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Cammino
dritto, sicuro ed altero, da che ricordi ho sempre percorso così la
mia vita, nessun dubbio, nessun indugio, ho sempre saputo cosa volevo
e come fare per averlo.
Forse
sembrerò un gradasso a dirlo, ma è la verità, la mia verità.. o
meglio lo era fino a quando non ho incontrato lei..
Colei
che riesce a far vacillare tutte le mie certezze, l'unica che con un
solo sguardo può far aumentare i battiti del mio cuore, la sola per
la quale ho perso anche il cuore oltre alla testa.
Basta
adesso, mi ero ripromesso che questa sera, solo per un po' avrei
cercato di non pensarle, di non immaginarmi i suoi capelli rossi
lisci come la seta tra le mie dita, i suoi occhi.. no, pensiamo ad
altro, pensiamo ad altro!
Sono
le tre di notte e sto percorrendo, con il mio mantello
dell'invisibilità, il corridoio del secondo piano, devo andare in
cucina, ho tanta, troppa fame.
So
che corro il rischio di venire scoperto, se la Mcgranitt mi trovasse
in questo momento sarei nei guai, guai grossi.
Ma
come al solito non mi importa, mi piace camminare di notte, quando la
scuola è deserta, mi da una sensazione di forza, di potenza che non
riesco a descrivere, ed a cui non rinuncerei per nulla al mondo.
Inutile
nasconderlo, ho sempre amato il pericolo, l'adrenalina che scorre a
fiotti nelle vene, la voglia di mettermi sempre alla prova, di
rischiare, ma alla fine vincere.. c'è sensazione più inebriante di
questa?
Forse
solo la sensazione che avrei a baciare la Evans.. mi riscuoto,
dannazione, avevo detto che non ci avrei più pensato!
Sospiro,
sapendo che quella è una partita persa in partenza, quindi continuo
a camminare.
D'un
tratto, sento qualcosa, dei rumori strani, come di.. cerco di
acutizzare il mio udito per esserne certo, ma si, quelli sembravo
veri e propri singhiozzi.
Mi
avvicino, cauto e silenzioso, voglio vedere chi sta piangendo, se
sono fortunato è Mocciosus, ho un conto in sospeso da un po' di
giorni con lui, dal giorno in cui aveva osato definire la Evans una
“sporca Mezzosangue”.
L'avrei
frustato a sangue, così da fargli passare completamente la voglia di
aprire quella sua schifosa bocca piena di germi.
Sono
quasi arrivato alla fonte di quei rumori, quando mi fermo di botto,
stupito. Quello che piangeva, o meglio colei che piangeva era la
protagonista di ogni mio sogno o fantasia da anni a questa parte,
niente di meno di Lily Evans.
Sono
pietrificato, cosa ci fa lei lì, a quest'ora, persa in una valle di
lacrime?
Stringo
i pugni e mi riprometto che avrei scuoiato vivo il colpevole di
quelle lacrime.
Mi
metto davanti a lei, così da poterla guardare meglio, nell'oscurità
riusco a distinguere il naso arrossato e gli occhi traboccanti di
lacrime, che scendono senza sosta lungo le sue rosee guance, fino a
perdersi sotto il mento, nella scollatura della leggera camicia da
notte bianca.
In
un gesto istintivo le poso la mano sulla spalla, voglio rassicurarla,
dirle che va tutto bene e farla star meglio, ma non mi aspettavo
quella reazione.
Lei
salta in piedi, con la bacchetta sguainata, che circospetta si guarda
intorno, -chi c'è?- la sua voce, nonostante tutto, è ferma e
decisa. Una tigre che ha avuto un momento di debolezza, ma che subito
torna a ruggire.
Io
sorrido, quasi senza accorgermene, perchè mi viene così naturale
sorriderle? Che cos'ha che mi fa, volta dopo volta, reagire in questo
modo?
Mi
tolgo il mantello di dosso -sono io- le dico con voce bassa e pacata.
-Potter?!-
mi illumina con la sua bacchetta.
-Vedo
che nonostante tu abbia gli occhi completamente appannati, riesci
comunque a distinguere la mia figura- esordisco compiaciuto.
-Non
ho gli occhi appannati, e comunque si, non stupirti, è normale
riconoscere subito la tua faccia da schiaffi!-
Sorrido
divertito -ah si? E perchè sarebbe normale?- domando insinuante.
