Storie di una banconista Macelleria

di Atena83
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Durante i due anni di apprendistato presso il ristorante imparai un po' di tutto, come pulire sfilettare i pesci, pulire e spurgare i mitilli ( cozze, vongole, fasolari ecc... ) , come pulire l' acciaio dei fuochi e forni ecc...

Un giorno però il proprietario del ristorante decise che era arrivata anche l'ora che imparassi a servire in sala come cameriera. Ero contrariata poiché ero timidissima e non sapevo come interagire con i vari clienti e le loro famiglie, ma non potei rifiutare non ne avevo la possibilità di farlo era scritto nel contratto che avevo firmato due anni prima.
Il mio primo approccio con i primi clienti fu un disastro epocale. Già avete capito bene.
Ero stata presentata dal proprietario come novellina e già lì dovevo rendermi conto che non sarebbe stata una passeggiata.
Non so voi ma a quanto pare la parola " Novellina" per molti ha un solo significato: " Ah! È nuova? Facciamola impazzire e rincoglionire così non paghiamo per intero il pasto andandoci a lamentare con il titolare ". Un cliente mi ordinò un filetto di manzo mignon a media cottura e del vino rosso della casa. Trascrissi con cura l'ordinazione per non sbagliare, la portai al nostro cuoco nelle cucine e andai a versare il vino nella brocca come mi avevano fatto vedere i miei colleghi camerieri con più esperienza. Lo portai al tavolo e questo cliente mi disse che lui aveva ordinato il vino bianco. Rimasi immobile per dieci secondi, ero diventata rossa dalla vergogna per essermi sbagliata, tornai indietro e versai dell'altro vino stavolta bianco. Tornai allo stesso tavolo e questo mi fa " Ma che sei rincoglionita, io l'ho ordinato rosso. " Balbettai confusa e controllai dinanzi a lui l'ordine preso e il numero del tavolo, non avevo parole. Non mi azzardai nemmeno a dire una singola parola, anche perché avevo il groppo in gola per la rabbia e le lacrime che iniziavano a farsi vedere.
Andai in cucina presi un bel respiro e un bicchiere d'acqua mi calmai, presi il filetto pronto e lo portai al cliente con un sorriso.
Per farla breve mentre che sto portando altre portate ai tavoli, il tizio mi chiama e inizia a sbraitarmi contro che il filetto era crudo e la colpa era la mia che avevo preso l'ordinazione male. Umiliata davanti all'intero ristorante venne fuori la vera me.

Iniziai a dirgli che io avevo scritto benissimo e che se lui cambiava idea ogni cinque secondi non era colpa mia. Arrivò anche il titolare a sedare l'animo astioso e spocchioso del cliente e mi lanciò una lunghissima occhiata che sembrava dirmi: " Mo so cavoli tuoi ". Tranquillo il mio principale gestì la situazione promettendogli uno sconto per "risarcirlo per il pessimo servizio".
Ero allibita quella sera imparerai una lezione importante: "Il cliente ha sempre ragione" , il mio principale mi fece una lavata di capo infinita invece di chiedermi come erano andati veramente i fatti, non volle nemmeno ascoltarmi. La seconda lezione importante che imparai : " Attacca il carro dove vuole il padrone".




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