Capitolo 2 - Burrascoso Arrivo nell'Epoca Meiji
- Che cosa!?! Il colonnello della TV è tuo figlio?!
- Colonnello della TV...? - Roy guardò Auron, dubbioso.
Auron inarcò un sopracciglio. - Mitsurugi è un
pò lento, non farci caso.
Il samurai era stato il primo a sapere del ricongiungimento dei due, a
casa di Auron dove Roy era stato invitato a pranzo. Continuava a
fissarlo con la bocca aperta, tenendo i rimasugli di pollo tra le sue
fauci in bella vista.
- Ehm... Sì... Roy Mustang, Colonnello della divisione
Poliziotti Temporali, Sovrintendente alla Procura delle Risorse,
Trasporto delle Scorte, Sicurezza, attualmente addetto alla Manufattura
dei Materiali e Alchimista di Stato di Central City.
Mitsurugi aggrottò la fronte. - Chi sarebbero tutti quelli
lì?
- I miei.. gradi? - il colonnello esitò, dubbioso sul senso
della domanda.
- Oh, amici tuoi ok! - il samurai annuì e riprese a
massacrare il povero pollo.
Auron sospirò. - Mitsu hai sentito che ha detto almeno?
- Non fhorrai che rifeto fuffa chella rofa che ha deffo fui fero? -
Mitsurugi lo guardò quasi con terrore da pesce lesso.
- Sveglia. Roy è un Poliziotto Temporale. Non ti viene in
mente niente?
Mitsurugi deglutì e guardò Roy con
serietà. Poi guardò la finestra e infine di nuovo
Roy. - Dici che domani piove?
Roy era sbigottito.
- Idiota.. la tua epoca! Roy controlla i flussi temporali e ha diretto
accesso all'Impero Celeste, e in più è a capo dei
trasferimenti. Potrebbe riportarti a casa!
- DAVVERO!?!? - Mitsurugi fece un salto tale che per poco non
ribaltò il tavolo. - Perchè non me l'hai detto
subito!?
- Non.. saprei. - fu tutto ciò che Roy riuscì a
dire.
- Allora mi ci porti!? Eh!?
- Beh tecnicamente potrei ma... ci sono delle procedure da seguire,
documenti da compilare e... c-che gli prende ora?
Mitsurugi era in stato catatonico, con gli occhi sbarrati e la bocca
aperta. Stava rigido sulla sedia ondeggiando a destra e sinistra.
- Fa sempre così quando si parla di scrivere o leggere. Le
cose difficili lo rendono nervoso. - spiegò Auron. - Ti ci
abituerai.
- E tu ci convivi da molto?
- Da troppo.
- Hmm... - Roy si guardò attorno. - Vedo che siete messi
male... Sembra che viviate di stenti... O almeno Mitsurugi.
- Beh essendo non-trapassato io posso permettermi di rinunciare a cose
quali cibo e medicine. Ma lui non può trovarsi certo un
lavoro.
- Già.
Restarono così, al tavolo a fissare Mitsurugi in catalessi
per qualche minuto, finchè Roy parlò.
- Sai.. nell'esercito cercano nuovi soldati con esperienza per
diventare ufficiali rapidamente.
- Tsk, Mitsurugi non saprebbe dirigere neppure i suoi stessi piedi.
- Parlavo di te.
Auron lo guardò. - Io, nell'esercito?
- Prendila come una possibilità. Come tuo figlio, potrei
anche fornirti qualche raccomandazione e farti sorpassare tutte le
parti burocratiche del caso. Non ti andrebbe?
L'ex guardiano scrutò il fondo del proprio bicchiere,
pensieroso. L'idea di un lavoro, qualcosa che tenesse la sua mente
impegnata e lontana da tutte quelle profonde elucubrazioni che tutti i
personaggi secondari del suo calibro hanno, non gli era mai passata per
la testa prima di allora. Avrebbe rifiutato con fermezza se fosse stato
un qualsiasi invito. Ma qui aveva l'occasione di vedersi col figlio
più spesso e forse rivivere una parte della perduta parte di
padre che mai gli era stata concessa.
- Ci penserò. - Fu tutto ciò che
riuscì a dire. Subito portò il bicchiere alla
bocca, nascondendo un piccolo sorriso che Roy non notò.
Il ragazzo annuì. - Ok, è stato un buon pranzo
comunque. Grazie. - Guardò poi il samurai con attenzione. -
Ehi guarda..
- ? - Auron seguì il suo sguardo.
