El tango de Roxanne
Erano ormai l’ottava
sera che si presentava lì.
Quei capelli biondi erano ormai diventati
una droga per Mail Jeevas. Molto meglio del fumo e del gioco
d’azzardo.
Quella
figura longilinea, perfettamente proporzionata, così
dannatamente
sensuale ed eccitante l’aveva letteralmente incantato.
Avrebbe
veramente avuto il coraggio di partire per Londra? Avrebbe veramente
abbandonato a Parigi l’oggetto del suo desiderio?
La musica
assordante, il cancan ballato da splendide donne che mettevano in
mostra le loro forme; l’odore dell’alcool, delle
sigarette: il Moulin
Rouge. Il teatro perfetto per i peccati, per le sfrenatezze, per la
passione.
«Eccola! È Misa! È arrivata
Misa!» le grida eccitate
degli uomini risuonarono nella sala, i fischi di approvazione, i
commenti volgari: la routine al Mulino Rosso.
Era arrivata la star, la “prima ballerina”. La
più avvenente, quella con più talento, quella col
fisico più prosperoso.
E si diede il via alle danze.
Un
carnevale di colori, i costumi piumati, i cappelli luccicanti, la
scenografia movimentata e festosa del bordello: tutto era
insignificante davanti a quella bellezza.
Le donne, il sesso, la
droga, l’alcool: tutto spariva, era disintegrato da quegli
occhi
profondi che gli stavano lanciando - sensualmente - una sfida.
In
quel momento, Misa fu davanti a lui. Il trucco pesante, le labbra rosse
e provocanti. Cantava: la voce acuta, ma piacevole; il testo di una
canzone chiaramente volto a inviti poco casti. «Vuoi venire a letto
con
me?»
Poi passò ad
un altro.
***
Silenzio.
La fine dello spettacolo: il teatro vuoto del Moulin Rouge, il sipario
calato, il pubblico fantasma. Mail Jeevas era al centro della sala,
dove fino a poche ore prima si festeggiava la bellezza
Bohémien. Un
rumore di passi, il classico suono del tacco di uno stivale femminile.
«Non voltarti» disse la voce, tremolante.
La
mano della figura misteriosa, fasciata da un guanto di velluto nero,
percorse lentamente le spalle del rosso, per arrivare poi al petto. Un
profumo inconfondibile: eccitazione.
La gamba esile salì, lentamente
lungo quella di Mail. Egli afferrò il ginocchio arrivato
ormai
all’altezza del fianco. Braccia esperte strinsero il suo
busto,
muovendosi sensualmente.
«Sai ballare?»
Jeevas si girò, adagio, verso il viso dai lineamenti
nascosti da una maschera di pizzo.
Abiti femminili e attillati, avvolgevano un corpo non propriamente
femminile. Conosceva l’identità del suo
interlocutore.
Le labbra si sfiorarono semplicemente, indugiando, senza dare sfogo
all'ardore reciproco.
Rosso. Rosso come il sangue,
rosso come la passione. Rosso come il tango.
«Dimmi il tuo nome».
«Chiamami Roxanne».
***
«Chi sei?»
«La
nullità, il fratello della stella, quello che viene sempre
per secondo».
«Per me non sei il
numero due. Non ti sto offrendo la mia amicizia, ma il mio
amore».
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Vorrei
dedicare questo capitolo alla Noe, che mi ha fatto per la prima volta
da beta. Alla Ucchan - perchè sì.
E
al mio migliore amico, che mi ha fatto vedere per la prima volta il
film Moulin Rouge.
Commenti
graditi.
E-chan
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