Ciò che Itaca vuole significare

di Rose Heiner
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Prologo
 
Mi è stato detto che catturare l’attenzione del lettore fin dalle prima righe è un’impresa più che complicata. E’ un lavoro di seduzione, questo. Si tratta di me e dalla voracità con cui voi sarete capaci di strappare i miei segreti, disegnarmi e immaginarmi così come sono. Proprio per gli insegnamenti che mi sono stati impartiti sull’arte intricata dello scrivere, sull’incanto fascinoso che dovrei tessere su coloro che sfogliano queste prime pagine, io rinuncio a priori.
Io, che non sono un’autrice, né tantomeno sono mai stata una seduttrice, eviterò di vendere la mia storia come un giornalista che cuce ritagli di una vita che non gli appartiene. Non elemosinerò il favore di coloro che vorranno leggere delle sere cobalto della mia dolce città di polvere e non terrò nessun segreto per me, ma ad una innocua, accettabile condizione. Formulerò un singolo patto con voi lettori per fugare ogni dubbio: io parlo d’amore.
Parlerò di tutto l’amore che ho conosciuto e di quello che non avrei voluto conoscere. Parlerò dell’amore di una figlia, quello percepito e mai restituito. Parlerò di quel tiepido solletico che ti afferra lo stomaco, quando, steso sulla battigia con tre amici, credi di reggere il mondo fra le mani, ma non dimenticherò la passione, la folle smania d’amore che brucia le vene e arriva al cuore. Dirò del luogo in cui sono nata, a cui appartengono la mia anima e la mia essenza e dei migliori anni della mia vita e dei miei piedi nudi che volavano verso l’orizzonte, senza ritegno, senza regole, perché è in questo modo che l’amore ti corre incontro e ti prende e scompare in una giravolta. Saprete di come l’amore mi fece visita, impregnando i miei vestiti col suo odore di limone e pioggia estiva, disseminando note scure e impronte sabbiose sul pavimento. Conoscerete una risata pulita, armoniosa, gentile. E forse allora, solo allora, vi renderete conto di cos’è l’amore.
Nel frattempo, però, la mia storia comincia molto molto prima. Eppure non vale ancora la pena raccontarne l’inizio: è forse qualcosa l’alfa senza l’omega? Vi è di certo più da scoprire nei primi istanti della fine. Nell’anestesia di un mare freddo, ma non gelido. Nell’abbraccio di una riva misericordiosa, ma mai dimentica.

 




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