Love is...?

di Luna_Piena96
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è qualcosa...

Ogni giorno che passa è un giorno in più verso quella che sarà la mia fine. Oggi sarebbe stato il giorno della mia condanna a morte se avessi fatto tutto ciò che mi passava per la testa.

 

Pensavo da tempo in quale modo potessi far fuori il figlio del preside, prima che il mondo bruci all'inferno. Ahimè é un pensiero che devo cancellare dalla lista nera, poiché quel ragazzo, fa parte di un pezzo della mia piccola esistenza. 

Guardo verso di lui che per fortuna, se ne sta tranquillo appoggiato allo stipite della porta del nostro istituto, fumando la sua solita sigaretta.

 

"Hudson" mi avvicino a lui con l'aria di chi vuole staccare la testa a morsi a qualcuno. "Che vuoi moscerino?" si gira verso di me scocciato.

"Sei quasi carina stamattina" lascia uscire il fumo dalla bocca per poi scoppiarmi a ridere in faccia come uno stupido, accompagnato dai suoi stupidi amici bizzarri.

"Smettila di fare lo stupido nessuno ti ha mai detto che non fai ridere?" Mi avvicino il più possibile.

 "E poi, ammetti di aver messo della merda nel mio armadietto!" lascio che tutta la rabbia che avevo messo da parte in queste settimane uscisse fuori.

 Ne ho repressa talmente tanta che, si, oggi é il giorno giusto per scoppiare.

 

"Secondo te dovrei toccare della merda per farti uno scherzo?" guarda i suoi amici divertito. "Secondo me non lo sa" affianco a lui c'é Ron, che mi prende per i fondelli da quando ho memoria ma lui, è l'ultimo dei miei problemi.

"Stai zitto coglione" rispondo a Ron e poi mi giro verso il mio caro nemico. "Non provocarmi non stamattina caro Hudson" punto un dito contro di lui che cerca di sembrare l'agnellino della situazione.

 

"Lasciami stare sono appena arrivato, non rompermi le palle Willson, fammi fumare questa sigaretta in santa pace" strattona il dito che avevo puntato contro di lui precedentemente. "Chissà magari potrebbe essere l'ultima" dico guardandolo male.

 

"chissà" risponde lui alzando il dito medio. "Pulite l'armadietto o sapete come va a finire" decido di minacciare tutti e tre, compreso Donovan forse, il più normale della comitiva.

"Vai pure dal preside tanto non ti crede nemmeno lui " continua a prendermi in giro Ron.

 

Ma quando decideranno di tagliare la lingua a sto cretino patentato? "Ron lasciala stare sei ridicolo" sbotta Donovan il migliore amico di Hudson. Ancora oggi non capisco perchè una persona come lui, intelligente e buono possa frequentare tipi come loro.

"Il problema della Willson sai qual é?" Donovan scuote la testa esausto.

"Pensa di farci paura" scoppio a ridere alla sua battuta di merda. "No Ron non è di certo questo il problema, il fatto é che voi non ne fate a me." dico io girando i tacchi per dirigermi verso l'ufficio dal caro paparino preside. - "Katrine cosa ti porta nel mio ufficio?" mi siedo composta e prendo coraggio. A volte é difficile anche parlare con il preside di suo figlio.

"Quello stronzo di tuo figlio mi ha fatto letteralmente uno scherzo di merda..." l'uomo difronte a me sgrana gli occhi e ride divertito. "Scusami Katrine non volevo ridere ma non capisco" si ricompone lui. Lo guardo come se avessi già ucciso suo figlio e quindi all'improvviso capisce.

"Ha messo veramente della cacca nel tuo armadietto?" continua a ridere ed io vorrei spaccare la faccia non a uno degli Hudson ma a tutti e due. Cosa cazzo c'é di tanto divertente? 

"Si ma non c'é proprio niente da ridere é disgustoso" io non so chi sia dei due il piú infantile.