-Beh..
perchè.. perchè è così!- l'ho messa in imbarazzo, e la cosa se
possibile mi diverte ancora di più.
-E
perchè è così?-
Lei
sbuffa scocciata -basta Potter, non ho tempo per giocare con te-
-Lo
vedo, eri troppo impegnata a piangere..- era lì che volevo arrivare.
-Piangere?
Chi io? Tu sogni!- il suo tono è sicuro e derisorio.
-Si
mia cara, tu stavi piangendo, ti ho vista-
-Intanto
non sono “tua”, e poi non stavo piangendo-
-Si
invece-
-No
invece- si impunta.
Sospiro
frustrato, è quasi peggio di me quando si mette in testa una cosa
-non devi ascoltare ciò che dice Mocciosus, è un idiota!- tiro ad
indovinare il motivo delle sue lacrime.
Lily
abbassa gli occhi per un istante, poi torna a guardarmi -non era per
questo che stavo piangen..- si ferma un secondo prima di terminare la
frase, accortasi di avermela data vinta.
Sorrido,
divertito e un po' spiaciuto, quello sarebbe stato un buon pretesto
per eliminare definitivamente quell'untuoso Serpeverde.
-Allora
perchè piangevi?-
-Non
sono affari tuoi!- era tornata sulla difensiva.
-Ormai
si, ci sono dentro- faccio un luminoso sorriso, uno di quelli a cui
nessuna ragazza resiste.
-Non
preoccuparti, puoi tirartene tranquillamente fuori, non mi offendo-,
tutte tranne lei, naturalmente.
Sospiro
ancora, e mi siedo, appoggiandomi al muro, chissà perchè la fame
che avevo, adesso è sparita completamente.
La
invito a prendere posto accanto a me, lei esita, allora le sorrido
-non avrai paura di me, per caso? Ti assicuro che non mordo-
Lei
alza il mento, altezzosa, e si siede poco distante da me -non ho
paura di te- mi dice guardandomi.
-Lo
so- le sorrido ancora e per la prima volta lei distoglie lo sguardo,
gioisco di questa piccola vittoria; -allora, mi dici come mai
piangevi?- lei fa per aprir bocca, ma io la anticipo -e non provare a
dire che non piangevi, abbiamo già ampiamente chiarito questo punto-
Mi
fulmina con uno sguardo, cavolo quanto è bella quando si arrabbia, i
suoi occhi sembrano farsi più scuri, man mano che la collera
aumenta, e la miriade di pagliuzze dorate si perde in quel verde
smeraldino.
-Allora?-
la incito.
-Perchè
dovrei dirtelo?-
-Perchè
quando si è tristi, c'è bisogno di qualcuno con cui parlare,
altrimenti tenendo tutto dentro si rischia di esplodere.. e si sta
pure peggio- spiego, il mio tono somiglia paurosamente a quello della
Mcgranitt, e per questo inorridisco all'istante.
-Da
quando in qua hai una laurea in psicologia, Potter?- mi guarda
scettica.
-Guarda
che sono pieno di doti nascoste- sorrido.
-Beh,
allora devono essere proprio nascoste bene- mi canzona leggermente
divertita.
-Allora?-
cambio palesemente argomento, non perchè non mi diverta, ma sono
troppo curioso.
Lily
fa un lungo sospiro -ho fatto un sogno.. tutto qui- mi dice vaga.
-Tutte
queste lacrime solo per un sogno?!-
-Sta'
zitto, era un incubo tremendo, davvero spaventoso-
-Raccontamelo
allora-
-N-non
mi sembra il caso..- con mia grande sorpresa, vedo le sue guance
colorarsi di un tenue rossore.
-Dimmi-
insisto, incuriosito dalla sua reazione. Adesso non può tirarsi
indietro, devo saperlo, anche a costo di rimanere su questo pavimento
a vita.
-No,
Potter..- prova.
-Ti
sentirai meglio dopo- le assicuro deciso.
Lily
annuisce poco convinta, ma dopo pochi secondi distoglie lo sguardo ed
inizia il suo racconto -era sera, ero in una casa che doveva essere
la mia.. ero più grande, avevo un figlio neonato e..- arrossisce di
nuovo -tu eri mio marito..- dice in un soffio, ma io l'ho sentita
ugualmente.
-Questo
è un sogno bellissimo, solo solo perchè ci sono io- sorrido
smagliante e felice, lei mi aveva sognato e la cosa mi fa più
piacere di quanto dovesse.
