1- Due strane melodie inseparabili
Dato che si tratta di una song-fic, questa storia
andrebbe letta ascoltando “Carillon”
dei Magic Box.
Il demone e il
carillon
Due strane melodie inseparabili
Last night I had a dream
Where I was all alone walking on the street
My carillon and me
Were two inseparable strange melodies
[La scorsa notte ho fatto un sogno
In cui ero tutto solo a camminare per la strada
Il mio carillon ed io
Eravamo due strane melodie inseparabili]
Da piccolo aveva aperto il minuscolo coperchio di velluto che celava il
meccanismo, curioso di conoscerne i segreti più reconditi.
Aveva osservato a lungo il moto delicato delle piastrine di metallo:
urtavano contro le minuscole punte del rullo girevole, producendo le
note di quella continua melodia. Non servivano pile, né
elettricità: bastava caricare il meccanismo, girando la
chiavetta che si trovava sotto il piedistallo, perché lei
continuasse a danzare all’infinito.
Un altro sistema, altrettanto semplice ma ingegnoso, le permetteva di
danzare in eterno sull’acqua, umana ma elegante quanto
l’animale in cui si trasformava.
Ed era allora che il cervello iniziava a pulsare e la bestia a ruggire.
Di norma quella musica lo calmava, riuscendo a sedare il mostro almeno
finché non lo riportava sotto il suo controllo. Quel che non
aveva capito in tempo era che quella cosa si tranquillizzava solo
perché era lei a danzare, per lui e soltanto per lui.
“È bella.”
- Sì, lo è -.
“E affascinante.”
- Già -.
“Trovala.”
Non era in grado di opporsi ai suoi ordini. Non lo era mai stato. Se
voleva qualcosa, lui l’avrebbe messa in pratica senza
discutere.
Specialmente se, per una volta, i loro desideri erano sulla stessa
lunghezza d’onda.
- Mio Dio, Tem, hai letto? -.
- Che cosa? -.
- Stanotte hanno ucciso una ragazza -.
- Come? Stai scherzando? -.
- Magari. Senti qua – Kankuro iniziò a leggere,
mentre la
sorella si sedeva di fronte a lui con la tazza del
caffé in mano – “Ritrovato stamani nella
zona del
porto il corpo di una giovane donna di nazionalità cinese.
Liang
Ten Ten, questo il nome della vittima, era arrivata da Hong Kong su una
nave per il trasporto animali. Stava occupandosi in questi giorni di
uno speciale carico di cigni di un’antica razza cinese,
destinati
ad andare ad adornare i laghetti di ricchi giardini borghesi. La
scientifica ritiene che sia stata strangolata ieri sera in tarda ora,
mentre rientrava da un ultimo controllo ai pregiati animali”
-.
- Fantastico. Ci mancava soltanto un altro pazzo maniaco –
commentò la ragazza, passandosi una mano fra i capelli
scompigliati.
- In realtà non credo sia un maniaco. Qui scrivono che
“dall’autopsia non è risultata alcuna
violenza di
tipo sessuale. Non sono presenti nemmeno tracce di percosse: il corpo
è inviolato, eccezion fatta per i segni intorno al
collo”
-.
- Non l’ha stuprata? – domandò Temari,
piuttosto sorpresa.
Kankuro scosse la testa.
- Anzi, sembra quasi che abbia avuto anche qualche attenzione per lei.
Qui dice che “la ragazza, la cui abituale pettinatura era
costituita da due codini, è stata ritrovata con i capelli
sciolti. La polizia sostiene che sia stato l’assassino, che
le
avrebbe anche lisciato i capelli con le dita”. Pazzesco -.
- Sì, davvero – convenne Temari – Senti,
vado a vedere che fine ha fatto Gaara -.
- Come, è ancora a letto? Di solito a quest’ora
è già sveglio da un pezzo -.
- Lo so anch’io. Per questo vado a vedere -.
Dopo aver bussato, Temari aprì piano la porta della stanza,
non
stupendosi più di tanto quando trovò il fratello
seduto
alla scrivania.
- Gaara, la colazione è pronta -.
- Sì -.
La ragazza lanciò un’occhiata al letto
praticamente
intatto e al pigiama sul cuscino, che sembrava essere stato solo
stropicciato.
- Hai dormito, stanotte? -.
- Ho sognato -.
Temari annuì, anche se quando rispose un impercettibile
sospiro si intrecciò alla sua voce.
- Se hai fame, vieni in cucina. Tra un po’ sparecchio -.
Gaara non diede segno di averla nemmeno sentita, ma la ragazza non vi
badò e uscì dalla stanza.
- Allora? – domandò Kankuro una volta che fu
tornata in cucina, alzando gli occhi dal giornale.
- Credo abbia passato un’altra notte davanti a quel carillon.
Non si è nemmeno cambiato -.
- Quello della mamma? – indagò lui.
- Già -.
- Dopo tutto questo tempo, mi sorprendo che funzioni ancora -.
Temari scrollò le spalle.
- Lo tratta con cura. Credo che, se si rompesse, lo saprebbe perfino
riparare -.
