In sogno

di hidhemdowack
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Sono appena tornata a casa dopo una lunga giornata di lavoro. La prima cosa che faccio è sdraiarmi a letto e guardare un film.
P
assano circa dieci minuti e mi ritrovo in una foresta, almeno lo sembra.
C’è un pullman in sosta, di colore grigio, che ci aspetta.
Ma aspetta chi? Ci sono circa venti persone sul marciapiede che aspettano. Parlano fra di loro, io non ne conosco uno.
Entriamo in una piccola stanza. Alle pareti sono appese delle tute arancioni. Il primo impatto con esse è strano, non capisco a cosa servono. Mi avvicino e le guardo.
Ad un tratto ci spiegano che dovremo indossarle. All’interno è possibile inserire tutto ciò che ci serve.
Ne indosso una, comincio a tirarla su dalle gambe.
Mi guardo i piedi: tra di essi c’è un piatto con una prelibatezza. So che mi servirà… e poi ci entra benissimo. Mi sembra tutto normale.
Inserisco altre cose che non riesco a identificare, ma mi guardo in giro e vedo che anche gli altri partecipanti stanno facendo la stessa cosa: portano con sé dei piatti. Forse pensano che rimarremmo al digiuno. Ma, a quanto pare, lo penso anche io.
Alzo gli occhi difronte a me, vedo delle lampade al neon con su scritto i livelli che dobbiamo portare a termine.
Quando finiamo di prepararci qualcuno – non identificato anche lui, ci spiega cosa andremo a fare. Ci troviamo in questa baita per una visita guidata che nessuno ha mai fatto; si tratta di una nuovissima esperienza dove saremo immersi nella natura e avremo la possibilità di ammirare degli animali nel loro habitat.
Dalle finestre di questa stanza ho un piccolo assaggio dell’esperienza: animali indistinti di colore bianco camminano attorno alla baita.
Ho appena finito di prepararmi, io e gli altri saliamo sul pullman. Nel momento in cui parte il veicolo abbiamo la possibilità di vedere da cosa siamo circondati: sono sempre questi animali di colore bianco che dormono sotto alcuni alberi. Io e le altre persone nel pullman le ammiriamo, le guardiamo. Ma ci limitiamo a fare solo quello, per ora.
Il giro dura pochi minuti. Il pullman fa marcia indietro e ci lascia nella baita, dove siamo saliti la prima volta.
Quindi, siamo tornati alla baita. Penso che questo fosse il primo livello.
Sembra una bellissima esperienza. Comincio a pensare che la paura che avevo inizialmente non aveva senso. Adesso comincio a divertirmi seriamente.
Quando torniamo, ci spogliamo, puntualmente. Per poi rivestirci. Non ho idea del motivo per il quale continuiamo a spogliarci della tuta e ad indossarla di nuovo. Ma lo facciamo, per tutti i livelli.
Ad un tratto, alzo gli occhi verso il neon e so che siamo arrivati al sesto livello. Non ho idea di cosa abbiamo fatto precedentemente.
Ma, adesso, sono sicurissima che dobbiamo vedere delle tigri – almeno queste sembrano – esibirsi.
Dietro la baita vi è un palco, all’aperto, il pubblico si gode lo spettacolo. Io guardo queste persone pensando perché mi ritrovo alle loro spalle?
E infatti, a me lo spettacolo non piace. Apro una porta qualsiasi, ma non si apre subito, devo spingere con tanta forza. Sembra come se ci sia qualcuno dietro che la tenga, per non farmela aprire.
Quando finalmente riesco ad uscire, mi rendo conto che le tigri non sono solo sopra il palco. Anche dietro quella porta che non riuscivo ad aprire.
La tigre, sdraiata a terra, appena mi vede fa uno sbadiglio in cui riesco a vedere tutti i suoi detti aguzzi. Si alza e, infastidita, mi dà una zampata sulla schiena con gli artigli ben in vista. Sento la pelle che si lacera, ma ho ancora la forza ed il coraggio di scappare.
Apro la prima porta che ho davanti: c’è una camera da letto. Qualcuno dorme, ai piedi del letto vi è un’altra tigre. Alla mia vista si alza e mi da un’altra zampata nel braccio sinistro.
Faccio per uscire. Riesco a lasciare la baita, comincio a correre.
Ma mi sveglio.





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