VOIX DU PASSE'( ECHI DAL PASSATO)

di ValeAlcazar
(/viewuser.php?uid=1210243)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


VOIX DU PASSE cap2 Cap.2 TUTTO A TE MI GUIDA


Parigi, Prigione del Tempio inverno 1792


Le basse arcate del cortile della Prigione del Tempio, celavano nell'oscurità della notte la solitaria figura del conte di Fersen. Era riuscito ad entrare in quel luogo inaccessibile dove la "Vedova Capeto" attendeva, sorvegliata a vista, che il suo destino fosse compiuto.

Nascosto alla vista da quei tozzi pilastri, Fersen aspettò guardingo che il carceriere compisse la sua ultima ronda prima di dirigersi, complice il buio, verso la cella dove la sua regina era stata reclusa.

I suoi passi si disperdevano sul pavimento di terra battuta, nessuna delle guardie si accorse di lui, o meglio,

la sua presenza passò inosservata, in quanto una cospicua somma di denaro aveva messo a tacere i gendarmi che non ostacolarono il suo passaggio.

La cella, umida, fredda, dove languiva la ormai "cittadina Capeto" antro desolato, spoglio, chiuso, dove "l'Arpia Austriaca" rassegnata alla sua sorte, trascorreva in assoluta solitudine, quei giorni che rappresentavano l'anticamera della morte.

Fersen, non riuscì a trattenere il respiro in quella putredine e i suoi occhi ormai abituati alla notte si posarono su quella figura, pallido spettro, che infreddolita giaceva inerme su quel miserevole giaciglio.

Lui avrebbe dato la vita per salvarla, aveva fatto di tutto in quel vano e azzardato tentativo di fuga, che l'avrebbe condotta lontano dalla Francia, ma aveva dovuto piegare la testa, chinandosi al volere del sovrano che lo esortava ad accomiatarsi da loro e trovare rifugio altrove.

Conservava inciso ed impresso nell'anima, quell'ultimo sguardo che la regina gli aveva rivolto, mentre la berlina correva verso l'ingrato ed ignoto destino.

Perché non aveva disubbidito e contrastato quell'ordine?

Non ci furono parole in quegli istanti, solo il silenzio fu il testimone di quel loro ultimo incontro, Fersen l'accolse tra le sue braccia tra gli sguardi colmi di pianto si dettero l'ultimo addio.

"Amore mio, non ho potuto resistere dovevo rivederti." sussurrò Fersen mentre cingeva quel corpo smagrito

"Hai rischiato la vita per me." bisbigliò la regina con la voce rotta dal pianto

"Ti amo, ti ho sempre amata, dal nostro primo incontro. Ora dovrò rassegnarmi a vivere senza di te, la mia esistenza muore qui, non sonomai appartenuto e mai apparterrò a nessun'altra...ho mantenuto la promessa che ci eravamo scambiati."

"Fersen, custodirai quel pegno d'amore."

"Come potrei privarmene! Come vedi sono qui. Tutto a te mi guida."





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4051235