ATypical

di ArielSixx
(/viewuser.php?uid=864526)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Sono sempre più sicura che, al posto dell'intervento agli occhi, avrei dovuto sceglierne uno in grado di rifarmi il naso contro qualsiasi tipo di odore. Me lo conferma il fatto che appena messo piede in oltre quella botola il tanfo è allucinante. Non sa di morte come la fossa ma si avvicina al pesce marcio col solo dubbio che non credo si tratti di pesce.

Abbiamo già percorso un centinaio di metri senza trovare anima viva nonostante il baccano di sottofondo, il che è fin troppo strano.

«Dove sono tutti?»

«A quest'ora possono solo dormire o ubriacarsi»

Scontato, fin troppo.

«Fino a dove arriva questo posto?»

«Fin dove non puoi neanche immaginare, oltre i confini della città. Si potrebbe uscire dal distretto anche solo attraverso i cunicoli sotto terra»

Un lampo di genio mi balena improvvisamente nella mente e Niko sembra essersene accorto.

«Vuoi andartene no? Altrimenti perché rischiare così tanto»

«Non possiamo continuare a stare qui, è troppo pericoloso» annuncio di colpo, senza dare altre informazioni.

«Effettivamente... meglio rischiare di farli rapire, torturare e uccidere» risponde sarcastico.

«Non l'avevo previsto» dico, allarmata al pensiero che possa essere già troppo tardi.

«Staranno bene» taglia corto lui.

Forse si è reso conto del terrore nel mio sguardo o forse ha pensato di aver esagerato con quel discorso.

«Se si può davvero uscire dal distretto così allora perché nessuno lo fa?» chiedo ancora, per necessità di scoprire più cose possibili.

«Perché una volta fuori quante possibilità avrebbero di riuscire a confondersi tra gli abitanti di un altro distretto? E pur riuscendoci, il loro chip parlerebbe per loro al primo controllo»

Non vi è cosa più vera di questa. Eppure, quanti di loro hanno avuto la possibilità di fare quello che io ho già fatto con Wynona? Nessuno. È per questo che noi ce ne andremo.

«Capisco» rispondo, ma non sono per niente demoralizzata come vorrei fargli credere.

«Ssh, adesso basta discorsi» annuncia, facendomi segno di seguirlo.

Le voci sono sempre più vicine e questo vuol dire che ogni nostra azione sarà fondamentale d'ora in avanti.

|——|

Stanno in una stanza in cui il tanfo di sudore si sovrappone a quello di pesce marcio, tutti troppo impegnati a strafogarsi d'idromele e una vecchia bevanda a base di luppolo - di qualità altamente scadente - per rendersi conto della nostra presenza. Sgattagliolare oltre la porta d'ingresso è un'azione talmente facile che ci si ritorcerà contro.

Dopo una serie infinita di stante mi sembra di star ormai perderndo ogni speranza. È qui che la voce inconfondibile di Kyle mi fa prendere un colpo al cuore. In uno stanzino striminzito una quindicina di bambini dorme per terra, senza materassi nè coperte. Ho sempre pensato ad un'unica soluzione per coloro che non facevano ritorno, solo oggi scopro che le cose sono ben diverse.

Vederli, entrambi rannicchiati in un angolino, mi sembra quasi un sogno.

Restiamo tutti e tre a bocca aperta ed un secondo dopo ci ritroviamo abbracciati e quasi in lacrime.

«Veloci, sta arrivando qualcuno» annuncia due secondi dopo Niko,.

È una felicità instabile e precaria.

Ci dirigiamo di corsa lungo il corridoio per poi girare l'angolo e finire dritti nella prima rientranza che troviamo. Non è neanche passabile come nascondiglio. Si tratta di una sorta di ripostiglio per le scope e spero che, date le condizioni in cui versa tutti il distretto, a nessuno venga la mania delle pulizie proprio adesso. Stiamo stretti e in silenzio. I bambini mi arrivano all'altezza del bacino e sono avvinghiati alla mia gamba, pronti a non lasciarmi più; Niko è schiacciato contro di me, mi respira sul collo aria calda e ho bisogno di concentrazione per non girarmi e trovare la sua bocca a un millimetro dalla mia. L'odore di tabacco copre tutto il resto e non saprei descriverne il sapore se non quello della sua pelle.

I passi si fanno sempre più vicini e quando si fermano ci ritroviamo a trattenere il respiro. Solo la luce che ci acceca quando la porta viene aperta ci conferma che è ormai troppo tardi.

«Bene bene, chi abbiamo qui?» sputa fuori un bestione di quasi due metri e almeno cento chili.

Abbiamo a malapena il tempo di renderci conto della situazione. Con un solo braccio tira a se i bambini e con un altro mi carica sulle spalle. Il suo compare, più magro ma egualmente alto, si occupa di Niko. Con la mente già annebbiata li sento discutere e prendersi a cazzotti.

|——|

Recupero i sensi dopo non so quanto tempo. Kyle e Mad sono seduti accanto a me, entrambi con i polsi legati ad una trave di legno. Anche le mie mani sono ben strette e agganciate ai piedi di un tavolino. Guarda un po', i galantuomini mi hanno anche permesso di stare sdraiata. Mi tiro su a fatica, cercando di capirci qualcosa. Tra la folla che ci circonda vedo Niko, ha un occhio nero ma sta in piedi e con le mani slegate.

«Selena, come stai?» sussurra, vedendomi di nuovo cosciente. Con lui anche il resto della sala volta lo sguardo verso di me.

«Ben svegliata principessa!» un uomo barbuto e completamente ricoperto di tatuaggi mi rivolge la parola «il tuo amico ci stava raccontando delle vostre eroiche gesta»

«Lasciateci andare» sputo gelida.

«Lo faremo. Ma prima abbiamo alcune condizioni da definire»

«Quali?», ho quasi paura a chiederlo.

«Si dia il caso che ci serva qualcosa, diciamo che dobbiamo recuperare un oggetto perduto. Sono sicuro che una tipetta come te potrebbe esserci d'aiuto»

«Non sono una ladra»

«Ma sei un'assassina»

Lo sa, lui lo sa! Di Wynona? Del tipo alla fossa? Cosa sa questa gente di me?

«Abbiamo le nostre fonti» ride compiaciuto «devi solo andare in un posto e portarmi quello che mi serve, poi sarete liberi di andare»

«Solo questo?» chiedo.

«Solo questo» mi conferma.

Li guardo ad uno ad uno e le scritte sulle loro teste mi confermano soltanto tutto quello che sospettavo. Nessuno di loro si farebbe scrupoli nell'ucciderci all'istante. 

«Perché devo farlo io? Sono sicura che tutti voi ne siete capaci»

«Chi mai sospetterebbe di una piccola ragazzina dal viso angelico» vi è un coro di risate che mi fanno accapponare la pelle «nessuno sa che il piccolo angioletto in realtà è una serpe velenosa»

Cerco il viso di Niko tra tutti quegli sguardi. Cerco un segno di assenzo nel suo viso che mi confermi che è esattamente quello che devo fare.
E lo trovo, proprio quando ne avevo bisogno.
Solo un particolare però mi salta all'occhio per la prima volta, una cosa che non avevo mai avuto la necessità di cercare: tra tutte quelle scritte che mi confondono la mente le sue non ci sono, nulla di nulla...Niko non ha una cartella.







Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4051834