Rating: Arancione.
Tipologia: One-shot.
Fandom: Queer as Folk US.
Avvertimenti: //
Personaggi: Ethan Gold, Justin Taylor, Brian Kinney.
Genere: Generale, Triste.
Disclaimer: Queer as Folk e i
suoi personaggi
appartengono alla Showtime e ai loro creatori.
Questa storia è
frutto della mia fantasia.
Timeline: riferimenti a tutta la terza serie.
Note dell'Autore: prima fiction
completata su Queer as Folk. Questa fiction in origine doveva
partecipare al
concorso I TERZI INCOMODI indetto da ro-chan(sì, lo so, parliamo di mesi fa) sul
forum di EFP, ma non
l’avevo trovata adatta. E ci ho messo una vita per decidere
se postarla o meno.
Commenti
e critiche come
sempre graditi, soprattutto per questa.
Buona
lettura,
Sara;;
Like
the third
wheel
Ethan si era sempre domandato se la loro storia valesse
davvero qualcosa. Ogni volta che guardava negli occhi di Justin vedeva
una
sorta di ammirazione, di adorazione, ma quella luce che li
animava, sebbene forte come un raggio di sole, non lo convinceva.
All’inizio vedersi di nascosto non gli era piaciuto, non lo
trovava corretto, ma ci fece l’abitudine.
E poi era arrivato il giorno in cui, senza sapere ancora chi
fosse, si era ritrovato a pranzo con Mr. Kinney al diner,
con un ingresso a sorpresa da parte di raggio
di sole.
Quell’atmosfera di completo imbarazzo, quel sorriso sospetto
e soddisfatto stampato sulle labbra di Brian, gli occhi sgranati di
Justin che
lo guardavano come se avesse appena visto un fantasma gli fecero capire
che forse non ne valeva la pena.
Perché era
inutile competere con uno come Brian.
Justin si era bloccato, non appena li aveva visti insieme e
la sua voce allegra si era spenta all’improvviso.
Perché vedere il tuo amante -
se così Ethan poteva essere definito - in compagnia del tuo - solo in via teorica - ragazzo, non era
di certo una cosa comune e non rientrava nei piani di Justin, che aveva
fatto
di tutto per non destare sospetti.
E già in quel momento Ethan capì che era
difficile competere
con quel fottutissimo bastardo di Brian Kinney.
Ma alla fine, e dopo mesi faticava ancora a crederci, aveva
vinto, Justin aveva scelto lui.
Solo
per avercela fatta pensava di aver guadagnato almeno cento punti e
aveva
cancellato ogni suo dubbio sulla loro relazione.
Dopo l’ennesima scopata di Brian, Justin aveva scelto quella
che sembrava essere la via più facile per avere una qualche
soddisfazione, che
prima non riusciva ad ottenere.
E così avevano lasciato insieme il Babylon, ignorando tutto
e tutti. Proprio in quel momento Ethan pensò ed era certo
che quella storia
potesse davvero durare, ma ancora
non
sapeva quanto si sbagliasse e ci pensarono alcuni momenti a farglielo
capire.
Il primo passo, estremamente semplice ma nello stesso tempo disastroso, fu andare alla festa di
Melanie e Lindsay ed essere presentato a tutti gli amici di Justin. Una
persona
in particolare, che scoprì poi essere il migliore amico di
Brian, lo fulminò
con lo sguardo, ma i suoi sguardi pieni di odio erano rivolti per lo
più a
Justin.
Naturalmente Brian Kinney fece la sua scomparsa poco dopo il
loro arrivo.
Ethan non aveva mai visto Justin così a disagio come in quel
momento. Senza che nessuno se ne accorgesse, nel giardino ben curato di
Mel e
Lindsay qualcuno aveva iniziato a discutere.
- Per me invece è solo uno stronzo
egoista.- aveva detto Michael, senza preoccuparsi di tenere
il tono della voce basso, facendo voltare alcuni degli invitati.
- Stà zitto, Michael.- gli aveva risposto Brian, sovrastando
la sua voce.
- Ti ha usato, ha preso tutto e in cambio non ti ha dato
niente.-
- Ti ho detto di stare zitto!- gli intimò Brian, alzando
ancora di più la voce.
- E questo è il ringraziamento per avergli salvato la vita.
Avresti dovuto lasciarlo morire lì dov’era!-
replicò Michael, senza immaginare
fino a che punto la sua insistenza disturbasse Brian.
E bam! Michael era
caduto a terra in un secondo, per un pugno sferratogli da Brian. Ethan
vide
Justin osservare sconcertato la scena, per poi sussurrargli un
‘andiamo via’
con un tono decisamente
lugubre.
Il secondo momento arrivò poco dopo, ancora una volta vicino
al diner. Ethan aveva cominciato a
pensare che più stava lontano da Liberty Avenue, meglio era
per entrambi.
Li aveva visti da lontano, insieme, sul marciapiede. Non
stavano facendo nulla, se non chiacchierare tranquillamente, ma
l’impulso di
avvicinarsi e rivendicare Justin come sua
proprietà nacque all’improvviso,
travolgendolo.
Si avvicinò velocemente al suo
ragazzo e lo baciò, per poi lanciare
un’occhiata soddisfatta a
Brian, che non batté ciglio. Reclinò
l’invito dell’uomo, facendo il vago senza
dare una spiegazione precisa, e riconsegnò i due biglietti
per il carnevale che
aveva dato a Justin poco prima.
- Abbiamo altri progetti.- aveva semplicemente detto. Nei
quali tu non sei presente, avrebbe
voluto aggiungere.
Lo sguardo che Brian lanciò a Justin poco prima di andar via
era qualcosa di insolito. Gli sembrò quasi di intravedere
una sorta di nostalgia
malcelata, ma ciò che lo turbò fu l’intimità
che vide in quegli occhi, fissi sul suo
ragazzo.
E in quel preciso momento Ethan Gold si sentì di troppo, veramente di troppo, eppure
cercò di scacciare
quella sensazione e comportarsi come se nulla fosse successo.
Da quel momento i dubbi, spariti momentaneamente, tornarono
a tartassarlo. Ogni volta che le sue labbra premevano su quelle di
Justin, ogni
volta che sentiva il suo corpo muoversi piano sotto al suo, non si
sentiva
sicuro.
Una piccola parte di lui, sepolta da qualche parte, sapeva benissimo
che Justin non era mai stato completamente suo
e mai lo sarebbe stato. Ethan non aveva mai tentato di eliminarla
veramente.
Si era ritrovato a tradirlo
e quando Justin se n’era reso conto e lo aveva affrontato,
Ethan non era
riuscito a capire come avesse fatto a perdonare Brian e come non
riusciva a
fare lo stesso con lui.
- Io non ho mai perdonato Brian!- aveva urlato Justin. - Non
era necessario. Perché lui non mi ha mai promesso niente. Tu
sì.- aggiunse, prima di
andarsene.
Inutili le sue suppliche per farlo rimanere.
Non appena rimase solo, Ethan capì che davvero non ne era
valsa la pena.
Justin sarebbe sempre stato proprietà di Brian Kinney e
nessuno avrebbe potuto cambiare le cose.
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