Lo spiraglio universale

di lmpaoli94
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Essere diversi può essere bello.
Essere per quello che siamo può renderci diversi dalla massa.
Sentirsi una persona accettata ci rende la vita felice e spensierata per essere vissuta.
ma quello che circonda il mondo malevolo da dietro le spalle può nascondere delle brutte sorprese.
Qui non centra la spensieratezza dell’infanzia o dal credere che c’è qualcuno che ti vuole davvero bene.
Qui centra un ragazzino che mentre cerca di tornare a casa, viene isolato per colpa delle voci malevole che alcuni compagni della sua stessa scuola dove cerca di imparare per un futuro migliore, gli hanno dato del “diverso”.
Isolato perché ha due mamme e gli occhi guardinghi degli altri genitori bigotti non hanno fatto altro che peggiorare una situazione già critica.
Tutto questo le mamme di Gabriele, ovvero Veronica e Azzurra, non sospettano niente di quello che il loro stesso figlio può nascondere nel suo piccolo cuore.
Il piccolo non vede l’ora ogni giorno di tornare a casa per dimenticare tutto questo.
Non riesce a capire che il male si insinua dentro colui che li circonda e dentro quella piccola mente che ancora sta crescendo.
In fondo il piccolo Gabriele non ha fatto niente di male, ma quei sorrisi concitati mischiati da chi ti vuole fare del male, non può che dare fastidio al bambino.
Un bambino innocente che presto lascerà le elementari per approdare alle medie, un mondo reale molto diverso da quello che adesso è circondato.
Deve studiare la vita, ma a piccoli passi.
Quella vita che può regalarti soddisfazioni ma allo stesso tempo del dispiacere, soprattutto quando hai avut un inizio di vita difficile.
Orfano e gettato nel dimenticatoio più totale, una volta che Veronica e Azzurra si erano sposate, hanno coronato il loro sogno di avere un bambino per costruire una famiglia felice.
In fondo le due donne quando l’hanno visto per la prima volta hanno avuto subito una bella impressione.
Il piccolo Gabriele giocava con gli altri bambini a nascondino e una volta che Azzurra s’imbatté contro Gabriele, non poteva che sorridergli e dirgli quanto potesse essere carino.
< Grazie, sei molto gentile a dire questo. Ma io non ti conosco. >
< Mi chiamo Azzurra. Mentre tu come ti chiami? >
< Gabriele. Ma vedi di non farmi scoprire perché stiamo giocando a nascondino. >
< Ok. Scusa. >
La giovane Azzurra si stava divertendo un mondo a giocare con quel bambino
Grazie a lei Bariele riuscì a non essere scoperto e ad essere salvo in quel gioco che voleva dire furbizia e attenzione
Ma Azzurra aveva deciso che il coraggio di quel bambino era tutto quello che mostrava nel suo essere e nel suo carattere.
Un bambino che non si da’ per vinto per nessuna cosa al mondo e il modo in cui se ne era innamorata l’aveva spinta a convincere la sua dolce metà che era proprio lui il bambino perfetto per costrire una famiglia.
Dopo quel momento erano trascorsi più di cinque anni e Gabriele non era stato mai così felice da dire che poteva contare su una vera famiglia.
L’orfanotrofio era una famiglia diversa. Una grande famiglia in cui ognuno di loro faceva la loro parte, ma in quella tristezza in cui quei bambini avevano perso i genitori o erano stati abbandonati, non si poteva davvero essere felici.
Nel cuore di Gabriele c’era sempre stato quel desiderio inconfessabile di avere una famiglia vera e adesso che dopo tante peripezie e tante preghiere l’aveva finalmente trovata, adesso doveva guardarsi intorno dalle cattive persone che volevano solo il male.
Volevano solo gettare quell’odio che un bambino come lui non può davvero difendersi e non c’era desiderio più grande che tutto ciò potesse non esistere.
Gabriele vedeva il mondo con gli occhi di un bambino quale era e lui non sapeva ancora che cosa fosse la cattiveria.
I suoi amici più stretti che più avanti avrebbe capito che non erano davvero buoni amici, lo avevano abbandonato a sé stesso come avevano fatto i suoi genitori biologici.
Ma Gabriele doveva cercare di guardare avanti e cercare quel conforto di una famiglia cercando di confessare le sue più grandi pene.
Ma quel povero bambino non riusciva a parlare di una cosa molto più grande di lui, e una volta giunto alla sua abitazione, si rinchiuse in camera sua dicendo alla sua famiglia che aveva molte cose per cui studiare.
ma Veronica, che aveva lo sguardo molto più attento della sua dolce metà, capì immediatamente che c’era qualcosa che non andava nel cuore di Gabriele.
All’inizio poteva credere che avesse trascorso una giornata difficile causata da una verifica o da un interrogazione andata male, ma appena vide gli occhi lucidi del suo bambino, capì subito che non era così.
< Gabriele, cosa ti succede? Perché piangi? >
All’inizio il bambino non proferì parola, nascondendosi sotto il cuscino per evitare di essere guardato fisso dalla sua mamma, ma l’insistenza di Veronica lo spinse a confessare.
< A scuola mi prendono in giro, mamma. >
< E perché fanno una cosa del genere? Che è successo? >
< Tutti i miei compagni e i miei amici che conoscono hanno una mamma e un papà e non riescono a capire come io possa avere due mamme e nessun papà. Vorresti per favore dirmelo, mamma? >
Veronica non riuscì a trovare quelle parole a freddo per cercare di descrivere una famiglia diversa da tutte le altre normali.
Ma in fondo nel cuore di Gabriele, poteva percepire il vero amore di una famiglia normale che ognuno di noi desidererebbe più di qualsiasi altra cosa.
< Gabriele, il destino ti ha dato in dono una famiglia speciale e molto diversa dalle altre. Tu sai molto bene che io e Azzurra ci amiamo e ci vogliamo bene e noi non abbiamo mai avuto bisogno di un uomo per far creare una coppia uguale alle altre. Io e Azzurra ci siamo innamorate e nel corso degli anni abbiamo cercato un bambino speciale che potesse entrare a far parte delle nostre vite. E indovina un po’? quel bambino sei tu. >
< Ma allora perché tutta l’altra gente non capisce? >
< Perché non conosce quanto noi siamo speciali. Tu vedi di non ascoltare quelle brutte parole che possano disturbarti. Vedrai che io e Azzurra faremo di tutto per risolvere questa situazione. >
< E in che modo? >
< Lascia fare ai grandi. Questo è un loro problema. >
< Va bene. >
< Adesso però promettimi una cosa: smettila di piangere, ok? >
< Va bene, mamma. Ti voglio tanto bene. >
< Anch’io te ne voglio, piccolo mio. >
Stringendo quel bambino e quell’amore che li circondava, adesso per Veronica e Azzurra si presentava un pericolo molto diverso che però prima o poi gli si sarebbe presentato.
E senza cercare di passare dalla parte del torto, le due donne avrebbero fatto la loro guerra silenziose.
Una accanto all’altra evitando quei pregiudizi.
E mentre Veronica trascinò il suo bambino in cucina a fare i compiti, Azzurra si dilettava a preparare la cena.
< Tesoro, cos’è quello sguardo afflitto? Va tutto bene? >
< Purtroppo no, Azzurra. Dobbiamo parlare. Di quella cosa. >




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