VOIX DU PASSE cap2
Cap.2
TUTTO A TE MI GUIDA
Parigi,
Prigione del Tempio inverno 1792
Le
basse arcate del cortile della Prigione del Tempio, celavano
nell'oscurità della notte la solitaria figura del conte di Fersen.
Era riuscito ad entrare in quel luogo inaccessibile dove la "Vedova
Capeto" attendeva, sorvegliata a vista, che il suo destino fosse
compiuto.
Nascosto
alla vista da quei tozzi pilastri, Fersen aspettò guardingo che il
carceriere compisse la sua ultima ronda prima di dirigersi, complice
il buio, verso la cella dove la sua regina era stata reclusa.
I
suoi passi si disperdevano sul pavimento di terra battuta, nessuna
delle guardie si accorse di lui, o meglio,
la
sua presenza passò inosservata, in quanto una cospicua somma di
denaro aveva messo a tacere i gendarmi che non ostacolarono il suo
passaggio.
La
cella, umida, fredda, dove languiva la ormai "cittadina Capeto"
antro desolato, spoglio, chiuso, dove "l'Arpia Austriaca"
rassegnata alla sua sorte, trascorreva in assoluta solitudine, quei
giorni che rappresentavano l'anticamera della morte.
Fersen,
non riuscì a trattenere il respiro in quella putredine e i suoi
occhi ormai abituati alla notte si posarono su quella figura, pallido
spettro, che infreddolita giaceva inerme su quel miserevole
giaciglio.
Lui
avrebbe dato la vita per salvarla, aveva fatto di tutto in quel vano
e azzardato tentativo di fuga, che l'avrebbe condotta lontano dalla
Francia, ma aveva dovuto piegare la testa, chinandosi al volere del
sovrano che lo esortava ad accomiatarsi da loro e trovare rifugio
altrove.
Conservava
inciso ed impresso nell'anima, quell'ultimo sguardo che la regina gli
aveva rivolto, mentre la berlina correva verso l'ingrato ed ignoto
destino.
Perché
non aveva disubbidito e contrastato quell'ordine?
Non
ci furono parole in quegli istanti, solo il silenzio fu il testimone
di quel loro ultimo incontro, Fersen l'accolse tra le sue braccia tra
gli sguardi colmi di pianto si dettero l'ultimo addio.
"Amore
mio, non ho potuto resistere dovevo rivederti." sussurrò Fersen
mentre cingeva quel corpo smagrito
"Hai
rischiato la vita per me." bisbigliò la regina con la voce
rotta dal pianto
"Ti
amo, ti ho sempre amata, dal nostro primo incontro. Ora dovrò
rassegnarmi a vivere senza di te, la mia esistenza muore qui, non
sonomai appartenuto e mai apparterrò a nessun'altra...ho mantenuto
la promessa che ci eravamo scambiati."
"Fersen,
custodirai quel pegno d'amore."
"Come
potrei privarmene! Come vedi sono qui. Tutto a te mi guida."
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