- Può fare da portabicchieri. - Disse Roy, infilando la
propria tazza nella mano ancora rigida del catalettico Mitsurugi.
- Accidenti.. non me ne ero mai accorto, è vero. - Auron
imitò il suo gesto.
- Ha un futuro.
- Eh già.
- Attenzione, si avvisano i passeggeri che il volo per Bevelle ha
subito un ritardo di quarantacinque minuti. Per eventuali rimborsi,
rivolgersi a...
Roy ignorò l'altoparlante, scrutando con attenzione il
tabellone. Disinvolto ed elegante nella sua divisa di servizio tirata a
lucido, non passava inosservato nell'aeroporto internazionale di Luka.
Molti si giravano a guardarlo passando, i bambini lo indicavano con
ammirazione, e le ragazze non mancavano di sospirare abbandonandosi a
sogni galanti con quel giovane colonnello.
- Oh ecco quello per l'Impero Celeste. - disse il ragazzo tra
sè con sollievo, al nuovo cambiamento del tabellone. -
Cominciavo a credere che fosse stato rinviato. Sbarco numero 21...
Non si accorse delle due figure nascoste a pochi metri da lui che lo
pedinavano.
- Mitsu... posso sapere che diavolo stiamo facendo qui?!
- Shhh zitto, vuoi che ci scoprano? - Il samurai non staccava gli occhi
dal militare, come un predatore affamato.
- Conciati così non credo che ci scopriranno a causa della
mia voce!
- Oh insomma Auron, che c'è che non va? - Mitsurugi si
voltò a guardare l'amico, sorpreso e un pò
infastidito di dover perdere di vista Roy. - Sono comunissimi abiti
borghesi.
- Saranno comunissimi abiti borghesi nella tua epoca, citrullo! - Auron
picchiò con forza la shinai di legno sulla testa del
samurai. C'erano due cose che non sopportava affatto. La
stupidità e cambiare modello d'abito.
- Non ti sta tanto male il kimono viola sai... ahi! - Mitsurugi dovette
difendersi dall'ennesima randellata. - Smettila mi rovini il parasole
di paglia.
- Togliamoci questa robaccia e andiamocene a casa! Non mi va di pedinare
mio figlio solo perchè tu ti rifiuti di chiedergli aiuto a
raggiungere la tua epoca!
- Tuo figlio mi ha usato come portabicchieri! Non merita la mia stima.
Anzi, è mio nemico. - replicò il samurai
impettito.
Auron si portò la mano alla fronte. - Solo tu riesci a far
venire mal di testa a un non-trapassato.
- Grazie.
- Ma non era un complime... ehi dove vai!? - L'ex guardiano
seguì riluttantemente l'amico.
- Sbrigati o lo perdiamo di vista. E' appena uscito dall'imbarco
bargigli.
- Bagagli...
- Eh?
- Lascia stare...
Seguirono Roy a distanza, sotto gli occhi di tutti tranne che di
quest'ultimo, attraverso corridoi, su scale mobili e ascensori.
Finchè a un tratto Mitsurugi non afferrò Auron
con forza e lo sbattè a terra insieme a lui con rapida
fermezza.
- Giù!
- Mitsurugi che diavolo combini!?
- Shhh!! - Il samurai si portò il dito alle labbra,
intimando il silenzio. Poi sussurrò. - Occhi aperti... siamo
in territorio nemico.
- Cos.. che stai dicendo??
Mitsurugi tappò la bocca all'uomo e poi, con cautela e
scrutando ogni angolo, indicò un cartello sulle loro teste.
"CHECK-IN"
Auron si liberò la bocca dalla presa. - ....E con
ciò?
- Dico, hai 1000 anni e non sai leggere? Ci sono i cecchini! -
Mitsurugi continuava a scrutarsi intorno.
- Pezzo di idiota, è Check-in non Cecchini! Si chiama
Inglese.
- Lo so benissimo che è in inglese, altrimenti ci sarebbe
scritto Cecchini.
- E secondo te se ci fossero dei cecchini nemici lo scriverebbero per
farsi scoprire?
- Per questo non l'hanno scritto nella nostra lingua. Devono essere
cecchini inglesi.
- ..... - Auron si alzò con furia. - Basta così,
la mia pazienza ha raggiunto il limite per tutta la settimana. Me ne
vado a casa e tu non osare seguirmi!
