Piacere, Thomas!

di Marks Elenders
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                                                                                                          01
 
La lunga lingua d'asfalto si perdeva a vista d'occhio, l'odore del catrame fresco era ancora più udibile all'olfatto per via del sole cocente caratteristico della zona di Nuova Gluck; una piccola contea dell'Italia del Sud.
La cittadina era quasi tutta raggruppata attraverso questa lunga striscia nera e dritta come un red carpet per automobili, ma anche linea di confine tra la spiaggia del Gabbiano Blu e la maestosa pineta degli Scacchi; cosi chiamata per via di alcuni alberi somiglianti ad alfieri, torri e altri pezzi del gioco. In mezzo a questa meravilglia della natura si incastrava il piccolo "Peace & Quiet camp", un vecchio campeggio abitato da poche anime tra queste: Bebo, il direttore del camping, un uomo basso e goffo di carattere stravagante che aveva superato da poco la cinquantina, amava portare sempre allegria alla sua gente con freddure e battute infantili; un po invadente ma amato da tutti per via della sua generosità. Viveva in quell'oasi naturale dimenticata da tutti ormai da più di 30 anni e aveva perso qualsiasi contatto con il mondo esterno; aveva ammesso più volte che superare la staccionata che chiudeva il suo camping lo spaventava molto. Vestiva quasi sempre allo stesso modo: bermuda con tante tasche, camicie hawaiane stile Magnum P.I. e scarpette bianche Adidas e si vantava molto del suo orologio apostrofandolo continuamente con la frase "17 rubini, doppia cassa, placcato oro" ma in realtà era una patacca.
Ad aiutarlo o per meglio dire ad accudirlo e molte volte per evitare che si cacciasse nei guai con qualche turista ospite del camping c'era sua nipote Lupita, una giovane ragazza di 26 anni fuggita di casa dopo la morte della madre. Lupita era sempre sorridente e di animo buono. Organizzava spesso giochi per far divertire i più piccoli del campeggio, ma era anche vittima delle discutibili avance di alcuni ragazzi che alloggiavano lì, dotata di una spigliatezza come pochi altri e sopratutto di molta pazienza sapeva come tenerli a bada.
Il camping non era molto grande, comprendeva un piccolo piazzale dove vi era un piccolo chioschetto e qualche sedia per ritrovarsi a bere una cosa insieme e devo Bebo era solito organizzare serate con musica, balli e giochi di gruppo. Le roulotte e le tende erano alle spalle della piazzetta divise in 3 file con un totale di 24 alloggi; la maggior parte erano usate dai rispettivi proprietari solo durante le vacanze estive, altre erano utilizzate in pianta stabile da chi aveva lasciato tutto e tutti per ritirarsi a vita sedentaria; tra questi vi era Thomas, un uomo di cui non si conosceva nulla del suo passato. Di poche parole, dal carattere burbero ma molto buono soprattutto con chi era in difficoltà. A molta gente piaceva, amava parlare con lui dei propri problemi anche solo per avere una parola di conforto. Non amava molto la tecnologia ma non si faceva scrupoli ad usarla per ogni evenienza; le sue principali abitudini erano sorseggiare una birra ghiacciata, Heineken preferibilmente, fumare una John Player special blue e starsene appisolato su una vecchia sdraio di legno sotto il suo porticato. Il suo alloggio era circondato da una staccionata di legno che circondava la sua tenda divisa in due spazi da un lato c’era un grande letto a castello di una piazza e mezza dall’altro un angolo per cucinare ed infine la sua roulotte all’interno della quale c’era un piccolo bagno e un lettino oltre che il suo guardaroba. Vestiva quasi sempre con jeans, camicia, stivali e giacca di pelle nera e nei momenti di relax sulla sua vecchia sdraio gli piaceva tenere un vecchio cappello da cowboy abbassato sugli occhi.
Del suo passato non si sapeva molto, ne lui amava parlarne, quasi tutti rispettavano questo suo riserbo, altri invece non erano cosi loquaci ed erano soliti escogitare trucchi per estorcere informazioni, ma senza successo. Per accontentare i più anziani alle volte raccontava alcuni episodi della sua precedente vita, ma nessuno sembrava crederci davvero. Il suo pubblico era per lo più tra vecchietti, che ascoltavano queste storie per sopperire la tranquillità del posto; tranquillità che si trasformava spesso in noia. C’erano anche i più piccoli che invece mostravano maggior interesse in quello strano narratore, un pò come un figlio che ascolta la favola raccontata da un papà prima di dormire. Non si sa se volontariamente o se rapito dal suo stesso racconto che Thomas, a volte, abbondava di particolari cruenti i suoi racconti; cosa che faceva irritare, non poco, alcuni genitori. Alcune madri erano solite lamentarsi con Bebo, anche lui nella cerchia di chi voleva sapere chi fosse, da dove venisse e cosa avesse spinto Thomas a scegliere di ritirarsi a Nuova Gluk.
Luglio era iniziato da appena due giorni. Alle otto e trenta del mattino, Bebo, già sveglio da un’ora, aveva iniziato a sistemare i tavoli del piazzale del bar. Dopo aver fatto riscaldare bene la macchinetta e averla scaricata dei primi caffè della giornata si avviava verso la roulotte di Thomas armato di una tazzina di caffeina fumante.
“La signora Parmesàn ha detto che mi farà causa per i danni psichici che riporterà suo figlio dopo aver ascoltato la tua storia ieri pomeriggio” disse Bebo “le ho detto che avrei sistemato tutto e che non so sarebbe più verificato. E’ la quarta volta in un anno, ma sembra averci creduto anche stavolta, credo si sia innamorata di me”.
Dopo aver poggiato la tazzina sul tavolo continuò “O magari è appassionata di archeologia e si è presa una bella cotta per te. Non che tu sia così vecchio, dopo appurate indagini con l’aiuto dei giovanotti geriatrici che abitano qui, ho appurato che la tua età si aggira tra i 7 e i 42 anni”.
Il suo monologo non accennava a finire e dopo essersi seduto Bebo riprese fiato e “Non dico che tu non debba raccontare le tue storie, ma una volta un bambino è scappato per la paura e abbiamo dovuto star sveglia tutta la notte in questura, e lo sai che non mi piace uscire, un’altra volta al Peppino gli si è fermato il pacemaker e la signora Parmesàn minaccia ogni volta di rovinarmi. Censurati un po’ no? Oh ma mi ascolti? Cosa fai dormi?”.
“Se stessi un po’ zitto forse ci riuscirei!”. Fu così che Thomas diede il buongiorno al 2 Luglio.
Dopo essersi stiracchiato si alzò dalla sdraio, si lavò la faccia nel catino agganciato sulla staccionata uscendo a metà dal mondo dei sogni. Per completare l’operazione sveglia nel migliori dei modi si avvicinò al tavolo e iniziò a sorseggiare il caffè. Quando la tazza fu svuotata rivolse un’occhiataccia a Bebo e disse “Dovresti cambiare nome a questo posto”
“Peace & Quiet camp. Pace e tranquillità” sillabò Bebo muovendo la mano in aria come a disegnare tante onde.
“E chi le ha viste mai” disse irriverente Thomas interrompendo l’aria sognante di Bebo.




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