 

Sospira rassegnato e prima di parlare al microfono per richiamare suo figlio in presidenza, la porta alle mie spalle si apre. "Non fare questi teatrini con me metti giù quel microfono papà, sai bene che la Willson crede sia io l'artefice di tutti gli scherzi che le fanno" sbuffa. "Cresci hai diciotto maledetti anni e non sembra.

 

É cascata davanti ai mie piedi e tutti e tre avete riso come se aveste visto un film comico" ormai sull'orlo di una crisi di nervi mi avvicino a Dave che se ne sta calmo difronte a me.

 

"Hai tutte le carte in regola per fare un film comico" mi provoca sapendo che avrei dato di matto da li a poco. "Ti pare che tocchi della merda per farti uno scherzo? " come sempre la rabbia prende il sopravvento. "Si tu lo faresti" sbotto io scaraventandomi su di lui con una delicatezza disarmante. "Ma se mi fa schifo toccarti figurati farti uno scherzo del genere stupida" dice lui tenendomi ferma dalla testa come una bambina di cinque anni che fa le marachelle.

 

"Smettetela entrambi" il preside mi allontana da suo figlio. "Voglio vedere questo armadietto" dice lui aprendo la porta. "Se Katrine ha ragione sei fottuto Dave" lo ammonisce suo padre e lui sorride in modo strano. - Appena arrivati sulla scena del crimine il mio armadietto é magicamente più pulito e ordinato del solito. "Ma stiamo scherzando?" urlo verso il mio nemico guardando in ogni dove pur di riuscire a trovare qualcosa per incastrarlo.

 

"Willson sembra sia tutto apposto qui" scuoto la testa contrariata. "No non é tutto apposto lo hanno fatto pulire da qualcuno" mi infastidisce il fatto che lui non mi creda o non faccia assolutamente nulla per "punirlo".

"Non abbiamo tempo da perdere con te Willson nessuno ha pulito niente" mi fa un occhiolino. "Ora torni in classe Willson e la prossima volta non si faccia fregare" sorride sapendo che in realtà é tutto vero e che il solo colpevole è suo figlio e compagnia bella. Il preside guarda me e poi suo figlio sa bene ciò che deve fare.

 

"Seguimi in presidenza" l'uomo al mio fianco richiama suo figlio dinnanzi alla folla. Cosa che a me fa piú che piacere cosí quel sorriso da ebete sparisce una volta per tutte.

 

"Non ora papà" sbuffa guardandomi e sa bene che quando suo padre dice di seguirlo lui non deve dire di no. "Subito Dave!" il preside si agita più del dovuto. Cosa c'é di più bello al mondo di un momento come questo? Lui mi rivolge uno sguardo truce e poi in silenzio segue suo padre. - Da quando mia madre Elsa frequenta suo padre mi ha presa di mira.

 

E di mira intendo, proprio in pieno. John é un bravo uomo di quelli che si trovano poco in giro, suo figlio un po' meno invece, anzi é meglio non trovarlo.

 È un anno che non mi fa più vivere con costante serenità anzi é una lotta continua con l'ansia. Vi immaginate vivere un intero anno in questo modo? È un ragazzo troppo difficile da tenere a bada a quanto pare anche suo padre non riesce più a gestirlo. Sua madre ha deciso di abbandonare, tanto tempo fa la sua famiglia, per seguire un altro uomo, conosciuto nel suo laboratorio scientifico.

 

Hudson e suo padre hanno sempre avuto un bel rapporto ma ultimamente le cose sembrano essere cambiate. Odia il genere femminile ma incoerente frequenta la ragazza meno affidabile dell'istituto.

 Torno alla realtà.

 All'improvviso dal nulla sbuca mia madre vestita in un modo totalmente diverso per il suo lavoro. "Tutto bene amore?" domanda lei che sembra proprio raggiante vestita cosi. "Le bidelle indossano il grembiule" le dico prendendola in giro.