- Aspetta Auron ti prego!! - Mitsurugi si alzò e gli corse
dietro, aggrappandosi a una sua gamba. - Devi aiutarmi a tornare a
casa! Senza di me il Giappone è perduto! E senza di te, IO
sono perduto! Potrai davvero dormire tranquillo sapendo di avere sulla
coscienza le vite di un intero paese?
- Ti ricordo che sono morto, io non dormo.
- Ma tu..!!
- Ho detto di no, ora mollami!
- Ma tu sei mio amico!
Il cuore di Auron, seppur fermo, sussultò. Sapeva che se si
fosse girato sarebbe stato in trappola. E infatti quando si
voltò, la sua paura più grande era lì.
Mitsurugi lo fissava implorante con le lacrime agli occhi, con uno
sguardo da cucciolo bastonato. Un'esca infallibile e senza via di
scampo. Come poteva dire di no a un atto di tale pietà di
fronte a tutta quella gente che li guardava?
- Mitsu... per favore..
- Non abbandonarmi! Io ti...
- NON lo dire...
- Io ti voglio bene, Auron!
A quella frase, un enorme, coordinato, collettivo "Awwwwwwww"
partì dal Check-in e si sparse rimbombando per tutto
l'edificio, anche tra quelli che non avevano visto niente.
Più il suono si espandeva, più Auron si sentiva
sprofondare in un deprimente, buio e profondissimo pozzo d'oblio..
Roy si era fermato a guardarsi intorno, tentando di capire cosa fosse
quel suono. Dopo qualche secondo rinunciò e si strinse nelle
spalle. "Sarà un qualche nuovo motore sperimentale che fa
cilecca..."
Auron fissò Mitsurugi.
Mitsurugi fissò Auron.
Auron fissò ancora Mitsurugi.
Mitsurugi fissò ancora Auron.
Auron si guardò intorno. Ogni possibile via d'uscita era
bloccata da impavide e gagliarde vecchine commosse come davanti alla
loro soap preferita.
L'ex guardiano sospirò. - E va bene...
Ci fu un boato di esultanza! Il samurai si alzò e
abbracciò Auron, mentre tutt'attorno a loro la gente
piangeva commossa. Perfino Maria de Filippi, in un angolo davanti al
pubblico con la cartella di C'è Posta per Te sottobraccio,
applaudiva con un sorriso. Subito dopo fu trascinata via dagli addetti
alla rimozione intrusi tra le comparse della fanfiction.
Anch'egli con un sorriso, il controllore del check-in porse la mano ai
due protagonisti della scena. - Biglietti grazie.
- Sono abbonato. - rispose prontamente Auron.
- Sì un attimo... - Mitsurugi finse di controllare nella
tasca, per poi improvvisamente stordire l'uomo con una gomitata. -
Via!! - esclamò, superando il check-in che suonò
a tutto volume per via delle solite katane che si portava appresso.
- E' abbonato anche lui... - aggiunse Auron con una pacca sulla spalla
al povero controllore che si teneva il naso sanguinante, prima di
seguire il suo amico all'imbarco.
E dietro di loro la folla ancora applaudiva..
Una volta a bordo, Roy prese il suo solito posto in prima classe e,
ordinato il caffè di sempre, si perse nella lettura dei suoi
documenti di lavoro. Era determinato ad ottenere una promozione entro
la fine del mese.
Anche Auron e Mitsurugi si erano imbarcati, sgusciando velocemente tra
i passeggeri per evitare il controllo del biglietto.
- Questo affare è stranissimo! Sicuro che un coso
così grande può volare, Auron?
- Sì certo che vola, ma adesso sediamoci qui in seconda
classe. Diamo già abbastanza nell'occhio.
- Ok ok ma prima voglio esplorare! - disse il samurai, guardandosi
attorno entusiasta. - Chissà se c'è un'armeria??
- Non c'è un'armeri... andato. - Auron sospirò
pensantemente e si abbandonò alla poltrona. Era
incredibile.. suo figlio non era ancora entrato effettivamente nella
sua vita e già questa si era movimentata del doppio.
Chissà cosa gli preservava il futuro.
Auron non si era mai preoccupato per il futuro. Pensare a quell'evento
sconosciuto a cui aveva rinunciato d'andare incontro lo intimoriva ed
eccitava al tempo stesso. Ma ovviamente, represse ogni emozione dalla
sua faccia come sempre.
Intanto il samurai scorrazzava da una parte all'altra dell'aereo,
portando nuove sensazionali notizie ogni volta che passava accanto al
sedile di Auron.
- Ho visto uno stanzino minuscolo con dentro la tazza più
grande che abbia mai visto!