-Un
incubo tremendo, davvero spaventoso- ripete con enfasi.
-Lo
sapevi che i sogni sono la manifestazione di ciò che desideriamo
inconsciamente?- le chiedo allegro.
Lei
mi fulmina con un'occhiata di puro odio Grifondoro -non vorrò mai
sposarmi con te, psicologo da strapazzo-
-Mai
dire mai, continua con il sogno, mi interessa- le sorrido ancora, è
così istintivo farlo con lei.
-Eravamo
in casa, e stavamo insegnando al bambino a parlare, quando tu ti
alzasti, allarmato. Controllasti fuori dalla finestra, poi ti
mettesti davanti alla porta d'ingresso e con la bacchetta puntata
contro di essa mi dicesti di scappare, che non c'era tempo, ci aveva
trovati e che dovevo mettermi in salvo insieme a nostro figlio..-
riprende a singhiozzare piano -io non volevo, avevo paura, tanta
paura.. non volevo lasciarti, perchè sapevo che sarebbe stata
l'ultima volta che ti avrei rivisto e non volevo.. tu mi
rassicurasti, ma nel tuo sguardo sicuro vedevo il terrore, lo stesso
che provavo io.. infine ti lasciai, salì al piano di sopra sbarrando
porte e finestre, prendendo la bacchetta, anche se sapevo che era
finita.. posai il bambino nella culla e gli dissi che gli volevo
bene, che non l'avrei mai lasciato da solo..- i singhiozzi adesso
sono diventati più frequenti e rumorosi -poi la porta si spalancò
ed entrò..- la voce si spegne.
-Chi,
chi entrò?-
-Lord
Voldemort- sussurra cominciando a tremare.
Istintivamente
l'abbraccio, voglio fermare il suo dolore, pagherei tutto l'oro del
mondo per vederla sorridere in quel momento, per scacciare la sua
paura.
Lei
si aggrappa a me, continuando a piangere – entrò nella stanza e mi
disse di spostarmi, che mi avrebbe risparmiato la vita se l'avessi
fatto.. mi disse di non fare la stupida come te, che eri morto
cercando di fermarlo.. io.. io sentì il mio cuore mancarmi un
battito a quelle parole, ma non mi tolsi, cercai di combattere come
avevi fatto tu.. volevo proteggere il nostro bambino, ma sapevo che
non ce l'avrei fatta.. lui rise dei miei tentativi di attaccarlo e
poi.. un fascio di luce verde.. e mi sono svegliata-.
-Ehi..
va tutto bene.. era solo un sogno, solo un sogno..- cerco di
rassicurarla, ma non sembra funzionare molto.
-No,
io.. ho una brutta sensazione.. non lo so, come se dovesse davvero
accadere..-
-Non
succederà.. o almeno non succederà la parte dove noi moriamo.. il
resto si può fare!- cerco di sdrammatizzare un po', e ci riusco,
perchè la sento sorridere contro la mia spalla.
Si
stacca da me con l'ombra di un sorriso -forse hai ragione, è
impossibile che io e te ci sposiamo.. come potrei mai sposare un
gradasso ed antipatico come te?- mi dice, ma il suo tono è diverso
dal solito, scherzoso, non ha alcuna intenzione di insultarmi.
Mi
fingo irritato -ma tu non stavi piangendo?! Allora piangi- provo a
riabbracciarla, ma lei ridacchiando sguscia via; -ma tu guarda se
devo essere insultato anche quando, per una volta nella vita, faccio
un gesto altruistico-
-Hai
detto bene, per una volta nella vita- sorride luminosa.
-E
continua pure!- borbotto.
-Sai,
non pensavo potessi anche essere divertente, a volte- ride lei.
E'
così bello vederla ridere, i suoi occhi si illuminavano ed i suoi
capelli sembrano davvero fiamme lucenti. Mi chiedo perchè non ci
sono mai riuscito prima, limitandomi ad osservarla da lontano.
-E'
una delle mie innumerevoli qualità- le sorrido smagliante.
-Non
credo proprio..- asserisce ironica.
-Adesso
è meglio se torni a letto, è tardi ed hai bisogno di dormire- ho
parlato io per primo, dopo interminabili secondi in cui ci eravamo
limitati a guardarci negli occhi, a scrutarci nell'anima.
-Non
voglio.. se torno a dormire.. è possibile che faccia di nuovo
incubi.. ed essendo un prefetto..- non finisce la frase, è troppo
imbarazzata per continuare.
