“Cosa fai qui, non hai l’allenamento?”
Ushijima stava a Tokyo e lui a Osaka erano tre
ore e mezza di treno andata e altrettante di ritorno.
“Ieri avevamo la partita con gli EJP Raijin, oggi niente
allenamento, avevamo deciso di vederci, ricordi?” spiegò e Sakusa annuì era da
venerdì che stava male, si era inabissato a letto e ne emergeva solo per
vomitare e prendere l’antipiretico, poi crollava miseramente addormentato.
“Komori mi ha detto che stavi male e mi ha
dato le chiavi del tuo appartamento”
“Ora capisco…” aggiunse stendendosi e
nascondendosi quasi completamente sotto il piumone.
“Mettiti una mascherina, Toshi, non voglio
che ti ammali anche tu” bisbigliò, stancamente sentì Ushijima muoversi per casa
sua mentre aspettava che l’antipiretico facesse il suo effetto.
“Chi ha vinto?” chiese dopo un po’ sospirando
il senso di stordimento lo stava abbandonando e sentiva meno caldo, la febbre
stava scendendo.
Wakatoshi si era sistemato su una sedia
accanto al letto e come gli aveva suggerito aveva indossato una mascherina.
“Noi”
“Suna e Toya saranno particolarmente
abbattuti”
“Ci penserà Osamu a tirar su loro il morale”
Sakusa ridacchiò mettendosi seduto rimanendo
avviluppato nel piumone.
“Te ne sei accorto anche tu?”
“Bisogna essere ciechi per non accorgersene” ribatté
senza scomporsi, mentre gli sbucciava una mela e gli porgeva uno spicchio, che
l’altro sbocconcellò lentamente, sperando di non riproporlo a breve.
“Non dovevo andare al festival dello sport
domenica scorsa, i marmocchi presenti mi hanno attaccato questa dannata influenza”
sbuffò prendendo un altro spicchio, aveva fame era un buon segno.
“Non credo che tu l’abbia presa lì, queste
influenza hanno incubazioni di quindici giorni” disse serafico.
“Da quando sei un medico?” sbuffò spostando
il ricciolo che gli cadeva dalla fronte e Ushijima seguì quel movimento.
“Sono nozioni base”
Sakusa si strinse nelle spalle “Devo dare la
colpa a qualcuno, e i mocciosi sono quelli più adatti, non se ne avranno a
male. Mi secca perdere allenamenti e partite”
“E il tuo compleanno”
Kiyoomi sbatté le palpebre un paio di volte finendo
di masticare un pezzetto di mela.
“È oggi” confermò Ushijima vedendo il dubbio
sul suo volto.
“Un bel compleanno davvero” sbottò sarcastico
lasciandosi andare sul cuscino con un sospiro; non che lui facesse chissà che
cosa per il suo compleanno, ma era la prima volta che aveva il ragazzo e sicuramente
sarebbe stato più interessante passarlo con lui che con il cugino.
“A questo proposito” disse Wakatoshi,
porgendogli una busta bianca e anonima, Sakusa la prese perplesso “Per me?”
“Vedi qualcun altro qui”
Un sorriso piegò le labbra di Sakusa, sapeva
che Ushijima aveva fatto solo una constatazione e non una battuta però… tastò
la busta, c’era qualcosa di rigido dentro.
“Che cos’è?”
“Aprila”
Si rimise a sedere e strappò la busta sul
lato corto e da questa fece scivolare fuori due tessere di due negozi: uno di
abbigliamento e uno sportivo.
“Non sapevo cosa regalarti così ho preferito
farti delle prepagate così scegli tu cosa più ti aggrada o serve”
“Grazie” sussurrò era stato un pensiero
davvero azzeccato, si era ricordato del suo compleanno, si era macinato ore di
treno ed era lì anche se lui era messo peggio di uno straccio sporco, a volte
bastava davvero poco per fare felice qualcuno.
Sospirò avvilito e Wakatoshi si spostò dalla
sedia al bordo del letto, di abbassò la mascherina e gli baciò la fronte calda.
“Mi dispiace” bisbigliò Sakusa mortificato.
“Non devi… non è colpa tua”
L’altro sbuffò infastidito, sdraiandosi
nuovamente mettendo su un broncio adorabile “Lo so, ma ci vediamo già così poco”
“Se i Jackal vincono la prossima partita, quella
dopo la giocate contro di noi, c’è il post partita”
“Tra due settimane”
“Dovresti essere in forma per quel giorno”
“Spero di esserlo prima” bofonchiò chiudendo
gli occhi stancamente, sentì la mano di Ushijima scostargli i capelli dalla fonte
e continuando ad accarezzargli i riccioli neri.
Nonostante fosse fisicamente debilitato e
moralmente triste dopotutto era stato un bel compleanno, con una visita
inaspettata ma gradita, doveva ricordarsi di ringraziare Motoya.
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Note dell’Autrice
Come potevo mancare al compleanno di
Omi e quindi ecco qui una shottina.
Grazie a chi è arrivato fino a qui e ha
voglia di dire la sua.
A presto.
Bombay