3 maggio, anno 1888
Trenta giorni erano passati da quel colpo di mano di James Allen che si era preso il ruolo di sceriffo e per il criminale Shotgun John, un uomo sulla cinquantina abile nell’uso del fucile come arma da fuoco, oltre che nel corpo a corpo, era diventato difficile restare a CeaserWood e così il 3 maggio si mise in viaggio in sella al suo cavallo seguendo un vecchio sentiero sulle colline usato dai nativi, vicino al luogo dello schianto della cometa.
Partì in piena notte e la luna si era nascosta dietro nuvole scure, cariche di piogge.
Il fuorilegge indossava un cappello di colore grigio, camicia blu, pantaloni marroni e stivali in pelle dello stesso colore; teneva sulla spalla sinistra un fucile a canna corta mentre legato alla sella del cavallo ne teneva un altro, questo a canna lunga.
Era chiamato da molti come “dentone” poiché aveva gli incisivi pronunciati e un’altra caratteristica era una vistosa cicatrice sul lato sinistro del collo che partiva da sotto l’orecchio e arriva quasi al pomo d’Adamo.
Arrivato alla base della collina, cominciò a salire in quota per il sentiero e sentì sulle dita della mano destra una goccia, seguita poi da un’altra e un’altra ancora.
Si voltò verso il cielo e sentì lo scroscio della pioggia scendere copioso sulla vallata e là, in fondo, la cittadina che l’aveva ospitato con i suoi fuochi accesi.
Guardò quel luogo con nostalgia e sospirò, scuotendo il capo.
-Non posso tornare indietro! –
Diede un colpo al cavallo e salì ancora un po' in quota per poi virare a sinistra e salire ancora; nel frattempo la pioggia cadeva forte.
-Mi prenderò un raffreddore! – mormorò
Salì per una decina di metri e tossì quando, improvvisamente, il cavallo si fermò e s’agitò.
-Che ti succede Eru? – domandò John
L’animale indietreggiò di due metri e il fuorilegge provò a calmarlo ma non c’era nulla da fare.
-Vai avanti! – tuonò John
La sua irrequietezza aumentò tanto da portarlo ad indietreggiare ancora; John, stufo di questo comportamento, volle prendere in mano la situazione e scese dal destriero ma quest’ultimo, inspiegabilmente, si girò e se ne andò, lasciando John nel bel mezzo della collina, da solo, sotto la pioggia battente.
-Questo è il ringraziamento per tutti gli anni passati assieme. Te ne vai? Va bene! Farò da solo! –
Riprese il percorso, conscio di avere solo un fucile.
-Avevamo un bel rapporto io e te! – disse in tono arrabbiato rivolto al cavallo.
Arrivò al punto in cui l’animale si bloccò e non vide nulla.
-Anche le allucinazioni! – mormorò
Un sibilo, quasi impercettibile e delle parole che John stette a riconoscere.
-Chi ha parlato? – chiese dopo essersi voltato indietro
Riprese il cammino e non vide che c’era una tagliola, che l’afferrò per la caviglia destra.
Urlò dal male e il sangue usciva copioso.
-Aiuto! – urlò
All’improvviso si presentò un individuo incappucciato dinanzi a John; quest’ultimo si agitò e cercò di prendere il fucile ma chi aveva di fronte fu veloce a portarsi a pochi centimetri dal volto di John e gli sparò un colpo d’arma da fuoco in pieno petto, solo che l’arma non era a proiettili normali, ma fu un colpo di laser a colpire Shotgun John.
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