Ma
io capisco comunque, Lily Evans non vuole ammettere una sua
debolezza, non vuole ammettere di non voler restare sola.
-Potrei
farti compagnia io se vuoi- propongo così, senza contare troppo
sulla risposta.
-Scherzi?
Non puoi entrare nel dormitorio femminile, l'ultimo che ci ha provato
ha fatto un volo di tre metri!-
-Da
quando in qua ti preoccupi per me?- le domando ironico, ma nella mia
voce trasparisce lo stupore che provo. Proprio non me l'aspettavo
questa.
-Da
quando in qua tu ti
preoccupi per me?-
Da
sempre -touchè- sorrido e mi alzo.
Le
porgo la mano, ma lei la guarda scettica ed indecisa, -andiamo non ho
intenzione di abusare di te, tranquilla-
-Anche
se fosse, io mi saprei difendere- accetta la mia mano.
Ci
copro con il mio mantello e la guido fino al terzo piano, mi fermo
davanti ad una porta che è appena spuntata, grazie al mio desiderio.
Entriamo
e lei si guarda intorno stupita, è una grande stanza, con al centro
un baldacchino dalle lenzuola bianche di seta, ed accanto ad esso c'è
una comoda poltrona rossa. Il tutto illuminato da un camino in
pietra.
Semplice,
ma nell'insieme bellissimo, proprio come lo è lei.
Le
sorrido e ci avviciniamo al letto, le dico di stendersi nel letto, ma
lei mi guarda un attimo, preoccupata.
-E
tu?-
Le
sorrido -io dormirò qui- indico la poltrona rossa.
-Ma
sarà scomoda.. io non..- prova a dire.
-Non
preoccuparti, sono uno che si adegua, quando il sonno mi prende, che
io sia per terra o su un soffice materasso, per me non fa differenza-
-Perchè
lo fai?-
Perchè
ti amo, vorrei tanto dirle, ma so che la spaventerei, questo non
è proprio il momento adatto per confessarle ciò che provo, quindi
mi limito a sorriderle -non ti lascerò sola- mi accomodo sulla
poltrona.
Mi
guarda con uno strano sguardo, è intenso, pieno di riconoscenza, di
rispetto.. e di qualcos'altro che non ho il tempo di decifrare,
poiché lei si avvicina a me e mi posa un leggero bacio sulla
guancia.
-Grazie-
sussurra sorridente.
Sono
attonito, mi tocco la parte di guancia dove mi aveva baciato, me la
sento bruciare, e probabilmente per la prima volta in vita mia sono
arrossito, ma non mi dispiace.
La
guardo mentre si mette comoda tra le coperte e mi sorride un'altra
volta prima di chiudere gli occhi, sorriso a cui corrispondo
immediatamente.
-Sai
Potter, non sei così male come credevo..- mi dice piano.
-Io
te l'ho sempre detto- puntualizzo ancora sorridente.
-Già..
e vuoi sapere un'altra cosa?-
-Cosa?-
-Forse,
se mi proporrai ancora un appuntamento.. beh potrei anche
accettare..- sbircia la mia reazione tra gli occhi socchiusi.
Il
mio cuore fa un balzo, ma non lo do a vedere, mi limito a fare un
mezzo sorriso, adesso so che ricordo usare contro i Mollicci.
-Dormi
Evans, hai bisogno di energie per sabato-
-Sabato?-
apre un occhio.
-Il
giorno del nostro appuntamento- le dico con nonchalance.
-Ah..-
lo richiude e fa un fuggevole sorriso, che io noto visto che sono
completamente concentrato sul suo viso.
Dopo
poco si riaddormenta, lo sento dal respiro lento e regolare, osservo
i lineamenti completamente rilassati e per un attimo ripenso al suo
incubo.
Prendo
una decisione improvvisa, un giuramento a me stesso: la proteggerò e
proteggerò i nostri figli, anche al costo della vita.
Dormi
amore mio, questa notte e, d'ora in avanti, ogni notte ci sarò io a
vegliarti.. penso, mentre nel dormiveglia un leggero senso di
inquietudine mi assale.
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Una mia
interpretazione di come si sono innamorati i genitori del nostro caro
Harry Potter... non so come mi sia venuta l'idea, so soltanto che avevo
il pc davanti, il buio intorno a me.. e non so, le mie mani hanno
lavorato da sole.. comunque spero che vi piaccia... fatemi sapere se vi
va:)
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