How
to be part of something you really care about
A
Mari
Hogwarts
è sempre stata il sogno
di Bess, la sua carta magica per poter scappare dal quartiere di
periferia dove
è cresciuta e da una famiglia che le ha dato troppo poco
amore. Da una madre
che di un’altra strega in famiglia non sa che farsene, dopo
essere fuggita a
sua volta da quel mondo, il mondo in cui Bess ripone però
tutte le proprie
speranze. Sarebbe quasi ironico, se non le avesse fatto tanto male
crescendo.
Sopra
il letto ha appeso un calendario,
il primo settembre cerchiato di rosa – rosa Barbie, per
essere precisi –, rosa
come il futuro che si aspetta di trovare al di
là della barriera
che divide i binari nove e dieci.
«È
libero, questo
posto?»
Hogwarts
è l’ultimo posto dove
Ace avrebbe pensato di finire: il mago, in casa, è suo
padre, e di certo da lui
ha preso poco niente – non è un eroe di Guerra,
non è nemmeno intenzionato a
diventarlo. Ha sempre pensato che vi si sarebbe potuto sentire un pesce
fuor d’acqua,
ma più si avvicina il primo settembre e più
cambia idea: è tutta la vita che si
sente fuori posto, troppo… lontano da tutti gli altri
ragazzini, forse quello dei
Maghi può essere il suo angolo di mondo da chiamare casa.
La
mattina della partenza prepara
in tasca un sacchetto di caramelle colorate, comprate poco prima a
Diagon
Alley, da condividere con i nuovi amici che spera di incontrare
– non importa
la Casa in cui finirà, se troverà un gruppo con
cui condividere i tavoli in
biblioteca.
«Certo. Vuoi
una
caramella?»
Hogwarts
spaventa George, e al
tempo stesso non pensa di desiderare qualcosa così tanto da
quando aveva sette
anni e anche lei, come zia Mei, voleva il suo mazzo di tarocchi. La
spaventa
perché significa lasciare sole Charlie, Jesse e
Ted– che è ancora troppo
piccola e Victoria se ne dimentica troppo spesso – e le si
spezza il cuore al
solo pensiero che possano credere le abbia abbandonate. Ma significa
anche non
dover più pensare da adulta a soli undici anni, lasciare a
casa i pesi con cui
convive sin da piccola ed essere leggera, finalmente.
La
lista di raccomandazioni che
lascia a sua madre è quasi infinita, al punto da farla
salire in ritardo sul
treno, mentre Victoria si limita a stringerla in un abbraccio
– non promette,
ma forse è meglio di una bugia – e a ricordarle di
non dimenticarsi di
consultare il calendario lunare per le sedute spiritiche.
«Fantastico,
anche
questo scomparto è già mezzo occupato»
Hogwarts
è la sua nuova
occasione, pensa sempre Nick, un posto dove nessuno lo
chiamerà Ned, dove
nessuno lo guarderà sempre con sospetto, come quello che ha
fatto cadere un
compagno dall’altalena rompendogli una gamba –
nessuno aggiunge mai di come
Barry fosse il bulletto del parchetto, sempre a picchiare i
più piccoli, e la
caduta un incidente di magia involontaria, chissà
perché. La nuova scuola sarà
invece piena di persone nuove, e lui solo uno studente tra tanti, magari
bravo in
Pozioni, magari Capitano della squadra di Quidditch.
Nick
ha comprato una divisa
nuova, una bacchetta nuova, un baule di libri appena stampati e preso
in
prestito il gufo di suo cugino Albert – è tutto
pronto per la sua nuova vita,
spera solo di trovare degli amici con cui sgraffignare cibo dalle
cucine. Lo
scompartimento con solo due ragazzini sembra un buon punto di partenza.
«Non abbiamo la
Spruzzolosi, puoi unirti a noi!»
Hogwarts
nemmeno sapeva cosa
fosse, qualche mese fa, e ora Nancy tiene tra le mani una lettera con
in cima
il suo nome, scritto a grandi lettere in inchiostro verde. La signora
dallo
sguardo severo che si è presentata a casa Drew dice che
quello che le capita –
come riuscire ad aprire tutte le porte che la tengono lontana dalla
soluzione
di un mistero – è solo magia, e che le spetta un
posto in questa nuova scuola
per diritto di nascita – Carson e Kate non sono i suoi
genitori, e il mondo di
Nancy le si stropiccia tra le mani.
Prendere
il treno per la Scozia –
uno magico, che assurdità! Che altro dovrà
scoprire, che i fantasmi esistono? –
sa di maledizione, ma è anche un nuovo mistero che le si
apre davanti: ha un
passato da conoscere, mille incantesimi da imparare, e a pensarla
così partire
fa meno male.
«Posso sedermi qui
anch'io?»
Un
giorno non troppo lontano
prenderanno tutti e cinque quello stesso treno, nello stesso
scompartimento,
solo in direzione inversa.
Rideranno,
ricordando di quando
Ace ha chiamato la sua scopa Florence, hanno beccato Bess pomiciare con
Addy dietro
la statua di Temperance Hudson, Nick si è cancellato per
errore tutti i ricordi
con una pozione finita male, George si è scambiata di corpo
con Bess e Nancy è
finita in punizione con la McGranitt per aver cercato di scassinare uno
scaffale della Sezione Proibita.
Sarà
l’ultimo viaggio dopo sette
lunghi anni di Burrobirre ai Tre Manici di Scopa e misteri risolti in
giro per il
castello – come che fine ha fatto il gatto del
Custode? Lo hanno rapito o è
solo scappato? E chi cambia senza avvisare la parola
d’ingresso per la Torre di
Grifondoro? – e guardandosi alle spalle potranno
solo ringraziare di essersi
scelti come ciurma quel primo viaggio. Di avere qualcosa per cui vale
la pena,
qualcosa a cui si tiene davvero.
Tipo una Drew Crew.
Note
alla storia: questa cosina minuscola è
il mio regalo – in ritardo, come
sempre – per Mari. Volevo scriverti una cosa carina e allegra
sui nostri cinque
detective amatoriali preferiti, ma qualcosa è andato storto
(ma ringrazia,
potevo far comparire Lucy Sable e farti venire un infarto!). Tutte le
colpe
sono da imputare a una serie tv a volte idiota che ormai è
il nostro
appuntamento estivo fisso, e a questi cinque (a me solo quelle per una
storia che non è chissà che).
Grazie
a
chiunque si sia fermato a leggere, spero questa storiella sia stata di
vostro
gradimento ♥
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