Annullarsi per eccellere

di VigilanzaCostante
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Annullarsi per eccellere

 
L’Accademia di Beuxbatons non fa sconti. Aspira a essere la migliore scuola di magia, non solo per intelligenza dei suoi studenti, ma anche per bellezza, leggiadria e compostezza. Hogwarts, a confronto, è troppo rumorosa, Durmstrang troppo chiusa. A Beuxbatons non puoi essere meno che perfetto – è quello che ti dicono nel non detto, nelle labbra strette dei professori quando ridi troppo forte, nei premi impartiti a chi rispecchia un certo ideale.
Gabrielle l’ha sempre saputo di avere tutte le carte in regola per vincere a quel gioco d’integrazione: bella, intelligente, e con una storia affascinante, sin dal primo anno a scuola è diventata la pupilla dei professori, la prima rivale di ogni suo compagno. Eppure, l’ansia la divora, ricordandole che il gioco è sempre aperto e deve impegnare ogni suo muscolo per sopravvivere in quel mondo di squali.

 
«Non devi avere paura di non piacere alle persone, mon cheri» le ha detto sua sorella una mattina a Villa Conchiglia, mentre metteva il grembiule alla piccola Dominique. «Devi avere paura di perdere te stessa nel tentativo di piacere alle altre persone».
 
Non lo ricorda più chi è, al di là di quello che mostra. Qual è la differenza tra la se stessa originaria e la diciassettenne che sorride sempre, ringrazia, fa battute di spirito e tenta di risultare meritevole agli occhi degli altri? È mai stata qualcuno, oltre a quello che ha costruito?
 
Forse Gabrielle è i romanzi da quattro soldi che legge alle due di notte quando dovrebbe riposare, forse è le canzoni babbane che canta a squarciagola in spiaggia durante le estati a Villa Conchiglia, forse è la goffagine che ha soppresso nel tentativo di risultare composta, forse lei è proprio quel sentirsi inadatta e non perfetta in un mondo che richiede l’eccellenza.
 
 
 
 
 




 

Nota dell’autrice:
Ho scritto questa flash per la seconda fase della challenge “Riflessioni sulla scrittura” indetta da Rosmary sul Forum della Penna, in cui i testi venivano pubblicati anonimamente dall’organizzatrice, al fine di permettere alle autrici di riconoscersi a vicenda tramite i tratti caratteristici del loro stile. Penso che il mio sia molto riconoscibile, e infatti quasi tutti i partecipanti mi hanno indovinata.




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