Lo spiraglio universale

di lmpaoli94
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Gabriele fissava quella donna con sguardo innocente.
Sapeva molto bene di essere però dalla parte del torto, ma la sua bontà manifestata subito dal primo momento, lo avrebbe sicuramente aiutato.
< Signora, io non so cosa dire. So di aver sbagliato. >
< Antonella. Chiamami Antonella. >
< Preferisco chiamarla signora per una questione di rispetto. >
< Tu sei un bravo bambino. Lo capisco subito da come ti atteggi. Le tue madri dovrebbero essere contento di te. >
< Lo siamo. >
La voce in coro di Azzurra e Veronica interruppe quella conversazione prima che ai loro occhi potesse improvvisamente degenerare. >
< Buongiorno. Scusate, ma avevo bisogno di parlare con il vostro bambino. >
< Parlerà nel momento opportuno > fece Azzurra con tono ferreo < Adesso dobbiamo andare. Ci stanno aspettando in aula magna. >
< mamma, per favore. Stavamo parlando. >
< Tesoro, parlerai nel momento opportuno. Adesso andiamo. >
< NO! >
La voce dirompente del bambino lasciò interdetta la povera Azzurra.
< Gabriele, cosa fai? Hai intenzione di mancarmi di rispetto? >
< Non lo farebbe mai > rispose Antonella con voce melliflua.
< Lei ne stia fuori. Non sono faccende che la riguardano. >
< Ho bisogno di parlare con questa signora. Da solo. Per cercare di fargli capire cosa mi ha spinto e tutto il dolore che mi porto dentro per quello che ho fatto. >
< E di quello che hanno fatto a te non pensi? >
< Lo farò più tardi, mamma. Davvero. >
Azzurra si fidava ciecamente delle parole del suo bambino e avrebbe fatto di tutto per proteggerlo, ma il piccolo e soprattutto Veronica, sapevano bene che l'unico modo per cercare di far placare gli animi è ascoltare le parole di un bambino.
< Azzurra, Gabriele sa cosa vuole fare. Lasciamolo parlare. >
< E se questa donna... >
< Ti fidi di nostro figlio? Oppure no? >
Azzurra in quel momento non sapeva cosa rispondere.
Ma vedere gli occhi pieni di coraggio e di forza di volontà mentre il fuoco era ben acceso nell'animo del piccolo, gli fecero capire molto presto che Veronica aveva assolutamente ragione.
< Va bene. Lasciamo che ci parli... Tesoro, noi ti aspettiamo in aula magna. Ti prego di non metterci troppo. >
< Prenderò tutto il momento necessario. Anche perchè non sono ancora giunti tutti i genitori. >
< E tu come fai a saperlo? >
< Ne conosco alcuni che non vedo... Ma adesso non è questo l'importante. >
Per la prima volta in una situazione simile, Azzurra e Veronica si fidarono del loro bambino lasciandolo in compagnia di quella donna.
Una donna che aveva saputo educare un bambino purtroppo violento, ma che dal cuore suo sapeva benissimo che non era una cattiva persona.
< Signora Antonella, mi dica cosa aveva da dirmi. >
Mettendosi in ginocchio di fronte a lui, la donna non poté fare altro che abbracciarlo e di chiedergli scusa per come suo figlio si era comportato.
< Signora, non capisco. Sono io che ho sbagliato > replicò Gabriele cercando di non soffocare dall'abbraccio della donna.
< Avete sbagliato insieme. Ma visto che ho già abbracciato mio figlio, adesso volevo abbracciare te. >
< Signora, lei... >
< Io non posso pensare che il giudizio di un bambino venga macchiato per colpa dei genitori. Noi adulti siamo quelli che dovrebbero capire molte cose rispetto ai bambini, ma certe volte ci comportiamo peggio di loro.
I nostri bambini sono la nostra immagine e somiglianza che non deve essere minimamente macchiata da questi fatti.
Io non so che parole dire e vorrei che il nostro mondo... >
< Purtroppo Signora non possiamo cambiare il corso degli eventi > fece Gabriele interrompendola < E mi scusi se ho preso la parola io, ma insieme potremmo essere forti nel cambiare il nostro destino. Non dipende solo da noi bambini ma da noi adulti. E vorrei tanto che tutto ciò si possa realizzare. Ma le mie madre non hanno tutti i privilegi che avrebbero una mamma e un papà che hanno un figlio o più mentre cercano di mandare avanti una famiglia tra tante difficoltà.