- E' il bagno... - rispondeva stancamente Auron, ma l'amico era
già ripartito per nuove avventure.
- Ehi di là c'è una cucina con le ruote!
- E' il carrello...
- C'è pure un negozio di valigie qui sotto!!
- Sono i bagagli Mitsu...
- Qua fuori ho visto dei trampolini ma mi sa che le piscine sono ancora
chiuse...
- Quelle son le ali...
- Ehi più avanti c'è una sala giochi micidiale!!
- Aha...
Più avanti, Roy era ancora sui suoi documenti. Stava per
porre una firma su un foglio importante, quando un'improvviso scossone
gli fece scappare la penna di mano. L'aereo si inclinò in
avanti.
- Ma che diavolo combinano i piloti? Ci fanno imbarcare in anticipo per
giocare col carrello? - Guardò fuori un pò
seccato. La sua fronte si distese quando vide l'ambiente in movimento. - Finalmente partiamo... ma che cos'è questo suono?
Un forte stridio riempì le orecchie dei passeggeri man mano
che l'aereo avanzava. Irritato e innervosito, Auron cominciò
a frugare tra le tasche dei sedili alla ricerca di un I-pod.
In quell'istante Mitsurugi si riaffacciò ai sedili. - Auron
devi venire a vedere! Nella sala giochi c'è un simulatore da
paura! Devi provarlo!
- Grazie dell'offerta ma passo. - Auron si mise le cuffie e si
sintonizzò su Radio Yevon come suo solito.
"Che bambino.." pensò. "Non capisce niente di questo mondo
ma coi videogiochi ci sguazza come un pesce... Da quand'è
che ci sono le sale giochi sugli aerei poi..." Auron guardò
fuori, tentando di pensare ad altro. E fu così.
La sua attenzione fu subito colta da due uomini che sbracciavano
correndo affianco all'aereo.
I piloti...
- Ma se i piloti sono lì allora chi muove l'a..... - Auron
si strappò le auricolari dalle orecchie. - La sala giochi!!
- Forse c'è un guasto... - Roy fissava il soffitto
dell'aereo, concentrato sul suono. Fu improvvisamente distratto da un
curioso e buffo uomo in occhiali da sole col kimono viola... aveva un
che di familiare.
"Gente così non dovrebbe neanche transitarci in prima
classe... che starà andando a fare davanti?"
Ignorando lo sguardo curioso del figlio alle sue spalle, Auron si
precipitò oltre la porta in testa all'aereo... e l'orrore lo
travolse.
- MITSU!!! CHE DIAVOLO FAI QUI???
- Ehi Auron sei venuto alla fine!! - lo accolse l'amico girando come
una trottola sul sedile del copilota. - Questi aereopiani sono uno vero
spasso!
- Mitsu, questa è la sala comandi!! Non ci possiamo entrare
qui!! Non hai visto il cartello?? - Auron indicò con rabbia
il segnale "Solo personale autorizzato" sulla porta della stanza.
- Io ho più di 18 anni sai!
- Quello si chiama essere adulti!
- Adulti, autorizzati, sai che differenza... ci vuole la carta d'oro
per entrare in una sala giochi oggigiorno?
Auron si avvicinò ai comandi, tentando disperatamente di
fermare la macchina. - No, ci vuole la licenza!
- Io ho la licenza di uccidere!
- Sta fermo per un momento, qua rischiano tutti la pelle! Come si
spegne questo coso...
Premette il pulsante più logico che vide. Uno grande e rosso
vicino alla cloche.
Il computer parlò. - Avviato il decollo d'emergenza a mò di razzo.
- Decollo??
- Auron ma che razza di decollo è "a mò di razzo"?
- E che ne s...
Ma prima che il prode ex guardiano potesse finire, il carrello si
piantò di botto nel terreno spingendo il velivolo in
sù e dei propulsori spuntarono dal nulla dietro l'aereo,
spingendolo a forza mostruosa verso l'alto.
- Hai visto che hai combinato!? - Auron afferrò Mitsurugi
per le spalle, nel panico.
- Ma non sono stato io a spingere il pulsante sbagliato!
- Ah sì e tu sapresti qual'è il pulsante giusto!??
- Certo. - Mitsurugi spinse un pulsante con scritto OFF. - Questo qui.
I motori sotto di loro di azzittirono.
- Visto? - Il samurai annuì soddisfatto e con aria di
sufficenza.
