Remember everything will be alright

di CatherineC94
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Remember everything will be alright
 
 

 
We can meet again somewhere

 
 
 
 
 
Il profilo di Harry sembra scomparire nel buio della stanza.
Sirius si avvicina misurando ogni passo con lentezza studiata, senza emettere un suono.
«Sirius…» inizia confuso Harry e Sirius per attimo trema. La sua incertezza gli fa perdere l’equilibrio perché non sa  mai come fare; lui non è mai stato adatto a certe situazioni e il ruolo che deve ricoprire in certi momenti sembra troppo complicato  per le sue limitate capacità.
«Credi che finirà bene?» domanda Harry senza riuscire a guardarlo negli occhi.
La bocca di Sirius è asciutta.
Rimane inebetito davanti alla sincerità disarmante di quella domanda e in gola qualcosa di doloroso rimane incastrato. Cosa può dire, che i buoni vincono e che il male finirà come le favolette che gli altri dell’Ordine vogliono rifilargli?
Non ha il coraggio di mentire, lui non è mai stato James e non è mai riuscito a tenere tutto a galla come ha fatto lui. 
«Questo non lo so, Harry» risponde con voce fioca.
Harry sospira turbato, per la prima volta capisce che tutto ciò che nasconde dietro quei sorrisi di circostanza minaccia di annientare quel briciolo di serenità che un ragazzino come lui ha provato a costruire.
Il cuore di Sirius si stringe, amareggiato.
«Però so una cosa: non sarai mai solo» aggiunge deciso e lo sa che su quello non ha dubbi. 
Hanno vissuto per troppo tempo distanti a causa dell’inettitudine di Codaliscia, e da quando ha incrociato il suo sguardo quella notte di giugno ha subito capito che lui sarebbe stato l’unico motivo per andare avanti.
Harry sorride mesto.
«Sembro uno stupido, vero? » dice provando a sviare il discorso e gettando lo sguardo altrove.
Sirius sogghigna rauco.
«Non mi sorprendo sai? Sei identico a tuo padre, sentimentale come una scolaretta» esclama ilare per un istante mentre qualcosa di doloroso lo graffia dentro. Non riesce a parlare di lui, quel nome, quella vita sono i tormenti che la notte lo stritolano senza pietà.
Però Harry sta sorridendo e si permette di essere felice perché sul viso del suo figlioccio quella luce sembra essere scomparsa da un po'; di riflesso se lui è felice si permette di beneficiarne.
«Vorrei che fossero vivi» ammette e Sirius vorrebbe urlare con tutta la voce che possiede in corpo che anche lui non ha altro desiderio da quando l’hanno sotterrato vivo in quella cella.
Non dice nulla.
Stringe la sua spalla e si chiede se ci sarà mai una via d’uscita a tutto quello che stanno vivendo.
«Adesso dovremmo scendere, la cena è quasi pronta» mormora atono.
Harry annuisce alzandosi di scatto e Sirius l’osserva malinconico sapendo che le vacanze di Pasqua sono quasi al termine e lo dovrà perdere di nuovo.
«Loro sono fieri di te» bisbiglia sicuro e sa che sta dicendo la verità.
Gli occhi di Harry diventano lucidi per un istante.
Annuisce rincuorato dirigendosi di sotto, mentre lui rimane impalato nella stanza buia.
Andrà tutto bene, lo deve al ragazzo in un modo o nell’altro.
Anche a costo della vita.
 
 
Somewhere far away from here[1]
 
 





 
Note.
 
[1] Harry Styles-Sign of the times.
Non ho mai superato il 18 giugno ’98 quando JK ha deciso di eliminare il mio personaggio preferito, prima di Abe, prima della capra. Ci tengo a dire che il Sirius da me descritto tenta in qualche modo di avvicinarsi a quello del libro; adoro Gary Oldman però credo che il personaggio nel quinto libro sia più disperato e straziato.
A Sirius, stella indomabile.




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