Confessione (1967)

di mega n
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Trivolzio, 28 maggio 2021
Fiori di caprifoglio
Confessione (1967)
Ho visto il mondo fuori dalla porta,
ho compiuto il salto nel buio, estivo
in quel fresco di fine primavera,
sulle soglie del baratro ho ammirato
la valle cullata dal vento e i pascoli
erbosi. E ho veduto il manto di pietra
e morte oltre il fiume, dietro il tramonto
dorato, lo schiavo in cerca di pace
sull’incudine batter le catene,
intrecciare sotto il gelso la frusta
e con occhi spiritati esultare
se il compagno soccombe sotto l’ombra
della palma tra i gemiti dell’alba.

Ho visto il mondo in alto su un balcone
nel biancore del meriggio appassito,
ho visto i signori e i loro banchetti,
le sete e i velluti, cristalli al Sole –
cristalli di polvere e di cinigia,
cristalli di nebbia e di tomba infranta,
di silenzio ch’erompe nel lamento,
nell’ululato lontano d’un ratto.

Ho visto il mondo del cielo stellato
ma ch’è mai un granello per l’onda edace?
Ho visto il mondo e ho imparato a sognare
nella tenebra che al dì non recede.
Ho visto il mondo e nel sogno ho perduto
dell’anima mia ogni scheggia di vetro.




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