Non fece in tempo a sbattere gli occhi che si udì un tonfo
enorme e tutto si oscurò.
- Che è successo? Siamo sotto delle nuvole?
- No, siamo sott'acqua, genio. Hai spento l'aereo in volo!!
- ....
- Beh... sapevo che le previsioni erano di pioggia per oggi. - Roy
guardò perplesso la balena che nuotava fuori dal suo
finestrino. - Ma così mi pare un pò esagerato...
Udì poi il suono che preannunciava la voce del comandante al
microfono. Ma la voce che ne uscì gli era ben nota.
- Passeggeri, stiamo affondando. Infilatevi i giubbotti di salvataggio,
prendetevi per mano e preparatevi ad una manovra di emergenza. PS,
attenti agli squali..... Ehi Auron ci sto prendendo la mano. Dovevo
fare il pilota forse, non il samurai!
- Samurai...!? Ma che diavolo significa?! - Roy corse alla cabina di
controllo, tra il panico generale dei passeggeri. Lì vi
trovò chi temeva. - Che ci fate voi due qui!?
Auron si voltò verso il figlio. - Non è il
momento. Fai da capofila, dobbiamo teletrasportare tutti i passeggeri
fuori di qui!
- Calma.. è tutto sotto controllo, ditemi che cosa sta
succedendo e vedrò come provvedere..
Mitsurugi indicò ai piedi del colonnello. - Imbarchiamo
acqua.
- Imbarchiamo.... ACQUA DI MARE!! - Roy trasalì e
saltò sulla sedia del pilota. - Dobbiamo uscire di qui alla
svelta!!
- Mica è olio bollente sai..
Roy fulminò Mitsurugi con lo sguardo. - L'acqua di mare
secca i capelli, non lo sai?
- Ma che razza di uomo sei tu!?
- Smettetela di litigare! Mitsurugi dai la mano a me e a quella
signora, Roy reggiti a me!
- Dove vorresti portarci? - Roy lo guardò ansioso. -
L'ultima volta che l'hai fatto non è stato piacevole...
- In un luogo sicuro.
E una gran luce bianca riempì l'abitacolo mentre il velivolo
sprofondava negli abissi...
L'intero gruppo si materializzò con gran fracasso su una
strada polverosa.
- Dove siamo finiti? - Roy si alzò lentamente,
massaggiandosi la testa. Attorno a loro, gli abitanti di quella
città li guardavano confusi e un pò divertiti. Il
colonnello aveva già visto prima quel tipo di indumenti, ma
non se ne preoccupò molto. Stabilito che quello fosse un
mondo collegato all'impero celeste proprio come la sua Spira, si
voltò a vedere se suo padre (benchè
già morto) stesse bene.
- Complimenti, quella tua abilità di teletrasportarsi
è ammirevole. Dove l'hai imparata?
- Non ricordo di preciso.. - Auron non ci perse molto tempo a pensarci. - Ora che ne facciamo di tutte queste persone?
- Oh giusto. - Roy richiamò a sè tutti i
passeggeri dell'aereo, e spiegò brevemente cos'era successo.
- ...Da qualche parte qui vicino dovrebbe esserci una stazione di
trasferimento all'Impero Celeste, che era la nostra destinazione.
Chiedete informazioni agli altri civili e siate riconoscenti. E' tutto.
- terminò così.
Uno dopo l'altro, ancora scombussolati e confusi, i vari passeggeri si
dispersero ognuno per la propria via, ognuno alla ricerca della
stazione più vicina.
- Wow, sembra che tu sia a tuo agio nel dirigere le persone. Da quanto
sei nell'esercito esattamente? - domandò Auron al figlio.
Roy avvertì una nota d'orgoglio nella sua voce.
- Beh su per giù...
- Sono a casa... - Mitsurugi interruppe il colonnello. Era in
ginocchio, a guardarsi intorno quasi nello stesso stato calattetico
della volta prima a pranzo. Ma stavolta aveva un'espressione
completamente diversa sul volto. Gioia. Pura e semplice euforia
crescente.
- ....Come hai detto Mitsu? - Auron lo scrutò.
- SONO A CASA!! Riconosco queste strade! Riconosco questo tempo! Questa
è Tokyo, della mia epoca!! Ce l'hai fatta Auron, mi hai
portato a casa!!! YUHUUUU!!! - Senza contenersi, Mitsurugi
abbracciò Auron, poi Roy che si ripettinò
indispettito, poi tutti i presenti uno ad uno, facendone anche scappare
un paio...
