La catena chiamata “tedio”

di Yurika2S
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La catena chiamata “tedio”.

Non ho mai considerato la noia come qualcosa di negativo. L'ozio e la contemplazione d'altra parte erano virtù dei grandi pensatori. Quindi quando mi capita di annoiarmi, anziché lamentarmene, cerco di sfruttarla in modo produttivo... ma... che succede quando la stessa noia è provocata da un compito ripetitivo, che dovrebbe essere di per sé l'elemento “produttivo”?

In quel momento la sensazione che ne deriva non è né noia, né ozio ma puro e semplice tedio.

Di quello che ti porta a funzionare come la minuscola parte di un grande orologio, che ti fa procedere per inerzia e che in parte, come l'ozio ti fa sorgere delle domande.


“Perché sono qui?” “Perché lo sto facendo?”, ma al contrario del suo compare intellettuale, nel tedio hai già tutte le risposte che ti servono. Riflettervi su non ti porta ad altro se non alla realizzazione di dover continuare a ripetere la stessa azione, solo perché in fin dei conti è funzionale a uno scopo.

Dunque m'immergo nel tedio che ci permette di funzionare, cercando di non pensare a come si finisca ad agire per inerzia per tutta una vita. Evitando di domandarmi perché questa catena non sembra voler essere spezzata, bensì venga rinnovata di volta in volta e con diversi materiali.

Quella che ho ora attorno al collo non è poi così male... è ancora nuova e scintillante e non stringe troppo. Anche se non nego, che la trovo di pessimo gusto.

 

Eppure chissà, forse un giorno ne riuscirò a trovare una più in linea con il mio stile.





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