Kankuro non commentò, ripiegando il giornale e portando la
propria tazza nel lavello.
- Beh, è ora che vada -.
- Ti ricordi che oggi ce lo devi accompagnare tu dallo psicologo, non
è vero? – indagò la sorella, alzando un
sopracciglio.
- Sì, sì, tranquilla –
replicò lui, seccato
da tale mancanza di fiducia – L’ho mai dimenticato?
-.
- Non si sa mai – ribatté Temari, aprendo
l’acqua
bollente e gettando la spugna nel lavandino –
C’è
una prima volta per tutto.
Now that I am awake
I’m still feeling the call that I won't forsake
It's an elusive love
That you contain into seven strange notes
[Ora che sono sveglio
Sento ancora il richiamo a cui non rinuncerò
È un amore sfuggente
Che contieni in sette strane note]
Quel candore l’aveva sempre affascinato. Forse
perché
aveva passato insonni migliaia di notti, ma aveva notato che la pelle
della ballerina aveva lo stesso biancore della luna.
Si era chiesto se fosse porcellana, alabastro o anche avorio. Di certo
non plastica dipinta, di questo era sicuro.
Un tempo adorava sfiorarla con le dita, seguendone le linee eleganti
delle braccia alzate, ma ora quasi non osava più. Aveva
paura di
scalfirla, rovinarla, o anche solo danneggiarla col sudore della pelle.
Lui taceva, in quei momenti.
Ammirava le sottili increspature dell’acqua sotto i suoi
piedi
delicati- sui malleoli ancora tracce delle piume candide che si stavano
trasformando.
La splendida creatura che ogni sera si liberava dalla prigionia del
corpo di un mostro.
Se un cigno si poteva definire tale.
- Senti, Gaara – gli disse Kankuro quel pomeriggio, mentre
salivano in auto dopo la seduta – Ti secca se facciamo un
giro
più lungo per tornare a casa? -.
Il fratello si bloccò davanti alla portiera aperta,
guardandolo
con gli occhi acquosi che tanto contrastavano con le profonde occhiaie.
- Non fare quella faccia, vorrei solo andare a trovare
un’amica.
Sta lavorando qui vicino, deve occuparsi dei fiori da piantare lungo il
laghetto nel parco cittadino. Ti ricordi di Ino, vero? -.
- Il laghetto? – chiese lui, senza badare alla domanda.
- Sì, quello col nido dei cigni. Ci andavamo spesso una
volta,
ma forse eri troppo piccolo – Kankuro fece una pausa, mentre
Gaara sembrava cercare quei ricordi nella sua memoria –
Allora?
Che ne dici? -.
Il fratello minore aprì la portiera e si sedette accanto al
posto del conducente.
- Andiamo a casa – disse, come a constatare un dato di fatto.
Kankuro sospirò, ma non ribatté. Avrebbe comunque
incontrato Ino il giorno dopo.
Peccato solo che non sarebbe più stata in grado di respirare.
La pelle poteva essere quella giusta, priva di imperfezioni e candida
al punto giusto. Anche il collo, esile e delicato, aveva
quell’eleganza tipica dei cigni.
Ma il resto era completamente sbagliato. A partire da occhi e capelli-
così disgustosamente solari-
per finire col carattere da oca,
piuttosto che da cigno.
Pensare che lei, quando l’aveva incontrato nei pressi del
laghetto, dopo il primo spavento l’aveva addirittura accolto
con
un sollevato “Oh, sei tu! Com’è che tuo
fratello non
si è fatto vedere, oggi?”.
Un sollievo durato poco.
Quando ebbe finito, lo sentì ringhiare dal profondo.
“Il posto giusto. Il momento giusto.”
Non obiettò. Effettivamente era una nottata splendida.
“Ma un’oca al posto del cigno.”
Aveva ragione anche in questo.
“Gettala dentro. È comunque un uccello acquatico
più dell’altra.”
Prima di obbedire, però, le sciolse i lunghi capelli biondi.
Erano lunghi fino alla cintola, morbidi, ma alla luce lunare apparivano
quasi sbiaditi. Niente a che vedere col meraviglioso nero lucente che
stava cercando.
Pochi secondi dopo, il corpo senza vita di Ino Yamanaka scivolava
dolcemente nell’acqua.
Dato
che questa storia è un’AU, ho voluto caratterizzare
Shukaku più come una “voce” nella testa di Gaara.
Qualcosa che sente perché soffre di una specie di schizofrenia,
e che solo lui riconosce come un demone.
È
stata una bella sorpresa arrivare prima al “90’s
dance contest” indetto da Bambi88 e LalyBlackangel,
anche se alla fine è rimasta solo Laly a fare da giudice.
E
sono
anche contenta di aver vinto il Premio per la miglior Trattazione della
Canzone! Che tra l’altro non conoscevo, e sono rimasta
piacevolmente sorpresa sia dalla musica che dal video. Vi consiglio
davvero di vederlo.
Grazie
alla giudice e complimenti a tutte le partecipanti!
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