Auron e Roy lo fissavano inebetiti, poi il figlio parlò.
- Allora... è per questo che mi seguivate?
- Sì.. era troppo orgoglioso per chiederti direttamente
aiuto.
- O forse aveva paura di affrontare i documenti... Almeno ora sembra
felice.
Auron si voltò verso il figlio. - Va tutto bene?
Roy guardava in lontananza, la fronte agrottata, assorto in
chissà quali pensieri. Guardandolo, Auron avvertì
un velo di tristezza.
- Roy?
- Sì? - Il ragazzo parve svegliarsi da un sogno, scuotendo
la testa e ricambiando lo sguardo all'ex-guardiano. - Scusa, mi son
distratto. Che dicevi?
- Che ti prende? Sembra che tu conosca questo posto.. e che ti faccia
uno strano effetto.
- Heh... non ti si può nascondere niente a te, vero? - Roy
si ravviò i capelli con una mano. - Donne, il problema
è sempre quello.
Auron lo fissò, in attesa di una spiegazione più
specifica.
Roy cedette alla pressione abbastanza in fretta. - Beh diciamo che ce
n'è una qui che.. suscita il mio interesse.
- Vuoi andare da lei? Potresti presentarmela. Sai, sarebbe una cosa da
padre.
- Haha cos'è, vuoi fare le esperienze perse?
Il padre lo scrutò. - E' sbagliato secondo te?
- Oh no... non dico questo. - Roy sospirò. - E' solo che...
non so neppure dove si trovi.
- Non ti sei fatto dare l'indirizzo?
- Non so neppure come si chiami! Io non... credo di starle simpatico. - Il ragazzo si fissò i piedi, con una smorfia di
rassegnazione. - Non le piacciono i militari.
- E questo perchè?
- Non lo so di preciso. - Roy strinse le spalle. - Mi ha pure
picchiato... e io per farla felice non mi sono neanche preoccupato di
parare i colpi. Non mi aspettavo che la spada di legno facesse
così male.
- Che galante...
- Era sarcasmo quello?
Auron sbottò una mezza risata simile a un latrato. - Diciamo
di sì...
Si fissarono in silenzio. Uno sguardo carico di complicità e
intesa. Auron non aveva mai provato niente di più piacevole
per molti anni. Di nuovo si maledisse per aver atteso così
tanto a presentarsi a Roy. Però c'era qualcosa che non
andava... una sensazione quasi sbagliata... come se mancasse una cosa
importante.
Il rumore...
Roy si guardò attorno. - Dove diavolo è finito
quello?
- Dev'essere scappato in preda all'euforia... sempre il solito. - Auron
sospirò lievemente. - Speravo avesse finito di darmi
problemi.
- Lo lasciamo qui?
- Meglio di no, voglio essere sicuro che abbia un posto dove andare
prima. Potrebbe farsi chiudere in galera e giustiziare nel giro di
un'ora se lo lasciamo a se stesso.
Roy annuì. - Io vado da questa parte allora. Vediamoci qui
quando lo troviamo.
- Non dovremmo stabilire un tempo limite?
- Oh non me ne preoccupo. Tu hai dei poteri speciali da quel che vedo. Se lo trovo, lo capirai e mi troverai. Se lo trovi tu, saprai comunque
dove trovarmi, giusto? - Roy lo salutò portando indice e
medio uniti alla fronte, come avrebbe fatto con un compagno d'armi. Un
sorriso spavaldo di chi è pronto ad andare in missione a
qualunque ora era sul suo volto anche dopo che gli voltò le
spalle per andare dalla sua strada.
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Un ringraziamento speciale a: Maria de Filippi, per aver sostenuto immaginariamente i nostri protagonisti.
Note d'Autrice:
Ecco il secondo capitolo.
Mitsurugi è tornato a casa! O così crede. L'epoca Meiji è un mondo ambientato in un tempo leggermente successivo a quello da cui effetivamente proviene, spero che nessuno me ne voglia per questo piccolo dettaglio...! Purtroppo ai tempi, non badavamo molto a queste cose, e meno che mai pensavamo di postare questa storia da qualche parte. Sono tuttavia convinta che la storia sia ancora piuttosto fluente.
Auron si unirà all'esercito? Non si sa ancora. Certo è che il nostro prode non trapassato ora come ora non ha proprio nulla da fare. Continuate a leggere però! I colpi di scena non mancheranno.
Ovviamente, se avete delle domande, non esitate a chiedere!
By Chiara (FdS)
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