 

"Si domani mi metto quello dell'asilo" scherza lei dandomi una pacca sulla spalla. "Si dice collaboratrice scolastica. Che altro ti ha fatto Dave?" chiede sapendo già tutta la situazione.

"Lo sai già" sbuffo guardando dietro di lei. "Ne ho sentito parlare dovreste trovare un punto d'incontro. Comunque oggi andremo via prima, io e John andiamo a pranzo insieme" sorrido a vederla in questo stato gioioso.

 

"Hai pensato a tua figlia e cosa deve mangiare in tua assenza?" Chiedo fingendo di essere arrabbiata. "Ti ho lasciato il pranzo nel frigo é tutto pronto devi solo scaldarlo... qualunque cosa chiama altrimenti ci vediamo stasera a casa'' Le lascio un dolce bacio alla guancia e mi dirigo in classe. 

Non so se la mia è sfortuna o sfiga perenne, ma Hudson é davanti alla porta che mi guarda in un modo strano, oserei dire spaventoso.

 

Non mi faccio intimorire non dopo ciò che ha fatto. Passo indifferente ma lui mi sbarra la strada con quell'enorme braccio, io non demordo e come un lottatore di sumo gli do una spallata degna di nota. Odio tutto di lui ma il fisico, beh quello proprio no. "Mi raccomando Willson sempre tra i piedi" sbuffa lui lasciandomi passare.

 

"Mi raccomando Hudson continua a fare ciò che stavi facendo." questa é la volta buona che me lo mangio. "Cioè?" chiede lui seguendomi verso il mio banco. Essere forti e maleducati difronte a lui ha quel non so che di malvagio.

 

"Silenzio, quando non parli sei davvero affascinante'' lo prendo in giro sedendomi.

 "Divertente, sai Willson dovresti cambiare anche i quaderni, puzzano di merda" alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi divertiti, poi sposto quest' ultimo dietro le sue spalle e noto che le sue amichette ridono di gusto.

 

"Dovresti cambiare atteggiamento con me, sai non hai vita lunga se continui cosi..." Non so se voleva essere una minaccia ma so bene che volevo dirla da tanto tempo. 

"Le minacce non sono il tuo forte moscerino e per quanto riguarda l'affascinante, so di esserlo." mi alzo dalla sedia e lo spingo lontano prima che dalla mia bocca esca solo veleno.

 

"Coglione" sento quella vocina e la mia giornata cambia totalmente. - "Scusa il ritardo Katrine" bisbiglia Jade respirando profondamente sedendosi accanto a me.

"Ormai ci sono abituata, non scusarti" scoppio a ridere mentre lei sbuffa.

 

"Questa volta non è colpa mia" esce i quaderni dalla sua cartella rigorosamente rosa.

"Stamattina ho avuto una strana esperienza" alzo le sopracciglia perplessa.

Quando mai Jade é così agitata e ansiosa? "Ti comporti cosi ogni volta che vedi o parli troppo a lungo con Donovan" dico io guardando ogni suo movimento.

 

"No Katrine oggi Donovan è l'ultimo dei miei pensieri, si tratta di kitty la mia cagnolina" sospiro serena almeno non dovrò litigare un'altra volta con loro. "Stamattina era intoccabile" alza le mani al cielo poi mi fa vedere cosa le ha fatto il suo cane alla mano.

 "Ma Kitty é innocua" dico sbarrando gli occhi alla vista di due buchi non troppo grandi ma comunque visibili.

 

"Mi sono avvicinata per accarezzarla, come ogni mattina, dopo essere uscita a fare i suoi bisogni e il risultato è questo" fa spallucce.

 "I tuoi che hanno fatto?" I genitori di Jade sono molto affettuosi con sua figlia, non immagino cosa hanno fatto dopo essere stata morsa.

 

"Erano usciti molto prima per lavoro, il punto é che non era lei, la conosco molto bene.