Anche le mie madri hanno molta difficoltà. Dal primo momento che m i hanno visto e adottato, le mie madri non mi hanno mai fatto mancare niente. Ed io non posso fare altro che ringraziarle.
Ringraziare il buon Dio perchè al mondo mi ha fatto incontrare delle brave donne come loro.
Ringraziare ogni giorno che mi sveglio e vedo gli sguardi concitati e pieni d'amore che la mia famiglia mi dimostra ogni giorno.
Io non posso far altro che ringraziare.
E mi dispiace essere troppo ripetitivo, ma non riesco a trovare altre parole. >
< Sai Gabriele, io non ho mai conosciuto un bambino così speciale come te. >
< Invece sì che l'ha conosciuto, signora: si tratta di suo figlio. >
< Hai ragione. >
mentre quell'incontro fui sancito ancora una volta da un abbraccio sincero, Gabriele si fece trascinare mano nella mano con quella donna tra lo stupore generale.
Tutti i genitori presenti chiedevano che fossero state le sue madri a fare in modo che il bambino potesse entrare in scena, ma non fu così.
E mentre l'applauso si levò proprio solo da Azzurra e Veronica, toccò proprio a Gabriele togliere lo sguardo sorpreso e imbarazzato che si dipingeva negli occhi degli adulti.
Gabriele prese un foglietto che teneva nascosto nel suo giacchetto, aprendolo tra gli sguardi curiosi dei presenti.
< Ho voluto scrivere qualche parola questa notte in modo che voi mi possiate ascoltare. Spero di essere abbastanza chiaro in modo che voi possiate capire le mie ragione. >
Un silenzio profondo e il giovane bambino cominciò a parlare accanto proprio a quella donna di cui aveva fatto appena conoscenza
< Siamo stati portati su questo mondo per un solo compito: vivere in mezzo a tutti noi avendo rispetto per il prossimo.
E visto che purtroppo da qualche tempo a questa parte tale rispetto è tramutato in odio e in irragionevolezza, ho creduto bene che il modo per cercare il nostro amore in questo universo, è parlare verso coloro che adesso stanno in silenzio e che non mi sopportano.
Solo perchè ho due mamme invece che una mamma e un papà, ciò non vuol dire che io non abbia dei diritti come voi.
Voglio vivere felice in questo mondo e lo voglio fare con le mie madri finché il tempo me lo permetterà.
Perchè io crescerò e un giorno di questi diventerò un adulto come voi, sperando di essere speciale come un bambino e responsabile come una persona grande come credo fermamente che lo siate tutti voi,
ma per fare ciò dipende tutto da voi: dalle persone che mi circondano e da quelle persone che non mi comprendono e che vivono nell'indifferenza.
Io dovrei cancellare tale sentimento, ma tra i miei occhi sarà impossibile.
Spero però che dentro la vostra indifferenza, voi possiate amare un bambino sconosciuto che sta cercando quegli attimi di gloria che sicuramente in tale momento avrebbe sicuramente evitato.
Ma la parola adesso sta a voi. E in quel silenzio concitato che mi fate capire che voi stiate ascoltando in silenzio, io prego la vostra anima di cambiare. In meglio. >
E subito dopo aver piegato quel foglietto e averlo riposto dentro il suo giubbotto, un applauso concitato si levò in tutta l'aula magna mentre il sorriso sincero si dipinse sul volto del giovane bambino.
Un applauso che duro svariati minuti mentre Antonella attirò la sua attenzione dicendole che ce l'aveva fatta.
< Non sono stato solo io > fece il bambino < Ma ringrazio tutti voi. Coloro che vogliono bene alla vita e in fondo al loro cuore amano il prossimo. Amano me. >
E mentre Azzurra e Veronica raggiunsero il suo bambino congratulandosi con lui, vollero sapere com'era possibile che un bambino di soli dieci anni abbia potuto scrivere un simile discorso da solo.
< Certe volte le parole escono da soli mentre gli occhi attenti scandiscono tali momenti > spiegò il bambino < Ma se sono riuscito a trovare tali parole, è solo grazie a voi. >
< Tesoro mio. Ti amiamo tantissimo. >
E mentre l'applauso non accennava a finire, Gabriele si sentiva amato come non mai.
E per la prima volta nella sua esistenza, anche rispettato da quegli adulti sconosciuti che avevano gettato i loro stessi figli nell'indifferenza e in una spirale proibita che nessuno mai avrebbe potuto credere possibile.





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