Ho notato che aveva gli occhi neri" forse è il caso di chiamare un' esorcista. "Ma ha già gli occhi neri Jade" le dico.

 

"No erano completamente neri come quelli dei film hai presente quando si trasformano in zombie?" la mia amica ha visto troppi film di fantascienza ieri sera. É stranamente silenziosa cosí la guardo negli occhi e lei mi fa vedere il telefono dopo aver fatto spallucce. 

"Mi sto informando su Google" dice lei e io le tolgo il telefono dalle mani.

 

"Tu sei completamente andata" rido però poi le do una mia opinione per calmarla, é troppo agitata. "Forse é sonnambula" la tranquillizzo.

"Può essere ma..." annuisce convincendo se stessa. "Ma ora basta" le dico io guardandola.

 Non faccio in tempo a distogliere lo sguardo che la mia migliore amica, viene trascinata con la sedia, da Donovan, con una tale nonchalance.

"Montgomery mi é successa la stessa cosa" che scusa bizzarra per accaparrarsi un po di attenzione della sua preda.

"Donovan non dire stronzate e lascia che torni al mio posto é una giornata piuttosto strana non ho voglia di fare teatrini" lascia andare la presa sulla sedia di Jade.

 "Puoi anche non credermi ma anche io ho avuto a che fare con un corvo e non un corvo qualsiasi, era davvero molto strano" lo guardo impassibile ma poi, la sua espressione preoccupata, attira la mia attenzione.

"Stavo fumando la mia sigaretta quando ho notato che sul davanzale del mio balcone, c'era un corvo, era morto, stecchito ragazze.

" Non so se vuole farci paura ma ci sta prendendo davvero gusto a dire tutte queste stronzate in una volta sola.

 

"Ho deciso di spostare il suo corpo in una busta con un bastone di legno, ma quando ho toccato leggermente il suo corpo, ha sbarrato gli occhi ed erano proprio come hai detto tu, neri!" Rimango in silenzio a chiedermi se crederci o meno.

 

"Ero talmente spaventato che le ho chiuso la finestra in faccia." mi viene il batticuore se penso a tutto questo.

"Ha continuato a sbattere il suo becco alla finestra, fino quando ho deciso di chiudere la tenda." Non so se sono sorpresa o impaurita fatto sta che non é normale. "Stai dicendo la verità?" domanda una voce dietro di noi.

 

Perchè impicciarsi sempre quando a lui non riguarda? "Si certo che si Dave, non so voi ma io personalmente ho come la sensazione che debba succedere qualcosa a tutti noi" Hudson ride alle parole del suo migliore amico che finalmente dopo anni non lo considera nemmeno.

"Perché ogni tanto, non ti siedi e cerchi di essere un minimo normale come tutti noi?" mi esce questa bella perla di saggezza.

 

"Come voi? Neanche da morto" dice avvicinandosi a me piú del dovuto. "Togliti Dave, non ho voglia di perdere tempo con te" dico esausta al solo sentire la sua voce troppo vicina.

 Hudson come sempre comportandosi da lattante mi sfila la molletta dai miei lunghi capelli, scappando subito dopo lontano, dai nostri banchi.

 

Bestemmio qualcosa in aramaico e mi alzo indispettita. "Dave torna subito qui o ti faccio fuori con le mie mani" il ragazzo dagli occhi scuri si gira divertito.

 "Usa le tue mani per fare altro con me" scoppia a ridere mentre l'intera classe ci guarda annoiati.

 

Come dargli torto ormai sono sempre quelle le stronzate che fa.

Dopo alcuni istanti quando ormai io e lui siamo vicini, molto vicini, qualcosa da lontano, fuori dalle finestre, attira la nostra attenzione.

 

"Attenta Willson" urla lui spaventato, abbassandosi subito dopo sulle ginocchia, abbracciandomi e proteggendoci con la sua spalla enorme.





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